giovedì 31 dicembre 2009

codici segreti e lessico popolare: numeri e significati



Numeri, significati, codici segreti e lessico popolare


La natura si manifesta per quella che realmente è.
Animali vegetazione e territorio non hanno castelli o formazioni strutturali superflui. Un’intelligenza sottile concatena, rigenera e offre ogni cosa in un reciproco scambio.

Flora e fauna sono regolamentate da energie proprie che sfuggono al dominio e alla ragione umana; in sintesi, ogni cosa ha un ruolo e una caratteristica necessaria alla conservazione, all'evoluzione della specie per cui mantiene in vita l’ecosistema generale. E nel sistema eco solidale, l’uomo, animale mistificatore e opportunista, ha, immeritatamente, un ruolo di comando.

L’animale umano decide le sorti dell’universo; vegetazione, territori, esseri viventi della terra e dello spazio conosciuto dipendono dalla famelica avidità umana.

L’homo erectus, nel corso dei secoli, ha sottomesso e innalzato le intelligenze creative; le ha contagiate e plasmate a sua immagine; ha creato miti e leggende. Un posto di particolare rilievo lo occupa il super uomo, l’eroe.
Il condottiero, vincitore d’innumerevoli battaglie, fa suo il machiavellico motto pur di arrivare alla meta prefissata e poco importa se a volte i mezzi per raggiungere il fine sono disdicevoli, immorali; tanto, lui, conosce bene i meccanismi mentali dei subalterni e sa come ricondurli a strumentali ragionamenti, pratici dal punto di vista economico, quindi, benessere per se e il suo entourage.

L’uomo è creativo! Assegna ruoli e significati all'esistente e alle sue scoperte.

La fenomenologia naturale è cosparsa di simboli esoterici che decriptano i significati onirici in valori concreti.

Nel lessico popolare, la concretezza carnale dell’uomo fortunato è tradotta in: fortuna=culo ma, essendo poco fine, il termine è decriptato ulteriormente.

La smorfia astrae numericamente il concetto di fortuna = culo associandolo al numero 16.
Il codice segreto popolare, all’inizio, assegna valenze numeriche a oggetti e fattori per non fare capire agli estranei determinate intenzioni, ma anche per decodificare i messaggi dei sogni e col tempo la riservatezza diventa motivo goliardico di dominio pubblico.
Perciò, nelle case in cui si gioca a tombola, durante le feste di fine anno, a volte si sente: 22 i pazzi; 1 l’Italia, … 55 a musica 16 o culo… 79 o mariuolo 70 o palazzo…
Detto ciò, chi sogna di vedere un ladro nel palazzo può giocare al lotto il 79 e il 70: a volte funziona se si è assistiti da una buona dose di 16.


mercoledì 30 dicembre 2009

Crisi economica, effetti sui cittadini


Se potessi…


Quest’anno non ci sono soldi per “i botti” e non c’è neanche la voglia di fare baldoria; -dice un omone grosso al signore che vende giochi pirotecnici- brindare al nuovo anno e ai sogni non serve. Non ci sono sogni nei cassetti. Se solo potessi parlare con chi sta in alto con chi dice di essere eletto dal popolo e che fa gli interessi del popolo gli vorrei dire… Ma lascia stare che gli devi dire!
–interrompe il venditore della bancarella- Sai quanto ti sta ad ascoltare e quanto gliene frega di quello che pensi tu o io. Aveva ragione l’antico quando diceva “u gurdu non crida u dijunu” chi ha la pancia piena e il conto in banca se ne frega di chi sta male! Io non voto più per nessuno.

Però, se potessi… avrei voglia di dire questo ai nostri cari rappresentanti eletti da noi:
ormai è nota a tutti la situazione in cui versa l’Italia e gli Italiani. –dice una signora, quasi con reticenza- La crisi economica ha gravemente danneggiato le attività produttive; ha indotto piccole e grandi aziende a chiudere, a ridimensionare gli organici e molti lavoratori non hanno alcuna possibilità di reinserirsi nel mondo produttivo e neanche il diritto alla pensione perché, paradossalmente, sono o troppo vecchi per il mercato del lavoro o troppo giovani per le leggi dello Stato che regolano il diritto alla pensione sociale. Quindi, molte famiglie vivono il presente con angoscia e impotenza. Le famiglie sono angosciate perché non hanno soldi e noi mamme ci sentiamo impotenti perché non possiamo fare niente di più di quanto facciamo e nessuno ci aiuta.
Nuovi e vecchi poveri siamo sfiduciati da questa gente che fa politica solo per interesse personale e che è lontana dai veri bisogni delle persone comuni.

Avevano ragione quelli che hanno scritto quel libro… quel libr la casta! e che hanno elencato tutti i privilegi dei politici. Se ne fottono loro…
Politici non c’è differenza! L’avete sentita l’ultima? Mò si mettono d’accordo a destra e a sinistra tutt’insieme per santificare un altro bel rappresentante morale della prima repubblica. Ah se potessi!...

martedì 29 dicembre 2009

la Moratti e il ricordo di Craxi


Non mi è mai piaciuto additare alcuno specie se è morto, ma neanche vedere stravolte le verità storiche; quelle verità basate su fatti e indagini. Si può rivedere storicamente l’episodio sociale o politico degli uomini e delle nazioni ma, ribadisco, è immorale sovvertire i fatti.

La figura politica di Craxi come segretario e leader del PSI è stata scandagliata dalla giustizia italiana, dai giornali e dagli uomini che hanno avuto a che fare con lui.

All’epoca di tangentopoli la sua figura di statista si appannò di alcuni fatti illeciti e perciò decise di rifugiarsi in uno stato amico al riparo dalla giustizia italiana.

Questi, in sintesi i fatti.
Fatti ancora non smentiti da testimonianze e prove, la qualcosa, dal punto di vista personale mi rammarica perché mi era simpatico come uomo e anche come politico allorquando accolse le proteste dei lavoratori in merito al blocco della scala mobile. Ma da ciò a intestargli una strada o un giardino pubblico ce ne corre.

Se è vera la notizia, credo che la Moratti debba riflettere e magari congelare l’idea per riproporla, allora sì, con dati di fatto, non appena la figura dello statista Craxi è rivalutata da verità finora sconosciute.

Astrologia e divinazione



Astrologia, cartomanzia, divinazione.


Fin dalla preistoria, l’uomo, ha accolto con diffidenza i nuovi eventi. L’ignoto era indagato dagli sciamani che s’intendevano di medicina e astrologia. Il sapere degli stregoni incuteva rispetto e timore; il capo tribù in primis lo consultava prima d’intraprendere una battaglia o stringere patti con tribù rivali; mentre gli altri membri del villaggio si rivolgevano a lui per malanni, nascite, siccità e carestie. Insomma, le sue doti di divinare il futuro lo rendevano potente.
A ogni oracolo azzeccato il suo carisma ingigantiva e, la sua fama, a volte oltrepassava i confini.

Ancora oggi è così! Astrologi e cartomanti fanno fortuna sull’ingenuità e sull’insicurezza delle persone deboli affrante da problemi reali o immaginari che, per porre fine ai drammi esistenziali, si rivolgono agli sciamani contemporanei che scrutano il cielo, interrogano le stelle, tracciano linee e visualizzano case astrali, dove collocano tori arieti leoni vergini gemelli…

E poi, c’è chi legge i fondi di caffè, il lancio delle pietre, interpreta il pendolo, legge la mano e i piedi.
Per non scontentare nessuno, i sapienti divinatori assegnano sempre qualcosa di positivo al messaggio dell’oracolo sia che si tratti di una divinazione a personalità importanti o a semplici e ignoti cittadini.

È ovvio che il responso dedicato a un uomo famoso occupi maggiore spazio ed enfasi nei talk show.
Ebbene, alla fine dell’anno questi signori illuminati offrono il meglio dei giochi divinatori, adulano i potenti ed elargiscono pillole di speranza alle masse racchiuse e rappresentate nelle case astrali. Case con un leader ben definito al quale è destinata ogni positività del segno; poi ci sono le stanze delle nascite suddivise in decadi affollate di poveri sottoposti a vessazioni continue che sperano sempre nella rinascita vittoriosa di un condottiero che li emancipi al rango nobile.


lunedì 28 dicembre 2009

festività, usi e costumi del s. natale


Non ci sono più le feste di una volta!

Dagli anni del boom economico a oggi, in quasi tutte le nazioni “ricche”, il benessere sociale ha indotto a modificare usi e costumi. Le tradizioni, inesistenti dal punto di vista antropologico anche nelle case meno abbienti, seguono le mode e si arricchiscono di teorie e prodotti hi-tech. È facile trovare sotto l’albero di natale, accanto ai pacchetti contenenti regali importanti per le signore, un cumulo cospicuo di prodotti effimeri, comunque costosi. Quest’anno, sembra che la recessione abbia fatto riscoprire la parsimonia agli italiani: regalini ridotti a pensierino, come per dire: ti voglio bene e sei sempre nei miei pensieri, per alcuni, ma anche regalone importante a chi ha fatto qualcosa di notevole o ché particolarmente caro/a.

Un tempo, e sì è proprio il caso di dire: non ci sono più le tradizioni di una volta; un tempo, dicevo, il S. Natale era ricco di significati religiosi, eticamente ineccepibili, condensati nella nascita di un Bambino che, con la sua venuta al mondo e il suo esempio avrebbe cambiato il modo di pensare degli uomini.

L’atmosfera natalizia infondeva sentimenti mirati al perdono solidale, al valore dell’uomo in quanto tale e non all’uomo schiavo di ideologie momentanee dettate dal leader fomentatore o dal mercanteggiare che induce a febbrili corse per negozi.
Poi, dopo le rigorose riunioni familiari, le tavole imbandite coperte da tovagliati bianchi inesorabilmente macchiate e ricoperte da bucce di mandarini e arance per la tombola, il 6 gennaio, la vecchina dal naso bitorzoluto parcheggiava la sua magica scopa sui tetti e lasciava cadere nelle calze appese ai camini i regalini ma anche il carbone per i bambini cattivi.
Quell’amabile vecchina non c’è più! È stata ricoverata in un ospizio oppure le è stata affiancata una badante che non conosce le tradizioni delle famiglie italiane. Peccato!

p.s: Ma, a ben pensarci, perché questo scambio parossistico di doni? Forse diventiamo più buoni, altruisti, ospitali come predicava Lui?
A che servono i regali, a esternare affetto o egocentrismo sfrenato?
Abbiamo unto di paganità un evento importante che ha il solo scopo di fare meditare tutti sul vero motivo della vita, religiosi e laici.
Con l’augurio di un’imminente rinascita intellettuale, annunciatrice di pace e serenità tra gli uomini, in Italia e nel mondo:
Buon 2010.

domenica 27 dicembre 2009

Venezia, la biennale del 1964 e la pop art americana



La biennale di Venezia del 1964 e la pop art

A volte trovo piacevole ripercorrere sentieri culturali sedimentati nell'immaginario collettivo e resi importanti dalla critica ufficiale e dai mass media. La biennale di Venezia, col suo circo mediatico è riuscita fin dagli esordi a tenere alta l’attenzione del pubblico, della critica, dei giornali, degli artisti e dei detrattori delle avanguardie artistiche.

Marcello Venturoli, presente come critico dell’arte alla biennale del 1964, prima di descrivere il clima e l’ambiente espositivo del fenomeno artistico americano pop, avanguardia popolare la cui punta massima è rappresentata da Robert Rauschenberg, ripercorre attraverso una puntigliosa ricerca storica le esposizioni dal 1895, anno zero dell’arte mondiale nei padiglioni della laguna.


La prima biennale, inaugurata da Umberto e Margherita di Savoia, si tinge subito di polemica: cinque donne nude animano la camera mortuaria di un giovane dongiovanni defunto per eccessiva lussuria.

Il Supremo Convegno, questo il titolo del dipinto eseguito dal professore dell’Accademia Albertina di Torino, Grosso, è un quadro sconcertante per la mentalità del tempo, molti gridarono allo scandalo e levarono scudi, tentarono di inibire la visione ai religiosi; evitarne la cerimonia inaugurale, invano.

Da quel lontano 1895, escluso il periodo della Grande Guerra, vale a dire dal 1914 al 1924, i padiglioni della biennale espongono le avanguardie mondiali in piena libertà ad eccezione delle cinque mostre sotto il ventennio fascista, l’occasione la diede l’incontro tra Hitler e Mussolini alla Biennale del ‘34, a proposito dei colloqui avvenuti a Villa Pisani di Stra.

Le cinque mostre di regime, dal 1936 al 1942, ostentavano il prodotto figurativo della razza che trionfava sui falò dell’arte degenerata.

Nel 1964, ancora in clima di guerra fredda, in pieno consumismo, gli artisti si appropriano di nuovi strumenti, ampliano il campo pittorico ed estendono con la poetica dell’oggetto il linguaggio culturale.

Le opere non si presentavano più al pubblico secondo canoni accademici: disegno, pittura, luce e ombra; ma diventavano scene di un vissuto reale il cui spazio era animato da oggetti di uso comune. E ciò scompigliò buona parte del pubblico, compresi critici e giornalisti.

Malgrado ci fosse già stato il movimento Cubista, Dada, e prima ancora l’Impressionismo, l’Espressionismo, i Fauve, insomma, artisti che hanno sperimentato nuove forme espressive, non per creare “ismi” o guadagnare fama e denaro, il fenomeno mercantile è costruito dalle lobby non dagli artisti, ma per proporre il proprio sentire in sintonia con la propria personalità imbevuta di tempo vissuto ma aperti ad ogni possibile emancipazione giovanile futura.

(Mario Iannino.)

sabato 26 dicembre 2009

fanciullezza e civiltà dal dopoguerra ad oggi


La mia generazione è cresciuta senza videogiochi, computer e internet.

La mia generazione s’inventava i giochi, costruiva spade, monopattini, capanne, improvvisava battaglie, lunghe partite con palloni di giornali e stracci e anche pigne cadute dai pini nei giardini pubblici.

Pinocchio, Tom Sawer, Garrone, Pollicino, s’incontravano a sera, tra le lenzuola; dopo il bacio della buonanotte chiudevano il sipario della giornata.

Personalmente devo dire di avere trascorso un’infanzia discretamente felice fino all’età di 7 anni; tempo in cui fui costretto a continuare gli studi in collegio. Lì, le giornate erano scandite da regole; c’era un orario per ogni attività: pregare, rifocillarsi studiare e giocare. C’era la sala giochi con tavoli da ping pong, calciobalilla, dama e shangai. Ma non c’era la libertà; la buonanotte della mamma; gli amici.
-Il ragazzo è troppo vivace se continua così non combinerà nulla nella vita. Lei signora deve dargli regole ferree e se non ci riesce può valutare la possibilità del collegio-. Così disse il maestro a mia madre. E mi trovai proiettato in una realtà nuova. Sofferente per il distacco dagli affetti familiari, rifugiai nei sogni e la sera affidavo le mie angosce ai personaggi fantastici delle fiabe, a loro confidavo i miei sogni, le esigenze affettive e invidiavo chi era a casa.
E oggi, cos’è cambiato nella società? È migliorata o peggiorata la condizione sociale dei giovani?
Quali sono i problemi dell’infanzia? Cosa sognano i bambini? Specie quelli costretti ad affrontare il mare su carrette maleodoranti senza acqua e cibo. O quei bambini sfruttati, resi schiavi dal dispotismo degli adulti; bambini, trasformati in piccoli guerrieri, minatori, servi, pezzi di ricambi umani.

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