martedì 4 settembre 2012

matrimoni gay, affinità elettive e libertà civili

Il rapporto più bello è quello che non ha la necessità di essere suggellato da alcun legame contrattuale.
In natura è così!
Il sole sorge sulle teste (anche su quelle che non lo meriterebbero), gli alberi danno i frutti e il mare i pesci (che se volassero ad altezza giusta farebbero la goduria di alcuni ma sarebbero un grosso problema per altri. Immaginate una balena che si conficca nel culo di un baleniere e i delfini armati di fiocina per difendersi dalle mattanze, altro che sushi!).
Battute a parte, l'uomo, essendo l'animale in cima alla catena vivente perché, dice qualcuno, dotato di ragione, reputa conveniente indirizzare l'intelligenza per redigere argomentazioni a tutela del proprio benessere e quindi del patrimonio.

Salvo sporadici casi, nonostante si dica che “la legge è uguale per tutti” i fatti dimostrano il contrario. Persino nelle unioni matrimoniali è così! (inutile dilungarci in esempi. Chiunque, anche chi non è sposata/o guardando il menage dei genitori si accorge delle “differenze contrattuali” tra maschio e femmina).

Alcuni pensatori, dopo avere tessuto le lodi dell'amore, si mettono a declinare la realtà e deducono, da buoni osservatori che “il matrimonio è la tomba dell'amore. Come dargli torto?

tempo di more in Calabria

aore12
siepe di rovi con more


Come tutti gli anni, in questo periodo, la siepe di rovi che separa l'agrumeto dalla strada inter-poderale, dà i suoi frutti. Le bacche carnose invitano a tendere le mani e essere raccolte. Tre, le dita che le catturano delicatamente, e nonostante l'attenzione posta per non schiacciarle, pollice indice e medio, infine, sono dello stesso colore delle more. Anche le labbra si tingono di viola. Un viola intenso dal sapore dolciastro che non lascia mai sazi.

Era il tempo delle more, il mese che ti amai; recita una canzone del noto e compianto conterraneo Mino Reitano, il cantante calabrese che ha saputo trasporre poeticamente in testi musicali le sue radici. D'altronde, come poter dimenticare la bellezza?

lunedì 3 settembre 2012

spread, mercati e i limoni amari di Monti

Carburanti alle stelle e generi di prima necessità con prezzi da capogiro.


i limoni del governo Monti
Si sperava in Monti e nella sua squadra di governo ma pare che il tecnicismo dei prof. non abbia risolto i problemi di sopravvivenza e, peggio, non ha risposto a quanto la voce del popolo (Sovrano?) urla da tempo a una classe politica sorda ma attenta ai propri bisogni.
Finora i tagli sono stati a senso unico. Tagli a senso unico nelle aziende che colpiscono solo i dipendenti.
Tasse impossibili per le nuove categorie di poveri che nel tempo sono riusciti a farsi una casa.
Tasse per lo studio, e meno male che lo studio è un diritto! Luce, acqua, gas, persino la legna da ardere è aumentata! Visto che l'80% del trasporto merce avviene su gomma e che le centrali elettriche ancora dipendono dai prodotti petroliferi nonostante lo scempio fatto sul territorio per impiantare mostri eolici e pannelli solari senza tenere conto dell'ambiente( piccolo suggerimento, inutile, lo so, ma gli scienziati hanno preso in considerazione i tetti e le facciate dei palazzoni di città?).

E nell'agricoltura, quanto pesa il rincaro dei carburanti?
In Calabria e Sicilia, oltre al rincaro dei carburanti pesa moltissimo la gestione mafiosa di certi passaggi commerciali. E mentre nella piana di Gioa tauro, ma anche oltre, gli agrumi sono pagati a pochissimi centesimi dalla multinazionale della Coca Cola che li usa per l'aranciata Fanta, in Sicilia, i limoni sono sottopagati con cifre irrisorie tanto da indurre i proprietari a lasciarli sulle piante per non rimetterci l'osso del collo oltre al lavoro.

Intanto sui banche dei super mercati fanno bella mostra di sé i limoni provenienti dall'Argentina: 1 kg alla modica cifra di 2,48€. Intanto lo spread continua a rovinarci l'esistenza insieme ai privilegi intoccabili della politica.

Bravo Monti, hai fatto davvero un buon lavoro! Ma non era questo che ci aspettavamo da te e dalla tua squadra di prof.


venerdì 31 agosto 2012

1 settembre, vietate le lampade a incandescenza

Edison addio!
Dal primo settembre la cara vecchia lampadina a bulbo, quella a filamento che secondo alcuni è stata inventata da Edison e per altri no (di questo parleremo in un altro post), è bandita dal mercato. Il suo posto è occupato per legge dalle nuove lampade a risparmio energetico che, secondo stime governative, dovrebbero ridurre i consumi delle centrali elettriche e quindi abbassare il co2 e abbattere l'inquinamento ambientale.
Per il momento dal primo settembre prossimo scatta il divieto di vendita quelle di potenza compresa tra i 25 ed i 40 watt.

Alla venerabile età di 130 anni le vecchie lampadine a incandescenza sono costrette definitivamente ad andare in pensione e cedere il posto alle lampadine di nuova generazione a basso consumo, fluorescenti compatte, alogene e a LED, queste ultime sono un'insieme di diodi a emissione luminosa che garantiscono un risparmio energetico notevole e non riscaldano, con un’efficienza fino all’85% superiore di quelle tradizionali ed una riduzione notevole delle emissioni di CO2.
Secondo alcuni studi, in diecimila ore di consumo le lampadine a incandescenza producono qualcosa come 390 chilogrammi di CO2 equivalente contro i 78 delle lampadine a risparmio energetico. E trasformano in luce solo il 5, 10% dell'energia consumata; il resto è tutto calore.
Ma come sempre c'è il rovescio della medaglia e in questo caso si chiamano costi in più per le famiglie.
I costi delle lampadine a LED e fluorescenti sono notevolmente superiori e anche se la durata è, dicono, decisamente più lunga, in pratica non si può dire che sempre copre ampiamente la differenza di prezzo. La durata è stimata fino a 35 volte in più di quelle a incandescenza, ma probabilmente quelle che compro io non sono incluse nella statistica visto che si sono rotte prima del tempo stimato.
Una parola di riguardo, va spesa, invece, per le lampadine a led, comunque sempre costose ma col vantaggio di non riscaldare e irradiare molta luce a bassissimo consumo.
Tra le altre qualità, a differenza di quelle a basso consumo fluorescenti, le lampade a led non contengono mercurio.

Ma chi va a spiegare ai vecchietti che adesso dovranno spendere cinque sei volte in più per illuminare casa? Sempre ché abbiano i portalampada e i lampadari adeguati per accogliere le nuove lampadine a risparmio energetico.

mercoledì 29 agosto 2012

Sulcis, il governo dimostri rispetto per il lavoro

La solidarietà di Napolitano non basta.


Jglesias, Sulcis, chi mai avrebbe immaginato che a distanza di qualche anno questi luoghi sarebbero saltati di bocca in bocca a causa di chi sta in miniera?
Si sa la crisi ha toccato tutti ma laddove le opportunità di lavoro hanno solo ed esclusivamente un luogo, anche se duro come la miniera e nient'altro, se si toglie il turismo, allora si capisce il gesto drammatico di quel minatore che si è tagliato le vene e le parole dette più in là, davanti alla “santa barbara”, dove i minatori conservano gli esplosivi: “non fateci fare i pazzi, non vogliamo commettere sciocchezze irreparabili”.
La minaccia non è poi tanto velata visto che buona parte degli esplosivi, oltre 690kg, sono stati nascosti altrove per prevenire sorprese da parte delle forze dell'ordine.
È gente esasperata che non ha altro che la miniera per campare, mandare i figli a scuola, all'università che poi fanno immancabilmente ritorno nella miniera e prendere il posto dei padri e dei nonni.
E tra questi ci sono quattro donne con mansioni diverse, c'è l'ingegnere e l'analista affianco ai minatori che difendono un lavoro duro ma che dà da mangiare.
Lavorare in miniera significa non vedere la luce del sole; non sapere se fuori piove o se scoppia una guerra. Stare in miniera porta lontano dalle beghe dello spread ma poi è lo spread a ricordarsi dei lavoratori mettendoli fuori gioco per tutelare gli affari dei banchieri le loro scalate e i guadagni.
La vita non ha valore per i signori dello spread. I minatori sardi lo sanno bene. i minatori sono andati a dire la loro situazione e esporre la validità dei progetti a tutela dell'ambiente anche a Monte Citorio, ma niente è cambiato. Il governo, la politica non ha dato risposte credibili. e i lavoratori della Sulcis hanno scandito la loro rabbia battendo i caschi sulla piazza del Parlamento e i parlamentari si nascondevano, entravano e uscivano dalle porte secondarie, quelle che non imboccano mai perché là dietro i giornalisti non sono ammessi per questioni di sicurezza.
L'Italia sta piangendo lacrime di sangue. Gli italiani sono delusi e traditi dalla politica. Per questi e altri motivi i minatori non credono più a niente. Oggi uno di loro si è tagliato le vene, ha fatto autolesionismo e domani? Cosa potrà accadere?
Altro che Strasburgo, Vaticano e diritto alla vita! Non sono questi i temi caldi del momento che premono agli italiani. Qua non si tratta d'inseminazione artificiale, di embrioni e etica. Qua si tratta di vite compiute, usurate a spalare alluminio e carbone, sotterrare ceneri e misurare gas a quattrocento metri sotto terra per dare dignità a chi non la merita. Magari agli stessi che hanno provocato la vergogna della Diaz di Torino e tentato d'insabbiare i misfatti, gli ordini di pestaggio punitivo e esemplare. Forse, anche per questi fatti regressi, i minatori si sono premuniti nascondendo in un punto indefinito un certo quantitativo di esplosivo.

tra le Pussy riot e chi lavora in miniera scelgo...

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Ormai fa notizia solo l'azione estrema. L'azione che, pur facendo parte della vita, se fatta in contesti estremi diventa “provocazione” destabilizzante che colpisce le coscienze e la morale comune.

Alcuni, come documentano le cronache degli ultimi giorni, usano il corpo per fare l'amore, anzi sesso davanti ai giornalisti; altri, spinti dalla disperazione, si chiudono nelle celle di carceri dismessi o occupano le miniere per salvaguardare il lavoro e la propria dignità.
Ma, dicevamo, la notizia corre solo se è estrema.

Quindi assistiamo impotenti a sedicenti gruppi punk che, stando ai critici non sono un granché come band e si votano alla politica e chiedono alla Madonna di cacciare Putin in tutte le salse.

La salsa migliore, per loro, è stata l'ultima, in ordine di tempo. Quella che li ha visti impegnate in una manifestazione nella Cattedrale di Mosca, con condanna per teppismo motivato da odio religioso. Parlo delle pussy riot che dopo l'orgia contro Medvev e l'ultima trovata pubblicitaria vedono salire l'interesse effimero dei media e quindi iniziano gli affari e diventare un marchio. Come ha annunciato Mark Feigin, avvocato delle tre musiciste in carcere. Il legale ha precisato che l'iter di registrazione del marchio è stato avviato lo scorso aprile per evitare l'uso del nome del gruppo in varie azioni e progetti. Le componenti della band si aspettano di ricevere i documenti di registrazione nei prossimi mesi. Per ora, a Mosca circolano solo magliette ispirate al movimento anti Putin ma viste le performance tutte le strade sono aperte.

lunedì 27 agosto 2012

Calabria, per Corsera sinonimo di negatività ambientale

La prima reazione, e non credo solo mia, all'articolo apparso oggi sul Corriere della Sera a firma Ernesto Galli Della Loggia sui “mali della Calabria” vissuti in prima persona dal giornalista, è stata d'insofferenza, seguita da una naturale considerazione, tipo: “ma dove è andato a soggiornare? In qualche bidonville del terzo mondo?”, nel punto in cui dice che “i centri urbani, di un'essenzialità scabra in mirabile consonanza con l'ambiente, sebbene qua e là impreziositi da autentici gioielli storico-artistici, sono oggi stravolti da una crescita cancerosa: chiusi entro mura di lamiere d'auto, per metà non finiti, luridi di polvere, di rifiuti abbandonati, di un arredo urbano in disfacimento.”
Per evitare campanilismi, ho lasciato passare l'intera giornata prima di rispondere alle lagnanze del noto giornalista. E mentre il tempo scorre ricordo di aver visto anch'io nell'entroterra i paesi fantasma dalle periferie, forse prive di un piano regolatore, con le case incomplete e le strade sterrate. Paesi che si popolano solo d'estate per la festa del Santo Patrono, occasione calendarizzata dagli emigrati per far ritorno alle origini e spendere i pochi risparmi col compare muratore per alzare un muro, completare l'impianto idrico o elettrico nella casa in perenne costruzione dove passare i giorni della vecchiaia.
Ovvio che la vista di un nordico come E. Galli della Loggia è disturbata da uno scenario simile!

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