lunedì 16 agosto 2010

lettera alla nipotina che sta per nascere

"nascite" pittura a olio su tela, 1980,
courtesy arch. M Iannino
Lettera dalla nonna alla nipotina che sta per nascere.

Cara, piccola Greta,
quando ho saputo che il tuo cuoricino ha iniziato a battere ho provato solo tanto stupore. Troppo etichettato il mio modo di pensare, di fare, di rapportarmi agli altri! non avevo realizzato appieno l’importanza dell’evento, della tua esistenza, perché tu c’eri, eri lì e aspettavi da tutti le mille coccole trasmesse telepaticamente da pensieri colmi d’amore.
La novità della tua esistenza, subito dopo, mi ha però dirottato su un nuovo sentiero, un sentiero illuminato, agevole, percorrendo il quale, tutto si trasforma in un’atmosfera di gioia, di pace, di serenità.
Poi ti ho immaginato... e ti ho subito amata, ti ho guardata e ti ho vista bellissima, una sapiente miscela divina che il buon Dio ha indotto attraverso la tua mamma e il tuo papà: un amore di bimba, frutto dell’unione di due spiriti liberi che li catturerà per sempre e saprà unire la loro unione definitivamente.

ps.: Per due persone speciali, caro Massi, cara Maria, siamo con voi in attesa dell’evento speciale: senz’altro, la nascita della piccola Greta darà un nuovo slancio alla vostra e nostra vita e i suoi sorrisi illumineranno la quotidianità. E, per te piccolina mia, la certezza di un amore costante, presente in ogni momento della tua vita da parte di tutti noi.
Un bacio, nonna.

la politica del fare

La politica del fare… i propri interessi turlupinando gli altri.


La politica, in Italia, è lontana dai problemi reali dei cittadini. Destra, sinistra, centro, si contendono ruoli inesistenti ai fini pratici della gestione pubblica. Di fatto, una volta raggiunto il potere, il gruppo o i gruppi politici di governo rispondono a teorie incomprensibili al popolo e dimenticano i proclami enfatizzati durante le campagne elettorali, le promesse di nuovi posti di lavoro, qualcuno ebbe la sfacciataggine di prometterne qualche migliaio, promessa, ovviamente inapplicabile ma che fece il suo bell’effetto in termini di voti. Senza contare le altre promesse irrealizzate nel corso degli anni, a incominciare dalla nascita della Repubblica. Per esempio, lo Stato di diritto avrebbe dovuto far sì che tutti i cittadini, indistintamente, vivessero una vita dignitosa, avessero un lavoro, un’istruzione adeguata, assistenza medica, sociale; una casa…

Non credo di dire sciocchezze o falsità! Le cronache testimoniano abbondantemente lo stato delle cose, la realtà è in netta antitesi con quanto proclamato e scritto nella Carta Costituzionale alla caduta del regno d’Italia: uomini che si sono arricchiti coi fondi pubblici inventando progetti mai completati; eterni cantieri finanziati con i soldi pubblici per dare ossigeno alle famiglie e mantenere lo stato di precarietà servile nei confronti dei signorotti locali. Insomma una strategia piratesca di controllo che, all’occorrenza, diventa fonte di voti.
Ognuno si è visto i fatti propri! E chi comanda ha curato l’interesse di pochi anche quando si è deciso di togliere l’imposta sugli immobili perché nel calderone sono cadute grandi e ricche proprietà definite onlus, case di culto, fondazioni scientifiche, culturali, religiose che, invece, a spulciare i relativi registri economici traspare ricchezza e opulenza irriverente per le missioni che, secondo gli statuti, dicono di svolgere ma che, di fatto, non espletano.
E che dire dell’uso distorto del potere? Generalizzando, è chiaro che la faccia sorridente del cercatore di voti, finita la campagna elettorale, non è più a disposizione di chiunque. L’eletto è circondato da una cintura invalicabile: guardie del corpo, segretari, amici e consiglieri stretti hanno a cuore la sua privacy. Persino l’attività ginnica, a supporto e tutela del suo sacro lavoro, è inibita agli occhi indiscreti del pubblico. Il popolo lo deve vedere sempre in forma. Deve presentarsi sorridente ed essere protettivo, rassicurante anche quando le avversità causate dal malgoverno evidenziano il contrario.

sabato 14 agosto 2010

adolescenti, amore, rapporti con l'altro sesso

Piazza Maria Ausiliatrice è uno dei tanti luoghi di ritrovo estivi dei ragazzi dell’hinterland soveratese. La gente passeggia, compra un gelato, lo gusta, scambia quattro chiacchiere mentre i ragazzi, anzi, le ragazze sbirciano e commentano i ragazzotti più grandi che si trovano lì. I loro discorsi sono espliciti: quello è proprio bono! Ha un culo… ma stai zitta che ancora non l’hai fatto!

Si sono invertiti i ruoli! Un tempo erano i maschietti a fare commenti sanguigni sulle donne, oggi, sono le ragazzine di 13 anni a prendere iniziative. Amoreggiano alla pari delle donne vissute. Stringono i loro compagni, li avvinghiano e li stordiscono con baci mozzafiato. Esternano la passione amorosa senza porsi problemi. E lui, poverino, va in crisi d’identità. Si depila. Fa la lampada. Si fa aggiustare le orecchie, il naso, la bocca… non che una volta fossimo meno attenti alla cura del corpo ma si pensava di esternare la mascolinità con metodi affini all’essere maschio: la barba, i basettoni, i baffi, la camicia sbottonata a mostrare il petto villoso…

Sì! Decisamente i tempi sono cambiati!
Eppure, mi ritengo una persona aperta alle pari opportunità, alla parità dei sessi, alla libertà di espressione all’emancipazione… ma, ripeto, un tempo era impensabile questa evoluzione di costumi. Noi maschietti scappavamo dalle ragazze “facili” che la davano o si prestavano a giochi erotici con facilità. Ovviamente dopo aver consumato.
Nella maggior parte dei casi, arrivare a baciare una ragazza significava essere fidanzati. Rodare un percorso di vita in comune. Formare una famiglia! e raramente la ragazza si concedeva prima del matrimonio!

Senza parlare delle uscite. Quelle erano il risultato strategico di compiti a casa delle compagne, l’acquisto di quaderni o appunti da prendere in biblioteca, rigorosamente accompagnate dal fratellino più piccolo o dalla sorella.

Oggi le smancerie si perdono. Baci e abbracci dovunque. Vacanze insieme. Foto su internet a testimoniare la passione amorosa o la sua morte come se niente fosse.

Con questo, non dico che era meglio prima. Ma che la platealità ha invaso e modificato la sfera sentimentale. Il tempio, lo spazio intimo, l’atto privato, da nascondere agli occhi estranei è dissacrato dalla mania di protagonismo. E gli adolescenti sono i più esposti alle lusinghe della diffusione massiva d’immagini e sentimenti.

venerdì 13 agosto 2010

ho visto gli ufo

aore12
Ho visto gli ufo!

Strofino gli occhi. Assumo una posizione migliore e guardo in faccia il sole che sorge.
Non credo ai miei occhi! Alzo di più la persiana. Mi siedo sul davanzale e fisso l’orizzonte: tre bolle fluttuano attorno all’anello rossiccio emanato dal sole. No! Non può essere vero! Gli ufo non esistono…

Ehi che hai? Te l’avevo detto di non esagerare a tavola ieri sera! Adesso hai gl’incubi! Su su girati dall’altra parte e lasciami dormire…

Buon giorno amore! Ecco il caffè… ma che avevi stanotte? Farfugliavi…

Niente. Ho fatto un bel sogno: ho visto... gli ufo!

elaborazione digitale delle immagini, m. iannino

Insicurezza ed egoismo nelle frasi poetiche di A. Camus



“Non camminare davanti a me, potrei non seguirti; non camminare dietro di me potrei non esserti di guida. Cammina al mio fianco e fatti mio compagno di viaggio per sempre!”.

Esempio poetico d’insicurezza e di egoismo...

Questo ho pensato stamane nel leggere la frase di Camus sul cartoncino poggiato sul tavolo. Un cartoncino personalizzato dall’unione di due persone che, tra alti e bassi, come tutte le coppie del mondo, naturalmente, hanno condiviso un quarto di vita in comune.

Perché insicurezza? Perché se il partner, per un motivo qualsiasi accelera o rallenta il passo, sortisce che, l’altro, il postulante sia preda di un attacco di agorafobia, si senta spaesato, perso nel mondo brulicante d’insidie. Preda inerme delle bramosie mondane; pronta a cedere alle debolezze della carne.
E l’autostima? Lo scambio di esperienze, lecite, quelle che fanno crescere intellettualmente. E bla bla bla…
Insomma l’unione tra due persone è una prigione condizionante o un viaggio comune puntellato da esperienze vissute che si alimentano l’un l’altro con le rispettive, mutevoli ricchezze intellettive?

giovedì 12 agosto 2010

cultura del pensiero propositivo

aore12

Ovvero: nei meandri dell'arte e della cultura


Concettualmente, qualsiasi forma pensiero realizzata dall'artista, è, di per sé, un’azione positiva.
Nella fucina dell’arte il gesto "ricreativo" si fa dialogo; linguaggio universale!, e da operazione culturale propositiva, relegata nella nicchia dei saperi di una sparuta cerchia elitaria, se ben instradata dai media, può  assurgere a spinta propulsiva preponderante nella crescita sociale e quindi della conoscenza!

La positività concettuale del gioco creativo è riscontrabile anche nelle provocazioni estreme che, chiunque, addetti ai lavori o profani, esso (gioco creativo) può sviluppare.

È ovvio, le provocazioni culturali, intese come strumento di crescita collettiva, sono lontanissime dalle mere espansioni egocentriche dell’incolto.
Anche se le cronache dell’arte testimoniano, e a volte enfatizzano per necessità di mercato atteggiamenti, pensieri e avvenimenti teatrali estranei al fine culturale dell’azione propositiva che l'operatore si era prefissato a dispetto dei divulgatori di etichette romanzate quali "artista maledetto, geniale bohemien, anarchico, pacifista, mistico".

Chi opera a certi livelli, nel campo della cultura, non necessariamente deve essere condizionato dalla mercificazione surrogata dalla parola dissacrante o eccessivamente ammiccante. Che diamine, siamo o no esseri pensanti!

Insomma, è vero, si creano cliché da commercializzare nell'enorme calderone sociale dell’apparire grazie a critici e giornalisti coscienti che senza uno scossone di gossip non si riesce a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su tematiche alte.
Ma, ciò, ripeto, non ha nulla a che vedere con l’azione culturale che vorrebbe chi opera nel rispetto e per l’emancipazione sociale.
D’altro canto, non va sottaciuta la parte deleteria che ruota attorno al concetto di opera d’arte; vale a dire le quotazioni di mercato, la diffusione e la commercializzazione del fare creativo che assommata alla disinformazione e all'ignoranza collettiva, lasciata fermentare dai mercanti senza scrupoli e dagli arraffoni, pone l’enorme mercanzia artigianale, parificata alle opere d’arte e alle azioni formative sublimi di cui sopra, all'attenzione di quanti confondono la poetica creativa con la tesaurizzazione della materia.
Per questi semplici motivi, a volte, chiunque ha il "vizio" della curiosità intellettiva può essere trasformato in personaggio da una lobby. Ovvero: nella gallina dalle uova d’oro!
La massa si avvicina a lui per morbosità e, poi, il voyeurismo pilotato con destrezza, fa il resto.

Ecco, il mio interesse per gli artisti è differente. Mi avvicino al loro lavoro con curiosità.

Voglio capire le proposte intellettuali insite e contestualizzare il pensiero dell’artista con il territorio, la società! E, divulgare attraverso l’analisi delle opere quello che, secondo le mie modeste conoscenze e il sentire intimo trasmettono, a prescindere dalle tecniche usate per realizzare il gioco creativo della finzione visiva.

martedì 10 agosto 2010

Berlusconi divide!

Berlusconi divide gli italiani.


Il governo Berlusconi, come d’altronde tutti i governi che l’hanno preceduto, si trova ad affrontare sfide non indifferenti in un contesto mondiale tragicamente provato da recessioni economiche e morali. Sviluppo economico. Fisco. Cultura. Lavoro. Previdenza sociale. Questi alcuni storici e spinosi argomenti sui quali si è chiamati a rispondere e sui quali si è lavorato nel corso degli anni senza mai riuscire a porre fine alle problematiche in continua evoluzione dei rispettivi ministeri.
Ora, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, chiama a raccolta elettori e simpatizzanti. Li sprona a fare opera di proselitismo, divulgare quanto è stato fatto e quanto farà!

Ciò può essere favorevole al governo nell’immediato, vista la totale ubriacatura sociale e l’assenza di politiche gestionali e organizzative degli altri esponenti politici in campo, ma non riuscirà certamente a ridare fiducia alle famiglie prive di reddito, ai lavoratori mortificati, ai senza lavoro, agli emarginati che sono una significativa fetta del mercato statistico italiano. È proprio di questi giorni la querelle statistica su quanti italiani riescono ad andare in ferie. Ebbene, alcuni dati statistici danno il 4%, altri, vicini alla linea del governo enfatizzano il 7%, altri il 5,6%. Sta di fatto che la crisi è drammaticamente reale nei ceti medi e si tocca con mano alla pompa di benzina, ai supermercati, nei ristoranti; insomma laddove la massa si reca a consumare!

Per concludere, la strategia politica berlusconiana, improntata sulla divulgazione massmediatica, per quanto risulta dai fatti è tesa a gestire il malcontento comune, tacitare i dissensi e deviare su falsi problemi le attenzioni dell’opinione pubblica come nella questione “Fini”. A questo punto, vorrei che qualcuno dei paladini della morale dicesse da quanto tempo sono avvenuti i fatti, come mai non sono stati denunciati prima all’opinione pubblica e perché si spendono tante energie per sciocchezze private quando sono stati gestiti malissimo i fondi comunitari europei e nessuno fino ad ora si è preoccupato di rimediare.
Ecco, egregio presidente Berlusconi, gradirei poter dire: il governo ha lavorato bene; è stato attento e posto correttivi giusti laddove il buon senso lo richiedeva; vale a dire, nella tutela del lavoro e della dignità degli uomini deboli, degli emarginati e di quanti hanno chiesto asilo. E non assistere all’ennesima bagarre.
In Calabria si dice: i ciucci s’mbriganu e i varrili si sdoganu! “Gli asini litigano e le mercanzie che trasportano si deteriorano”.
O forse c’è dell’altro?

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