domenica 13 maggio 2012

tra recessione e imu spunta MACAO

M^C^O... mi piace!


da qualche giorno sul web circolano notizie particolari, quasi in controtendenza per una società che pensa solo a fare cassa e ad arraffare, delocalizzare e non pagare le tasse. Una realtà tagliata e cucita intorno al denaro e al guadagno e quello che è mio nessuno lo deve toccare! In poche parole un modello di in-civiltà difficile da accettare per quanti ancora credono nei valori umani e nella solidarietà. D'altronde come poter dire il contrario se davanti al diverso le nostre difese scattano nello stato d'allarme?

Il senso critico bada ai fatti e superata la fase dell'innamoramento libera i primi perché, come i bambini davanti alle cose che ignorano. E siccome tutta la vicenda milanese sembra una favola evoluta nel regno dei cattivi poteri, nessuno si scandalizzi se scappa qualche perché per tentare analisi e liberare il campo dai brutti pensieri.
La prima cosa che salta all'occhio è: come mai questi “del Valle” si spostano da Roma a Milano per guidare la rivolta culturale?
Come mai la proprietà non fa sgomberare il grattacielo di 30 piani ormai in malora? (non siamo abituati alla solidarietà di fondiarie e capitani vari!)
Cosa diversa è la solidarietà del sindaco Pisapia e dell'assessore alla cultura milanese...

a proposito di sindaco, proprietà e governo del territorio, ma non è che poco poco c'entri la nuova tassa, quella che chiamano impropriamente IMU?

Facendo due conti, se un immobile rimane esposto alle intemperie per 15 anni senza essere manutenzionato, pagare una botta di euro per la proprietà fa male a chiunque!

Ma cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno!,e viste le positività del progetto, l'interesse e le parole di Dario Fo, sperare che MACAO decolli e diventi il fulcro universale della più alta espressione umana: la creatività!

sabato 12 maggio 2012

Milano, nasce un sogno, MACAO

I sogni dei giovani e l'entusiasmo fanno camminare il mondo! E se da una parte d'Italia arrivano notizie allarmanti per la continuità espositiva delle opere d'arte (il CAM di Casoria sta bruciando le opere che ha in custodia perchè non riceve fondi)da Milano soffia il vento propositivo di artisti che hanno deciso di cambiare volto ad una vecchia struttura di 30 piani abbandonata da anni: torre Galfa, un grattacielo vuoto da 15 anni, dal 2006 di proprietà dalla Fondiaria SAI di Ligresti e attualmente in fase di commissariamento.
Di chi è stata l'idea? Ufficialmente dei circa 200 giovani che sabato 5 maggio, guidate dal gruppo “lavoratori dell'arte” gli stessi del Teatro Valle di Roma, hanno scavalcato le recinzioni e srotolato dal trentesimo piano uno striscione suggestivo che ricorda “la fantasia al potere” della contestazione giovanile sessantottina.
"Si potrebbe anche pensare di volare".
Un'azione ingenua e una frase poetica affermano che si può ancora opporre la fantasia alla realtà, indipendentemente da quello che succederà dopo, qualsiasi sorte toccherà all'immobile e qualsiasi piega prenderà l'occupazione.

A distanza di quasi una settimana dall'occupazione nessuna reazione ufficiale dalla pubblica amministrazione (l'Assessore Boeri pare sia dalla parte degli occupanti; lo dice uno di loro e anche il sindaco Pisapia ha espresso parole a sostegno dalla sua pagina di FB) dalla proprietà e di conseguenza neanche dalla Digos che li lascia lì, a lavorare in tutta tranquillità.


"Era il momento giusto per entrare, ce lo hanno fatto sapere delle persone interne al Comune di Milano" racconta un ragazzo che all'ingresso si occupa di rispondere alle domande dei cittadini che passano ed entrano a curiosare per vedere cosa sta succedendo - ma qui le voci di corridoio girano e Macao smentisce l'accordo con il Comune: "sicuramente è un'occupazione pacifica, ma non agevolata".

Una occupazione pacifica che risolve una situazione di stallo, per cui un grattacielo (esempio di architettura modernista, terminato nel 1959, quando il quartiere doveva diventare il "Centro Direzionale" della "Capitale Morale") in disuso diventa centro aggregativo per le arti e la creatività.

Dario Fo, intervenuto all'assemblea cittadina di ieri, ha detto:"non me l'aspettavo di vedere tanta gente consapevole di fare qualcosa di straordinario, mi porta indietro di 45 anni". Come qualcuno ricorderà, Dario Fo, ai suoi tempi occupò la Palazzina Liberty per farne un'officina teatrale d'avanguardia.

Ma, se MACAO diventasse un sogno possibile, frutto di un disegno preciso che ricalca esperienze simili come vorremmo che fosse?
Certo, 30 piani sono contenitori imponenti in quanto a spazio fisico, ma quello che preme sapere di più è chi e cosa determinerà la “politica culturale” di MACAO qualora decollasse.
Sarà davvero un'isola felice per i creativi atipici non sponsorizzati dalle lobby
dalle industrie della moda? Ospiterà concerti, opere teatrali, studenti delle accademie o corsi di disegno per bambini, portatori di handicap, corsi di cucito, fashion show di designer indipendenti e quant'altro è frutto della creatività o sarà l'ennesima spartizione di certa politica che ha condizionato le scelte culturali nel nostro Paese?

 In bocca al lupo ragazzi!

TUTTA COLPA DEL DIGITALE TERRESTRE

Chi si accinge a fare qualcosa per la prima volta, può cadere in errore e sbagliare per inesperienza, mancata o errata programmazione preventiva e altri fattori che esulano dalla volontà dei neofiti. Le stesse motivazioni non possono essere applicate a chi sbaglia per negligenza o peggio per rabbia o vendetta. E a proposito di prima volta, in Calabria è arrivato il segnale digitale terrestre per le frequenze televisive e come era prevedibile le trasmissioni ne soffrono per tenuta di segnale e qualità delle immagini. Ieri sera, per esempio, l'assenza di segnale induce a fare zapping e quando finalmente il rumore si trasforma in segnale una faccia minacciosa grida: “vergognatevi come vi permettete ci avete sputtanati con le vostre interrogazioni venite qui a parlare vergognatevi vi dico io chi siete..!”. “ma ora andiamo in pubblicità perchè io non dipendo da nessuno né destra né sinistra a me sono le aziende che mi fanno mangiare vergognatevi vergognatevi pubblicità”

ma... chi è?? Wanna Marchi???? è tornata col suo staff , stregone compreso per fare le fatture a chi non paga, riempiree di paure ignoranti casalinghe e videoti incalliti?
No! è uno che dice di fare televisione da oltre venti anni che cita a sproposito Funari e scimmiotta la Wanna per infiammare gli animi e vendere il suo prodotto. Uno che si rifà all'articolo 21 della Costituzione che dice di dare spazio a chiunque chiami in trasmissione ma poi li sovrasta e fa sfumare la telefonata. Uno che chiama per nome e cognome il telespettatore ignaro che crede in lui e telefona per avere voce in trasmissione ma che censura non appena esce qualche nome di imprenditori che hanno, secondo le motivazioni di chi telefona, combinato qualcosa di poco gratificante.

 Ma come recita l'articolo 21 della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana “...ognuno è libero di...”
Tutta colpa del digitale.
Meno male che c'è il telecomando!

venerdì 11 maggio 2012

Annarosa Macrì, libertà di pensiero e professionalità nemici in RAI

In Italia, la RAI è la televisione di Stato! Una televisione generalista che si mantiene con l'abbonamento obbligatorio dei cittadini in possesso di un televisore e con la pubblicità. Di conseguenza, chi paga il canone è in parte “proprietario” del servizio e come tale dovrebbe essere tenuto in considerazione da chi sovrintende ai vertici aziendali. Di fatto, i partiti governano la televisione di Stato. Le poltrone sono suddivise secondo la volontà dei partiti politici mentre il governo in carica ha la maggioranza. Un tempo si diceva: RAI 1 è democristiana; RAI 2 socialista; RAI 3 comunista. Ciononostante i servizi tematici, complessivamente sono stati in grado di offrire un discreto modello di saperi e contribuito nell'alfabetizzazione di quanti sopravvissuti a fame e guerra. Chi non ricorda “non è mai troppo tardi”, “Angelo Lombardi, l'amico degli animali”, “Rin Ti Tin” “Lassie” “La nonna del Corsaro Nero” “Canzonissima”... e l'eccessiva attenzione censoria di quanto andava trasmesso.
Oggi si è passato da un eccesso all'altro!
Il servizio pubblico che la RAI offre, in quanto televisione di Stato, non sempre tiene nella giusta considerazione la libertà e la pluralità di pensiero di lavoratori Rai e cittadini utenti.

Senza farla troppo lunga, ha ragione Santoro, nell'azienda serve professionalità non servilismo di minzoliniana memoria.
Urge un'informazione libera, non soggetta a censure partitiche o personali. Un'informazione onesta!
Ma pare che questo non paghi i partiti e gli uomini che li governano malamente. Allora si defenestra un buon giornalista perchè ha osato approfondire un'inchiesta spinosa; ha documentato un giro di connivenze e mal vessazioni, affari sporchi fiancheggiati dai politici o semplicemente la superficialità di questi ultimi nello gestire la cosa pubblica, lo sperpero del denaro pubblico fiancheggiati da dirigenti compiacenti o, peggio, servili per gioco forza perché nominati dalla politica.

Bene, dopo le ben note vicende sul canale nazionale RAI 1, anche la testata giornalistica della Calabria pare abbia il suo Minzolini! Il taglio è quello inviso alla democrazie e al rispetto degli utenti. Basta vederne uno per capire omissioni e vacuità delle notizie spesso prive di riscontro ma complete di strafalcioni.
Forse è per questo motivo che non si vogliono concedere diversivi leciti come collaborare con quotidiani stampati che, per il solo fatto di scrivere un articolo, possano distogliere le giornaliste brave come Annarosa Macrì dal loro impegno principale di dipendenti RAI?

Chi è Annarosa Macrì?

Annarosa Macrì è una giornalista seria tutta di un pezzo. Professionista di valore, persona di cultura raffinata, scelta da Enzo Biagi (che sia proprio questo il suo peccato?) per le sue indimenticabili trasmissioni - vere e proprie lezioni di giornalismo - lei ha anche il dono di una straordinaria scrittura, limpida nella costruzione, densa nei contenuti e coinvolgente nel coraggio. Troppo brava e libera per essere tollerata in un mondo di nani e ballerine. Ebbene, poco dopo un cambio al vertice dell'informazione televisiva regionale, per caso coincidente con un cambio di quadro politico in Calabria, quattordici mesi fa parte un provvedimento disciplinare che obbliga Annarosa Macrì a sospendere la sua collaborazione con il Quotidiano di Calabria. Collaborazione che non interferiva affatto con la sua attività alla Rai tant'è vero che dopo qualche mese il provvedimento fu archiviato.

Dieci mesi fa lei chiese l'autorizzazione alla direzione della Rai di poter riprendere la collaborazione. Pochi giorni fa la lapidaria comunicazione: «Il Direttore Generale, con lettera riservata indirizzata al Direttore di Testata e ricevuta questo pomeriggio, ha riscontrato negativamente la richiesta di autorizzazione alla collaborazione con il "Quotidiano della Calabria"». Nessuna motivazione, un no secco, contrattualmente ineccepibile. Infatti, il contratto di lavoro giornalistico (articolo 8) lascia piena libertà al direttore, d'accordo con l'editore, di non rilasciare autorizzazioni a collaborazioni quando l'assunzione preveda la prestazione d'opera esclusiva. Naturalmente è raro che l'autorizzazione sia negata. Soprattutto di una grande azienda pubblica dal carattere ecumenico come la Rai.
Ma questa volta è andata così!

quanto è credibile la nascente giunta Abramo?

Dal punto di vista formale, una volta riscontrata la validità del sindaco e definita la questione dei resti,con l'acquisizione dei dati relativi alle tre sezioni “incriminate” del quartiere Lido, l'ultimo seggio in dubbio viene assegnato alla lista "Catanzaro con Abramo".

Questi i probabili futuri inquilini dell'aula rossa:
5 consiglieri di "Catanzaro da Vivere";
4 del Pdl; 3 per la lista Scopelliti;
3 per la lista "Catanzaro con Abramo";
2 "Per Catanzaro";
2 per la AdC di Pionati;
Per l'opposizione:
Salvatore Scalzo,
3 consiglieri del Pd;
2 di "Svolta democratica";
1 Partito socialista ed Ecologisti; uno al Bene in Comune; uno a Primavera a Catanzaro; uno a Sel; e 1 all'Italia dei Valori.

Il consiglio comunale, quindi, dovrebbe essere composto da:
Sinibaldo Esposito (Catanzaro da Vivere);
Marco Polimeni (Catanzaro da Vivere);
Filippo Mancuso (Catanzaro da Vivere);
Stefania Logiudice (Catanzaro da Vivere);
Francesco Galante (Catanzaro da Vivere);
Domenico Tallini (Pdl);
Sergio Costanzo (Pdl);
Ivan Cardamone (Pdl);
Antonio Corsi (Pdl);
Carlo Nisticò (Lista Scopelliti);
Mario Camerino (Lista Scopelliti);
Giulio Elia (Lista Scopelliti);
Franco Leone (Per Catanzaro);
Luigi Levato (Per Catanzaro);
Tommaso Brutto (Catanzaro con Abramo)
Eugenio Riccio (Catanzaro con Abramo);
Agostino Caroleo (Catanzaro con Abramo);
Domenico Concolino (AdC);
Andrea Amendola (AdC);
Lorenzo Costa (Partito democratico)
Vincenzo Capellupo (Pd);
Franco Passafaro (Pd)
Manuel Laudadio (Svolta democratica)
Antonio Mercurio (Svolta democratica);
Roberto Guerriero (Partito socialista ed ecologisti);
Rosario Mancuso (Il bene in comune);
Mauro Notarangelo (Primavera a Catanzaro);
Antonio Giglio (Sel);
Danilo Sergi (IdV);
Roberto Rizza (Udc)
Salvatore Scalzo
Pino Celi.

Ma quanta fiducia ispira un consiglio comunale o meglio, una giunta comunale che si porta dietro la macchia dei voti comprati e altri brogli attuati per raggiungere il potere?

Abramo è sindaco, lunedì al lavoro

transumanza
Sacre Scritture a parte, è difficile vedere qualcuno immolarsi o pagare in contanti per “servire” gli altri membri della comunità. Eppure accade! Stando alle indagini della DIGOS e alle “voci di popolo” che circolano in Catanzaro pare che due candidati consiglieri di cui uno è risultato eletto nella lista “per Catanzaro”, che sostiene Sergio Abramo, abbiano pagato un voto da 50 a 100€.

Quella che sembrava una panzana simile alle leggende metropolitane per le probabilità di riuscita vista la segretezza del voto è subito spiegata: il compratore di voti aspetta fuori dall'edificio che ospita i seggi e quando vede arrivare il “cliente” lo avvicina e gli consegna una scheda elettorale già compilata. L'elettore entra nel seggio, espleta il rito e una volta dentro la cabina, al riparo da occhi indiscreti conserva la scheda vergine e tira fuori quella già segnata. La imbuca nell'urna. Esce. Consegna la scheda elettorale vergine al “compratore” e intasca i soldi.

L'operazione del passamano giustifica lo stato delle schede che risultano inspiegabilmente sgualcite.
Spiegato l'arcano e con due candidati attenzionati dalla magistratura, la commissione elettorale chiamata a ricontare le schede ravvisa l'eleggibilità di Sergio Abramo a Primo Cittadino di Catanzaro che con 28.803 voti supera il 50,22% eludendo il ballottaggio.

A tre giorni dopo la chiusura dei seggi, la sera di giovedì 10 maggio, per 130 voti Abramo vince al primo turno ed è sindaco di Catanzaro per la terza volta.

La commissione presieduta dal magistrato Domenico Commodaro ha trasmesso i risultati all'ufficio comunale di competenza e lunedì prossimo, Sergio Abramo prederà possesso dell'ufficio in Palazzo De Nobili.
Buon lavoro! Sindaco Abramo!

giovedì 10 maggio 2012

Caso Catanzaro tra tatticismi e realtà

Non è tempo di badare alla forma ma alla sostanza! Lo dicono le azioni e i fatti del gruppo dirigente regionale del PDL calabrese che continuano ostinatamente a volere lavare i panni sporchi in famiglia.
Caparbiamente Wanda Ferro sostiene che le dimissioni di Traversa dopo soli 7 mesi dalla carica di sindaco dipendono esclusivamente dal dissesto economico del comune. E questo fa incazzare tutti i catanzaresi specialmente quelli che hanno dato fiducia a Michele Traversa!
Perchè, si chiedono i cittadini di Catanzaro, Michele viveva nel paese delle meraviglie? Ma se è vero che ha trovato debiti perchè non lo ha denunciato immediatamente invece di mettersi a sperperare i soldi comunali in luminarie giochi e feste? E poi, un Amministratore politico di rispetto non fugge davanti ai problemi ma li risolve o quantomeno tenta di risolverli insieme a tutti i consiglieri e se necessario coinvolgendo anche la città.

La sensazione di chi vive la realtà di Catanzaro, raccontata dai cittadini, è di assistere ancora una volta alla farsa dei politici schierati e fiancheggiati dalla rai regionale che legge notiziari a favore del potere politico del momento. Sembra di rivivere le stesse verità di chi sosteneva a spada tratta che Ruby era la figlia di Mubarak.

La giunta Abramo qualora dovesse risultare valido il responso delle urne si porta dietro etichette ed epiteti irripetibili che dimostrano la distanza tra i cittadini e una classe politica parolaia e poco credibile .
Ma per loro (politici e portatori d'acqua) questo non è un problema.
Ecco spiegati i capitali investiti per le campagne elettorali e impegnati nella compravendita dei voti al vaglio della magistratura.
Non è questa la classe dirigente che la Calabria vuole.

mercoledì 9 maggio 2012

l'arte meglio dell'oro, M. Rothko 78 mln $

Mark Rothko, 1961, "orange, red, yellow"
Marcus Rothkowitz, meglio conosciuto col pseudonimo di Mark Rothko rappresenta quel filone dell'espressionismo astratto definito “color field” “campo colorato”, per le campiture uniformi, piatte e liquide con le quali gli artisti del dopoguerra trattavano le superfici. Opere, quindi, non gestuali, istintive, iraconde, nate di getto ma meditate e congeniali ad una pittura emotivamente controllata.
Mark, figlio di ebrei lituani, nato a Dvinsk nel 1903, fu pittore autodidatta anche se studiò con il pittore di origine russa Weber che lo oriento verso l'espressionismo. Dopo anni di sperimentazioni abbandonò definitivamente la figura per concentrarsi sui “fondi” preparatori sui quali dipingeva. Stesure monocromatiche rotte da figure geometriche quadrangolari dai margini sfumati.
La sua sensibilità artistica esprimeva una tale spiritualità che spinse i collezionisti De Menil di chiedergli di dipingere la cappella di Houston. La simmetria della pianta ottagonale suggerì a Mark di apporre grandi quadri di colore scuro, dal viola al nero al rosso cupo. Ultimò i lavori nel 1970 e poco dopo aver ultimato l'impresa si suicidò.

Oggi lo troviamo nel catalogo dell'arte del dopoguerra e contemporanea promosso da Christie's focalizzato sull'Espressionismo astratto con il dipinto “orange, red, yellow” datato 1961; un lavoro di grande impatto visivo di oltre 200x200cm. Base d'asta 35/45 milioni di dollari raggiunge 86.882.500 dollari commissioni incluse. Ma anche senza le commissioni, la cifra rimane importante: 77.5mln$.
Christie's ha convinto collezionisti ed investitori e ha dimostrato che il settore dell'arte sembri immune da crisi economiche, anzi pare beneficiarne.

Catanzaro, Abramo Scalzo e la Magistratura

lo scrutinio in 24 sezioni su 90 certifica Abramo al 50,22% con 6358 voti complessivi e 163 voti personali;
 Scalzo al 43,67%  con  5529 complessivi  e 228 voti personali
Dalla consultazione elettorale per le amministrative 2012 la città di Catanzaro esce con le ossa rotte.
Non ci sono vincitori o vinti in un paesino di quattro case qualche forno e innumerevoli centri commerciali. Una piccola città di provincia che vede l'unica fonte di ricchezza nella cosa pubblica da quando la “filanda” e l'artigianato in generale, il commercio e la cultura (?, va beh mettiamola va) si sono estinti dopo lunghe agonie.

C'è l'esaltazione del potere e la sua conquista a qualsiasi costo, all'ombra della politica. E gli ultimi avvenimenti lo dimostrano.
Due incipit per ricordare:
“Caos sulle comunali. Episodi sospetti nel quartiere di Siano. Esposto del Codacons: «Il voto va annullato». E sulle tre sezioni di Lido continuano i controlli: risultati entro due o tre giorni.

Un dossier dei democrat sarà consegnato al prefetto. Scalzo: «Alcuni elettori risultavano aver già votato nonostante non lo avessero fatto». Ma D'Attorre assicura che tutta la vicenda sarà seguita con massima attenzione dal partito nazionale”.

Anche se, già alle 22,05, i primi scrutini davano la coalizione di Abramo al 50,22 contro il 43,67 di Scalzo che a sua volta riscuoteva consensi personali rispetto agli altri concorrenti di tutto rispetto.
Ma le regole elettorali sono queste! E devono essere rispettate! 
Per gli illeciti c'è la Magistratura!

martedì 8 maggio 2012

Grillo vs Napolitano, polemica strumentale

Non trovo costruttivo chi cerca lo scontro a qualsiasi costo! Democrazia significa libertà di espressione e non tutti possono vedere cose che per altri sono grandiose.
Mi riferisco alla polemica spicciola di Grillo sulle parole del presidente Napolitano che sta incendiando la rete e i giornali.

“Polemica a distanza tra il presidente della Repubblica e Beppe Grillo. Commentando l'esito del voto di ieri l'inquilino del Quirinale ha parlato di un risultato che non è una rivoluzione, ma piuttosto, offre motivi di riflessione. Per tutti, "per le forze politiche e per i cittadini sui rapporti con la politica e sui problemi di governabilità". Quanto al "boom" del comico-blogger il parere di Napolitano è secco: "Boom? Ricordo solo quello degli anni '60...".” (da Repubblica)

non vedo cosa c'è di offensivo o che abbia potuto ledere la credibilità del movimento 5 stelle in queste frasi. Anzi, tutt'altro! Napolitano dice grazie a questi cittadini perché la loro veemenza è motivo di riflessione.
Se poi, si deve fare casino perchè questo paga, allora va bene; mettetevi sullo stesso piano della lega.

''L'anno prossimo si terranno le elezioni politiche e, subito dopo, sarà nominato il successore di Napolitano, che potrà godersi il meritato riposo. Se il Movimento 5 Stelle fara' boom (come quello dei favolosi anni '60), il prossimo presidente non sara' un'emanazione dei partiti, come la Bonino, e neppure delle banche, come Rigor Montis''. Così scrive Beppe Grillo sul suo blog.”

In effetti, Grillo usa esternazioni irriguardose, politicamente scorrette! Peccato perché alcune cose le condividevo... ma non condivido chi manca di rispetto o vuole imbavagliare quanti la pensano diversamente da lui!

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