lunedì 27 aprile 2009

potere alle veline

SOCIETÀ APPARISCENTE

Non so quanto ci sia di vero nelle notizie delle ultime ore (corsi per convertire le veline in parlamentari). Probabilmente è tutto vero!, considerando che siamo (dis)educati a guardare il vestito disattendendo il contenuto e ci lasciamo accalappiare dal gossip. Infatti, nella società dell’apparire sono noti i personaggi presenti nei contenitori mediatici: le veline, il grande fratello, l’isola (non quella di Giorgio Amendola, purtroppo!, lettura che consiglio!). D'altronde non è un caso se abbiamo avuto Cicciolina come parlamentare; un bel po’ di attori, cantanti, calciatori ecc. Per onestà intellettuale, è giusto dire che le persone dello spettacolo, della Cultura hanno tutto il diritto e devono ricoprire tali cariche, specie se mantengono intatta la parte destra del cervello, quella preposta alla creatività! Premesso ciò, sono a favore delle pluralità democratiche e auspico una reale rappresentanza di tutte le categorie creative in parlamento…
La nuova classe politica deve essere creativa! deve garantire la crescita equilibrata delle società multietniche. Deve guardare all'uomo come risorsa.

domenica 26 aprile 2009

perchè schierarsi?

Perché schierarsi? È obbligatorio parlare di fazioni politiche e litigare?
Sarebbe opportuno ragionare insieme, valutare coralmente ogni possibile soluzione e governare dignitosamente gli uomini che vivono sulla terra.
Invece, quotidianamente siamo attori e spettatori di litigi continui: negli uffici, al supermercato, per le strade, nelle riunioni condominiali… non si capisce il perché?
Gli studiosi strizzacervelli, i sociologi spiegano che siamo vittime dello stress. Secondo le loro analisi, la vita di noi contemporanei è incasinata da false ideologie.
Ricordo un libro letto volentieri da ragazzo il cui titolo la dice tutta: avere o essere?
Erich Fromm asserisce che la modalità esistenziale dell’avere, incentrata sulla brama di possesso di oggetti e potere, quindi avidità, spreco, è contraria alla caratteristica esistenziale dell’essere perché questa propensione è basata sull’amore, gioia di condividere con l’altro ogni cosa; attività, queste,autenticamente produttive e creative.
D'altronde, i grandi Maestri di vita rivolgevano i loro pensieri e le azioni al bene comune. Da Gesù a Buddha. Ma, forse non ci sarebbe bisogno di scomodare figure così mistiche per vivere la quotidianità. Basterebbe un po’ di buon senso, diciamo pure di egoismo dato che temiamo le sofferenze e la morte. Invece, l’uomo nella sua immensa cazzonaggine sembra votato al sadomasochismo.
L’uomo contemporaneo è un alienato; manipolato dai mezzi di comunicazione di massa, dai governi; continuamente esposto a rischi di conflitti nucleari è psicologicamente depresso; isolato; angosciato e conseguenzialmente preda d’impulsi distruttivi.

sabato 25 aprile 2009

prefazione nei luoghi dell'anima

nei luoghi dell'anima è un romanzo breve. la storia è ambientata in calabria e narra, tra divagazioni sogni e raltà, l'essere artista in una terra di frontiera.
vittorio è il protagonista. attraverso i suoi movimenti si percorre la regione, si visitano luoghi affascinanti. luoghi pregnanti di storia, alcuni ancora incontaminati dalla brutale azione dell'uomo; altri, se pur martoriati, emanano caparbia bellezza. il tutto fa da sfondo ai drammi sofferti dall'animo sensibile dell'artista. però...

nei luoghi dell'anima: quattro passi in Calabria

Nei luoghi dell’anima
aore12


©mario iannino

Centodieci chilometri orari; và bene così! Il viaggio è lungo, meglio non forzare il motore. Dice tra sé Vittorio. Oltretutto, deve prestare attenzione al carico. Un carico estremamente delicato, costato anni di travagliato e intenso lavoro. Un lavoro fuori dal normale, esigente, che implica dedizione e onestà intellettuale, doti poco conosciute nella sfera del generico impegno per cui è sbagliato definirlo “lavoro”. Diciamo piuttosto che è un’attività che non lascia alternative anche perché non sei tu a condurla è lei che ti possiede. E Vittorio lo sa bene. A dire il vero, lui, avrebbe fatto a meno d’intraprendere l’ennesimo infruttuoso viaggio, suo malgrado sta lì, a contare le buche e le deviazioni della Salerno Reggio Calabria. Ma, il più è fatto. Ormai è questione di poco. Sta per arrivare alla meta.
“Sì pronto…no sono ancora in viaggio…sì, va bene, ti richiamo appena arrivo”. Pensare che all’inizio non sopportava il telefonino ed ora… “Sì…pronto chi parla? No ha sbagliato …Ah, è lei sì sono in viaggio. Tra qualche ora dovrei essere a Roma. Non si preoccupi a presto”. Click
“Se non mi avesse assillato con le sue telefonate avrei già chiuso da un pezzo con le fiere! Comunque questa è l’ultima!, l’ultimo canto! Poi tumulerò definitivamente teorie e illusioni! Ecco ci sono quasi... Finalmente! Adesso affrontiamo la bolgia del raccordo anulare…i divieti d’accesso, gl’immancabili lavori in corso; il traffico di via Nazionale, Piazza Venezia… Dovrei esserci: eccolo là! Sì è lui”.
“Maestro! Venga da questa parte, venga. Giri a sinistra, oltre il cancello c’è l’entrata secondaria.”
“Grazie! (l’inizio sembra buono! Almeno non sto col patema d’animo dell’intralcio al traffico…)”
“Si accosti ancora un po’…così! A posto! Ben arrivato! Ha incontrato difficoltà nel viaggio?” “No! Grazie. Tutto bene! Comodo questo cortile…anche l’ambiente interno è ben strutturato.” “Sì è una gran comodità! -Incalza il gallerista- Vedrà, qui è diverso. Abbiamo dei clienti esigenti, come le dicevo al telefono; non per invogliarla a venire, d'altronde, stasera se ne renderà conto: i nostri collezionisti hanno il palato fine.” “Non lo metto in dubbio, ma ora posizioniamo i lavori.” “Non si preoccupi Maestro, tra poco arriverà il nostro critico insieme a due operai, sarà lui a curare il montaggio della mostra! Venga, andiamo a mangiare un boccone, ha bisogno di ritemprarsi non vorrà crollare durante l’inaugurazione, spero. Venga! Proprio qua dietro c’è una trattoria niente male, noi ci andiamo spesso…”.

Il rituale si ripete: dopo il lavoro manuale per concretare attraverso il mestiere i suggerimenti dell’anima, Vittorio, si ritrova all’ennesimo appuntamento espositivo non più con l’entusiasmo giovanile ma con l’amara esperienza di chi ha cozzato più volte contro il muro delle lobby pilotate e l’indifferenza della collettività massificata. La realtà quotidiana, quella che fa i conti in tasca, ha avuto il sopravvento, ha sussurrato, urlato, imposto la sua logica, e vittoriosa ha asservito le intelligenze alla cruda indolenza dell’evoluzione tecnologica e mercantile: nel sibilo ringhioso degli affari non c’è spazio per la crescita poetica: è il denaro che conta che rende forti e potenti che muove le platee mondiali e apre a crociate mistificatrici . È ancora presto per la città del sole; è pura utopia caro Fra’ Tommaso! Chissà se mai si avvererà il tuo sogno.

dalla parte dei writer

Dalla parte dei writer’s





Scrivere sulle superfici, è un’attività che si perde nella notte dei tempi e ogni mutazione stilistica è consequenziale alle esigenze, culturali e sociali di chi compie l’atto espressivo.
Il fare creativo è proposizione che induce alla meditazione. La contemplazione suggerita dai segni grafici si fortifica nel gesto pittorico e apre traguardi inimmaginabili. Le forme lessicali, se pur “vecchie”, si rinnovano nella sacralità del gesto e ripropongono pensieri veementi altrettanto vecchi quanto il mondo: Amore, Pace, Solidarietà! e non solo.
Quanto è importante la forma nella comunicazione visiva?
Per gl’intelletti liberi da posture, la risposta è scontata. Tuttavia, nel mondo variegato dei linguaggi, non è per tutti così. I “gusti” sono condizionati dal sentire intimo collettivo più che individuale. Il singolo è influenzato da fattori relazionabili alla crescita culturale ricevuta dall’ambiente.
Esistono varie forme stilistiche espressive dettate dalla sensibilità umana che traducono il sentire intimo in suoni, immagini, concetti, drammatizzazioni; anche nel campo delle arti visive esistono molteplici stilemi linguistici. Il percorso è dettato, dapprima dalle ricerche poetiche che nascono dalla volontà di estrinsecare al massimo il pathos interiore ed in seguito dall’imposizione mercantile.
È ovvio che la fossilizzazione non alberga nelle menti agili e quando ciò avviene è solo per interesse.
La comunicazione è trasmigrazione di concetti. Interazione. Volontà di esporre idee attraverso grafie, semplici o particolarmente personalizzate. Elaborazioni che ripercorrono esperienze storiche allo scopo di contemporaneizzarne il dato visivo. D'altronde, la scrittura, la pittura stessa, sono nate dalla rivisitazione e dall’accostamento di più esperienze.
Altra considerazione, che sarà trattata in seguito, è la legittimità di alcuni interventi grafici e o pittorici su determinate aree urbane.

scrivere, segnare, graffiare, voglia di esprimersi


Scrivere sulle superfici, è un’attività che si perde nella notte dei tempi e ogni mutazione stilistica è
archivio ©M. Iannino
consequenziale alle esigenze, culturali e sociali di chi compie l’atto espressivo.

Il fare creativo è proposizione che induce alla meditazione. La contemplazione suggerita dai segni grafici si fortifica nel gesto pittorico e apre traguardi inimmaginabili.

Le forme lessicali, se pur “vecchie”, si rinnovano nella sacralità del gesto e ripropongono pensieri veementi altrettanto vecchi quanto il mondo: Amore, Pace, Solidarietà! e non solo.

Quanto è importante la forma?

Per gl’intelletti liberi da posture, la risposta è scontata. Tuttavia, nel mondo variegato dei linguaggi, non è per tutti così. I “gusti” sono condizionati dal sentire intimo collettivo più che individuale. Il singolo è influenzato da fattori relazionabili alla crescita culturale ricevuta dall’ambiente. Esistono varie forme stilistiche espressive dettate dalla sensibilità umana che traducono il sentire intimo in suoni, immagini, concetti, drammatizzazioni; anche nel campo delle arti visive esistono molteplici stilemi linguistici. Il percorso è dettato, dapprima dalle ricerche poetiche che nascono dalla volontà di estrinsecare al massimo il pathos interiore ed in seguito dall’imposizione mercantile.
È ovvio che la fossilizzazione non alberga nelle menti agili e quando ciò avviene è solo per interesse.

le bugie della politica


Inquinamento da propaganda elettorale.
Si ricomincia!
Imbarazzanti 3x6 campeggiano nelle aree metropolitane. Il mondo della politica si schiera. Due grandi gruppi gestiscono il paese Italia. Uno espone uomini e concetti magniloquenti, l’altro schiera e suggerisce, anzi più che suggerire fa vedere esplicitamente un gruppo di persone che caccia fuori dal manifesto i problemi che attanagliano la maggior parte degli italiani. Più forti noi, più tutelato tuu? hanno proprio una bella faccia tosta! io mi sento preso in giro. sono mortificato per come si sono messe le cose in italia e nel mondo. la classe politica tutta ha avuto la delega alla gestione della collettività con annessi e connessi e come è andata a finire?
Che hanno fatto? Chi è stato gestire e governare? A controllare? Uno dà la colpa all’altro. Le accuse si sprecano e intanto le famiglie stentano ad arrivare a fine mese, senza contare i precari i disoccupati i cassintegrati i quarantenni che sono stati gettati fuori dalle realtà produttive…
Difatti, la classe politica tutta, ha ignorato i problemi delle “minoranze etniche”. Con un colpo di spugna sono state eliminate le conquiste civili che davano voce e peso ai lavoratori dipendenti e buttato a mare i problemi di pochi. È vero!, anche se il disagio sociale che vivono i giovani, gli emarginati, i portatori di handicap non sono poi tanto pochi pochi; sono pur sempre problemi che lo stato di diritto deve tutelare e risolvere, altrimenti che tipo di civiltà è la nostra?
Non ha tutelato le famiglie, i piccoli risparmiatori. Insomma le persone semplici; i lavoratori dipendenti che sono la moltitudine dei cittadini italiani. Ora, come nelle campagne elettorali precedenti, la storia si ripete: tutti i personaggi politici vogliono riparare alle storture economiche, sociali e persino affettive.
Ma insomma!, chi le ha provocate? Non per cercare un colpevole e metterlo al rogo ma per capire, e mi ripeto, qual è stato il compito istituzionale dei signori eletti dal popolo sovrano.
difatti, la pluralità democratica non esiste! E il popolo sovrano è annichilito dall’enormità anomala di parole fumose, carta e propaganda mediatica. oggi più che mai si sente inerme.

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