venerdì 4 marzo 2016

Compagni di viaggio

Trovarsi nei luoghi dell'infanzia è sempre e per chiunque, credo, un turbinio di ricordi legati ai posti e alle persone che lì sono vissute. Le relazioni personali, spesso sono saldate e rese forti da semplici avvenimenti: un litigio da ragazzini per la squadra del cuore o per qualche bella ragazza compagna di scuola, un giro con la bicicletta presa in affitto per qualche ora dal calzolaio di “Madonna dei Coeli”, la colletta di poche lire e poi tutti dal tabaccaio per comprare le sigarette sfuse, gli immancabili tassativi giochi che anticipavano il Natale già da ottobre. La sigaretta fumata di nascosto e le mentine di liquirizia nello scatolino di latta rotondo per rinfrescare la bocca prima di entrare in casa.
Ecco, trovarsi in centro e al nord della città i ricordi riemergono con una certa facilità perché sono i luoghi della mia infanzia e giovinezza.

Oggi piove. Per entrare dal cancello devo chiudere l'ombrello prima di fare i pochi gradini che mi separano dal portone. Il pulsante del citofono è instabile. Lo premo con attenzione. Una finestra scorre lateralmente. E lui. Pino. Mi saluta allegro come sempre.
Salgo le scale della palazzina fino al primo piano. Niente è cambiato!

Pino Pingitore

Pino Pingitore è impegnato al computer: sta organizzando le immagini per il suo sito web. Come al solito parliamo di arte. I tuffi nel nostro comune passato sono frequenti.
Le partite a stoppa da cinquelire, le risate e le immancabili incursioni della signora Ortensia che chiedeva se servisse qualcosa con quel suo accento singolare, tipico di Spezzano della Sila, e la reazione scherzosa di Pino che la imitava simpaticamente creando un'atmosfera di ilare serenità.
Erano gli anni della scuola media. Delle sigarette sfuse che ci facevano sentire maggiorenni e della conta delle lire per investirle tutte nell'acquisto delle bionde, cosicché nella bustina di carta biancastra coabitavano le “nazionali, le esportazioni senza filtro, le alfa”.

giovedì 3 marzo 2016

Le nomine di Oliverio

Pacenza, finirà anche questo ciclo politico calabrese.

Leggo che Mario Oliverio in una ristretta politica ha nominato l'ex consigliere e deputato ds Pacenza suo vice nelle riunioni dove non può esserci con un gettone onnicomprensivo delle sole spese documentate non superiore ai 2500,00€. e fin qui nulla di strano se non fosse per le altre cariche, che sempre Oliverio, ha conferito a esterni.

Insomma la calabria è governata non dalla politica, bella o brutta che sia ma, comunque eletta dai pochi che si sono recati alle urne, ma, si diceva, dai nominati da O.G.M. (acronimo che sta per Oliverio Gerardo Mario).
Ora, due sono le cose che ci resta da pensare:
  1. che il presidente è l'unico eletto onesto e che risponde a modo suo ai calabresi
  2. che i consiglieri non sono all'altezza, sempre per OGM (politica e/o morale)
  3. toh! Anzi tre, ma sarebbero ancora di più se spulciassimo tra i tanti se e ma che condiziona alleanze e inciuci vari, che abbia trattenuti parecchi consiglieri ad accettare il ruolo di assessore dopo la modifica dello statuto regionale voluto da Oliverio? (ricordate? Chi assumeva la nomina di assessore avrebbe dovuto dimettersi da consigliere e siccome la nomina la fa il presidente la può anche ritirare in qualsiasi momento. Ergo, se non mi piaci te ne vai a casa...

mah! Povera Calabria e poveri noi che abbiamo dato l'ultima speranza e fiducia a chi prometteva di risvoltare il sistema come un calzino e che invece vive blindato insieme ai suoi più intimi collaboratori.

comunque Pacenza, come diciamo in Calabria, Finirà anche questo, speriamo bene.

lunedì 29 febbraio 2016

L'altra Europa

L'uomo è un animale programmato più che dalla sua cultura dai suoi bisogni e pur di mantenere il benessere raggiunto è capace, in sintesi, di vendere l'anima al diavolo.
I fatti recenti lo dimostrano, purtroppo, ancora una volta.
Cosa pensare quando intere nazioni costruiscono barriere per limitare la libertà degli altri che, secondo il misero pensiero dominante, potrebbero minacciarne la presunta tranquillità economica? E che dire dei mercanti di morte? Non fa differenza se fanno affari vendendo sogni di rinascite su altri territori o vendono armi, droga, documenti, commerciano derrate alimentari infette, distraggono fondi destinati ai bisognosi, violentano donne inermi e bambini.
Sono sempre e comunque assassini in cravatta e doppiopetto che nascondono i loschi affari dietro una parvenza di perbenismo.
courtesy M. Iannino
"l'altra Europa"

L'Europa, gli stati uniti d'Europa si chiudono a riccio davanti alla diaspora del secolo e l'Italia, che diventa passaggio obbligato dei popoli in fuga attraverso il Mediterraneo dalle guerre e dai tiranni africani, litiga sulla legge per le coppie di fatto e per dare dignità giuridica a lesbiche e gay.
Intanto chi è ricco e potente non ne ha bisogno! Prende la scorciatoia dell'utero in affitto all'estero, dove non è fuorilegge, che poi, perché in Italia lo hanno reso fuorilegge questo modo di procreare?

Il discorso si farebbe troppo lungo e ci porterebbe lontano. Specialmente se scantoniamo nella volontà di “possedere” un figlio proprio, in affido, o con modi differenti come se fosse un cagnolino da compagnia. Ma se proprio si è così altruisti e amorevoli perché non andare negli orfanotrofi e nei centri di raccolta dei profughi e si adottano famiglie intere?

domenica 28 febbraio 2016

Condimenti alla calabrese per pasta

Quanti di voi sanno come si prepara il sugo con la carne macinata alla calabrese?
Ho carpito i segreti della cucina casareccia di mia nonna e ora ve li confido:

sugo alla calabrese per paste

anzitutto serve un tegame in terra cotta, uno spicchio d'aglio, un peperoncino piccante, un filo d'olio extravergine di oliva, una o due bottiglie da litro di salsa di pomodori, basilico.

Si lascia imbiondire l'aglio nel tegame con l'olio. L'aglio, appena rosolato si toglie e si versa la carne macinata. Si lascia soffriggere un po' e quando la carne assume il colore della mezza-cottura si versa la salsa. A questo punto si abbassa la fiamma e si attende che il sugo acquisti la giusta corposità, non deve essere troppo acquoso (che fa rima con petaloso anche se non è preso in considerazione dall'accademia della crusca) ma deve possedere una cremosità accattivante degna del connubio con qualsiasi pasta.

Quindici anni

Dietro l'Immacolata.


La chiesa dell'Immacolata, legata al culto della Vergine Maria, patrona di Catanzaro, è un luogo caro ai catanzaresi tant'è che la piazza dove sorge il palazzo della prefettura (piazza prefettura, o piazza Rossi, appunto) è più nota come piazza dell'Immacolata.
Catanzaro, via G, Veraldi

Un tempo la vita sociale e culturale della città si condensava lì, in piazza Immacolata. C'era l'ufficio postale, l'istituto Galluppi, il teatro Comunale e il caffè all'aperto di Colacino che chiudeva la piazza con lo storico “stretto” prima di sfociare nel corso Mazzini dove i catanzaresi facevano la passeggiata e curisavano nelle vetrine dei negozi posti ai lati della strada.

Dietro l'Immacolata, leggermente decentrata c'era la piazzetta Serravalle e, proprio dietro le spalle della cattedrale, c'era, il portone del conventino dei frati che reggevano la chiesa.
Sono trascorsi tantissimi anni da quando le mie passeggiate mi portavano a passare da lì in compagnia dei miei amici.

Domenica in Calabria

teglia di lasagne casarecce
Abbiamo già parlato delle usanze culinarie in Calabria? (che non sono quelli che si mettono col culo per aria per compiacere se stessi o qualcun altro) :-) ogni tanto una battuta non guasta. Scherzare è importante e vista l'aria che tira è meglio praticare un po' di sana autoironia piuttosto che auto-flagellarsi dietro gli eventi drammatici enfatizzati dai media (è morto da poco la buonanima di Umberto Eco, pace all'anima sua, ed è un tormentone continuo, uno stordimento incessante dei suoi libri, degli aforismi etc etc. della nuova casa editrice da lui fondata e senza contare l'enorme giro d'affari che sta dietro alla fame degli altri, di quelli che fuggono dalle guerre e di quanti non hanno lavoro e indipendenza economica, pur essendo pienamente solidali con quanti soffrono, a noi non resta che vivere con onestà intellettuale, possibilmente senza lasciarci catturare dalle mode del momento).


giovedì 25 febbraio 2016

Catanzaro. Per le vie della città

Incontro con Salvatore Miglietta pittore Catanzarese di adozione per le vie del quartiere marinaro.

 
Oggi ho incontrato un vecchio amico pittore e il tempo sembra essersi fermato:

Carissimo da quanto tempo, come stai?
Salvatore Miglietta mi viene incontro. È un po' claudicante. Ci abbracciamo e subito inizia a raccontarmi dei suoi acciacchi e delle difficoltà connesse ai tempi di crisi che stiamo subendo.
"Mò tutti pittanu, vinna unu cu nu quatru: na brutta copia e Touluse Lautrec. nci dissi ma si pitta i cugghjiuni".
"Nu puntu o na virgula originala a facisti? si nnò è inutila ma pitti". Così mi diceva il mio maestro Morandi. La pittura è 'na cosa seria. E la devi fare con passione non tanto per darti un tono o fare qualche soldo. Devi innovare. Essere un innovatore, anche di una virgola sennò statti fermo...

sabato 20 febbraio 2016

L'assurda Unità Europea

"codex" sulle tracce di Giocchino
courtesy arc. Iannino
L'Europa, così come è stata concepita e governata non è per niente solidale. I recenti fatti lo dimostrano. Lo dimostra la piaga dei popoli in fuga dall'Africa bloccati dai muri e dalle recensioni di filo spinato messo sulle linee delle frontiere. E lo dimostra l'Inghilterra che pur mantenendo privilegi che altri Stati non hanno indice un referendum per chiedere ai britannici se rimanere o no nell'Unione.
Senza entrare nel merito dei privilegi britannici e nelle restrizioni obbligate agli altri Stati Membri che compongono l'assurda Europa dei forti è semplice concludere che così non va bene.
Non va bene per gli europei e non va bene per i popoli in fuga che si vedono negati i diritti fondamentali dell'accoglienza.

Che fare?
Uscire e sfasciare l'idea fondante di una unione solidale come l'avevano intesa i primi sottoscrittori tra cui l'Italia oppure lavorare affinché si cambi la rotta della politica del rigore e nasca una unione europea solidale degna di questo nome?

sabato 13 febbraio 2016

Trapasso e la poetica dell'effimero

La frequentazione con Enzo Trapasso giova ad entrambi. I dialoghi sono, quasi sempre, incentrati sui lavori che facciamo e sugli scogli che, volutamente, “costruiamo” per fronteggiare e risolvere determinate questioni linguistiche-strutturali in pittura.
In questi giorni Enzo è impegnato a catalogare e fotografare le centinaia di opere accatastate dovunque (il suo studio è composto da una entrata/corridoio zeppa di lavori e da due stanze, la grande che usa da deposito e la piccola nella quale lavora.).
Vincenzo Trapasso, 2016, l'effimero rivalutato

Lo trovo intento a sistemare gli spazi mentre mette “faccia al muro” le opere.
Il lavoro che stava eseguendo l'ultima volta che ci siamo visti è in mezzo agli altri.
Ti devo far vedere una cosa! Mi dice entusiasta. Si fa spazio. Afferra la teca e la posiziona sotto la luce.
Che te ne pare? Ho sistemato quella striscia e... (con scatto felino, nonostante gli acciacchi, raccatta un pezzo di maglia e lo inserisce nella teca, tra il compensato e il cemento)...
FANTASTICO! Esclamo. È forte! Mi convince!
Sai, ancora non l'ho messo definitivamente perché si sporca. Prima voglio chiuderlo con il plexiglas a mo' di teca.

I materiali dell'effimero, con Enzo rinascono a nuova vita. Lui è attento, amorevolmente accorto e preciso affinché, una volta assurti a combinati artistici, durino nel tempo.
Per Trapasso il recupero dell'effimero e la relativa rivalutazione è un tema costante che si protrae nel tempo da quando ha lasciato la pittura su tela alla memoria di quanti lo conoscono.

LA NAVE


Mario Iannino, opere contemporanee, anno 2016, cartone intelaiato mis.cm 56x80. tecnica mista, 
 titolo: la nave

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