lunedì 9 maggio 2011

catanzaro, centro e periferia della memoria

aore12

©m.i.

C'è qualcosa di familiare in questo volto. Non so; la linea degli occhi, il naso, la bocca... se non fosse per le sopracciglia, a mio avviso, un po' troppo curate da farlo sembrare quasi una femmina per l’attenzione che ha usato per disegnarsele, potrei dire di vedere mio fratello con qualche decennio in meno.
Che potrà avere 'sto ragazzo; 20, 23 anni non di più.

La funicolare arriva da Catanzaro Sala a Piazza Roma in un batter d'occhio.
Giusto il tempo di costatare la sorprendente somiglianza dello sconosciuto che mi sta davanti con mio fratello.
È un attimo! D’altronde non siamo mica a Milano o Roma dove le metro pullulano di gente di razze diverse. Qui la funicolare, o meglio “a tranbìa” come la chiamiamo noi locali, è un giocattolino in confronto a una metro che si rispetti.
Un tempo “a tranbìa” collegava Catanzaro sala con il rione Ponte grande, periferia opposta, talmente lontana da sembrare un altro mondo specie nell’immaginario infantile, usava una tecnica di trazione semplice ma geniale: i vagoni che salivano erano tirati da un vagone cisterna pieno d’acqua mediante una serie di pulegge che avvolgevano e srotolavano il cavo di trazione, cosicché mentre la cisterna piena d’acqua scendeva a valle, dove si svuotava per risalire leggera, i passeggeri lentamente arrivavano a Piazza Roma e da lì, con tecniche di trazione elettriche, e prima ancora coi cavalli, proseguivano lungo il Corso Mazzini, piazza Matteotti, via Milano, fino ad arrivare nelle campagne della scuola agraria, oggi parco delle biodiversità, e infine a ponte grande. Ora, detto così e paragonandolo ai mezzi moderni sembra niente ma allora, negli anni ’50, era un viaggio degno di nota, non solo per il tempo che s’impiegava ma anche perché chi lo affrontava andava a villeggiare tra i castagni di S. Elia, nella presila catanzarese o, viceversa, per lavorare in città.

Oggi la “tranbìa” è usata da quanti vogliono salire in centro e non avere problemi col parcheggio della macchina; e visto che ce n’è uno ai piedi della stazione di Sala compreso nel prezzo del biglietto, quale migliore occasione specie per chi deve sbrigare una commissione, fare quattro passi o spese nei negozi del centro storico?

Anch’io sono sulle lastre di pietra grigia di piazza Roma incorniciate ai lati da cunette alla francese punteggiate con pietruzze bianche e grigie di varie tonalità. Le pietruzze non sono allineate e livellate col cemento, sono cementate ma irte e formano una sorta di graticola impraticabile dai pedoni. Le pietruzze, una miriade di soldatini sull’attenti, sono il risultato goliardico di un creativo ritornato bambino. Un bambino intento a giocare sulla spiaggia di Catanzaro Lido che per ingannare il tempo sul bagnasciuga allinea il suo esercito di pietre nella sabbia e s’inventa comandante di un grande, magnifico esercito alla conquista delle immensità marine. Me ne accorgo a mie spese dacché le sento penetrare nei piedi.
È da tanto che manco da Catanzaro e nel frattempo molte cose sono cambiate. Alcune sono cambiate in bene altre lasciano spazio alla critica e altre ancora la fomentano.
La funicolare è una di quelle cose buone. Peccato che copre pochissimi chilometri e le periferie sono ancora lontane dal centro storico nonostante le pompose M che nelle città solitamente indicano le stazioni della metropolitana. Qui le M indicano le fermate della vecchia ferrovia calabro-lucana: un residuato storico che cammina su rotaie a scartamento ridotto e che se adeguata alle nuove esigenze potrebbe davvero diventare una vasta rete metropolitana di superficie.

Ma non sono tornato per fare il suggeritore! Lasciamo questo compito agli amministratori e agli urbanisti, perché se ne hanno voglia senz’altro sapranno fare progetti di gran lunga migliori dei miei. Ecco, ad esempio, una cosa che farei volentieri a meno e non vorrei vedere: i dissuasori! Purtroppo, data la diseducazione civica di molti automobilisti che invadono le aree riservate ai pedoni, ai disabili e alle carrozzelle dei bimbi, ci vogliono, devono esserci per forza fino a quando non ci sarà una coscienza civica più emancipata!
L'atteggiamento strafottente dei pirati della strada è simile all'anarchia dei galoppini politici che invadono gli spazi elettorali altrui e insozzano le strade con volantini e santini che lasciano dappertutto, sui tergicristalli delle macchine, nelle buche delle lettere. Sono dei facinorosi prevaricatori che non gliene frega un cazzo degli altri, anche se a parole dicono il contrario. Sì, decisamente ci vorrebbe una rieducazione. Una sorta di lavaggio cerebrale catartico, che riporti i neuroni allo stato embrionale così da poterli curare con idee e propositi consoni. Insomma, si dovrebbe ripartire da zero.


domenica 8 maggio 2011

amministrative 2011, no alla cattiva politica

Voci autorevoli di filosofi, studiosi e liberi pensatori non sono riusciti a far cambiare le menti nel corso dei secoli figuriamoci se quattro cazzate scritte in un blog possono indurre a far riflettere sulle condizioni che fin’ora hanno inchiodato le persone a subalternità economiche e schiavitù psicologiche, quindi, essere popolo di questo o quello schieramento ma non cittadini di una nazione o territorio, anche se, circoscritto da confini geografici e “Politici”, comunque donne e uomini liberi.

Ciò non toglie che non si debba parlare e tentare di mettere qualche pulce nelle orecchie di quanti sono distratti dal rumore mediatico imbastito ad arte per ingannare i pensieri dei dubbiosi.
Alle persone volonterose che s’infervorano davanti alle ingiustizie ma che sono ingannati dalle bugie dei marpioni politici. Ai dubbiosi sono indirizzate queste parole, per far loro comprendere che l’amore predicato da Cristo non è lo stesso di quello predicato dai capi di governo quando impongono missioni di pace sanguinose nelle nazioni ricche di interessi economici. Altrimenti, questi paladini della democrazia dovrebbero spiegare perché non intervengono pure contro i governi totalitari poveri che non hanno di che pagare i “salvatori buoni” degli oppressi.

Deve far pensare la condizione di bisogno attuale che tutto il genere umano sta subendo, se si vuole far cessare il dramma delle schiavitù e delle necessità che spingono le genti a emigrare per vivere; in virtù di questo, si deve capire che il cambiamento culturale deve partire dal basso perché mentre il popolino continua ad azzuffarsi tra destra, sinistra e piccole frange di dissidenza c’è chi continua a gozzovigliare dietro le loro spalle. Qualcuno che regala spiagge demaniali per novant’anni ai predatori del corpo pubblico, che mercifica status e fa intravedere spiragli possibilisti a quanti asservono il pensiero egoistico, lo stesso pensiero che induce i deboli a trincerarsi, alzare barricate e rigettare nella disperazione e nella fame i bisognosi, sostenendo leggi che criminalizzano l’incolpevole stato di bisogno e di e di povertà accentuati dall’ingordigia dei soliti noti.

Usciamo dall’errore! Non consideriamo la politica come terreno di scontro ma come opportunità di confronto e comunione tra bisogni e culture differenti!

venerdì 6 maggio 2011

il governo Berlusconi è un bluff, un'insulto alla democrazia

Grazie a Berlusconi l’Italia è diventato il paese dei numeri falsi. Falsi come la barzelletta sulla statistica dei polli dove c’è una persona che s’ingozza mangiandone due e un’altra persona che muore di fame ma che per le leggi statistiche, invece, ne hanno mangiato uno ciascuno.

Ma come si può continuare a sorridere sornioni davanti ai problemi enormi denunciati da allevatori, operai e commercianti sardi e sostenere che l’Italia sta meno peggio degli altri paesi europei? Come si può parlare di pil o di percentuali davanti a chi è senza lavoro perché il governo è il primo organo che licenzia e affama e non è in grado di risolvere i problemi occupazionali e di welfare che affliggono il paese? Sì, quello di Berlusconi è un governo che affama! E nonostante il popolo è sovrano, sulla Carta, è licenziato dal suo servo parlamentare. Quel servo non tanto sciocco che si vede e cura i fatti propri, pronto al mercato delle vacche.

Come può un uomo che dice di essere cristiano e perciò ossequioso della dottrina di Gesù lasciare il proprio fratello, anzi peggio, condannarlo a morte certa, morale e fisica, perché vittima delle logiche mercantili imposte dalle lobby?

Ieri sera, nel vedere ad Annozero la rabbia dei sardi, scaturita dalle vessazioni e dall’insipienza dei poteri politici e economici che hanno gestito il dissesto economico e morale della Sardegna e dell’Italia, chi non si è sentito offeso? E chi non si è indignato del sorriso sornione di Formigoni che davanti a drammi umani sciorinava numeri e affermava che tutto va bene? Anzi, che l’Italia è nella media europea; la stessa dei polli di poc’anzi!
Forse lui sorrideva perché la sua gente, quella che l’ha votato, fa parte della schiera che mangia i polli.

martedì 3 maggio 2011

morte di Bin Laden, il mistero s'infittisce

Può un premio nobel per la pace ordinare di non catturare ma uccidere i nemici, se pur spietati terroristi? E i premi nobel che hanno preceduto l'attuale “preventivo” nobel per la pace Barack Obama avrebbero firmato un'azione criminale che tra l'altro di sicuro porterà ulteriore paure nelle popolazioni occidentali come quella eseguita in Pakistan per uccidere Bin Laden?

Perché non catturarlo vivo?
Perché ferire o rischiare di uccidere anche i familiari?
Perché trasformare un terrorista in martire?

Interrogativi a parte, le ultime notizie infittiscono ancora di più il mistero Bin Laden a iniziare dal corpo gettato in mare perché, secondo quanto erroneamente detto dagli organi di stampa, in armonia con i dettami religiosi musulmani, e infine, dall'uccisione del capo carismatico di al qaeda non più dal commando usa ma da parte di una sua guardia del corpo per evitare che finisse in mano nemica vivo.

Misteri che nessuno svelerà mai. Anzi, andranno ad alimentare fantasie e analisi romanzate per film o a rafforzare odi religiosi e razziali.

No, decisamente questo modello di politica non pianifica o integra le culture ma le allontana e spinge gli uomini all'odio piuttosto che all'amore universale. Lo testimonia la richiesta dei ribelli libici che chiedono agli americani d'intervenire allo stesso modo su Gheddafi. E, nel nostro piccolo, con le reazioni spropositatamente nevrotiche con le quali rispondiamo ai piccoli dissapori quotidiani e alle intemperanze gratuite e dannose tra leader che dominano lo scemario politico nostrano.

Certo che se dovessimo uccidere tutti i nemici non si salverebbe proprio nessuno degli umani che abitano la terra.

lunedì 2 maggio 2011

vendetta o giustizia? così funziona la società


Così funziona il mondo!
Altro che mettere in pratica le parole del S. Vangelo di Cristo. L'azione militare condotta in Pakistan dalla squadra speciale statunitense conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che la giustizia umana ha ben altri parametri! Parametri riscontrabili nella legge del taglione: tu fai uno sgarro a me e io te lo rendo decuplicato. Non importa come o quando ma te lo devo rendere! Ti devo far pagare lo scotto; devo terrorizzarti più di quanto tu abbia fatto. Devo metterti nelle condizioni di pensarci su tremila volte prima di rifare azioni simili.
Non servono le aperture mentali; i pensieri profondi dei filosofi e dei pacifisti. Serve la vendetta violenta!
Come se la vendetta rimettesse ogni cosa al proprio posto, come prima dei tragici fatti dell'11 settembre di circa vent'anni addietro. Non è così.

Purtroppo le torri gemelle non ci sono più e con loro le circa 3000 persone che vi lavoravano dentro. E questo è un grandissimo dolore per l'umanità intera. Le morti sono sempre eventi tragici per l'umanità come lo sono le guerre in Africa e le azioni violente dei forti sui deboli. Anche le morti psicologiche lo sono!, quelle condotte dai cattivi governi che lavorano per il benessere di pochi e nel contempo narcotizzano il popolo con slogan propagandistici, che cercano sempre nemici da fronteggiare e dare in pasto ai facinorosi.

Ma è possibile continuare su questa strada! È possibile che si debba sempre stare sul chi va là e aspettarsi solo calunnie, assassinii, depredazioni, guerre e violenze, saccheggi di ogni genere dal prossimo?

È questo il mondo nuovo auspicato dai saggi governanti?
Possibile che non ci siano altri metodi per fronteggiare le azioni delle menti deviate?

eliminato Bin Laden da forze speciali usa in Pakistan

Osama Bin Laden è stato ucciso in Pakistan dalle forze speciali americane.

Il mondo tira un sospiro di sollievo e alcuni giornalisti anticipano con un “finalmente” l’eliminazione fisica del capo dei terroristi di al Qaeda.

In America si festeggia perché si ritiene sia stata resa giustizia all’attentato dell’11 settembre e alle tantissime vittime che hanno perso la vita nell’inferno delle torri gemelle colpite dalla cieca violenza di al Qaeda guidata dalle teorie deliranti di Bin Laden.

Un despota sanguinario in meno, quindi, sulla faccia della terra! Ma l’eliminazione fisica di un leader elimina anche l’effetto devastante del suo pensiero e degli oltranzisti seguaci di teorie religiose o politiche estremiste?

Se così fosse, allora sarebbe legittimato il pensiero comportamentale che induce ad anteporre violenze verbali e fisiche a supporto di tesi differenti enunciate da uomini e donne di fazioni politiche antagoniste anche nelle democrazie evolute, Italia inclusa.

domenica 1 maggio 2011

1 maggio, festa o minestra surriscaldata?

Volendo fare una scaletta di priorità umanitarie, tra le crisi in atto, non so quale mettere al primo posto.
O forse no! Senza’altro la pochezza di pensiero e il torpore mentale creato dai media può essere inserito tra i primi posti in classifica perché addormenta, narcotizza e lascia fare agli altri azioni nefaste.

Da ciò, crisi economica che attanaglia tutti tranne gli alti imperi economici con a capo uomini e famiglie più ricche del mondo, povertà dirompenti tra i ceti medi, guerre fratricide…

Nonostante tutto il tempo cammina e come ogni anno arriva la festa del 1° maggio. Ma quest’anno davvero non capisco cosa c’è da festeggiare.

Con quale animo la gente che ha perso il lavoro, i giovani senza lavoro, i precari pagati due lire, i pensionati che per tirare a fine mese coi quattro soldi dell’inps sono costretti ad andare al banco alimentari dove c’è oppure alla mensa dei poveri, insomma la stragrande maggioranza come può pensare di festeggiare? E poi, festeggiare cosa?
La mancanza di prospettive future? La guerra in Africa?
Non sarebbe più saggio dirottare i soldi che si spendono per la festa del primo maggio e le altre ricorrenze effimere per qualcosa di più dignitoso e produttivo?
Qualcosa che dia ossigeno e fiducia; qualcosa che faccia migliorare le coscienze e che non sia un momento di sfogo nevrotico contro i poteri precostituiti o quel tale che sta governando malamente!

Anche perché, finita la giornata, scaricati i nervi, si riprende a vivacchiare nella solita quotidiana mediocre inutilità imposta dai capobastone che guidano le greggi.

Intanto:

“Oggi, Festa dei Lavoratori. Si terrà il consueto concerto del 1 maggio a Roma presentato da Neri Marcorè e con le esibizioni di numerosi cantanti tra cui Subsonica, Giuliano Palma & The Bluebeaters con Nina Zilli, Daniele Silvestri, Modena City Ramblers, Eugenio Finardi, Bandabardò con Peppe Voltarelli, Caparezza con Tony Hadley e Alborosie, Lucio Dalla e Francesco De Gregori, Gino Paoli, Luca Barbarossa, Ennio Morricone e molti altri. Ennio Morricone si esibirà alle ore 21 circa e dirigerà l’Orchestra Roma Sinfonietta. IN più ci saranno delle esibizioni di alcuni attori italiani".

buon divertimento, e che sia di buon auspicio per una Italia Repubblicana fondata sul Lavoro!

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