sabato 17 dicembre 2011

Catanzaro: dimissioni del sindaco Traversa

aore12blog
catanzaro, siano: verde pubblico
A pochi mesi dalla grande vittoria elettorale di Michele Traversa, quasi l'80% delle preferenze, e dopo alcuni lavori approvati, il sindaco crea la crisi politica al comune di Catanzaro dichiarando le dimissioni. Come mai?
Alcuni pensano che dipenda dalla doppia candidatura di Michele Traversa e che preferisca mantenere quella da deputato piuttosto che da sindaco. Però, c'è anche da chiedersi perché?, vista la sua dedizione alla città e alle cose che ha realizzato per Catanzaro. D'altronde non dimentichiamo che lui la campagna elettorale l'ha iniziata un anno prima.
Altri dicono che il comune sia in dissesto finanziario e quindi non potrebbe mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Altri ancora raccontano di pettegolezzi sussurrati al bar. Di fatto iniziano le liti in seno al consiglio e tra i componenti della maggioranza. Una maggioranza composta da vecchie conoscenze dedita a un modo di fare politica altrettanto vecchio e litigioso che i cittadini non vorrebbero più vedere. Gente ignorante e litigiosa priva di freni inibitori e di rispetto nei confronti degli avversari politici ma anche dei componenti della stessa coalizione che si mettono di traverso e contraddicono le linee guida delle questioni politiche che, tradotto in volgare, significa intralci negli affari in programma.
Personalmente, e spero di aver capito male, dalle parole degli esponenti del consiglio comunale ospiti ad una trasmissione televisiva locale che trattava le dimissioni da sindaco di Michele Traversa, quest'ultima ipotesi è sembrata la più plausibile .

venerdì 16 dicembre 2011

proiettili per Monti e C. spediti dalla Calabria

Dalla Calabra insulti minacce e proiettili ai dirigenti che fanno parte o appoggiano in vario modo la manovra del governo Monti.

Dalle notizie diramate dai media sembra essere il risultato di una mente annebbiata dai fumi dell'alcool o sotto gli effetti allucinogeni di qualche psicofarmaco, tant'è ingarbugliato il pensiero che, salvo i cenni alla finanziaria, non spiega il nesso tra la manovra del governo italiano e “il tritolo degli amici arabi”.
Indubbiamente la manovra così come è stata concepita non piace a nessuno specie ai poveri o nuovi poveri, occupati e senza lavoro che si vedono tassare i sacrifici di una vita per risollevare il sistema economico nazionale mentre vincono le lobby dei farmacisti, tassinari e attività commerciali mascherati da opere di carità o culto. Certo ci saremmo aspettati più equità e magari un minimo di ripresa grazie ad investimenti mirati per ricerca, cultura, scuola e nei campi produttivi in cui l'Italia ha fatto da trainer nei mercati mondiali. D'altro canto, il governo dice di non demordere e che la prossima volta vincerà l'incontro con le lobby... ma perché, non poteva forzare la mano adesso, fare le liberalizzazioni programmate, far pagare chi non ha mai pagato le tasse e ridurre i costi della politica? Però, da questo a sputtanare un'intera regione ce ne vuole! Visto che dalla indagini, e non ce n'era bisogno, perché lo sanno anche i bambini, è emerso che il centro di stoccaggio delle poste di Lamezia Terme smista la corrispondenza in arrivo e in partenza solo della Calabria.
Comunque, duole dirlo, ma anche se alcuni non godono della stima necessaria per mantenere le funzioni che ricoprono ormai da troppo tempo e che si sono resi artefici di parte del cattivo andamento sociale, tra i destinatari dei plichi anche il ministro del Welfare Elsa Fornero i leader del Pd Pierluigi Bersani e dell'Udc Pier Ferdinando Casini.
Lettere minatorie sono state indirizzate anche al direttore di "Libero" Maurizio Belpietro, quello della "Padania", il direttore del "Corriere della Sera", Ferruccio De Bortoli, il direttore di "Repubblica" Ezio Mauro, e del "Tempo", Mario Sechi.

comunque, bando alle ciance, al fantomatico movimento che ha imbucato le lettere minatorie in Calabria, da calabrese, voglio dire che:
Non è con spargimenti di sangue che si migliora la società ma con il dialogo, la resistenza pacifica e la volontà di comprendere le esigenze altrui. Qualcuno prima di me ha detto: è L'ANIMO CHE DEVI CAMBIARE  SE VUOI MIGLIORARE IL CIELO SOTTO CUI VIVI.

il natale x Guglielmo: a regola d'arte


A REGOLA D'ARTE.

“... speriamo di sviluppare un lavoro in sinergia con gli operatori culturali che, piuttosto che pensare alla concorrenza o ai flash sui giornali, dimostrino di essere realmente interessati alla promozione dell’arte in città”; così conclude Rocco Guglielmo la presentazione del suo intervento culturale a favore della città di Catanzaro.

La Fondazione Guglielmo ha iniziato lo scorso anno il suo impegno culturale in città e quest'anno presenta l’architetto genovese Alex Pinna, protagonista della mostra “Ti guardo, mi guardo”, curata da Marco Meneguzzo. La mostra nasce da un legame tra l'autore e la collezione di Rocco Guglielmo.

In questi giorni, 4 silhouette in bronzo e corde dell'architetto Pinna presidiano alcuni angoli del centro storico cittadino. “Si tratta di opere di grande dimensione – spiega il presidente della Fondazione, Rocco Guglielmo - situate all’inizio di Corso Mazzini, nella piazza del San Giovanni, nel chiostro del Municipio e nel cortile di Palazzo Alemanni.

E’ la prima volta che si sperimenta un percorso artistico concepito in simbiosi con il contesto urbano per far convivere l’opera d’arte con la vita quotidiana”.

I lavori di Pinna, dal punto di vista formale, sono aggraziati. Una grazia conosciuta che rimanda alle opere stilizzate di Amedeo Modigliani che, posizionati nei luoghi anzidetti, fungono da graziosi complementi d'arredo.

Le figure di Pinna rappresentano una figurazione essenziale del corpo umano lavorate con corda e bronzo.
A rafforzare il concetto che molta gente ha dell'arte e spesso la confonde con l'artigianato artistico o bene che vada con le linee accattivanti del designer, cadono a fagiolo le considerazioni date alla stampa in occasione della presentazione “dell'evento culturale”.

“Per la prima volta è stata realizzata una lampadina-scultura ispirata ad un vecchia opera di Pinna intitolata “Lucignolo” – continua Guglielmo -. L’artista ha sviluppato il prototipo e, insieme ad un soffiatore di vetro, è stata realizzato il bulbo in tre tipologie, ciascuno con otto esemplari. Un ingegnere si è invece dedicato alla parte meccanica, montando materialmente la lampadina”.

ps.: chissà perché, mi viene in mente la clausola in calce che segue i preventivi per la richiesta di lavori domestici: “la ditta s'impegna a che i lavori siano eseguiti a regola d'arte!”

giovedì 15 dicembre 2011

Catanzaro, teatro Politeama, in scena iagonia

Dopo il “silenzio dei vivi”, tratto dal libro autobiografico di Elisa Springer, presentato al teatro Politeama di Catanzaro, la Compagnia OFFICINA TEATRALE porta in scena "IAGONIA".
Ambientazione grottesca di stralci di vita quotidiana raccontata attraverso allegorie e maschere indossate per camuffare drammi e sberleffi.
Il dramma shakespeariano della gelosia è sciorinato da attori che vestono i panni dei buffoni.
E sulle fragilità umane si concentra l'invettiva del Buffone che, leggendo la storia di Otello, indica le probabili vie di sfogo dei lati oscuri dell'animo umano.
Insomma, la compagnia officina teatrale, propone uno spettacolo dalle tinte forti connotate di gelosia, sospetto, passione, intrigo, sete di potere, non prive, comunque, della giusta carica di ironia e emotività .
Dalla nota diramata dalla compagnia si evince che lo stile teatrale di “iagonia” è quello de "I Buffoni Medievali", quindi gli emarginati, gli esclusi, i ghettizzati che accusano e denunciano i mali della società dall' "alto" della loro deformazione.
La deformazione fisica (pance, gobbe, grandi natiche, nani, etc.) è scudo e arma per attaccare una società deformata nell'anima perché ha perso gli elementi basilari del vero senso della vita. L'intero corpo diventa maschera, non vi è conflitto tra Buffone e Deriso, perché socialmente il buffone è un "sacro pazzo intoccabile", così il "Buffone del Re" lungi dall'essere realmente pazzo, può dire tutte le verità. Con il corpo di un Buffone, colui che si burla, può prendere la parola e dire cose inaudite, deridendo persino "l'inderisibile".
L'alternanza tra prosa e coreografiche allegorie rafforzano il fare dei Buffoni in un crescendo che fa rivivere il dramma più bello del “Periodo Nero” di W. Shakespeare. Sulla scia, quindi, del piano astuto di Iago, vittima o carnefice, si scrive la trama di una vicenda che immancabilmente sfocia in tragedia. Desdemona, Otello, Cassio ed Emilia diventano burattini i cui fili sono manovrati dalla follia lucida di un uomo in preda alla gelosia.

Regia e testi: Giovanni Carpanzano
Cast:
- Maria Maddalena Ascione
- Sebastiano Barbagallo
- Danilo Commarà
- Vanessa Curto
- Vincenzo Lazzaro
- Marco Martino
- Claudia Olivadese

il 23 dicembre, al teatro dell'auditorium Casalinuovo di Catanzaro.

martedì 13 dicembre 2011

Franco Morelli, arresto inquietante

Partendo dal presupposto che lo Stato ha tra gli altri compiti quello di recuperare le persone che hanno sbagliato, la detenzione cruenta è di per sé una violenza gratuita specie se inflitta a chi non ha mai fatto del male a nessuno e si è prodigato cristianamente per aiutare quanti hanno avuto l'opportunità di conoscerlo anche con una semplice parola di conforto. Come spiegare altrimenti i suoi 14mila voti di preferenza nel cosentino? Franco Morelli è conosciuto per la sua umiltà e benevolenza nei confronti degli ultimi. Detto ciò, mi è difficile credere che Franco Morelli, il consigliere regionale della Calabria arrestato nei giorni scorsi nell'ambito dell'operazione "Infinito" della Dda di Milano, possa far parte di quell'area grigia dedita a caldeggiare i loschi affari della 'ndrangheta. No! È proprio difficile poter credere che si sia macchiato di un peccato simile. Per il momento è stato privato della libertà, cosa di non poco conto che, in una persona sensibile qual'è, ha già creato i primi effetti devastanti.

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, riporta impressioni drammatiche che si condensano nelle sue testuali parole: “È un vero e proprio incubo. Non riesce a darsi una spiegazione di quello che gli è successo. E' visibilmente molto provato. Ha già perso 10 chili. Alla moglie, che ha incontrato pochi giorni dopo il suo arresto, ha detto guardandola negli occhi: "Perché sono qui, perché mi hanno arrestato, come è possibile che io sia qui in carcere. Cosa ho fatto di male, di così grave? Non ho mai commesso alcun illecito. Durante tutta la mia vita ho solo sempre aiutato tanta povera gente..”. Corbelli, dopo aver denunciato la sua forte preoccupazione per lo stato di salute di Franco Morelli che ha perso 10 kg in sette giorni, chiede l'intervento del Ministro di Grazia e Giustizia, Paola Severino, per quella che definisce "una grande ingiustizia e una tragedia che si sta consumando nel silenzio e nell'indifferenza generali, interrotti solo dal massacro mediatico, nei confronti di una persona per bene, da tutti stimata sino al momento dell'arresto". Corbelli, in una nota trasmessa all'Agi, parla di "violazione dei diritti più elementari che impediscono ai familiari di poter finanche portare gli indumenti pesanti necessari per l'inverno, perché è consentito portare ogni mese al detenuto un massimo di 20 kg di roba (alimentari o altri prodotti e vestiti). I familiari - aggiunge - possono vederlo solo 4 ore al mese. Non si possono calpestare in questo modo i diritti, la stessa dignità umana di una persona, cancellare la sua storia vissuta tutta all'insegna della correttezza, onestà e grande umanità. E ancora, aggiunge Corbelli: Si può trattare come un pericoloso criminale una persona perbene, indagata ma non ancora ne' condannata, ne' rinviata a giudizio, ne' processata? Perché - domanda - non vengono concessi subito gli arresti domiciliari a Franco Morelli, considerando che si tratta di un incensurato e di una persona onesta e perbene? Se al processo, come sono certo, sarà dimostrata la sua totale innocenza chi mai potrà ripagare e risarcire della grande sofferenza e dell'immane dolore Morelli e la sua famiglia?

tempi di plastica

Con l'avvento di internet si è amplificato un vecchio virus. Un virus che s'insinua nelle menti ubriacate dai sensazionalismi mediatici e incoraggia gl'impavidi a spararla sempre più grossa. Non importa se la notizia sia vera o si avvicina alle intenzioni dei soggetti menzionati, l'importante è che susciti curiosità, solletichi le morbosità individuali e spinga a sbirciare nelle pagine dei giornali on line, blog, social network.
Il mondo virtuale assume forza e credibilità quanto più riesce a incamerare clic sul bottone dei “mi piace”. Alcuni cliccano con leggerezza, come se fosse un gioco innocente e non si rendono conto che quella semplice pressione può rafforzare ego dannosi che possono sovvertire temi culturalmente sensibili nel privato e quindi nel sociale.
Non c'è bisogno di citare esempi specifici per rendere chiaro il concetto, è sufficiente che ognuno di noi faccia una disamina dei propri e altrui comportamenti; considerare aspetti normalissimi in una società civile: chi compila la fattura, stacca lo scontrino, parcheggia negli spazi appropriati e lascia liberi scivoli, passerelle e posti assegnati ai disabili; chi, per vivere, non è costretto alle moderne schiavitù o prostituzione, come dir si voglia.
L'indignazione postuma non risuscita i morti.

lunedì 12 dicembre 2011

Equità nelle manovre di Monti?

le manovre del generale Monti


Prima dell'unità d'Italia nel regno delle due Sicilie spadroneggiavano i Borboni, nel nord i Savoia. Il sud, era dedito alla terra e alle miniere di ferro, all'industria metallurgica alla fabbrica di armi e degli utensili che, dalla ferdinandea, tra le serre calabre, esportava in tutta Europa ; il nord, volgarmente chic e spendaccione scimmiottava le grandi potenze e tesseva accordi sottobanco con governi forti per continuare a regnare. Quindi, nobiltà del sud ricca e nobiltà del nord in decadenza. E il popolo? Per il popolo non c'era nessuna differenza! Stenti e fame al sud come al nord!
Al sud comandavano i nobili latifondisti e proprietari delle miniere legati ai Borboni. Al nord la classe egemone collegata ai Savoia. a un certo punto qualcuno ebbe una bella idea e pensò di unificare lo stivale. Chiamò un uomo d'armi per mettere sotto un'unica bandiera, quella dei Savoia perché vicini alla gran Bretagna, nord e sud. Il generale per attuare i suoi piani fece accordi con tutti, nobili, nuovi ricchi e popolo.
Quest'anno abbiamo festeggiato i 150 dell'unità d'Italia mentre la lega nord gridava, e continua a farlo, alla secessione e all'istituzione di uno stato padano dopo avere bonificato le paludi delle risaie, migliorato la viabilità e pianificato i debiti con i soldi saccheggiati ai Borboni a unità avvenuta.
Cosa c'entra la storia? C'entra c'entra... qualcuno ha detto (uno di quelli che ha fatto crescere gli italiani non tanto bene visti i risultati) il potere logora chi non ce l'ha! Tant'è vero che mentre il nuovo generale della finanza (adesso le guerre si vincono con l'alta finanza e non più con la spada) chiamato a governare l'emergenza fa piangere persino i suoi ministri, i parlamentari si dicono sopra le parti e non lasciano decidere ad altri la sorte dei loro onorevoli stipendi, a differenza del popolo che rimane in mutande a seguito della manovra economica imposta dal generale Monti.

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