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giovedì 21 giugno 2012

eurozona, mercati, lavoro, sacralità profanate

La politica del grande calderone non ha dato i frutti sperati e l'unità europea non convince più neanche chi l'ha caldeggiata e sostenuta fino ad oggi.
Inutile ricordare che le sofferenze attuali sono spuntate all'indomani della cosiddetta “globalizzazione”e dalla teorizzazione che le grandi menti scientifiche elargivano a noi ignoranti.

La velocità condiziona e sprona il mondo intero comprese le attività sociali. Il lavoro, l'economia, l'arte, la cultura, i saperi.

Cosicché, dopo l'elogio alla lentezza e alla riflessione, la sacralità del lavoro a servizio dell'uomo, attività care ai filosofi, eccoci paracadutati nell'era della velocità globalizzante.

Correre! È diventato l'imperativo assoluto e “Tesaurizzare il tempo” il dogma contemporaneo. La disciplina del terzo millennio.

Tornare alla lira? Perché no? Se gli Stati, LO STATO ricco d'Europa continua a fare il bello e cattivo tempo nella politica dell'€zona e oltre, perché continuare a reggergli il moccolo!
… Già una volta l'oltranzismo blasfemo di un mentecatto ha generato disgrazie nel mondo ...

mercoledì 20 giugno 2012

Europa, Italia, Spagna, Grecia e lo spread

Stiamo dando i numeri!


400mila lavoratori «lasciati a terra» dalle nuove regole, il ministro parla di «dati fuorvianti che hanno impropriamente alimentato la polemica».
la tabella diramata dall'Inps «lasciava credere che fossero 400mila i lavoratori da salvaguardare, cosa che invece non è».
...ma anche i primi numeri dati dal governo sono inesatti e fino a ieri la versione ufficiale parlava di 65 mila unità danneggiate dalle nuove regole, ora a questa cifra si sono aggiunti altri 55 mila lavoratori. In tutto fanno 120 mila. ...

Numeri numeri numeri. L'errore di fondo sono proprio i numeri! L'errore macroscopico che stiamo facendo tutti è considerare le persone, i saperi, le coscienze, la politica come se fossero entità astratte: numeri! Numeri da far combaciare a esigenze economiche disumane e incivili. Conti in banca!
E la solidarietà!, il welfare!, l'intervento della politica che governa lo Stato e quindi i cittadini cosa ci sta a fare? Aspetta che il divario tra ricchezza e povertà si allarghi a dismisura fino a provocare azioni ben peggiori di quelle che si stanno presentando quotidianamente?

mercoledì 16 maggio 2012

SPREAD, virus letale per la sopravvivenza EU

Morire di spread.


Dopo ebola, hiv ecco presentarsi a noi un altro virus letale: lo spread!
Lo spread è il risultato di una ricerca scientifica dai risvolti incontrollabili. È un virus letale per chi non ha sviluppato gli anticorpi necessari.
Grecia, Portogallo, Spagna, Italia, sono corpi sani nei quali è stato inoculato il virus e pur vivendo in una sorta di confraternita europeista a capitale evoluto non posseggono finanze adeguate per acquistare l'antidoto e fronteggiare l'epidemia.

Casa Merkel, l'officina farmaceutica proprietaria dell'antivirale, è irremovibile;
La malattia che aggredisce l'€zona necessita di rigore e poco importa se la decisione causa altre vittime!
Allo stato attuale il bollettino diramato è allucinante: guerriglie urbane, assalti agli sportelli dispensatori di disperazioni equitalie, suicidi, attentati, omicidi, azzoppamenti in nome e per conto dei drammi sociali derivanti dal virus SPREAD. Qualcuno si vende la madre e chi non ce l'ha si vende gli organi. Chi ha le palle e la mente lucida di ce :basta, fermiamoci prima che sia troppo tardi! L'Europa è una creatura nata male e assemblata peggio! È un agglomerato di stati e di sigle che non hanno nulla di umano! Il welfare non esiste! La solidarietà non esiste!

All'inizio, i ricercatori erano convinti di sviluppare un batterio buono che inserito nel tessuto bancario avrebbe provocato ricchezze per gli investitori ma così non è! Quindi, quale altro dramma sociale deve accadere prima che si rivedano le strategie dei Paesi forti?

venerdì 25 febbraio 2011

eh già... siamo ancora qua!



Eh già, sono ancora qua! Canta Vasco. E chissà perché mi scorre davanti agli occhi la vita contemporanea italiana. “sembrava accadesse la fine del mondo e invece sono ancora qua!” e poi, “al diavolo non si vende. Si regala!”... "la notte ha da passà".

Canzoni a parte, dopo le liti, i balletti, le sbugiardate reciproche, i saltafossi scaltri privi di pudore ci riportano all’amara realtà fatta di piccoli espedienti consumati da piccoli insignificanti dirigenti politici che non osano guardare i problemi reali perché non sono in grado di risolverli. E per pararsi il culo avvisano scandalizzati che l’Europa non è solidale con l’Italia sull’emergenza profughi ma dimentica di dire che ancora prima dell’esodo voleva e vuole la secessione che significa ognuno a casa propria comanda e gestisce il welfare insieme ai soldi dei contribuenti fregandosene degli immigrati, meridionali compresi. Un altro dice che il parlamento non legifera però tace sul blocco imposto nei fatti dall’uso privato del potere istituzionale del governo.
E mentre alcune alte cariche si lanciano vicendevolmente amorevoli accuse la plebe è lasciata al proprio destino ubriacati dal gossip di giornalai sciocchi e nessuno degli impellenti quesiti, anzi delle promesse fatte e scritte nel programma sono state realizzate dal governo Berlusconi.
Ma non è che la tattica del nemico serva a entrambi per distrarre l’opinione pubblica? Certo è più facile, quando c’è una lite in atto, depistare le attenzioni e scaricare sul nemico le colpe.

Eppure, basterebbe poco! solo un po' di buona educazione e rispetto per gli atri.

martedì 8 giugno 2010

Rosy Bindi, Sacconi e l'out out dell'Europa

“Il ministro Sacconi continua a usare l’Europa come alibi contro le donne. Ma così maschera le vere ragioni dell'infrazione. Oggi l’Italia è il Paese con il minor numero di donne occupate, con uno dei più bassi indici di natalità, con la più bassa percentuale di Pil destinata al sostegno alle famiglie”. Così Rosy Bindi, replica al ministro Sacconi. E ancora, “Questi dati bastano a far capire che quella dell’età pensionabile è un’arma impropria usata contro le donne. Questo attacco non può passare sotto silenzio e il confronto si deve allargare a tutto il Welfare. I servizi, le opportunità e le norme a sostegno delle donne che lavorano non sono certo a livello europeo ed è grave il silenzio del ministro delle pari opportunità, un silenzio che colpisce duramente chi certo privilegiato non è”.

Finalmente qualcuno della politica italiana chiarisce l’interrogativo che tutti si sono posti nel sentire l’out out dell’Europa però ancora nessuno ha avuto l’onestà intellettuale e politica di spiegare come mai non si è studiato un piano di rientro programmatico indirizzato al rilancio dell’economia reale del paese che deve per forza vedere il lavoro e le professioni artigianali e intellettuali al primo posto.

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