sabato 3 luglio 2010

Angela Napoli: il coraggio di una donna

Angela Napoli è nata a Varallo in provincia di Vercelli ma il suo temperamento è certamente di donna calabrese; è un parlamentare della Repubblica Italiana e membro della commissione parlamentare antimafia.
Una donna, politicamente impegnata che dice quello che pensa e non fa sconti neanche agli uomini del suo schieramento politico, tant’è che per protestare contro il suo partito, accusato da lei di averla lasciata sola, decide di non presentarsi alle urne per le regionali del 2010 in Calabria.
Per avere denunciato collusioni e ambiguità di quanti fanno finta di non sapere o conoscere chi pilota e determina i voti in Calabria per una sorta di “opportunità politica e elettorale” altrimenti detta omertà, vive sotto scorta da molti anni. Angela Napoli pone interrogativi scontati, chiede, a chi di competenza, il perché di certi atteggiamenti e manovre ambigue che destabilizzano conti pubblici e sistemi istituzionali. Insomma non dice nulla di nuovo ma il coraggio col quale fa nomi e cognomi di politici che vanno a cena o partecipano a festini preelettorali con gente della ‘ndrangheta, o le puntuali interrogazioni parlamentari per chiarimenti di certi percorsi ambigui di governanti, di oggi e di ieri, chiariscono egregiamente il suo modo d’intendere “l’impegno in politica per il sociale”.

Giusy Versace: una bella pagina di vita!

Giusy Versace: una bella pagina di vita.

Oggi ho conosciuto Giusy Versace: una ragazza dalla bellezza mediterranea; bella, solare e altruista. Una ragazza forte che sa reagire e trasforma il suo dramma umano in momento solidale a favore degli svantaggiati; persone grandi e piccole che hanno avuto la sventura di essere amputate e non hanno i mezzi economici per munirsi di protesi così da poter mitigare l’handicap fisico.
La associo per un attimo Giusy ai Versace della moda ma in Calabria sono facili i casi di omonimia non consanguinea. Spengo la tv e faccio una ricerca nel web. In questo caso l’intuizione si dimostra giusta.
Le sue origini sono di Reggio Calabria, ma da dieci anni lavora e vive a Milano. Il suo nome, all’anagrafe è Giuseppina Versace, detta Giusy, ha trentatré anni e vanta due record; uno, è la prima atleta donna con amputazione bilaterale alle gambe in gara a un campionato nazionale di atletica leggera e due, concorre al titolo a soli tre mesi dal debutto in questa disciplina.
"se devo iniziare quest’avventura sportiva, voglio rappresentare la regione da cui provengo" racconta Giusy, che seppure per adozione non nasconde il suo affetto per Milano. Proprio Milano, infatti, le ha offerto un lavoro che farebbe gola a qualsiasi amante della moda: quello di retail supervisor per una nota griffe, in pieno centro. Non l'azienda di famiglia (e il nome che porta parla di un'azienda che fattura cifre da capogiro), ma quello di una casa concorrente. "Per correttezza", racconta lei, "per non mischiare il lavoro con la famiglia, e anche per curiosità".
"Sono invalida a causa del lavoro. – rivela Giusy - Prima, due settimane al mese, quattro giorni su sette, ero lontana da casa: in giro per il mondo a controllare le boutique che avevano il nostro marchio in franchising, su e giù dagli aerei, negli alberghi, affittavo automobili con la velocità con cui si beve una tazzina di caffè. È successo durante una delle trasferte, nell'agosto del 2005. Un incidente in cui ho davvero rischiato di morire e a causa del quale ho subito l'amputazione di entrambe le gambe. Al rientro a lavoro qualcosa è cambiato. Per esempio, ho trovato molte porte chiuse", ricorda oggi Giusy. E ha cominciato a lavorare nel back office. "Pian piano, però, a gomitate mi sono ripresa la mia scrivania. Ho ricominciato a guidare, ma sono realista: non posso più tenere i ritmi di prima. Ora viaggio molto meno". In compenso, dirige una Onlus, Disabili no limits, di cui prima si occupava a tempo perso, e che ora è diventato un impegno importante: come dice lei, il lavoro per una causa giusta. "Ci occupiamo di raccogliere fondi per amputati economicamente svantaggiati", spiega, "perché il servizio sanitario non riesce a garantire ausili abbastanza evoluti, fornisce solo protesi base. In più, curiamo progetti come 'Emergenza Haiti', attraverso cui abbiamo spedito kit e protesi per gli adulti e i bambini rimasti feriti nel terribile terremoto".
"Ho messo le mie prime protesi da corsa il 15 febbraio scorso, e ho provato a correre in pista. Risultato? Non sono caduta, e già questo è stato un grande risultato".
Giusy, ha coperto in 24 secondi i 100 m., tempo che le è valso la qualificazione ai Campionati italiani.
In bocca al lupo, Giusy! Siamo con te…

ibridazioni e colture transgeniche: anguria all'ananas

©archivio M.Iannino
anguria all'ananas
Ibridazioni

L’ozio è il padre dei vizi ma può anche essere una condizione temporanea; uno stato contingente che induce alla riflessione e predispone gli animi alla creatività.

Secondo alcune leggende anche l’universo è nato da uno sbadiglio di Giove. Il dio supremo che in un momento di noia, per ingannare il tempo, si mise a creare delle realtà temporali. Dapprima creò uno spazio brullo molto ampio ma la monotonia del luogo non gratificò il suo lavoro, si sentiva insoddisfatto! allora aggiunse del verde, creò alberi, arbusti, fiori e erbe.

Compiaciuto e soddisfatto, questa volta, si sedette all’ombra di un bellissimo fico per rinfrancarsi dal caldo e dalla fatica ma non riuscì a trovare sollievo all’afa opprimente.

Capì che serviva qualcosa di più mirato, che rinfrescasse subito le membra; allora pensò a qualcosa di fluido e fece sgorgare fresche acque limpide dai monti, ma, vide che l’acqua sceglieva percorsi in declivio privi di ostacoli e lui, trovandosi su una collinetta non ne poteva usufruire, cosicché creò e fece sgorgare una sorgente lì, a portata di mano, vicino all’albero di fichi.

Soddisfatto del suo lavoro Giove immerse i piedi nell’acqua e trovando sollievo si appisolò al gorgoglio della sorgente.
Al suo risveglio si guardò attorno, e, compiaciuto, decise d’invitare gli dei minori nel suo nuovo giardino. Organizzò una bellissima festa. Invitò persino un minotauro, un ciclope e giacché c’era l’acqua anche le sirene. Il cielo, terso ma monotono, si lamentò e gli disse: senti, Giove hai creato tutte queste belle cose e non ha pensato d’inventare qualcosa che rallegrasse e tenesse compagnia anche a me? Sì... convenne Giove. Hai ragione! Dopo una lunga meditazione, il creatore, prese dell’argilla la bagnò e iniziò a modellarla. Fece delle figure ma nessuna era di suo gradimento.

Una sirena che lo osservava dal bordo dello stagno che la ospitava in occasione sella festa sussurrò: Giove perché non fai un animale con le mie sembianze? Così quando passa sopra di me, mi saluta e anch’io mi sento meno sola. Però… ammise Giove. Non hai tutti i torti. E pose alcuni esseri nel cielo a volteggiare. A sera, stanchi per i continui volteggi aerei, gli esseri dell’aria si posarono a rinfrancare le membra sotto l’albero di Giove. E no! Esclama Giove incazzato nero. Non solo vi ho creato, vi ho dato tutto quello spazio lassù, ora mi fottete pure il mio posto? Via di qua e visto che preferite la terra ferma da oggi non abiterete più gli spazi celesti, non volerete più e andrete a piedi, raminghi a lavorare e produrre col sudore della fronte se volete campare. Ma Giove, non lo sapevamo scusa… e poi, come facciamo siamo tutti uguali almeno dacci una compagna tu che puoi fare tutto. Giove impietosito rispose: va bè… vediamo che si può fare. Ci pensa qualche attimo e: ci sono, dammi questo, e afferra un’appendice pendula dal basso ventre dell'essere, la schiaccia la rimodella e la butta nel cielo. Ecco tu occuperai il posto che prima occupavano loro, gli uomini, e tu senza uccello ti chiamerai femmina…

È passato tantissimo tempo. L’uomo e la sua femmina, osservando le creazioni di Giove sono riusciti a carpire molti segreti della natura. Hanno capito che tappando il buco femminile formatosi dall’estirpazione dell’appendice maschile riescono a raggiungere sensazioni nuove, piacevoli e che dopo sono più tranquilli e vorrebbero fumare. Ma hanno capito anche che la ricerca assidua delle sensazioni produce qualche sorpresa; una sorpresa che impegna molte risorse all’uomo e alla femmina e che, se lo stato di piacere dura qualche attimo, quello che arriva dopo nove mesi comporta un impegno non indifferente, dalla durata costante fino alla maggiore età del nascituro, al quale, considerati i problemi occupazionali, viene dato il nome di bamboccione. Perciò, entrambi decidono di trovare un hobby, magari meno piacevole ma che aiuti a trascorrere il tempo dell’ozio senza sorprese. La femmina fa la calza, cucina, lava stira e l’uomo va a caccia, coltiva l’orto e prova a mischiare gli elementi per vedere l’effetto che ne viene fuori, come faceva Giove quando, al culmine della noia, decise di creare l’universo.
Alcune cose piacciono, altre no. Alcune riescono bene altre così così. alcune cose sono comode e aiutano l'uomo altre sono demenziali, inutili e dannosi. ma vediamo cosa l'uomo nella sua beneamata nullità, dopo tutto questo daffare, riesce a combinare. Incrocia pollini di fiori differenti. Studia i genomi, ricerca l'origine della vita e, meraviglia delle meraviglie! Nasce il mapo; un frutto metà mandarino e metà pompelmo. Crea colture di prodotti alimentari transgenici; e per ultimo, l’anguria all’ananas! che non sa' ne dell'uno e ne dell'altro!

venerdì 2 luglio 2010

Italia, spaccatura insanabile tra Governo e cittadini


L’Italia vera si vede per strada


È un bollettino di guerra non una rassegna stampa.

A Roma i Ministri se la prendono con i contestatori che non approvano la manovra economica e i parlamentari, schierati a testuggine, difendono a oltranza le leggi blindate che il governo Berlusconi vuole approvare prima dell’autunno.
Intanto nel bel paese tutto sembra procedere come sempre: la gente affolla i supermercati ed è molto accorta alle offerte, paragona i prezzi e sceglie il prodotto col prezzo minore. Qualcuno fa finta di avere un gatto o un cane e compra scatolette di carne, riso soffiato e pasta precotta. Una signora, forse signorina, appariscente e anche un po’ volgare guarda dall’alto in basso tutti e tutto mentre mastica spavalda una chewing-gum a bocca aperta con relativo schiocco d’accompagnamento frammisto di sorrisini sussurrati al telefonino rosso fuoco tutt’uno con le labbra carnose di un rosso eccessivo. È rifatta! Esclama un ragazzotto all’amico. Enri ti dico ch’è ‘na mignotta guarda là ha due bocce grossissime e due gommoni al posto delle labbra…

E mentre la vita scorre come sempre arriva la doccia fredda degli aumenti previsti nella manovra economica attraverso gli altoparlanti del supermercato:

La maggiorazione dell'aliquota Irap per le 4 regioni con deficit sanitario avrà effetto sull'acconto di novembre. Mentre, l'aumento dell'addizionale Irpef avrà invece impatto nel 2011. Lo rende noto l'Agenzia delle Entrate. Nelle 4 regioni (Lazio, Calabria, Campania, Molise) per l'anno d'imposta 2010, si applicano le maggiorazioni dell'Irap nella misura dello 0,15% e dell'addizionale regionale all'Irpef nella misura dello 0,30%, rispetto al livello delle aliquote vigenti.

Nei volti della gente non cambia nulla. Nessuno sembra aver compreso che le regioni del sud dovranno iniziare a piangere e soffrire per pagare i nuovi balzelli o a fare sentire la voce in maniera ferma affinché paghi chi fino ad ora ha evaso, rubato e frodato.
Ma la minzione logorroica giornalistica induce lo speaker ad accelerare e prima che qualcuno possa recepire la notizia nel modo giusto butta la seconda:

in agricoltura per il Sud c’è stato uno stanziamento nell’ambito del programma comunitario 2007-2013 pari a 44 miliardi di euro dei quali ne sono stati usati solo 3,5. Uno «scandaloso percorso» secondo il ministro Tremonti. «Mentre cresceva la protesta contro i tagli subiti, aumentavano i capitali non usati -. Più il Sud declinava, più i fondi salivano. Questa cosa è di una gravità inaccettabile». E la colpa – afferma ai microfoni del cronista il ministro- «non è dell’Europa, dei governi di destra o di sinistra, ma è colpa della cialtroneria di chi prende i soldi e non li spende. E siccome i soldi per il Sud saranno di più e non di meno nei prossimi anni allora non si può continuare con questa gente che sa solo protestare ma non sa fare gli interessi dei cittadini».

disorientamenti e verità

Dove inizia il sud? E poi, cos’è il sud? Il sud di chi, di cosa!?

È sufficiente spostarsi d’un passo, svoltare a destra o a sinistra e sei a nord, est o ovest.
I punti cardinali sono una bugia! Un concetto mentale. Una menzogna utile all’uomo per orientarsi, per distinguere il senso di marcia, capire dove andare.
Chissà se gli uccelli migratori conoscono i punti cardinali oppure navigano a naso. magari dicono cip per indicare che vanno diritti, cip ciop per dire alla compagna: avrei voglia di zomparti addosso o forse no: lo fanno quando la femmina è disponibile. Come fanno i cani: se lei, la cagna, non è in calore, non c’è nulla da fare e anche quando è predisposta se il lui che si propone non è di suo gradimento, nisba! Che strana la natura! gli umani devono corteggiare, essere galanti, fare regali, inviti a cena, fiori e dopo una più o meno lunga tiritera forse si ciula… solo chi ha tanti soldi non ha di questi problemi. La femmina umana si concede, non tutte, la maggior parte delle femmine concedono languidi baci e languide carezze come da graziosi accordi e cachet pattuiti: 700 euro per gambizzare e 5000 per sopprimere ma c’è anche chi lo fa gratis a nord sud est ovest e pure di traco.

la rubrica del Pifferaio

Il pifferaio magico.

Il pifferaio magico è una favola conosciutissima che si presta a molteplici interpretazioni perciò il nostro nuovo amico e autore ne prende in prestito il nome e lo usa come tag.

Secondo lui, la chiave di lettura, per quanto concerne i post a firma “ipm”, che da qui a poco si potranno leggere nel blog, è semplice e immediata. I suoi post accompagneranno i lettori per tutta l’estate e indirizzeranno quanti incuriositi dalla sua fantasia a prendere coscienza e leggere con occhi e animo propenso alla meraviglia gli episodi e le azioni di uomini politici, artisti, persone comuni a spasso per la Calabria e l’Italia.
Il suo e il nostro invito è: predisporsi, quindi, alla lettura con lo stesso spirito di chi si accinge a leggere una favola, anche se tocca temi e persone contemporanei.

Una satira, dunque, che si prende gioco dei costumi e dei tic dell’uomo contemporaneo; un uomo ossessionato dalla voglia di primeggiare, paventare amicizie importanti, esternare sicurezza perché benestante o associato a un clan, con l’auspicio che diventi sollievo e antidoto per la cattiva gestione della cosa pubblica e medicina contro l’avidità che accomuna la quasi totalità degli umani.

Catanzaro, Fondazione Campanella, un rebus

Prestigiatori, maghi e illusionisti talmente bravi che hanno deciso di cambiare mestiere e fare i loro giochi di prestidigitazione nei luoghi preposti alla politica.

I prestigiatori migliori si cimentano nei conti della sanità; un comparto, quello sanitario calabrese, sorprendente!

I conti vanno e vengono! Gridati da alcuni e occultati da altri; con piani di rientro pronti ma, inattendibili perché, secondo Scopelliti, il deficit non è quantificato. E, sempre secondo il presidente della Calabria, per risanare il debito della sanità calabrese si paventa la possibilità della chiusura di due o tre ospedali. Attualmente la regione sta facendo uno studio sul territorio per capire cosa offrire in cambio ai cittadini, vale a dire se ristrutturare, convertire e diversificare gli ospedali “inutili”, tenendo presente che ci sono 11 strutture ospedaliere a rischio sicurezza.

Non ci sono, invece, chiarimenti esaustivi in merito all’esubero del personale sanitario regionale calabrese; unico dato certo è che presto 500 persone, delle 3500 in esubero, non saranno più in organico, e ci sarà un risparmio di 20 milioni di euro. Nel frattempo, la Kpmg, azienda preposta dalla regione a reperire i dati sulla sanità, dovrebbe ultimare le ricerche e fornire dati concreti.

Leoluca Orlando, presidente della Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, ha evidenziato, nell’audizione con Scopelliti, la "frequenza degli errori sanitari e il disavanzo sanitario, l’incertezza dei dati e i ritardi da record nei tempi medi dei pagamenti" della regione nei confronti dei creditori, e, sempre Orlando, ha introdotto così i lavori:
«Uno degli aspetti più gravi della situazione finanziaria della sanità calabrese è l’inattendibilità dei dati e la mancanza di una normale documentazione contabile, ma a preoccupare è anche il ritardo record nei tempi medi dei pagamenti delle aziende e pari a circa due anni, un ritardo che getta ombre e dubbi sulla correttezza dei rapporti tra fornitori e aziende sanitarie.

Si evidenzia, inoltre, un significativo importo per danni erariali, pari a 95 milioni di euro per l’acquisto di strumenti non utilizzati. E sempre inerente a spese inutili, Leoluca Orlando ha aggiunto: non possiamo dimenticare un altro caso oggetto di attenzione da parte della Commissione, ovvero la Fondazione Campanella, che da sola ha accumulato un danno erariale di circa 100 milioni di euro». Quanto al piano di rientro, approvato solo il 4 febbraio 2010, Orlando ha sottolineato la mancanza di dati definitivi, attesi per il 31 maggio e in realtà mai arrivati, e l’assenza di un piano sanitario scientificamente apprezzabile, sottolineando infine la necessità di riconversione e chiusura di molti presidi sanitari. «In una situazione grave come questa – ha concluso Orlando– la peggiore scelta è non scegliere».

Alla luce dei fatti appena esposti c’è da fare un’ultima considerazione: e il piano di rientro della giunta Loiero che fine ha fatto? Se non abbiamo frainteso, quel piano era prossimo a rimettere le cose a posto. O no?

Indubbiamente è difficilissimo gestire un territorio come il nostro, ma ciò non impedisce agli uomini la possibilità di affrontare e risolvere questioni concrete con chiarezza e trasparenza, specie in momenti drammatici come quelli contingenti, momenti che vedono l'intera nazione al collasso.

giovedì 1 luglio 2010

opera d'arte o decorazione?

Abissali differenze in arte tra artigianalità manifatturiera e fare artistico:
Breve dissertazione dedicata a quanti credono nella purezza del pensiero artistico: per fare chiarezza e fugare dubbi e perplessità indotte dalla disinformazione sull’opera e il pensiero dell’artista.

Nonostante i molteplici contributi e i modelli mentali di artisti, estimatori, appassionati ricercatori, studiosi, insomma quella pletora appassionata che si lambicca il cervello attorno ai linguaggi visivi e alla loro funzione educativa e sociale, e che, attraverso le ricerche e le coraggiose proposte, ha fatto evolvere il modo d’intendere le opere d’arte anche al grande pubblico, ancora oggi c’è molta disinformazione per quanto concerne la poetica artistica della visione.

Una disinformazione, voluta da quanti intendono mantenere quell’alone di mistero che da sempre ruota attorno ai linguaggi artistici e al mondo dell’arte in genere, agli artisti e al loro lavoro, alla struttura che favorisce la diffusione e la commercializzazione delle opere d’arte.
Disinformazione che si tramuta in ignoranza e fa intendere l’opera come bene rifugio, al pari di un lingotto d’oro, un gioiello o un immobile, vanificando i messaggi lanciati nel corso dei secoli con veemenza da artisti e estimatori intellettualmente onesti. Con ciò non si vuole intendere che l’artista debba essere uno sciancato, anche lui e il suo entourage devono vivere dei proventi di un lavoro! ma è importante non fare confusione:
La sua attività è una prestazione d’opera intellettuale messa a disposizione dell'umanità e che non ha nulla a che vedere con la decorazione o le frivole copie del reale, lavori apprezzabili dal punto di vista formale se realizzati con maestria ma nulla di più!, da vendere questi ultimi, nei grandi magazzini o abbinarli a divani, mobili e piastrelle di vario genere.

(mario iannino)

in Italia tra scudi e manovre c'è chi muore

Il mondo è bello perché vario…

Una frase banale che spiega in maniera chiara le diversità terrene. Uomini e animali, piante, territori e distese d’acqua si differenziano l’uno dall’altro anche se pur composti dai medesimi elementi.
L’uomo è il più complesso di tutti gli esseri, viventi e no. Le correnti di pensiero si sprecano: c’è chi è meditativo, stoico, gnostico, minimalista… c’è chi attacca per difendersi e chi alza muri e scudi per proteggersi, chi porge il petto impavido e chi sta dietro le quinte. Ogni atteggiamento è consequenziale alla cultura che ha formato il carattere dei soggetti. E fin qui tutto bene! Il problema sorge allorché i personalismi, gli atteggiamenti, le esternazioni e le azioni influiscono sulla collettività modificandone il corretto democratico corso auspicato dai saggi Maestri di vita.

Volgarmente, un tempo si diceva che “l’amicizia và in culo alla giustizia”, massima sulla quale ruotano le vicende del “marchese del Grillo”, magistralmente interpretate dal grande Alberto Sordi nel bellissimo e esilarante film diretto dal maestro Mario Monicelli. La frase “io so io e voi nun siete un cazzo” pronunciata alla fine di un processo artatamente pilotato dal marchese Onofrio del Grillo sembra riverberare un eco che non vuole cessare di rimbalzare da una piazza all’altra. I mass-media ci sguazzano, rivedono, dicono, affermano, smentiscono, enfatizzano avvenimenti, casi di mal governo, collusioni con l’antistato, commistioni di affari con mafiosi, cattivo governo per alcuni, buon governo per altri. Sta di fatto che la merda copre occhi e orecchi di cittadini per bene e le gesta di arraffoni malavitosi. Non c’è nessuna distinzione tra le persone che lasciano fare per quieto vivere e gli avvoltoi che pur di fare affari e guadagnare vendono anche gli affetti più cari. Senza dubbio il clima non è dei migliori e le discussioni in seno alle alte Istituzioni dello Stato lo aggravano e allontanano ulteriormente i cittadini dalla politica. Quei cittadini, la totalità in Italia, che hanno visto svanire nel nulla i sacrifici di una vita con l’ingresso dell’euro. L’euro ha portato miseria al 99% degli italiani ed ha permesso ai grandi gruppi di potere economico d’impinguare le casse, difatti, secondo studi mirati, la recessione ha colpito i ceti medio bassi mentre i grandi capitali hanno avuto impennate migliorative esponenziali.

È vero, in Italia ci sono molti furbi che cercano di scansare la miseria inventandosi invalidità o peggio attività che dovrebbero portare benessere e lavoro alla collettività. E, c’è anche una spesa enorme, esageratamente colossale che foraggia “il sistema politico”. Se si considerano, oltre ai quasi mille tra parlamentari e senatori eletti, quelli a vita, i tecnici, gli esperti, i commissari e tutte le fantasiose cariche agganciate al carrozzone politico, viene fuori una cifra che da sola risanerebbe il deficit attuale e si potrebbero istituire assegni sociali per i disoccupati e la cultura.

itinerari turistici consigliati in Calabria


racconti di vita in Calabria 1

itinerari turistici.

©archivio M.Iannino

È il primo giorno di luglio, secondo il calendario dovremmo essere in estate: aria calda, molto sole e bagni a mare! Invece l’inverno sembra non voler cedere il passo alla bella stagione: l’aria è fresca, pioviggina e c’è molto vento, va bèh che il vento a Catanzaro non manca mai però questo è un vento fresco, autunnale, che non invoglia le persone a spostarsi sulla spiaggia per cercare refrigerio nelle acque cristalline dei mari calabresi o nei boschi dell’entroterra silano e aspro montano delle serre.
Si rimane in città! A dire il vero, a me non dispiace. Non mi pesa per niente, anzi preferisco il fresco al caldo afoso. Quando fa caldo, ma veramente caldo, anche l’acqua del mare è un brodo e l’unico modo per stare bene è rimanere a casa con le imposte chiuse e il climatizzatore acceso ma non sempre è possibile! Se ci sono ospiti non puoi stare in canotta o torso nudo e bighellonare tra quattro mura: non tutti amano le cose che ami tu! Magari a un buon libro o un bel film preferiscono le escursioni naturalistiche, le immersioni o anche, perché no, una passeggiata in pieno giorno nei luoghi caratteristici della Calabria. Visitare parchi e musei, scavi archeologici e gallerie d’arte…

(segue)

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