lunedì 21 giugno 2010

l'orto di Ignazio, piccole storie di uomini e vegetali

L’orto di Ignazio raccoglie piccole storie di umane debolezze, racconti e leggende di Calabria condensati dall’estro di Angelina Oliveti in piacevoli quanto snelle e veloci letture. Nella prima parte la raccolta narra, sottoforma di metafora, di un orto, quello di Ignazio, appunto, che dà il titolo al libro, dove si coltivano passioni e difetti umani. Qui, la sapiente arte del narrare, maschera in ortaggi e vegetali gli uomini e i loro difetti. La scrittrice, con maestria coglie e denuncia i segni di uomini veri e “ominicchi” associandoli alle caratteristiche descrittive di cavoli, peperoni, cocuzze e broccoli, carciofi, melanzane, prezzemolo e basilico. Narra della rivolta del basilico contro il suo padrone e custode Ignazio e del rammarico di non aver saputo trattenersi dal rimanere vicecapo. Insomma è un libricino che espone sarcasticamente pregi e difetti umani e poi, ci sono le leggende e le storie autobiografiche dell’autrice vissuta tra Firenze e Roccabernarda nel marchesato crotonese. Senza ombra di dubbio, “l’orto di Ignazio” edito da mapograf, è un libro da leggere.

È strabiliante constatare quante associazioni e flash back suggeriscono le storielle raccolte in 150 pagine da Angiolina Oliveti, agronomo, esperta nella divulgazione agricola e dirigente della regione calabria in pensione. Il nostro vissuto assume connotazioni umoristiche, forse condite con un po' d'amarezza per quanti peperoni, cocuzze, broccoli e prezzemoli abbiamo incrociato nel nostro cammino.

(mario iannino)

caso Fiat: è auspicabile l'intervento risolutorio del Governo

Era il 14 ottobre 1980. a Torino i colletti bianchi scendevano in piazza a manifestare contro gli operai: 40.000 camici bianchi in marcia a sostegno delle logiche aziendali fiat;
Impiegati schierati a favore delle politiche aziendali e contro gli interessi dei lavoratori licenziati.

È stata una brutta pagina di storia sociale e una dura sconfitta per il sindacato e per quanti credevano nell’emancipazione del proletariato scritta dalla maggioranza silenziosa, com’era definita la fascia impiegatizia che non si rispecchiava nelle organizzazioni politiche e sindacali degli anni ‘80.
In molte fabbriche e posti di lavoro si aprirono raccolte fondi, collette, che tutti sottoscrissero a favore dei lavoratori metalmeccanici “caduti” sotto la cesoia del licenziamento voluto da fiat.
Anche allora i vertici fiat, riuscirono con un sottile atto di terrorismo psicologico a mettere una parte delle maestranze contro i colleghi lavoratori a rischio licenziamento. Gli uni contro gli altri, spinti dalla forza della disperazione col terrore di perdere la certezza del reddito e la tranquillità familiare, per una forma atavica di autoconservazione, a distanza di anni, la storia si ripete e la guerra tra poveri è più aspra. Una guerra che si svolge in un clima drammaticamente diverso, un clima d’incertezze economiche e lavorative che lascia sul campo della disoccupazione intere famiglie in Italia come in America.
Il terrore imprigiona lavoratori e dirigenti sindacali mentre il governo sembra impantanato e indeciso sul da farsi, quasi un corpo a parte un elemento estraneo ai fatti.

È inutile ricordare i salvataggi di Stato opportunamente effettuati dai ministri democristiani, socialisti, repubblicani che componevano i governi della cosiddetta prima repubblica ed è altrettanto superfluo menzionare quelli della seconda repubblica. Unico dato importante è che l’attuale governo raccolga attorno a un tavolo la rappresentanza sindacale accreditata dai lavoratori e dalle leggi dello Stato, i dirigenti fiat, e trovi, attraverso l’autorevolezza conferitagli dalla Carta Costituzionale, una soluzione favorevole a entrambe le parti per il bene dello Stato e degli Italiani.

Un intervento governativo a vantaggio dell’economia italiana, dell’industria e della storia che la famiglia Agnelli ha saputo scrivere col logo FIAT, le maestranze e le tecnologie italiane!

domenica 20 giugno 2010

E' finito il tempo delle vacche grasse

Si stava meglio prima!


C’è stato un tempo in cui si credeva alle favole non perché ingenui o sprovveduti ma perché supportati dall’enfasi giovanile di cambiare, svecchiare la burocrazia scolastica, abolire i baroni nelle università e formare una società a misura d’uomo. Un tempo in cui c’era fermento creativo, voglia di fare,voglia di cambiare. L’entusiasmo giovanile contagiava tutto e tutti. Si voleva cambiare il mondo, migliorarlo; buttare alle ortiche il perbenismo bigotto che imbrigliava ipocritamente nelle buone maniere dettate da una logica piccolo borghese la vita.

Per un certo periodo, all’incirca trent’anni, se pur con alti e bassi, tra il 1970 e il 1990/2000, le cose sembravano andare discretamente bene. Non si è sofferto molto per le varie crisi economiche. i governi s'inventavano le una tantum, l'iva e altri balzelli che non gettavano gli italiani nell'angoscia perché tutto sommato, i giovani, finita la scuola, trovavano con una certa facilità un posto di lavoro nello stato, parastato e privato. L’età media degli sposi era sui vent’anni e c’era la possibilità di frequentare ristoranti, cinema, teatri e programmare viaggi, pianificare nascite, affrontare un mutuo.

Si contestava il sistema, la politica, o meglio, il modo di fare politica ma il sistema ha saputo assorbire e guidare i contestatori, li ha resi parte integrante dell’apparato sociale e partitico, li ha fatti diventare classe dirigente, membri di partiti, dirigenti di società e oggi è difficile sposarsi, fare figli, avere un lavoro, non essere ricattati da chi detiene il potere…

sabato 19 giugno 2010

Figli, quanto costano

L’amore familiare in cifre.

Credo che a chiunque sia capitato di assistere allo scontro “figli genitori”; al supermercato o per strada, davanti a una vetrina o a scuola. I figli chiedono e i genitori, quando possibile, esaudiscono le richieste per estremo amore, anche attraverso acquisti effimeri o deroghe educative.
I genitori, si sa, sono pazienti e a volte remissivi; accordano piccoli capricci ai figli per pacificarli ma quando le circostanze li inducono a non assecondare sfizi e passioni giovanili, i ragazzi, reagiscono stizzosi, si offendono perché il loro ego non è stato soddisfatto come avrebbero voluto. Alcuni, i più ribelli, mortificano i genitori accusandoli d’indolenza o incomprensione generazionale ma si sono mai chiesti quanto, oltre all’amore incondizionato, costano fino alla maggiore età in termini economici?
Ebbene, alcuni studi recenti quantificano il lavoro materno in 2,1 milioni di euro e comprendono i servizi gratuiti di cucina, pulizia e educazione elargite silenziosamente dalle mamme.
Quindi, calcolando il lavoro e il tempo speso per tirare su un figlio fino ai 18 anni rapportandoli allo stipendio medio di un professionista, perché per fare i genitori, si deve essere professionisti seri e consapevoli del settore, gli studiosi sono arrivati a stimare la somma di 1.424.504 sterline pari a 2.112.253 milioni di euro.

Mentre, solo le spese vive, secondo un’altra inchiesta condotta da “il giornale” mantenere un figlio dalla nascita fino a 18 anni costa circa 310 mila euro, cosi suddivise:
Alimentazione (52.000 euro), trasporti (37.000 euro), salute (9.800 euro).
26.000 euro per l'istruzione e 54.000 euro per i divertimenti. Senza contare la gestazione, quindi visite ginecologiche, medicine, analisi e parto.

Se a queste cifre aggiungiamo il gratuito “compenso” mai elargito e richiesto per la costante presenza amorevole dei genitori, ci rendiamo conto, in quanto, a nostra volta, figli prima e genitori dopo, di avere preteso il massimo da entrambe le parti.

(mario iannino)

violenze sessuali lievi, ecco il salvagente dei saggi

Emendamento1707: 


"Niente obbligo di arresto per chi verrà sorpreso a compiere violenze sessuali"di lieve entità" verso minori." I firmatari della legge: Gasparri(PdL), Bricolo (Lega), Quagliariello (PdL), Centaro (PdL), Berselli(PdL), Mazzatorta (Lega), Divina (Lega).

è semplicemente demenziale, se non del tutto bestiale che ci siano soggetti così incivili.
Se è vero, e credo che lo sia altrimenti una giornalista seria e qualificata non avrebbe messo la notizia sulla sua home social network.
Rimanere indignati, anzi incazzati per la porcheria mentale di questi soggetti che dovrebbero rappresentarci è il minimo risultato a cui sortisce la notizia. No! Devono togliere l’assedio alle istituzioni e andarsene a casa; studiare, meditare e se riescono a raggiungere gradi superiori di coscienza, ripresentarsi davanti agli italiani!

non che l'arresto e la detenzione, privati dei sostegni medici e psicologici, risolvano qualcosa ma quantomeno non si dichiara espressamente che se beccati in flagranti azioni di pedofilia, tutto sommato, poichè di "lieve entità, si risolve in bolle di sapone...

venerdì 18 giugno 2010

Racconti di Calabria; le astuzie del barone

Racconti di vita in Calabria.

Le astuzie del barone:

Un tempo i grandi latifondisti, per lo più nobili, curavano dappresso i lavori nei campi e intervenivano con decisione per incrementare la produttività e far lavorare alacremente le maestranze malpagate con ogni mezzo. Vessazioni, improperi, erano all’ordine del giorno ma dopo le prime rivendicazioni sindacali, i morti e l’occupazione dei terreni incolti o abbandonati, i proprietari terrieri decisero di adottare sistemi di controllo poco invadenti per evitare che braccianti e contadini incrociassero le braccia e mandassero a monte colture e raccolti.
Uno di questi, un certo barone Stuckaz, che vantava origini austroungariche, dall’alto del suo cavallo fa cenno al massaro che pronto gli corre appresso. Giunti su un dosso, il barone, scende da cavallo, si guarda attorno con fare circospetto, e rivolgendosi al suo massaro farfuglia: “tu sei il migliore, però devi fare in modo col tuo esempio di far lavorare di più tutti. Vedi io ti stimo e come segno della mia fiducia ti ho portato un uovo, questo è un uovo fresco fresco che mi sono tolto dalla bocca per darlo a te, in segno di stima, quindi mi raccomando fai del tuo meglio e acqua in bocca! Questo deve essere un segreto tra me e te, mi raccomando!”.
Il massaro, contento per l’attestato di stima e la concretezza dimostrata dal barone corse al suo posto di lavoro e ci mise l’anima per non deluderlo.
I giorni seguenti il barone, nel consueto giro a cavallo, nelle sue terre ripete con contadini, pastori, massari, raccoglitrici la pantomima della fiducia e dell’uovo. Completato il giro e avendo coinvolto pressocchè tutti, sicuro della complicità dei beneficiati rimase qualche giorno in panciolle ma quando riprese i consueti giri di perlustrazione si accorse che nell’ultimo periodo c’era stata un po’ di rilassatezza. Allora, il barone Stuckaz, dall’alto del suo cavallo lanciò un urlo: “Attia e l’ovu, attia si dicu attia…”. Ehi tu tu dell’uovo… a questa esortazione tutti indistintamente diedero mano agli arnesi con laboriosità inusitata.

(segue: proclama elettorale)

Bakunin per noi

Contemporaneità del pensiero filosofico Bakuniano.

Alcune letture rimangono impresse nella memoria e quando meno te l’aspetti riaffiorano come a voler confermare la veridicità di quanto postulato dagli autori. E stamane è successo! Si è ripresentata alla mente la frammentazione di una discussione avvenuta intorno al milleottocentosessanta, tra un filosofo, convinto assertore dell’emancipazione proletaria dalla schiavitù, e un suo amico che, dopo essere stato testimone di un duro quanto brusco episodio, dice al pensatore: “… come, proprio tu che fai proseliti per l’emancipazione delle masse, dei poveri eccetera tratti così male un tuo servo!”. E il nobile uomo, senza scomporsi: “Vedi caro amico, fino a quando non saranno emancipati dalla loro ignoranza, devono essere trattati così altrimenti confondono principi e idee di uguaglianza e libertà…”.

giovedì 17 giugno 2010

italiani: masochisti o distratti?

E mentre sui social network monta la gara dello sdegno per alcune modifiche sostanziali alle leggi dello Stato i sostenitori dei decreti legge continuano imperterriti a motivarne la bontà civile e democratica delle leggi in esame. Vediamo di rinfrescare la memoria:
al primo posto la manovra economica che taglia in maniera assolutamente partigiana i fondi alla ricerca, alla scuola, allo studio, alla cultura! Ma non taglia gli eccessi della politica, i privilegi dei parlamentari e dei senatori della Repubblica Italiana.

Al secondo posto, non per importanza ma per una questione logistica di declamazione, il discussissimo ddl definito da tutti i soggetti democratici e persino dall’osce "legge bavaglio" che cosi commenta in una nota di Dunja Mijatovic, responsabile dell’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea) per la libertà dei media, “Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia” ha dichiarato, aggiungendo che “i giornalisti devono essere liberi di riferire su tutti i casi di pubblico interesse e devono poter scegliere come condurre una indagine responsabile.

Nella sua forma attuale, il disegno di legge contraddice gli indirizzi dell’Osce, in particolare quando proibisce l’utilizzo di diverse fonti e materiali confidenziali che potrebbero rivelarsi necessari per un giornalismo d’inchiesta al servizio della democrazia”. Ecco perché da più voci è definita legge bavaglio; perché di fatto imbavaglia la libertà d’espressione e di conoscenza. Vieta la pubblicazione di fatti inerenti la gestione della cosa pubblica di personaggi invischiati in affari poco chiari. Non sapremmo delle malefatte arbitrarie di pezzi dello stato malati, vedi le aggressioni e le falsità per nascondere le prove di colpevolezza di alti dirigenti al g8 di Genova; le morti brutali di giovani nelle carceri come Cucchi, non sapremmo della cricca che specula sulle disgrazie e sui grandi eventi italiani se non dopo che questi abbiano, di fatto, avuto il tempo di completare l’opera d’espoliazione.
E intanto, tra disoccupazione, incertezza lavorativa per i giovani, disagi nel comparto sanità, blocco degli stipendi, raggiri sulle liquidazioni, scarsissimo potere d’acquisto per l’esiguità economica delle famiglie aumenta la tensione sociale mentre le solite facce di bronzo continuano ad ammiccare sorridenti che no che va tutto bene e che è giusto così perché gli elettori vogliono che il governo faccia queste riforme! Bèh, chi non conosce gl’italiani certamente dirà che siamo un popolo di masochisti…

relatività dei bisogni e sostegno morale: racconti calabresi


racconti di vita in Calabria

Relatività dei bisogni e sostegno morale.

In molte famiglie del sud quando la sorte decide di mutare il corso degli eventi e la vita del capofamiglia cessa, solitamente, se in età matura, il figlio maschio più grande subentra a espletare le esigenze cui era preposto il padre; assume la guida della famiglia, si prende cura dei fratelli più piccoli e presta attenzione alle esigenze della casa fino a quando qualcuno dei fratelli subentra nel ruolo lasciato vacante dal padre.
Ma non per tutti è così! Lo sa bene Ciccillo il figlio di don Salvatore, un musicista di banda che per il suo ruolo di direttore d’orchestra era stato soprannominato “u capu banda”.
Don Salvatore, il maestro di musica accoglieva i ragazzi del paese in casa sua, insegnava loro ad amare la musica, a giocare con gli strumenti, prima in maniera casuale, talmente casuale che la moglie, donna Peppina, una santa donna, per invogliare i ragazzi allo studio sistematico della musica e degli strumenti li rimpinzava con dolcetti fatti in casa e zucchero caramellato così da far cessare al più presto lo strazio disarmonico delle note distorte che si perdevano nell’aria.
Ciccillo era il più piccolo della nidiata, 9 figli viventi e due aborti naturali subiti da donna Peppina per stenti durante la guerra.
Un malaugurato giorno, don Salvatore radunò i ragazzi e caricati gli strumenti sul pulmino, partirono di buon mattino alla volta di Papanice. Lì, nel papaniciano crotonese, si celebrava la festa patronale e lui, come capobanda più conosciuto della zona avrebbe dovuto aprire le celebrazioni a san Pantaleone, protettore di Papanice nonché di medici, ginecologi e ostetriche. Purtroppo, la banda non arrivò mai nella frazione a sud di Crotone per colpa di un farabutto che scaricò a bruciapelo… ma andiamo per gradi:
don Salvatore, sistemati i ragazzi, dopo aver dato un’ultima occhiata alle corde che serravano gli strumenti sul portapacchi, sale in macchina, ingrana la prima e lentamente intraprende il viaggio. Superate numerose curve, nell’unico rettilineo, un pastore litigava animosamente con un contadino. Il maestro bloccò il pulmino e scese con l’intenzione di pacificare gli animi ma partì il colpo dalla doppietta imbracciata dal pastore e fu l’ultimo suono che don Salvatore sentì.

La notizia corse veloce nonostante l’assenza dei mezzi di comunicazione e donna Peppina ebbe il tempo di vederlo riverso sotto un albero con le mani pressate sull’addome. Scambiarono le ultime parole, ultime promesse d’amore e fedeltà. Donna Peppina non si risposò nonostante i moltissimi pretendenti, tra l’altro, era ancora una bella donna, molto attiva e con un discreto fondo terriero, ma lei pensò bene di mantenere fede alle ultime promesse fatte al marito e poi aveva il timore che il nuovo eventuale marito potesse maltrattare i figli. D'altronde, i figli più grandi erano autonomi da qualche anno, il primogenito lavorava come muratore e il secondogenito faceva il geometra. Il primo era più fisico, amava il lavoro manuale mentre il secondo, più delicato fisicamente, era più portato alla riflessione e allo studio.
Non si sa se vi siano stati dei programmi in famiglia, ma si suppone di sì. Fatto sta che i due figli maggiori, superato il tempo del lutto, partirono alla volta del nord. Il secondogenito, ancorato ai valori della famiglia e logorato dalla lontananza, dopo vari tentativi d’inserimento decise di ritornare a casa. Il primogenito, quello che avrebbe dovuto assumere su di sé il peso maggiore, curare i sopravvissuti e garantire un minimo benessere, bèh, di quello si sono perse le tracce. Ah, pare abbia famiglia e vive all’estero.

(segue: le astuzie del barone)

mercoledì 16 giugno 2010

racconti di Calabria: la provvidenza

Racconti di vita in Calabria.

La provvidenza.

Se Dio vuole quest’anno ci sarà un buon raccolto! Esclama il contadino segnandosi la fronte e gesticolando sul terreno appena trattato con stallatico e innaffiato abbondantemente.
Vedi, figlio mio, questo è il nostro lavoro: dobbiamo coltivare la terra, farla fruttificare per noi, la nostra famiglia e il prossimo. Dobbiamo rispettare la natura; dare le giuste vitamine al terreno, evitare i pesticidi… ma tu non mi stai ascoltando?! Togliti quelle dannate cuffie e ascolta cose serie se vuoi avere di che sfamarti! Ma papàà?? Che c’è?...

È ancora mattino e Pietro insieme al figlio Vito è già in campagna. Fa le stesse cose che faceva suo padre e suo padre prima di lui: mantiene il ritmo della campagna e non viceversa, sa bene che ad alcune colture l’acqua deve essere data al mattino presto mentre ad altre all’imbrunire. Capisce quando alla pianta serve un aiuto, quando preparare il terreno per le patate, le cipolle, il grano, i pomodori, le zucchine, la bietola e come invertire le semine sugli appezzamenti.

Il figlio Vito è ancora piccolo, lo segue perché non ha altro da fare una volta finita la scuola ma se dipendesse da lui, certamente, preferirebbe trascorrere il tempo come i suoi cugini di città, stare ore intere davanti al computer, ascoltare musica e uscire con gli amici.

Lo so figlio mio che questa che ti offro non è una vita facile, anzi è una vita fatta di sacrifici, sudore e sofferenze ma se saprai rispettare la terra lei non ti tradirà mai. Non guardare le scemenze dei caroselli pubblicitari, le stronzate dei grandi fratelli e delle isole dei famosi. Questi sono attimi, polvere che si volatilizza e se non hai un mestiere rimani con un pugno di mosche. Ormai siamo giunti alla resa dei conti: i lestofanti si sono arricchiti, hanno portato all’estero i capitali e noi se vogliamo campare dignitosamente dobbiamo lavorare con onestà oppure emigrare ma l’estero non è una passeggiata! Chi ha assaggiato l’aria straniera ha assaggiato molti bocconi amari.
I miracoli, figlio mio, sono rari, anzi rarissimi. Meglio fare affidamento sulle proprie forze che sperare in cambiamenti fortunati. E poi, dove potremmo andare tu o io? Non conosciamo nessuna lingua straniera, non sappiamo niente dei nuovi mestieri… Papà hai sentito cosa diceva ieri la televisione? Diceva che a Paravati dopo la morte di Natuzza molti si sono industriati, fanno quadretti con l’immagine di Natuzza e altre cose e li vendono. Fanno come da Padre Pio; ti ricordi quando siamo andati con mamma e nonna tutte quelle bancarelle che vendevano rosari, statue?
Sì me li ricordo! Vedi, questa può essere considerata una provvidenza divina per una terra martoriata come la nostra. Forse è la volta buona che sentiremo parlare della Calabria come di una terra che ha visto una Santa! E non fa niente se la gente s’ingegna e guadagna qualcosa sfruttando la sua immagine. Sono sicuro che a lei a Natuzza fa piacere perché comunque è un aiuto che dà alle persone oneste che vogliono campare senza rubare ma che s’ingegnano e producono ricordini per i pellegrini. Meglio questo che andare a rubare, spacciare droga o delinquere. Aiutati che Dio t'aiuta! figlio mio...

La provvidenza è un fiore delicatissimo; ha bisogno di cure là dove nasce e non  essere reciso per adornare vetrine perché se staccato dalla pianta muore.

(segue: la teoria dei bisogni)

sbirciando qua e là

sbirciando qua e là
notizie e curiosità
non vendiamo pubblicità. Divulghiamo BELLEZZA ...appunti di viaggio...at 12 o'clock post in progress
AMBIENTE CULTURA TERRITORIO EVENTI e elogio della BELLEZZA ...appunti di viaggio... at 12 o'clock post in progress
non vendiamo pubblicità. Divulghiamo BELLEZZA ...appunti di viaggio...at 12 o'clock post in progress
non vendiamo pubblicità. Divulghiamo BELLEZZA ...appunti di viaggio...at 12 o'clock post in progress

Post suggerito

Le seduzioni dell'arte

Mario Iannino, 2007, a scuola di seduzione C'è un universo abitato da più categorie di persone che lascia spazi a gestualità inusu...

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto
a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress ... analisi e opinioni a confronto
a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto

Sulle tracce di Cassiodoro

Sulle tracce di Cassiodoro
Flussi e riflussi storici

SPAZIO ALLA CREATIVITA'

SPAZIO ALLA CREATIVITA'
La creatività è femmina

un pizzico di ... Sapore

Un pizzico di ---- cultura --- folklore --- storia --- a spasso tra i paesi della Calabria e non solo. ---Incontri a ore 12 Notizie & ...Eventi ...at 12 o'clock... Opinioni ... works in progress, analisi e opinioni a confronto
Itinerari gastronomici e cucina mediterranea

Cucina Calabrese

Cucina Calabrese
... di necessità virtù
a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto

post in progress

a ore 12 ...accade davanti ai nostri occhi e ne parliamo...at 12 o'clock post in progress
e-mail: arteesocieta@gmail.com
...OPINIONI A CONFRONTO ...

...OPINIONI A CONFRONTO ...

POST IN PROGRESS

Dai monti al mare in 15' tra natura e archeologia

A spasso tra i luoghi più belli e suggestivi della Calabria

Da un capo all'altro

Da un capo all'altro
Tra storia, miti e leggende

UN PONTE

UN PONTE
SULLA IR/REALTA'

Per raggiungere le tue mete consulta la mappa

ALLA SCOPERTA DELLA CALABRIA

ALLA SCOPERTA DELLA CALABRIA
PERCORSI SUGGERITI

Translate