mercoledì 6 aprile 2011

emergenza migranti, lavoro, nucleare ma l'ombelico del mondo è Berlusconi



In che misura il gossip inquina e depista le attenzioni della collettività?
Quanto le attenzioni mediatiche rivolte al Premier ammantano gl’interessi politici e fomentano le morbosità facendo cadere sotto la soglia d’attenzione problemi reali e seri come le guerre in atto, i migranti, le lottizzazioni, il nucleare, le emergenze, la spazzatura, la disoccupazione, la cultura?

L’elenco sarebbe lungo, ma fermiamoci e cerchiamo di capire se la pochezza di pensiero ha invaso anche noi; se siamo rimasti contaminati dalle “euforie” di Silvio Berlusconi, sulle quali i giornalisti si stanno sbizzarrendo oltre misura, o ancora abbiamo un briciolo di cervello pensante; se riusciamo a discernere l’importanza del bene e del male e fare in modo di rimettere in carreggiata la parte buona delle cose.

È vero!, stiamo vivendo periodi difficili ed è altrettanto vero che la classe politica attuale non è in grado di gestire le difficoltà oggettive della gente ad iniziare dal welfare e dalle esigenze scoppiate in Africa, dalle necessità dei giovani europei e africani, entrambi, in maniera diversa, legittimamente, in fuga dai luoghi d’origine alla ricerca di un lavoro e della libertà.

Nella fuga per la libertà, un barcone di profughi è affondato e circa 200 persone sono date per disperse al largo di Lampedusa.

A Fukushima le contaminazioni sono oltre la soglia di 7,5 milioni di volte consentite dal limite legale e il cesio137 è di 1,1 mln di volte superiore alla norma consentita, l’acqua del mare è radioattiva, 10.000 i dispersi, 3 contaminati, 80.000 residenti costretti all’evacuazione e nei prossimi giorni più di 1.400 scuole dovranno essere testate.

In uno scenario simile, cosa giustifica la presenza di centinaia di troupe giornalistiche schierate davanti al tribunale già dalle prime ore della mattina davanti al Palazzo di Giustizia di Milano con le fly parcheggiate dalla parte opposta del tribunale a formare una lunga catena di parabole? Giornalisti e televisioni per la prima volta all’udienza interlocutoria perfino dal Giappone e dall'Australia. Presenti anche tantissimi cronisti spagnoli e troupe anche dai Paesi Baschi, probabilmente delusi perché rinviata al 31 maggio.

Intanto, all’Aquila, due anni dopo il terremoto, la scenografia non è cambiata. L’emergenza rimane sulle spalle dei cittadini inermi.
E per emergenza s’intendono tutti i problemi esposti sopra ma anche quelli sottaciuti per pudore o rassegnazione.

martedì 5 aprile 2011

314 sì, ora la Consulta decide chi processa Berlusconi



Oggi alla camera dei deputati i parlamentari si sono espressi sul conflitto tra poteri istituzionali avanzato dalla maggioranza sulla questione “Ruby” che vede il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi indagato dai giudici di Milano per le note vicende già ampiamente divulgate dai mass media. 314 a favore e 302 contrari e tra i favorevoli troviamo l’ex Mpa Aurelio Misiti e i liberaldemocratici. Ora la Consulta dovrà pronunciarsi sulla questione e decidere se Silvio Berlusconi debba essere processato a Milano oppure, perché deputato, dal tribunale dei Ministri.

Al di là di come e da chi debba essere “giudicato” il nostro Premier, ai cittadini, non sfugge l’ennesimo muro contro muro che si fa alla camera per questioni futili. La futilità consiste nel maldestro tentativo di condizionare leggi e organismi che, all’insegna di quanto emerso nelle vicende contestate, qualunque sia il tribunale giudicante non potrebbe che arrivare alla medesima sentenza.

Sconcerta vedere gl’illuminati parlamentari stracciarsi le vesti e fare i conti della lavandaia: "I 330 voti Berlusconi se li è sognati. Non c'era la registrazione del voto, ma visto che noi dell'opposizione eravamo 312 e ci sono stati 12 voti di scarto, loro erano 314".

In un clima culturale simile sarebbe opportuno che tutti tornassero tra i banchi di scuola a studiare l’educazione civica come si studiava un tempo insieme a qualche sano tatticismo che aiuti ad uscire dal pantano e, principalmente, per riscoprire l'etica e la morale dei nostri padri. Ma a loro questo non importa perché senz’altro sono coscienti dello spettacolo che danno all’opinione pubblica e non se ne preoccupano. A loro interessa tirare i remi in barca e ottenere quanto premeditato.

Peccato che tra i banchi di Montecitorio siedano anche dottori in legge e gente che avrebbe dovuto conoscere e rispettare la Carta Costituzionale della Repubblica. Tutto il resto è aria fritta!

domenica 3 aprile 2011

porta a porta: Yara, quando lo show è sciacallaggio voyeuristico

Dignità e dolore trasmigrano dalla lettera della famiglia Gambirasio e inondano i cuori e la mente delle persone perbene, ma non intaccano la scorza di Bruno Vespa e del suo modo blasfemo di fare “cronaca”.

Lui, "l’architetto delle casette horror e dei plastici" per guardoni privi di fantasia, ha messo in onda un filmato che va a toccare il privato di una famiglia che ha sofferto i drammi dell’angoscia prima e della speranza durante le ricerche, prima di apprendere la tragica fine della bambina.

Un’azione assurda quella di Vespa se si pensa a quanto è successo e quanto avrà sofferto la bambina. La famiglia e la collettività.
Immaginiamo, solo per un istante, se il fattaccio fosse successo a lui o a noi, avremmo trovato sollievo da una trasmissione improntata sul voyeurismo mediatico?

Perché aggiungere alle ferite ancora aperte della famiglia e di quanti hanno un briciolo di sensibilità il clamore mediatico degli sciacalli?

A parte che non si capisce a cosa e a chi possano servire le immagini della povera Yara intenta a fare ginnastica se non ad evidenziare l’azione disdicevole di quanti hanno ordito lo show, visto il tragico epilogo della ragazzina, e nonostante il veto posto dai familiari; ma ecco l’arroganza del dottor Vespa scavalcare i dubbi nostri e la volontà della famiglia e le manda ugualmente in onda.

Nello studio c’è un’altra lince complice, che Vespa presenta mentre fa partire le immagini: “Sono filmati di Yara che vince una gara di ginnastica ritmica regionale, ottenuti, senza nessun tipo di trattativa commerciale o economica, dall’inviato di Panorama Carmelo Abate”. Ma chi l’ha pregato ad Abate di portare il video? E, per quale motivo?

Sciacalli a parte, ecco il pensiero della famiglia di Yara:

"Vorremmo esprimere pubblicamente - dice la lettera - il nostro sentimento di amarezza e di sdegno nei confronti di chi, in maniera spasmodica e pressante, continua ad invadere il nostro dolore di famiglia angosciata da un dramma indescrivibile. Non capiamo e non giustifichiamo questo continuo accanimento giornalistico nella ricerca di fotografie o di video raffiguranti nostra figlia Yara. Rimarchiamo la nostra volontà di non autorizzare l'emissione di queste immagini, che ai fini investigativi non sono di alcuna utilità. Vi preghiamo di non nascondervi dietro il paravento del diritto di cronaca, abbiate semplicemente rispetto ed umilia per la nostra situazione. Stiamo cercando di ricostruire un nuovo equilibrio familiare e il clima che state creando non ci sta aiutando. Infinitamente grati, famiglia Gambirasio".

sabato 2 aprile 2011

amministrative: i 5 candidati a Catanzaro



Le parole buttate nel territorio della politica non sono buone o cattive, sono semplici strategie dialettiche pronte a cambiare e seguire la forza del vento. Come spiegare altrimenti le iniquità di certi rappresentati che dicono apertamente “basta con le risorse spese per gl’immigrati! Pensiamo ai poveri italiani e spendiamo i soldi per loro!”. (l’ha detto Storace in Calabria tra Lamezia terme e Cosenza durante gli incontri per le amministrative). Ricominciano le strategie, le accuse, le falsità e nessuna verità.

I teatranti della politica ormai hanno fatto il callo! Promettono, giurano e spergiurano. Litigano per mantenere il potere e per fare ciò devono escogitare storie e trovare nemici da porre come obiettivo così da tenere alta la tensione tra gli idealisti che credono di avere a che fare con persone serie.

Il millantatore sa come porsi e come incitare gli animi, e la massa acefala, dal canto suo, pare abbia bisogno di questi sciamani più della promessa fatta in campagna elettorale, una volta raggiunto il potere.

La storia si ripete uguale dappertutto; tra litigi in seno ai partiti e nelle alleanze per assicurare candidature certe, il gran dispendio d’energie economiche e interventi intellettuali più o meno mirate, c’è il cittadino comune, agnello sacrificale che, comunque vadano le cose, suo malgrado starà inebetito a soffrire come conviene alla selvaggina da catturare e offrire per la causa famelica delle lobby. (speriamo di no! speriamo che questa volta sia diverso e che il/i nuovo/i sindaco/i lavori/no per la comunità tutta!)

Non è catastrofismo! È realtà! Basta guardarsi attorno e ragionare sulle cose che accadono da sempre e non cambiano mai. Anche se, per onestà, si deve ammettere che Michele Traversa, tra i cinque candidati a sindaco di Catanzaro è l’unico ad avere dimostrato di saperci fare e lavorato per migliorare la qualità della vita ai catanzaresi durante il suo mandato di consigliere regionale e provinciale.

Per la par condicio, i candidati a sindaco di catanzaro sono:

Michele Traversa; centrodestra
Antonio Argirò, attuale vicesindaco del capoluogo calabrese, sostenuto dal movimento Autonomia e diritti, da Alleanza per l'Italia, quindi Loiero, e altre sigle.
Salvatore Scalzo per il centrosinistra, principalmente pd;
Luigi Ciambrone per Futuro e Liberta';
Luciano Celia per il movimento "Fratelli d'Italia".

venerdì 1 aprile 2011

pensioni d'oro e povertà



Parlare adesso di pensioni o stipendi d’oro di certi dirigenti è come sparare sulla croce rossa, vista la disoccupazione che c’è, specie tra i giovani e la nuova disoccupazione che tocca i cinquantenni. Significa buttare benzina sul fuoco del malcontento!

È come voler recuperare facilmente terreno per le imminenti elezioni amministrative osteggiando i migranti del nord Africa perché troppi e forse privi di titoli o cultura parificata e dall’altro canto ci si stracciano le vesti per i talenti italiani o i cittadini che hanno le “carte in regola” ma sono costretti anche loro come i ragazzi tunisini di tentare la fortuna altrove.
le immagini dei notiziari sono eloquenti in merito.

A Lampedusa ma anche a Manduria, i dirigenti politici hanno cavalcato gli eventi, si sono presentati ai cittadini e hanno spostato i figuranti coi relativi cartelli di benvenuto o di dissenso in base a chi doveva arrivare e ricevere il messaggio. Eppure, non è un caso se gli stessi personaggi sono con le mani in pasta nell’attuale governo, anzi, sono sempre stati nei governi.
Allora? Come mai in tutti questi anni non sono riusciti a migliorare il tenore di vita degli italiani ma lo hanno mortificato fino all’indigenza?

Certo, fa senso sentire di gente che percepisce 31milaeuro al mese di pensione mentre moltissimi non li vedono neanche in tutta la vita, come fa altrettanto senso vedere i parlamentari della repubblica scadere intellettualmente e moralmente e capire senza dubbi o malintesi che sono lì a tutelare interessi di bottega piuttosto che nazionali.
Come giustificare altrimenti i tatticismi di quell’ex ministro che si è dovuto dimettere perché qualcuno gli aveva fatto un regalo a sua insaputa (ignorava di essere stato beneficiato da ignoti nell’affare di una casa in centro a Roma) e che ora, dopo un periodo, breve, di decantazione, torna con le sue truppe cammellate alla conquista di un posto al sole? E guarda caso i suoi luogotenenti hanno nomi e volti noti, spesso attenzionati dai giornali e dalla magistratura.

Lo sconcerto dei cittadini monta e la disaffezione alla politica ha terreno fertile in simili circostanze malgrado le poche persone degne che ancora si spendono per una Politica Alta al Servizio della Gente.

sabato 26 marzo 2011

apparire o essere? la vita come opera d'arte


aore12
©by mario iannino, 2011, realtà contemporanee, particolare, opera polimaterica su cellulosa

Cosa significa “arte” nel lessico comune per la maggior parte delle persone?

Con estrema facilità si sente appioppare l'appellativo di “artistico” “artista” “arte” a questioni squisitamente comuni; ad azioni di normale routine; a soluzioni tecniche spesso intellettualmente infruttifere se paragonate alla vera essenza della vita e dell'Arte.

dal punto di vista, non filosofico, storico o analitico, ma, incentivante al pensiero comune che sfocia nella meditazione c'è ben poco di “Arte” in una impeccabile esecuzione pittorica che espone chiaramente episodi dettati dai vincitori per glorificare un dato momento. Lì, in quel determinato lavoro, si può ammirare la maestria acquisita dopo lunghi anni di lavoro, quando c'è!, la conoscenza delle tecniche pittoriche, la costruzione dei piani, l'enfasi; il dramma, il castigo, la promessa ecc., tutte cose che afferrano alla gola, cose di pancia, si dice adesso, tanto per stare al passo coi tempi, ma niente di più! Effetti visivi che già nell'800 Emile Zola condannava come elementi diseducativi; antiartistici proprio perché tendono a mostrare il lato esteriore del concetto connaturato all'operazione artistica e al fare dell'artista.

Oggi il frastuono dei mass media imbarbarisce le menti dei presunti colti. Basta avere un minimo di conoscenza nozionistica, molta faccia tosta, partecipare nei teatrini mediatici alle messe in scena dei conduttori per sponsorizzare un dato fattore, fare scenate, inveire e urlare più forte degli altri e il gioco è fatto! La star è bella e pronta. Da quel preciso momento il suo unico impegno è di continuare ad esserci. Essere presente nei talk show. E non importa se il suo comportamento, le sue parole diseducano e sviano la maggior parte dei ragazzi dai percorsi evolutivi sani. Quello che conta è il picco massimo di ascolti che raggiunge la trasmissione quando lui parla o interviene violentemente ammutolendo gli ospiti dissenzienti.
Conta la sua parola ben remunerata a favore di un certo artista specie se nei lavori da piazzare si ravvisano elementi, visivamente ambigui, attinenti alla realtà conosciuta. Decorazione, artigianalità, proposta creativa, opera d'arte, non fanno differenza in chi sa vendere accattivanti parole fumose. Anzi, sono preferibili le mezze tacche: il Genio, intimorisce!

Ebbene, questo tipo di ectoplasma costruito in laboratorio ha la responsabilità civile di chissà quante migliaia di persone che pendono dalle sue labbra e prendono per oro colato quello che lui dice e fa. È un po' come quei preti che parlano bene dall'altare. Quei preti che fanno commuovere i parrocchiani e li fanno andare via dalla chiesa col magone e pieni di sensi di colpa per non essere stati altruisti, buoni, servizievoli. Preti che vivono la spiritualità secondo canoni personali. Preti manager imbevuti di materia che antepongono i profitti alla dottrina divulgata dal Cristo.
Guardiamoci attorno, non molto lontano da noi ne ravvisiamo qualcuno. A questo qualcuno vestito da intellettuale, politico, religioso, artista (?) diciamo:

Anche la vita, vissuta in un certo modo, piuttosto che in un altro, è o può essere Arte!
Arte!, non teatralità o spettacolo effimero che tarpa le ali alla verità e muta in peggio il corso degli eventi!

le teorie destabilizzanti di Galan ministro della cultura




Di male in peggio! Dopo Bondi, Galan. Possibile che questo è il meglio che il governo Berlusconi possa propinare all'Italia? E, si badi bene, non c'è polemica quando uso il termine “propinare” viste le uscite del neoministro della cultura Galan!

I Bronzi - dice Galan - sono stati trovati nei mari della Calabria ma solo per questo devono rimanere in quella zona.”

giusto! Ha ragione! Ma per gli altri beni culturali sparsi per l'Italia che facciamo? Li facciamo smontare tutti e li rimontiamo in Veneto o sotto casa di Galan? Visto che ora è lui a comandare?

Ma l'intellettuale neoministro non si ferma solo ai bronzi di Riace, mette in dubbio anche la “festa del cinema di Roma”, la definisce stravagante se paragonata al più antico festival di Venezia.

Insomma, non c'è che dire! Le ricchezze devono stare solo in Veneto o nelle regioni governate dalla lega e chi ha qualcosa o tenta di istituire qualche intuizione culturale non lo può fare.

Si rasenta l'assurdo. La mediocrità è al potere e lo gestisce secondo parametri iniqui e di bassa lega. Azioni, queste dei ministri attuali, che non possono passare inosservate perché intellettualmente inaccettabili ed espongono gli italiani al pubblico ludibrio.

Galan farebbe bene a incentivare la cultura nell'accezione più ampia del termine; proporre interscambi; creare aree d'interesse nazionali connesse tra di loro, valorizzare siti e realtà geografiche differenti perché dalle differenze nasce la creatività propositiva che emancipa l'umanità.

mercoledì 23 marzo 2011

dalla candela all'atomo, 50 anni di storia



Negli anni '50 in Calabria e nel resto d'Italia la maggior parte delle persone non aveva le scarpe, camminava scalza e aveva le toppe ai vestiti.
Nelle famiglie, i vestiti passavano dai genitori ai figli e dai grandi ai piccoli. Non si buttava niente e le donne erano educate ad una sana e responsabile economia domestica. Rattoppavano i vestiti fino a quando il tessuto teneva; rigiravano giacche e cappotti e quando i pantaloni lunghi erano collassati in prossimità delle scarpe si trasformavano in pantaloncini corti per l'estate.
Le poche persone che avevano le scarpe erano ritenute benestanti, “ricche”.
La povertà era misurata dai calli ai piedi e alle mani; dalle toppe sui vestiti; dalla gracilità. Ma, nonostante ciò, il sorriso sulla faccia dei bambini era una caratteristica usuale. Bastava poco per rendere felice un bambino: due legnetti in croce e iniziavano interminabili battaglie con la spada; una verga verde, flessibile, con una cordicella tesa alle due estremità la trasformava in arco; questi i giochi dei bambini degli anni '50 e '60 che si svolgevano per strada o nelle campagne.

Non c'era l'emergenza spazzatura. Non esistevano le buste di plastica; il polistirolo e gli imballi che oggi assediano le strade. E non cerano neanche i cassonetti! Non servivano!

La spesa si faceva al dettaglio in spacci che vendevano baccalà, sarde sotto sale, corde, stringhe, lucido per scarpe, fermagli per capelli, stivali e scarpe; anche la pasta si vendeva sfusa e avvolta in un foglio di carta ruvida, ma c'era chi preferiva portarsi dietro un canovaccio per avvolgere i maccheroni, anche se la maggior parte delle donne la pasta se la faceva in casa. Solitamente il sabato era destinato alle provviste per il pranzo della domenica. La donna di casa, sul tardi impastava la farina e la lasciava lievitare qualche ora nella madia coperta con tessuti di lana e alle prime luci dell'alba, quando il forno era ben caldo, tirava le braci ai lati e infilava le pagnotte. Non c'erano molte panetterie o forni nei paesi e neanche macellerie. Si macellava in occasione delle festività importati qualche agnello o capra e il maiale per le provviste familiari. Uccidere una mucca era impensabile fino a quando questa non si azzoppava o diventava vecchia. Al mucca forniva il latte e tirava il carro. In quegli anni ognuno si sapeva gestire la quotidianità.

Oggi non siamo più abituati e neanche abbiamo i mezzi, o forse non vogliamo riscoprire il profumo del pane appena cotto che pervade la casa; preferiamo andare dal panettiere e se questo chiude cadiamo nel panico. Ma non c'erano neanche tantissime macchine e nelle campagne il mezzo di locomozione era il somaro e non il fuoristrada, il suv che invade i marciapiedi e inquina.
Il somaro era il compagno di lavoro che s'inerpicava su per viottoli stretti e trasportava l'inverosimile anche da solo, una volta imparata la strada.

Negli anni '50 nelle case non c'era l'elettricità. Quindi, non c'era il frigorifero; la lavatrice, la lavastoviglie, il forno elettrico, la televisione e neanche i lampadari. In compenso c'erano molti sogni nell'aria. Uno di questi sogni contemplava la tecnica al servizio dell'uomo e la prima lampadina elettrica che spodestò quella a gas o a petrolio, ne accese altri di sogni, come le falene che ballavano attorno al bulbo e che nelle notti fredde riscaldava.

I sogni sono finiti all'alba, nell'era dell'energia atomica; con la bomba su Hiroshima; i disastri nucleari delle centrali di Chernobyl e di Fukushima, che l'uomo ha voluto impiantare per sopperire al consumo energetico spropositato che gli necessita per mantenere il modello di vita che si è costruito pur sapendo i danni irrevocabili che provoca l'atomo trattato fuori da certi parametri e le contaminazioni ambientali delle scorie prodotte dalle centrali nucleari in assenza di una tecnologia evoluta.
Allora?, tornare all'età della pietra? Certamente no! Basterebbe essere un po' oculati.
©riproduzione vietata

martedì 22 marzo 2011

demenzialità mediatiche: i reati di Scalzo

aore12



Lo so potrei farmi i cazzi miei ma siccome siamo in democrazia voglio dire la mia sulle persone che si candidano a amministrare la città in cui vivo.
Per quanto riguarda i vecchi della scena politica catanzarese, Loiero e Traversa, la loro storia è più o meno conosciuta in città e fuori visto che tutti e due hanno avuto incarichi comunali, fatto i consiglieri e assessori provinciali, regionali e i parlamentari nazionali con cariche anche di ministri o vice e quindi hanno già dimostrato come governano.
Si dice sempre che le amministrative non hanno niente a che fare con le politiche. Mai cazzata più grande è stata detta! Se no, perchè ogni volta i sostenitori di destra o sinistra e centro, alla fine hanno detto: abbiamo vinto noi? Si, perchè alla fine vincono sempre tutti. Nessuno perde! Nessuno che dica onestamente: ho sbagliato! Questa volta ho perso perchè...

sembra che la politica sia il territorio delle possibilità mancate; sì, però dagli altri.
E noi? Noi che ci riteniamo migliori, che facciamo per migliorarla?
È vero!, fino ad ora non ha dato buoni esempi se si guarda agli scandali e alle mancate soluzioni dei problemi che affliggono i cittadini. L'altro giorno leggevo che in Catanzaro un numero enorme di cittadini frequenta il banco alimentare tutti i giorni per sfamarsi, circa 15mila, e altri, per pudore non lo fanno e si rivolgono ai familiari. Davanti a queste notizie c'è ben poco da dire. È il risultato scabroso delle politiche attuate nel tempo dai vari governi!

Bene, dicevamo, e noi cosa possiamo fare per migliorarla questa benedetta politica?
Anzitutto discutere; osservare con piglio critico quello che è stato e quello che dovrebbe, secondo noi, essere.
Insomma, dire la nostra opinione, anche se sbagliata, ma dirla! Ed è per questo, che davanti al maxi manifesto di Salvatore Scalzo, il ragazzo candidato sindaco dalla sinistra, ho esclamato: “demenziale!” ma chi è il suo staff creativo? Come può proporgli una simile cagata? Non è strategia ma semplice, se vogliamo, enfasi. E dopo un simile atto di compassionevole esternazione d'amore verso la sua città cos'altro dirà o farà? Dopo le foto segnaletiche da ricercato, cosa proporrà?

L'ingenuità di Scalzo è disarmante! Come può pensare di raccogliere consensi scimmiottando la destra che governa l'Italia? Anche loro hanno parlato d'amore eppure la povertà è aumentata tra la gente comune. Hanno parlato di milioni di posti di lavoro ma fino ad ora non si sono visti.

Per farla breve: Salvatò se ti accontenti di un posto da consigliere comunale va bene, continua pure così, tanto per salvare la faccia anche ai vecchi del pd calabrese e catanzarese, ma sì più combattivo ...
Senz'altro, adesso, non vinci lo stesso, però puoi dire di avere movimentato davvero una realtà asservita anche alla vecchia sinistra. E, attento ai lupi! anche a quelli che ti hanno convinto di essere colpevole ... i sentimenti non sono mai una colpa, sono valori rari da coltivare e preservare con pudore. i reati perseguibili a norma di legge sono ben altri!, perciò non scadere in teatralità inutili. la politica non è un atto teatrale; è servizio!

lunedì 21 marzo 2011

2012, la profezia dei Maia



Come al solito non c'è mai una linea univoca neanche quando si tratta di questioni delicate che coinvolgono il destino dei popoli. E nonostante vi siano leggi, ponderate e scritte dagli uomini per legittimare interventi delle forze democratiche oltre i confini nazionali a favore delle popolazioni oppresse dai tiranni che uccidono civili insorti, in Italia e nel resto del mondo la polemica infiamma i cuori.

Gli schieramenti sono netti:
i tiranni, che approvano l'intervento sanguinario per reprimere i dissenzienti, i liberali, definiti anarchici indisciplinati; “non rieducabili” alle scuole dei regimi totalitari, non ammettono ingerenze da parte di altri popoli nelle loro questioni interne;

i democratici, che ritengono inaccettabili e improponibili i sistemi coercitivi esercitati sugli inermi, pur valutando le inevitabili problematiche, consequenziali alle operazioni d'aiuto portate agli oppressi, sostengono gli interventi dei paesi democratici tesi a mitigare morti e disagi alle popolazioni.

Non è un caso se la maggior parte delle popolazioni sottomesse a regimi dittatoriali invocano sistemi di vita più democratiche. Non è un caso se le donne di tutto il mondo pretendono rispetto e parità reali. Come non è un caso che le rivolte avvengono perché i dittatori si sono bevuti il cervello e arrestano bambini delle elementari perché intonano una canzone o perché disegnano graffiti sui muri contro il regime, come successo in Siria.

Il vento della libertà soffia, pulisce l'aria, fa tremare i tiranni, cancella dittature, spazza via nebbie cariche di falsità intrise di ideologie assurde; apre nuove ere, dove ognuno ha la possibilità d'intraprendere la strada più consona al proprio modello di vita rispettando i percorsi altrui.

Che sia questa la fine preannunciata dai Maia? La fine delle dittature e della schiavitù dell'uomo sull'uomo? La fine di certi subdoli parolai di mestiere la cui unica preoccupazione consiste nell'imbonire le masse incolte e mantenerle tali?
Se è così, aspetto con ansia il 2012 e brinderò con sommo entusiasmo alla rinascita dell'uomo!

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