domenica 18 novembre 2012

Italia Futura a chi conviene?

Le cose si complicano per l'Italia che sta male.


Se è vero quanto evidenziato dagli osservatori politici, Montezemolo scende in campo per far continuare la linea di Monti e sappiamo bene a cosa si riferisce il programma messo in atto dal governo dei tecnici. Un programma che, se fino ad ora è stato l'antidoto e la cura necessaria per riacquistare credito e fiducia in Europa e nel mondo, adesso inizia ad essere una catena costrittiva per la democrazia la libertà e la cultura della solidarietà verso gli ultimi e i deboli.

Montezemolo è l'espressione di una fetta di italiani che sta benone, che arriva tranquillamente a fine mese e non ha l'esigenza del posto fisso o la paura del contratto a termine e delle bollette che scadono a prescindere del conto in banca.

Hanno pensato a ciò i seimila iscritti al nuovo movimento centrista di Montezemolo?
Giovani e anziani, borghesia e imprenditori, una decina di politici di Udc, Fli, Pd e Api ma non del Pdl, questa la platea della convention di Luca Cordero. E tra la cosiddetta “classe dirigente”, oltre a Luca di Montezemolo, tengono a battesimo il “nuovo fenomeno attivista” Andrea Riccardi, Andrea Olivero delle Acli e Raffaele Bonanni della Cisl, leader sindacale che ha firmato e fatto firmare ai suoi iscritti della FIAT il “ricatto di Marchionne”.
Il nome del soggetto politico èncora da definire, forse “Italia civica” data l'inflazione di sigle presenti.
Nei discorsi, la figura carismatica di Mario Monti è una costante; richiamato più volte dagli interventi e nei contenuti dall’economista Irene Tinaglie dalla metafora di Lorenzo Dellai, presidente del Trentino: “zaino in spalla significa seguire un capocordata che non stupisce con effetti speciali, ma è di poche parole, che sa esser severo ma non cinico, che sa che quello è il suo posto al servizio di tutti. Oggi si è costruito un pezzo importante della cordata e il capocordata, quando sarà il tempo giusto, saprà cosa fare”.
E Andrea Riccardi, nel chiudere la kermesse, la mette così: “Dopo il 2013 sarebbe un errore interrompere il dialogo di fiducia tra Monti e l’Europa, tra Monti e la comunità internazionale, anche perché la crisi continua”.
Non c'è che dire! È davvero un quadro preoccupante!
La strategia di Montezemolo è presto detta, anzi è detta da lui stesso: “Ogni cosa al suo tempo. Non chiediamo al premier di prendere oggi la leadership del nostro movimento. Ciò pregiudicherebbe il suo lavoro. Ci proponiamo di dare fondamento democratico ed elettorale al discorso iniziato dal suo governo perché possa proseguire”.
Casini , dal canto suo, rimarca la paternità del “Monti dopo Monti”. Perché secondo lui “non c’è alternativa alla sua affidabilità e credibilità” e perciò deve essere riconfermata dal “suffragio degli elettori”.
Allora, chiedo a Casini: a che serve la corte di politici che occupa il parlamento, le istituzioni e il Paese?

sabato 17 novembre 2012

Luca, un altro che scende a coltivare il campo

L'Italia che rema.


Un altro capitano d'impresa decide di “scendere in campo”.
Dopo averci pensato su, fatto il pari e dispari, Luca Cordero di Montezemolo annuncia il suo ingresso in politica e motiva così la sua decisione:
"Mai più accetteremo di vedere l'Italia derisa e disonorata, per questo scendiamo in campo".

Il presidente di Italia futura, questo il nome dello schieramento scelto da Luca, primogenito di Massimo Cordero dei marchesi di Montezemolo apre la convention 'Verso la terza Repubblica' con parole forti:
"Basta stare in tribuna: i cittadini e le eccellenze che costituiscono il nerbo della nostra azione abbandonino le tribune e riportino l'Italia a giocare in attacco e a vincere".
Gioco in attacco? Vincere?
E contro chi? Le banche? L'alta finanza? La borsa? Gli evasori? gli imprenditori che delocalizzano le imprese e lasciano col culo per terra i lavoratori italiani?

Mi sa tanto che questo è un altro che vende fumo! Uno che: o non ha capito niente del sistema Italia oppure cerca di gettare altro fumo negli occhi dei cittadini che sono ancora in buona fede e aspettano l'eroe nuovo.

Però, in merito ad alleanze, candidature e altri aspetti pratici del suo impegno non fornisce dettagli. Unica precisazione: lui personalmente non si candiderà: "Non mi candido e non chiedo nulla per me". Perché, che dovrebbe chiedere uno che dice di voler scendere in campo per portare l'Italia a giocare in attacco?

"Siamo qui – prosegue il marchese - perché vogliamo che inizi finalmente un capitolo nuovo della nostra vita civile e democratica, che metta al centro questa Italia, l'Italia che rema. Dobbiamo aprire la strada verso la terza Repubblica".
Beh, se proprio vuole remare in toscana ha tantissimo spazio.

Nel suo empirico parlare fa l'occhiolino al professor Monti e lui risponde, anche se da una platea diversa visto che tanti lo tirano per la giacchetta:
«Nessuno mi domanda un impegno oggi e oggi non do nessun impegno».

Siamo alle solite! Se questo signor marchese volesse davvero lavorare per un domani migliore non parlerebbe come un coach o un boss ma come un uomo di cultura intenzionato a promuoverla per migliorare e far evolvere le menti.

venerdì 16 novembre 2012

la7, non è una gag di Crozza lo sclero del Celeste

Pane per Crozza. Glielo offre su un piatto d'argento il performer più amato d'italia. Quello che fa le ferie in comitiva e che alla fine divide le spese. Si, quello, come si chiama... quello che ha fatto voto di castità povertà e carità. A sì, il Celeste. Quello buono che ama il suo prossimo perché questo predica il vangelo.
Sì peerchhhèè tu adesso stai qua e vai a spaccare la faccia alla Parodi e alla sua banda. Altrimenti ti licenzio!
Roberto Formigoni, terminata l'intervista con Cristina Parodi e i giornalisti della sua squadra, fuori dallo studio televisivo si è rivolto alla sua addetta stampa, Gaia Carretta e le ha gridato: «Tu adesso stai qui e spacchi la faccia a Cristina Parodi e a questa banda e a questi giornalisti!»
Rivolto poi ad un'autrice del programma le ha detto piccato: «Avete fatto solo cagate!».
E, rivolgendosi nuovamente alla sua addetta stampa: «E se non lo fai, sei licenziata!».
Formigoni si è adirato perché, secondo lui, buona parte dell'intervista è stata dedicata alle vicende giudiziarie della Regione, mentre - secondo presunti accordi – l'intervista avrebbe dovuto vertere sulle vicende del Pdl e sulle elezioni in Lombardia.



fisco; da gennaio italiani al microscopio

In arrivo il super archivio anti evasione dell'anagrafe tributaria.


Da gennaio prossimo banche, Poste e intermediari finanziari dovranno inviare tutti i dati dei conti correnti, nonché la frequenza di accesso alle cassette di sicurezza e i dati relativi alle carte di credito e ai depositi secondo il nuovo sistema antievasione voluto dal direttore dell'Agenzia delle Entrate.
Dal canto suo il garante della privacy, ultimo l'iter, ha dato l'ok al completamento del database.
Prima che venga definitivamente messo in funzione, però, bisognerà verificare alcuni dettagli per evitare possibili accessi non autorizzati nel sistema. I dati saranno cancellati automaticamente dopo sei anni di permanenza negli archivi dell'anagrafe tributaria.

E chi ha i conti in rosso?

Italia paese di senzalavoro pochi ricchi e molti poveri


flavio briatore nell'arena di Servizio Pubblico
Briatore. Che dire? È un uomo che si è fatto da sé! Il suo essere imperioso lo espone a simpatie e antipatie.
La Costamagna, nella puntata di “servizio pubblico” dal titolo "ricchi e poveri" del 15 di novembre 2012, ha rinvangato i lati oscuri, le marachelle di Flavio e lui ha tirato fuori gli artigli. Ha reagito energicamente come un boss!

Elsabetta Gregoraci e Flavio Briatore
Flavio Briatore è un maschio alfa, un dominante che bacchetta tutti o quasi gli ospiti di Santoro. Lui, imprenditore di successo, amico di Berlusconi, che, ricordando i successi della F1 e le cariche assunte in grandi aziende, si dice orgoglioso di poter dare lavoro a qualche migliaio di famiglie sparse per il mondo, una ricetta ce l'ha: guidare l'Italia come se fosse un'azienda (cosa già detta, sentita spesso e tentata da Berlusconi); ridurre i parlamentari e tutto l'ambaradan parassita che occupa e dilapida le sostanze pubbliche; puntare sul turismo!


Forse così si potrebbe dare dignità ai malati di SLA e ai familiari che se ne prendono cura e si sentono rispondere, quando chiedono rispetto e solidarietà contro i tagli del governo: fare il ministro è faticoso. 


Cancellieri, guardiamo i fatti da più angolazioni

Ha ragione la Cancellieri quando dice di guardare ai fatti da più angolazioni ma ha dimenticato di affermare un concetto semplice e cioè che le forze dell'ordine non sono pagate e addestrate per picchiare di brutto ma appunto per tutelare l'ordine sociale laddove necessita. E nelle riprese viste su internet e su “servizio pubblico” di ieri si è vista la tracotanza dei poliziotti che inseguivano minacciosi dei ragazzini liceali. Un poliziotto li ha inseguiti col petto in fuori e manganello in mano. Li ha rincorsi fino ad una scaletta laterale del lungotevere. Ha dato un calcio rabbioso alla transenna e urlato qualcosa di irripetibile. Insomma, chi di dovere avrebbero potuto, se voluto, evitare quelle scene di violenza inflitta a persone armate di slogan e fervore civico.

giovedì 15 novembre 2012

vecchi e giovani contro i tagli europei

Bamboccioni, dipende. Choosy, non saprei. Coglioni, forse. Patetici, sicuro!


Come definire un gruppo di ragazzi che si mette alla testa di un corteo e scimmiotta quanto letto nei testi di storia?
Vuoi mettere una testuggine di cartoni contro scudi e manganelli per giunta in mano a gente addestrata?
Ma questa è l'età in cui si fanno le cazzate. Vuoi per passione condita con abbondante inesperienza. Vuoi per i condizionamenti ambientali legati all'incertezza del momento: una miriade di situazioni propri dell'età, che ci possono anche stare e che compongono il famigerato bagaglio di esperienze del quale andiamo fieri.

Dopo l'età delle cazzate i capelli cadono insieme alle speranze e, se tutto va bene, dopo essersi rotto il culo con qualche lavoro malpagato arriva l'età della saggezza (si fa per dire). Un'età in cui si dovrebbe stare tranquilli, in panciolle e al massimo, ma proprio al massimo, sentire il brivido lungo la schiena al parco giochi quando il nipotino o la nipotina scende a pancia in giù dallo scivolo grande.
E invece no!
La politica dei tagli riporta nuovamente in piazza i ragazzi del 68. brutti, flaccidi, senza capelli né denti. Alcuni esodati senza pensione o con pensioni da fame.
Almeno gli ex ragazzi del sessantotto possono essere “ciusy” storcere il naso e detestare chi ancora li induce a dimostrare il proprio malessere in piazza?

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