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sabato 5 gennaio 2013

Monti, garante e simbolo della nuova destra

monti svela il suo simbolo
Il Professore sceglie un hotel romano del centro per promuovere la sua lista. E dopo circa 45 minuti di ritardo inizia la presentazione del simbolo  sottraendosi alle domande dei giornalisti. 
Dà, però, chiare indicazioni sui criteri delle candidature che dovranno affiancare le sue liste:
alla Camera sarà composta solo da esponenti della società civile e non da parlamentari. Mentre al senato sarà mista ed i parlamentari con un massimo di due deroghe affiancheranno gli esponenti civili.

Monti, in serata, su la 7, ospite di Otto e mezzo, ha precisato "non sono candidato e non è nato un mio partito personale", ma si tratta di "un tentativo di avvicinare i cittadini alla politica", osservando che ora "c'è uno scollamento fra cittadini e politica insano. Spero con la mia lista di poter servire all'Italia". E ha spiegato i motivi della sua salita in politica: "mi sarei sentito a disagio andando nella mia dorata nicchia al senato e vedere dissipare buona parte di quello che l'Italia ha costruito in quest'anno".

"Non sentivo la necessita' personale di infliggere una tale svolta alla mia vita, non ho mai promesso soluzioni facili ai cittadini, ho chiesto sacrifici. Non voglio paragonarmi con nessun altro, ma voglio dare un contributo per migliorare le cose".

Nelle due affermazioni c'è una contraddizione inverosimile: sale in politica ed è già senatore a vita. Dà il contributo per migliorare le cose solo ad una piccola nicchia di potere che schiavizza con le sue politiche la maggior parte degli italiani.

Lo si evince anche dalle alleanze. Tutte con la testa girate a destra. Una destra, questa, sì, conservatrice che non guarda a chi sta veramente male ma è affianco ai grandi capitali. E, d'altronde, cosa propone il prof? una lista della società civile senza parlamentari, una dell'Udc (col nome di Casini?), una di Fli (col nome Fini?)" ed ha enfatizzato

l'apporto di Italia Futura di Montezemolo, che vede ancora in scena Casini, Fini, Riccardi e di tantissime espressioni della società civile" ed ammicca anche all'interesse dimostrato, oltre, come già detto ai parlamentari di Udc, Fli, a quelli del Pdl e del Pd. Insomma, strizza l'occhio a tutti. Forse spera nella rinascita della balena bianca?

venerdì 23 novembre 2012

meglio la bancarotta

Cosa ci nascondono i tecnici al Governo dell'Italia?

A differenza di quanto asseriscono i nostri beneamati tecnici al governo,
Serge Latouche, professore emerito d’economia all’Université d’Orsay e «obiettore di crescita»,indica nella decrescita la via per uscire dal vicolo cieco in cui si è immessa la civiltà occidentale e da diversi anni anche la civiltà orientale. 
Cosa intende per decrescita Latouche? L'esatto opposto di quanto c'è nella famigerata “agenda Monti”.

Il “sovversivo” Latouche reputa possibile una divisa europea chiamata euro e una nazionale chiamata lira; non si scandalizza davanti alla bancarotta, necessaria, per azzerare il debito pubblico. E, cosa interessantissima che pare fuori da ogni logica, mette l'umanità al centro del welfare e al di sopra dei profitti se si vuole uscire davvero dalla trappola valoriale in cui siamo caduti.
Basta quindi pensare allo spread o al pareggio di bilancio! Strumenti che servono solo a impoverire le popolazioni deboli ma arricchiscono gli speculatori e le banche.

Allo stato attuale si evidenzia da sé la consegna di Monti ai suoi ministri tecnici: il silenzio assoluto con la stampa!
Unico fuori dal coro che sembra disattendere la consegna: Andrea Riccardi, ministro dell'integrazione e della cooperazione internazionale dal 16 novembre 2011.
nelle note di Riccardi si legge; fondatore della comunità di Sant'Egidio; uomo impegnato nella chiesa del post Concilio che darà vita alla comunità; professore di storia contemporanea all'università Roma tre etc etc. Insomma, questo santo uomo al servizio dei poveri e degli ultimi sembra fuori luogo in un governo di ragionieri e sembra oltremodo fuori luogo il rimprovero che ha fatto al suo interlocutore, per averlo messo in difficoltà nel corso del programma “otto e mezzo”, a margine della trasmissione di Lilli Gruber su la7. Quando ormai pensava che la trasmissione fosse finita e l'audio disattivato, Riccardi ha detto al giornalista Marco Damilano: mi hai deluso!

domenica 18 novembre 2012

Italia Futura a chi conviene?

Le cose si complicano per l'Italia che sta male.


Se è vero quanto evidenziato dagli osservatori politici, Montezemolo scende in campo per far continuare la linea di Monti e sappiamo bene a cosa si riferisce il programma messo in atto dal governo dei tecnici. Un programma che, se fino ad ora è stato l'antidoto e la cura necessaria per riacquistare credito e fiducia in Europa e nel mondo, adesso inizia ad essere una catena costrittiva per la democrazia la libertà e la cultura della solidarietà verso gli ultimi e i deboli.

Montezemolo è l'espressione di una fetta di italiani che sta benone, che arriva tranquillamente a fine mese e non ha l'esigenza del posto fisso o la paura del contratto a termine e delle bollette che scadono a prescindere del conto in banca.

Hanno pensato a ciò i seimila iscritti al nuovo movimento centrista di Montezemolo?
Giovani e anziani, borghesia e imprenditori, una decina di politici di Udc, Fli, Pd e Api ma non del Pdl, questa la platea della convention di Luca Cordero. E tra la cosiddetta “classe dirigente”, oltre a Luca di Montezemolo, tengono a battesimo il “nuovo fenomeno attivista” Andrea Riccardi, Andrea Olivero delle Acli e Raffaele Bonanni della Cisl, leader sindacale che ha firmato e fatto firmare ai suoi iscritti della FIAT il “ricatto di Marchionne”.
Il nome del soggetto politico èncora da definire, forse “Italia civica” data l'inflazione di sigle presenti.
Nei discorsi, la figura carismatica di Mario Monti è una costante; richiamato più volte dagli interventi e nei contenuti dall’economista Irene Tinaglie dalla metafora di Lorenzo Dellai, presidente del Trentino: “zaino in spalla significa seguire un capocordata che non stupisce con effetti speciali, ma è di poche parole, che sa esser severo ma non cinico, che sa che quello è il suo posto al servizio di tutti. Oggi si è costruito un pezzo importante della cordata e il capocordata, quando sarà il tempo giusto, saprà cosa fare”.
E Andrea Riccardi, nel chiudere la kermesse, la mette così: “Dopo il 2013 sarebbe un errore interrompere il dialogo di fiducia tra Monti e l’Europa, tra Monti e la comunità internazionale, anche perché la crisi continua”.
Non c'è che dire! È davvero un quadro preoccupante!
La strategia di Montezemolo è presto detta, anzi è detta da lui stesso: “Ogni cosa al suo tempo. Non chiediamo al premier di prendere oggi la leadership del nostro movimento. Ciò pregiudicherebbe il suo lavoro. Ci proponiamo di dare fondamento democratico ed elettorale al discorso iniziato dal suo governo perché possa proseguire”.
Casini , dal canto suo, rimarca la paternità del “Monti dopo Monti”. Perché secondo lui “non c’è alternativa alla sua affidabilità e credibilità” e perciò deve essere riconfermata dal “suffragio degli elettori”.
Allora, chiedo a Casini: a che serve la corte di politici che occupa il parlamento, le istituzioni e il Paese?

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