martedì 18 maggio 2010

macerie




Non amo i miti gli eroi e neanche i santi usati per annichilire le masse. Non mi convincono i superuomini, quelli che hanno la soluzione in tasca; quelli che non accettano il confronto dialettico e usano la forza per annientare quanti si discostano dalla loro volontà.

Mi affascina, invece, la persona colta, autoironica, aperta al dialogo, al confronto, sempre pronta a mettersi in gioco, curiosa e incline al nuovo, un nuovo inteso come presupposto di crescita individuale e collettiva, sorretta dalla libertà di pensiero.

Le menti culturalmente evolute non necessariamente hanno basi nozionistiche accademiche; la loro evoluzione deriva dalla sensibilità con cui guardano il mondo; dalla creatività collegiale profusa in quanto energia vitale che invade il creato, suggerisce e trasforma pensieri e materia tradotti in opere.

Di conseguenza, le opere e le azioni umane, in sintonia a quanto esposto, dovrebbero intendersi beni comuni, punti di riferimento da cui partire per sviluppare ulteriori analisi. Ma non è così per lo stile di vita venutosi ad affinare nel corso degli anni.
Da sempre i poteri forti economicamente e politicamente hanno usato gli intellettuali e gli artisti per divulgare il pensiero dominante e magnificare la celebrazione del potere costituito suffragato dai dogmi. L’arte visiva, coi suoi abili artefici, ha consegnato ai posteri squarci di storia addomesticata. Le iconografie coinvolgenti, trasmettono ancora oggi messaggi drammatici, perentori; divulgavano alle masse quanto il condottiero fosse valoroso ma mai debole o dubbioso nell’attaccare il nemico rappresentato sempre in atteggiamenti e forme fisiognomiche depresse.
Nella narrazione visiva il pittore doveva porre al centro della finzione scenica l’eroe, magnificarne le gesta sul destriero oppure a terra sopra un cumulo di cadaveri.
È ciò che avviene anche oggi! Oggi la narrazione non è affidata ai pittori di corte ma ai mezzi di comunicazione di massa asserviti. L’informazione libera obiettiva che basa le notizie su fatti certi e le divulga senza tagli protettivi per questo o quell’amico o potentato è avversata e censurata. E poco importa se le analisi sono espresse in totale buona fede e allo scopo di rendere un servizio alla collettività. Quando si toccano i poteri economici forti la verità è un inutile dannoso optional anche se si chiama cultura, ambiente, industria, politica e congreghe di vario genere.


Calabria

Calabria:
sole, mare, cultura.

Impronte greche,
normanne, bizantine,
romane, spagnole,
turche
marocchine senegalesi
hanno
colonizzato, depredato
arricchito.


Manufatti, saperi.
Ulisse, Pitagora, Cassiodoro, Filottete…

I Bronzi di Riace
Il tempio di Hera Lacinia
Kroton, Scolacium, Lametia, Sibari, Locri, Mileto …

Leggi
esperienze,
violenza, assedi e rivolte
lotte.

Calabria!
Forziere di saperi, storia
energie!

Cultura da divulgare

(m. iannino)

lunedì 17 maggio 2010

navigando nel web

Strane cose accadono sui social network
Le persone stringono amicizia con negozi, strutture alberghiere, formano fan club di personaggi pubblici noti e meno noti; gruppi del cazzeggio e gruppi seri, culturali; cugini, fratelli genitori e figli di colpo sono stretti nella morsa affettuosa dell’amicizia come se si vedessero per la prima volta. E poi ci sono le strette amicali di massa: hai stretto amicizia con Tonino Fiocchettino e altri 54 persone.
Alcuni, contaminati dalle scorie invisibili che svolazzano nelle polveri sottili della rete, infettati dalle statistiche, fanno incetta di contatti in maniera maniacale. Chiedono l’amicizia anche alle mosche che si poggiano per sbaglio sul PC. L’assioma è: io esisto e valgo solo se raggiungo i 1000 5000 contatti. A questo punto l’ego è gratificato e la personalità del navigatore assume colore e splendore, fa la ruota si pavoneggia e gongola salvo poi cadere nello sconforto appena qualcuno supera di gran lunga il monte premi di vite acquisite.
Gli amici non servono a sollevare il Q.I., il morale e per confrontarsi ma a espandere la propria personalità, avere un peso sociale tanto più grande quanto più numerosi sono gli amici in rete.

Alcuni, secondo notizie diramate anche dai giornali, vendono pacchetti di contatti ad aziende o personaggi pubblici, rubano identità a ignari navigatori, tesserano chiunque per formare la claque.

Dal punto di vista sociologico, il fenomeno è facilmente spiegabile:
Internet è “il giocattolo” che accomuna le solitudini. Fa sentire meno soli gli introversi e importanti gli estroversi. Insomma, il web determina il peso specifico di politici show man cantanti cabarettisti giornalisti e uomini comuni che finalmente hanno la possibilità di esprimersi liberamente…

courtesy, m.iannino, polimaterico 2005, resti d'affiches

contro la guerra, per la vita!

La vita non è un film. Eppure la gente si comporta come se lo fosse. Crede che alla fine possa uscire dal set e tornare alla vita normale ma non è così! Gli errori si pagano. E la guerra è uno degli assurdi errori in cui la stupidità umana ricade spesso. Si ricorre alla guerra per imporre volontà differenti a uomini diversi. Salvo poi, scoprire grazie al lavoro delle persone oneste, che i conflitti sono maturati a causa di episodi e interessi non tanto nobili. Nel gioco al massacro sono morti e continuano a perdere la vita ragazzi, donne e bambini innocenti.

Questo devono rimproverarsi i signori della guerra e non inneggiare agli alti valori di pace e giustizia per ingraziarsi il consenso della popolazione. Giustizia è lasciar vivere i popoli in armonia ai rispettivi valori etici e pace è armarsi di dialogo costruttivo per difendere fermamente, da uomini, le proprie famiglie, il territorio, lo Stato!

Dispiace tantissimo apprendere della morte di ragazzi in “missione”. Ma missione di ché se da diversi anni si trovano a fronteggiare armi in pugno i nativi afghani senza riuscire a trovare la via per la pace? Ma possibile che non si riesca a capire che ogni popolo ha la sua evoluzione? E che i dissidi interni devono essere superati secondo parametri consoni alla propria cultura?

Ecco, il ruolo delle “civiltà più evolute”, e visto che noi ci riteniamo tali, il nostro ruolo sarebbe quello di arbitro. Un arbitro attento che sappia fermare il gioco quando veramente si rischia il collasso democratico e non che dà l’avvio a interminabili, sanguinose, guerre preventive.

sabato 15 maggio 2010

comunicazione visiva e arte

L’arte comunica sempre, a volte anche silenziosamente. Quando si è davanti alla tela bianca allora si incomincia ad ascoltarsi, e qualcosa si esprime sempre; in un colore, una forma, una sfumatura…ogni cosa si appropria di un valore simbolico, ha un suo significato e prende forma quasi inconsapevolmente…e in fieri si trasforma, si impossessa di sempre maggiori dettagli oppure li perde, li fa solo intravedere o si accentua di particolari. Non è mai definito, fino alla fine tutto può succedere e tutto può cambiare quando ci si esprime liberamente, ma non ha importanza, è sempre una catarsi seppure leggera e in punta di piedi che si lascia al gioco delle interpretazioni e soprattutto lascia qualcosa in chi ha saputo donarsi sulla tela.
La libera e pura espressione pittorica, anche dei profani e non artisti, interviene in modo sottile in una dinamica relazionale, con gli altri e con se stessi, quanto più è libera tanto più esprime, non per questo vuol dire che sia sincera, ma spontanea. Tutto quello che viene fuori ci mette in discussione sia in riferimento all’idea intima espressa che all’intento che si vuole suscitare in coloro che si soffermano a guardare, tanto da restare in attesa scrutando nell’altro ogni segno che doni valore alla nostra pur semplice rivelazione artistica.
Lasciarsi coinvolgere in questi sottili processi diviene ancora più semplice e naturale quando una presenza abile e carismatica come quella del maestro Mario Iannino si fa sentire costante e fiduciosa, riuscendo sapientemente a rinvigorire lo spirito creativo e profondo possibile in coloro che si rendono disponibili alla libera espressione.


ALCUNE RIFLESSIONI PEDAGOGICHE
L’espressione artistico-figurativa acquista il suo valore pedagogico nel potere inevitabilmente comunicativo di chi si esprime. E’ un gioco dove tutto è concesso e tutto va bene, non ci sono regole, ogni cosa può essere rivista e reinterpretata liberamente così da diventare il metodo comunicativo più ricco di particolari simbolicamente significativi, un contesto fatto di elementi che altrimenti sarebbero incomunicabili, censurabili. Non serve essere abili o artisti, basta semplicemente essere! E i bambini sanno essere in modo esplosivo e stupendamente ricco. Un’emozione, un evento, una situazione, un desiderio, tutto viene espresso nell’arte figurativa dai bambini, anche quello che diversamente rimarrebbe inconscio o censurato. I colori si uniscono alla loro fantasia e nel gioco rappresentano la loro semplicità e la loro ricchezza.

Luisa Mellace

sulla natura e sugli arbitrii



La natura è forte. Caparbia. Laddove l’uomo ha cementificato e reso vivibile in maniera arbitraria o secondo criteri ineccepibili ed ha costruito opere degne dei luoghi e bonificato, i rigogli naturali degli eventi primaverili hanno, comunque, invaso strade e marciapiedi.
La natura ha colorato di giallo rosso bianco verde e oro valli e dossi, persino i muri sono rivestiti di teneri germogli primaverili.
Fili d’erba bucano l’asfalto. Aghi sottili di tenero verde si fanno beffe della volontà dell’uomo; svettano sopra un mare di terra nera maleodorante. Ai bordi, tra gli interstizi dei marciapiedi, lunghe tavolozze offrono visioni campestri affascinanti: rosso papavero, giallo margherita, viola calendula e, nel tripudio dei fiori, qualche metro più in là nuovi enormi petali rotanti su alti giganteschi steli di cemento sovrastano l’aria e oscurano l’orizzonte. Lunghi petali bianchi agitano l’aria. Pale, pale eoliche per produrre energia. Energia pulita per un’umanità mai sazia. Una comunità governata da piccoli famelici predatori che non si fanno scrupoli; privatizzano a cuor leggero le risorse e anche se son bravi a condire di belle parole le loro azioni, di fatto, il loro intento è lucrare con gli elementi che la provvidenza ha elargito gratuitamente all’umanità intera! E quindi privatizzano con la scusa di ottimizzare i servizi aria territorio e acqua.

Gli imponenti “fiori del vento” non si moltiplicano per impollinazione e non accarezzano l’erba; non si piegano al vento non danzano al soffio leggero della brezza non muoiono al freddo ma si cibano delle correnti ascendentali, mettono in moto i rotori, immagazzinano energia e… impinguano finanze private.
Tutto ciò, ovviamente con l’aiuto economico dei fondi comunitari.
Ecco! Questo piccolo innocuo esempio di mal costume è uno dei tanti, oggi sulle pagine dei giornali, che dimostra com’è stato possibile rovinare la società; un malcostume strutturale nel dna di certuni ha impoverito i cittadini sprovveduti che avevano dato fiducia a uomini inetti non per incapacità professionale o intellettiva, tutt’altro! La sapienza, questi “dirigenti esperti” l’hanno indirizzata ad accrescere le loro personali ricchezze.
Ora siamo al capolinea e chiedono, sempre i famelici “dirigenti”, austerità e sacrifici.
Giusto! Dobbiamo fare sacrifici per uscire dalla crisi ma sarebbe davvero gradito un cenno di umiltà e altruismo: inizino loro, quelli che hanno saccheggiato lo Stato o hanno gestito male la finanza pubblica, a dare l’esempio!
Un esempio evidente di correttezza etica e di rispetto per i ruoli, come preteso dagli amministrati.

Per la poesia e le belle parole c’è sempre tempo! Ora è il tempo dei fatti concreti, perciò si chiede uno scatto d’orgoglio, un cambiamento d’aria, una pulizia generale, un allontanamento di affaristi e arraffoni dagli affari dello Stato. Evitiamo un altro patetico caso spa con ipotetici esperti maghi come quello appena sventato grazie a Dio e ai giornalisti che hanno reso tempestive notizie.

Basta poco per stare tutti bene: basta saper meditare e accettare con tranquillità i doni della natura, non rincorrere ricchezze effimere o luoghi paradisiachi, frutto di artificiosi quanto inutili masturbazioni mentali. ... ti sembra niente il sole la vita l'amore... meraviglioso...

giovedì 13 maggio 2010

forme di vita: l'Anemone


Anemone, da “anemos” “vento, secondo la terminologia greca” per questo sono chiamati anche “fiori del vento”.

L’anenome, è un fiore fragile, delicato, di breve durata, a forma di margherita o di papavero e sboccia dalla primavera all’autunno con foglie di un colore verde chiaro e dalla forma simile al prezzemolo mentre i petali sono caratterizzati da colori vivaci e vanno dal rosso, al rosa, blu, bianco e viola.

Poi, esistono gli anemoni di mare, che non sono fiori ma invertebrati dalle sembianze fantasmagoriche simili a fiori o cespugli dai tentacoli variopinti. S’insedia tra le rocce dei fondali marini o sulle “case” dei molluschi. I molluschi, cosi mimetizzati possono passeggiare tra i fondali e cibarsi senza essere predati o spostarsi da soli mediante strisciamento pedalico,  come le lumache, tanto per intenderci.

Gli anemoni, quindi, vivono e si muovono anche grazie al tacito sodalizio coi molluschi e si dotano di una motilità parassita che, simili a piantine inanimate, insignificanti e inoffensivi nella loro spettacolare bellezza attraggono senza molta fatica ignari, gustosi, nutrienti pesciolini … che all’uopo diventano cibo!

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