C'è una sorta di calma apparente in Calabria. Non si parla più delle anomalie politiche del governo regionale composto da gattopardi pescati nelle università e dai tecnici messi alla guida di importanti settori che dovrebbero dare vigore e slancio alla regione.
Non si sa più niente della vertenza aperta da Wanda Ferro. e non si capisce quanto è successo a Cosenza.
Va bene, Mario Occhiuto è andato diritto per la sua strada. Ha tagliato teste. Ha imposto la vicenda "Alarico" con una serie di iniziative molto discutibili. L'apice sta tutto nel titolo "Alarico il re di tutti". Non per essere campanilisti ma come può pensare di creare un movimento economico attorno ad una figura così controversa e ad un suo ipotetico tesoro sepolto nell'area del Busento? Persino Sgarbi ha glissato sulla questione Alarico nonostante gli agganci locali che lo sostengono e invitano continuamente sostenendo che è meglio il sogno della realtà.
A parte tutto, polemiche o teorie basate sui fatti, la Calabria e i calabresi sono fermi al palo.
Si era partiti col botto e tutti davamo Oliverio per vincente dopo le disavventure di Scopelliti ma Oliverio stesso è riuscito a far rimpiangere il vecchio sistema. almeno prima esisteva il diritto alla salute e anche ad un po' di lavoro.
Il Lavoro! anche in questo settore si fece un gran parlare: lavoro giovanile, agenzie, incentivi, sviluppo. ma gli unici soggetti ad avere trovato lavoro e incassano i soldi della comunità e quindi guadagno sono le agenzie ch raccolgono i dati per le iscrizioni all'impiego che non c'è.
insomma, tutto tace. tutti tacciono, chissa perché.
venerdì 12 febbraio 2016
mercoledì 3 febbraio 2016
Vittima di stupro?
Che la buona sorte ci tenga sempre
lontani dalle certezze e che il dubbio ci accompagni nelle nostre
affermazioni anche contro ogni ragionevole convincimento personale.
Alimentiamo il dubbio, sempre. Anche
davanti a fatti o questioni che a prima vista accontentano la nostra
mente e soddisfano il senso di ordinata quiete che vorremmo vivere.
Spesso dietro la verità singola,
costruita per tacitare i demoni che ci assillano, o inventata per
pudore o preservare uno status, si cela la realtà cruda e nuda che
il tempo, sbriciolando i muri eretti sulle menzogne, sotterra le castellane vigliacche.
Oggi è diventato un tormentone il tema
sul “femminicidio”, un ricco filone mediatico che fa vedere da una parte il brutto della
miseria umana maschile e dall'altra la femmina indifesa preda dei più
bassi e biechi istinti dell'uomo malato e insicuro.
martedì 2 febbraio 2016
L'altro, collegamenti e nuove circostanze
Non avrei voluto riprendere il tema
degli immigrati che s'inventano lavori o degli scippatori che per
guadagnare qualche euro non ci pensano due volte a delinquere ma le
vicende degli ultimi giorni, accadute una a me e l'altra, più
pesante, che ha visto vittima una anziana signora nei pressi della
chiesa S. Pio X in Catanzaro, mi inducono a fare qualche
considerazione:
anzitutto consideriamo, citando
indegnamente Primo Levi, “se questo è un uomo” che vive davvero
tra gli stenti e i bisogni primari oppure è un deficiente privo di
spina dorsale che per qualche centesimo combina cazzate.
La mia esperienza col posteggiatore
abusivo nei pressi dell'ospedale civile di Catanzaro è stata meno
traumatica di quella che ha subito la signora accoltellata in via
Broussard.
parcheggiatore abusivo al lavoro |
Io stavo in macchina, quando il
parcheggiatore nero che si è impossessato del territorio mi fa cenno
di spostarmi. Io scuoto la testa in segno di diniego. Lui fa finta di
niente e gira attorno. Lo seguo con gli occhi ma lo perdo di vista
per qualche frazione di secondo. Avverto uno strano dondolio.
Nient'altro.
Riparto dopo una manciata di minuti e
sento che la macchina non reagisce come al solito.
Scendo per via Mario Greco, faccio
viale Indipendenza e mi fermo in piazza Matteotti difronte al
Cavatore. Un signore bussa al finestrino della macchina e mi dice:
avete una ruota a terra!
Porc... questa non ci voleva! Scendo.
La ruota anteriore destra è completamente a terra!
Il gommista nota la presenza di un
buchetto laterale. Una strana foratura che danneggia irreparabilmente
la gomma nuova.
Non si può riparare! Sentenzia il
gommista. Però visto che il copertone è nuovo possiamo mettere una
camera d'aria.
La dinamica dell'accaduto fa sorgere
umani dubbi che alimentano funesti conseguenziali interrogativi e bandiscono
ipotetiche congetture legate al caso.
venerdì 29 gennaio 2016
Calabria, Mattarella Inaugura la Cittadella regionale
Un'altra giornata volge al termine e
niente è cambiato nelle nostre vite.
Sergio Rizzo scrive sul Corriere
della sera la nota dolente sulla “casa dei calabresi” inaugurata
oggi dal Presidente Mattarella e la paragona alla reggia di
Versailles per costi e sprechi.
Il giornalista mette in fila numeri,
metri quadrati, dipendenti, costi e fatti della politica che ha
governato fino ad oggi la Calabria.
Catanzaro, cerimonia inaugurale della Cittadella regionale calabrese alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella |
Il mostro, mi perdoni l'architetto
Portoghesi che lo ha progettato, pomposamente definito la
“casa dei calabresi” altro non è che l'ennesima cattedrale
semi deserta costruita sull'argilla della campagna di Germaneto a
circa dieci chilometri dal centro cittadino.
La sede della giunta regionale
rimane un contenitore semivuoto di contenuti e dipendenti giacché la
sede del Consiglio regionale coi suoi dipendenti rimane
ubicata saldamente a Reggio Calabria, e sempre legata alla sede
regina, sempre Rizzo, ricorda lo spreco per le spese rimborsate ai
dipendenti ed ai politici che usavano la loro macchina privata per
usi istituzionali.
Interventi di rito, parole e temi
legati con le ragnatele dell'ormai irritante politichese come “lotta
alla 'ndrangheta”, legalità, lavoro per i giovani e bla bla bla
sono scesi a fiumi dai fogli scritti e hanno accarezzato le teste
presenzialiste ma non quelle dei cittadini comuni (si dirà che il
pubblico è stato tenuto lontano per questioni di sicurezza).
Peccato, avrebbe potuto essere una
grande festa popolare dei calabresi onesti che vogliono sentire
vicino lo Stato attraverso la figura del presidente Sergio Mattarella
come avvenne con la visita di Sandro Pertini, Giulio Andreotti,
Scalfaro e altri leader della politica sana.
E Oliverio? Beh, lui si è commosso!
mercoledì 27 gennaio 2016
Censura di Stato, il braghettone è tornato
Credevo fosse una bufala costruita da
qualche buontempone per scherzare sulla falsa morale che fa da
corazza a tutti noi. Impossibile, mi dicevo: non siamo più nel 1500
quando fu decisa la censura del “Giudizio Universale”, l'affresco
che Michelangelo fece per abbellire la Cappella Sistina. E invece si
è dimostrata una assurda quanto stupida verità. Il braghettone è
risorto! E per non urtare la “sensibilità” del presidente
iraniano in visita a Roma, uno o più?, zelanti ignorantoni, han fatto
inscatolare le statue nude dei Musei capitolini.
"Bronzi di Riace" guerrieri, bronzi del IV-V sec. a.c. |
Eppure nasciamo nudi! D'altronde, le
antiche scuole artigiane greche davano il meglio del bello artistico
nella raffigurazione plastica di magnifici corpi, maschili e
femminili. Policleto il vecchio impresse il bello e lo diffuse
assommando parti scultoree nella sua fucina e pare che i bronzi di
Riace, i guerrieri custoditi nel museo di Reggio Calabria, siano
usciti da lì.
Noi siamo il risultato storico della
cultura magno-greca, latina, etrusca e autoctona. Va bene dimostrare
ospitalità e rispetto per gli ospiti ma nascondere e annullare la
propria cultura anziché sorreggerla convintamente dimostra
tutt'altro!
Dimostra che ci vergogniamo dei nostri risultati estetici e culturali se, davanti alla rappresentazione plastica della sensualità
erotica o meno dei soggetti scolpiti dagli artigiani o dagli artisti
scevri da tabù e dogmi religiosi, poniamo schermi per occultare la storia e non offendere chi ha radici diverse.
Consideriamo, piuttosto, che se un ipotetico quanto improbabile
“Creatore” avesse, nel suo pensiero onnisciente, ritenuto oscena
la nudità, con la sua onnipotenza ci avrebbe dotato di braghe e
camicie fin dalla nascita e non avrebbe permesso che fossimo il frutto di qualche copula amorosa (anche queste azioni, per alcuni, sono ritenute peccaminose e punibili).
Stando alle cronache, sappiamo
indignarci più per un nudo che per i genocidi, le guerre politiche o
di religione, gli omicidi di Stato; le impiccagioni e le pene di
morte contemplate e inflitte in alcuni Stati, compreso quello retto
dall'illustre ospite in questione.
sabato 23 gennaio 2016
Oliverio e la Calabria promessa
L'avevano atteso tanto, l'uomo del
cambiamento.
In campagna elettorale aveva promesso
che si sarebbe impegnato fortemente per combattere il malaffare, il
clientelismo e avrebbe messo in atto la tanto discussa “questione
morale”, della quale parlò ampiamente per primo Enrico
Berlinguer, per dare un volto nuovo alla politica calabrese e
ridare fiducia ai cittadini, ai giovani e alle donne, ai vecchi, ai
pensionati, ai senza lavoro, agli esodati e a quelli che hanno perso
il lavoro ed a quelli che il lavoro ce l'hanno e per mantenerlo
devono adattarsi al mestruo giornaliero di chi comanda.
Le elezioni le ha vinte. Adesso comanda
lui! E forte della sua posizione ha cambiato alcune leggi che,
secondo lui, erano dei freni al suo programma. Ma queste sono
questioni che non tutti mastichiamo e comprendiamo bene.
Quello che però sappiamo, dopo un anno
e mezzo di governo niente è cambiato. no. Anzi qualcosa è cambiato.
È cambiata la sede (ma solo per
alcuni). Adesso la casa dei calabresi è abitata da oltre 1300
dipendenti che per parcheggiare, bere un caffè, mangiare un boccone si affidano alla divina provvidenza, pregano in aramaico da quando varcano la porta di casa fino a quando devono
timbrare l'entrata e le uscite (ma non tutti).
Noi che costruivamo le maschere con la carta
(l'apriscatole culturale)
Nel giro di qualche decennio siamo passati dal produrre poco e, tutto sommato, in sintonia con gli eco sistemi al produrre indiscriminatamente moltissimo inquinando il suolo terrestre e l'atmosfera.
Persino il barbiere riciclava le
schedine del totocalcio vecchie. Le metteva sulla mensola davanti
alla poltrona e quando doveva pulire il rasoio vi spalmava sopra la
schiuma da barba appena tolta dal viso del cliente. E che dire del
fruttivendolo o del pescivendolo che incartavano la mercanzia nei
giornali dei giorni precedenti?
"maschere di carta" |
Poi vennero gli anni di plastica e le
industrie iniziarono a stampare persino i recipienti destinati a
contenere gli alimenti e gli artisti fecero assurgere gli oggetti ad opere d'arte.
Eppure, come era bella la semplice
quotidianità dei primi anni sessanta quando ancora sapevamo
costruire i giochi e ci impegnavamo creativamente nell'assemblare i
vestiti e le maschere per carnevale con i pochi mezzi che avevamo a
disposizione.
Le maschere prendevano forma
gradatamente da scatole di scarpe e da semplici fogli di giornali e
dalle pagine dei quaderni.
Le maschere avevano forme diverse,
spesso condizionate dalla disponibilità dei fogli di carta che si
possedevano.
Il simbolo dell'infinito tracciato su
due facce di foglio di quaderno si trasformava nella maschera di
zorro e un ramo reciso opportunamente trattato diventava una spada.
Il carnevale e le altre festività
erano una corsa felice verso la creatività affiancata e stimolata
dai genitori e dai fratelli più grandi. E oggi?
venerdì 22 gennaio 2016
Quello che alcuni giornalisti non dicono
(L'apriscatole culturale)
Quello che per alcuni giornalisti diventa pane quotidiano per noi è la solita irritante melensa minestra riscaldata!
Per questo riteniamo inutile ripeterci.
Appunto, ripetere le stesse considerazioni scritte nei post
precedenti. E cioè, che la democrazia è pluralità di pensiero e
che quanti fanno i saltimbanchi della politica dovrebbero essere
emarginati per sempre dai posti di potere decisionale. Non serve fare
nomi. È tutto sotto gli occhi di quanti vogliono vedere un futuro
migliore per i loro figli e le nuove generazioni.
I partiti ed i movimenti hanno deluso
le aspettative! Serve solo ed esclusivamente un apri scatola culturale
che faccia meditare ognuno di noi sulle opportunità vere e sulle
esigenze umane. Inutile anche ripetere che l'oscurantismo culturale
semina e alimenta morti reali e viventi.
Non servono leggi speciali ma donne e
uomini rispettosi l'uno dell'altro. E questa concezione cresce anche
attraverso la cultura inter-razziale; la conoscenza! Il ricordo.
Ricordare la storia e le distorsioni
scellerate degli uomini soli al comando di partiti unici che
raggruppavano opportunisti e figli di ntrocchia che per raggiungere i
loro meschini scopi non hanno esitato di compiere o lasciare che
avvenissero olocausti e spargimenti di sangue.
Gli estremismi religiosi o politici si
portano dietro avidi burattinai ai quali non interessa niente delle
ideologie religiose e politiche. I burattinai amano il potere
dell'oro e tutto ciò che fa guadagnare soldi, non a tutti
indiscriminatamente ma, a loro e anche qualche briciola ai servi
sciocchi.
mercoledì 20 gennaio 2016
Le carote di nonna Elena
CAROTE, NATURALMENTE SANI.
Con le carote si purifica il fegato, si rinforzano i reni, migliorano vista e difese immunitarie.
Altro che olio di fegato di merluzzo e
pillole di vitamina A. la carota contiene tutto ciò che serve per
farci stare in ottima salute!
Il beta-carotene, di cui le carote sono
ricche, è trasformato in vitamina A dal fegato e previene, secondo
gli studi condotti dai ricercatori scientifici, la degenerazione
maculare e la cataratta senile.
Insomma, mangiare carote fa bene! Ma
nonna Elena non credo lo sapesse dagli studi scientifici (aveva
appena la licenza elementare, e di quei tempi era già tanto!) però
sapeva cuocerli in molti modi per renderli appetibili anche ai golosi
più esigenti. Agrodolci al punto giusto, diventavano un gustoso
antipasto o un contorno, a seconda del momento.
La preparazione era ed è molto
semplice. Per prima cosa si devono pulire le carote, dopodiché si
mettono a bollire in una pentola con dell'acqua. Appena croccanti, si
tolgono dalla pentola col ragno e si versano in una ciotola capiente.
Si condiscono con aceto, olio, sale quanto basta. Si aggiunge un po'
d'acqua di cottura. E, Chi ama il piccante può aggiungere aglio e
peperoncino. Si cosparge sopra una copiosa manciata di mollica di
pane aromatizzata con formaggio, prezzemolo o menta e si mescola. …
buona degustazione! :-)
venerdì 8 gennaio 2016
tentato stupro o tentata rapina?
Catanzaro. Ore 16,30 circa. Una breve nota di
cronaca dalla periferia:
Catanzaro, quartiere Corvo. |
Il pianto isterico proviene da una
“punto” ferma al margine del vialone di via magenta, a pochi
metri dalla società dilettantistica bocciofila “corvo”,
all'ombra del canneto.
Lì, solitamente è rifugio di qualche
coppietta in cerca di privacy. Ma questa volta, dai lamenti, non
sembra essere il luogo di un convegno amoroso.
I lamenti si fanno più intensi. La
portiera si spalanca. Una figura di donna si catapulta all'esterno in
preda ad un pianto isterico e grida “aiuto”.
Con voce stridula continua a gridare:
aiutatemi aiutatemi. Alcuni passanti le si avvicinano. Lei stringe a
sé la borsa e racconta che stava aspettando il bus cittadino e che
lo sconosciuto le aveva offerto un passaggio.
Dal timbro della voce sembra straniera.
Una delle tante donne che si sono spostate dall'est Europa per
cercare riparo e sostegno in Italia come badanti o collaboratrici
domestiche.
Prede facili per piccoli sciacalli
senza scrupoli.
Mai abbassare la guardia!
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