domenica 26 maggio 2013
Risolto il mistero dei post fantasmi
Alcuni vecchi post non comparivano più sul blog
perché contrassegnati come bozze (!?)
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In sintesi, il blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo; analizzarne pacatamente le criticità così da poterle migliorare per sfatare quel deleterio luogo comune che nell'immaginario collettivo lega la Calabria alla ‘ndrangheta e al malaffare.
accoglienza d'avanguardia ai migranti in Calabria
In Calabria l’accoglienza ai migranti è all’avanguardia!
Lo sostiene con forza il Presidente della regione Agazio Loiero e il testo che segue, estratto dal sito ufficiale della regione Calabria, conferma la convinzione che per alcuni mezzi d’informazione è più semplice divulgare notizie sensazionali come le navi dei veleni e altre disfunzioni del malaffare tanto per stare sulla notizia e abbandonarla non appena stanca l’opinione pubblica piuttosto che comunicare notizie positive.
“Nella convention odierna (12/10/2009) del Pd a Roma, ogni tanto è stata pronunciata la parola accoglienza, ma nessuno ha ricordato che la Calabria, unica regione in Italia, ha approvato una legge su proposta della giunta di centrosinistra”. Lo ha detto il presidente della Regione Agazio Loiero sottolineando, invece, anche se in tanti se ne dimenticano, i riconoscimenti secondo cui, in quanto ad accoglienza, la Calabria è all’avanguardia.
“Oggi ‘Il Sole 24 Ore’ – ha detto Loiero – dedica la sua seconda pagina alla storia di Riace che è tornato a vivere dando ospitalità ai rifugiati politici grazie alla sensibilità del sindaco Mimmo Lucano. E lo stesso Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Pd, dopo avere giustamente criticato un cartello esposto all’aeroporto di Lamezia che invita i calabresi a curarsi fuori dalla regione, ha parlato del paesino reggino, senza spendere una parola su quanto la regione ha fatto per renderlo un simbolo di accoglienza”.
“Dobbiamo registrare con amarezza – ha aggiunto Loiero – che esiste una volontà di omettere quanto la regione ha fatto in tema di accoglienza, ignorando le cose che sono state prodotte a iniziare dalla legge e dal sostegno al film di Wim Wenders”.
“Eppure, la legge sull’accoglienza e l’integrazione degli immigrati che abbiamo voluto – ha commentato Loiero – è stata indicata, voglio ricordarlo, come un modello dall’UNHCR, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei rifugiati, modello da imitare, da riprodurre e portare come esempio e come punto di riferimento per una legge nazionale. Stranamente però viene ignorata da chi, poi, si occupa di quel che avviene in Calabria, a cominciare da Riace”.
“Si tratta di una legge – ha concluso Loiero – che mira a trasformare la presenza degli immigrati e dei rifugiati in un’opportunità per il territorio, con la crescita economica e il ripopolamento dei centri storici abbandonati. Le esperienze di Riace, di Caulonia e di Stignano sono stimolanti. I flussi migratori vanno governati non incutendo paura ma con la sapienza delle proprie leggi, come ha fatto la Calabria”.
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cucina mediterranea, semplice, gustosa, economica
LUMACHE AL SUGO
Cucina mediterranea semplice, gustosa, economica.Un po’ di storia:
La cucina calabrese è il risultato delle colture praticate da millenni dalle popolazioni che hanno vissuto i luoghi mediterranei della Magna Graecia.
Le castagne nella sabbia per mantenerle fresche, grappoli d’uva appesi, fichi d’india, fichi secchi, serti di aglio e cipolle, peperoni, patate, olive e ortaggi in salamoia e la provvista di carne e grasso animale ottenuta dalla macellazione del maiale.
In tempi di carestia, causati dall’uomo o dalla natura, le castagne, i funghi, le patate, i fagioli, il granturco, il grano, i pomodori e le erbe selvatiche contribuiscono al superamento di tempi bui come la guerra, il dopoguerra, la calura eccessiva, la siccità o le alluvioni.
L’uomo, sfruttando appieno il suo spirito di sopravvivenza, riesce a rendere gustosi e piacevoli tutti i doni che la provvidenza offre, animali e vegetali; persino i molluschi, opportunamente cucinati, si trasformano in manicaretti deliziosi.
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A Berlino, Loiero e Wenders parlano d’integrazione solidale, profughi e accoglienza in Calabria
A Berlino, Loiero e Wenders parlano d’integrazione solidale dei profughi in Calabria.
Il “modello Calabria” per l’accoglienza e contro l’intolleranza, esposto dal Presidente Agazio Loiero, trova attenzione al “X Summit dei Nobel per la Pace” sul tema “Abbattere i muri per costruire un mondo senza violenza” (con quattro declinazioni, disarmo, discriminazioni, povertà e omertà) che si è aperto a Berlino al “Municipio Rosso”, più noto come “Rotes Rathaus” il 9 novembre 2009 in occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino.
Loiero è intervenuto dopo i saluti del sindaco di Berlino Klaus Wowereit, del Presidente del Summit dei Nobel per la pace Mikhail Gorbachev, di Walter Veltroni, co-presidente del Summit, di José Manuel Barroso presidente della Commissione Europea.
Con intensa passione, il presidente della Regione Agazio Loiero ha raccontato le esperienze dell’accoglienza dei profughi in Calabria come opportunità di sviluppo e integrazione dei rifugiati nei paesi di Riace, Caulonia e Stigliano. Ha ricordato l’integrazione della comunità dei curdi a Badolato e del senso di ospitalità rintracciabile in ogni paese della Calabria che è stata, a sua volta, terra d’emigrazione; ha rammentato l’apprezzamento che la Regione ha ricevuto per la sua legge sull’accoglienza e indicata dall’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati come esempio da seguire per una normativa nazionale.
“Voglio raccontare l’esperienza della mia Calabria – ha detto Loiero davanti ai Premi Nobel per la Pace e agli uomini delle istituzioni provenienti da tutto il mondo – una regione troppo spesso dipinta come fanalino di coda, capace invece di dare segnali di modernità e discontinuità rispetto al resto del Paese.”
“La Calabria – ha ricordato Loiero - è situata nel sud più estremo dell’Europa, per tale motivo, è terra di approdo di tanti uomini e donne che fuggono da guerre e miseria e da noi cercano protezione e rifugio. Noi stiamo sperimentando l’accoglienza non solo come dovere etico e giuridico, imposto dalla nostra Costituzione, ma anche come opportunità per lo sviluppo locale. Stiamo sperimentando l’integrazione “dolce”, non forzata, ma calibrata sulle esigenze del territorio, come alternativa al binomio immigrazione-illegalità, immigrazione-respingimento. Una scelta in controtendenza in questa Italia che si chiude, che alza nuovi muri”.
Il “modello Calabria”, quindi, per abbattere i muri dell’intolleranza.
“Perché abbatterli? Perché abbiamo il dovere – ha spiegato Loiero – di difendere il valore essenziale della dignità umana, perché ciascuno di noi può trovarsi dall’altra parte, perché non farlo vuol dire restare indietro: il mondo è già insieme, sono le politiche che vanno in senso contrario”.
Questa “piccola storia di una regione marginale”, una regione che per vari motivi - storici geografici, culturali - ha scelto di considerare l’immigrato come una risorsa e non come un costo sociale, ha strappato un applauso scrosciante dei presenti nel grande salone del Municipio Rosso di Berlino. “Io spero – ha concluso il presidente Loiero – che il modello Calabria possa essere esportato anche altrove, che possa diventare “contagioso”. Quello che mi fa davvero onore è che qui in Germania si sono accorti delle potenzialità di questo modello. Se n’è accorto il grande regista Wim Wenders che ha scelto di raccontare al mondo la nostra storia. Lo scorso settembre ‘il maestro’ è venuto in Calabria a girare un corto sull’accoglienza, dal titolo “Il volo” interamente in 3D, che uscirà prima di Natale nelle sale di tutto il mondo. La regione Calabria è diventata coproduttrice del film”.
E in un’altra sessione del Summit, lo stesso Wenders, parla del film, dei rifugiati, dei paesi d’accoglienza e della Calabria.
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troppi studenti, tornare a Università d'élite, echi di Eco
L’intervento di Umberto Eco, pardon, la “lectio magistralis”
all'università spagnola di Burgos, dove il semiologo e scrittore nostrano si è
recato per ricevere una laurea honoris causa in storia medioevale, non è una
provocazione ma ben di più.
Come considerare le sue parole in un momento in cui si
chiede più cultura e diffusione dei saperi in contrapposizione ai piani
politici dei governi europei che tagliano ricerca e diritto allo studio in
virtù di ipotetiche leggi di ingegneria economico-finanziaria che tutelano solo
ed esclusivamente i grandi capitali?
E come giustifica il pluriinsignito prof la fuga dei
cervelli, la mancanza di lavoro, l’affossamento della cultura solidale oltre
che scientifica; la teatralità e l’esposizione mediatica dei baroni universitari
che lasciano svolgere le lezioni al codazzo di studenti chiamati a ruolo di
assistenti?
E che dire delle “vacanze” dai ricevimenti e dal timor
panico che incutono certi “educatori” manichei?
Ma pare che queste tematiche non interessino al nostro prof.
Secondo lui, “l’eccesso di studenti ostacola l’attività
accademica e conduce alla crisi dell’università” e non altri fattori.
Come dire: teniamo i figli a casa o mandiamoli nei campi a
cesellar zolle anche se non c’è nessun bisogno. Ma teniamoli lontani dai prof
impegnati in conferenze e intenti incassare lauree onorifiche. Baroni che
cederanno lo scettro a una ristretta élite di privilegiati quando la gotta o il
rincoglionimento li renderà incapaci di muoversi.
D'altronde l’auspicio di Eco è che “l’accademia torni ad
essere per una certa élite, proprio come accadeva nella sua migliore epoca”.
Ma stimo troppo lo scrittore de “il nome della rosa” che in
virtù del suo racconto ambientato tra le mura di un monastero e grazie al
cognome di uno dei personaggi , Jorge de Burgos, ha ricevuto la laurea, per
chiudere cosi sbrigativamente la faccenda.
Penso, piuttosto, che forse i media hanno, come al solito,
strumentalizzato il pensiero del noto semiologo. Hanno estrapolato le frasi più
insidiose per innescare la lite, catalizzare l’attenzione su qualche nuovo
prodotto editoriale o iniziare la filippica ideologica sulla necessità alta di
una cultura mirata all'emancipazione collettiva dei popoli.
No, forse mi sbaglio!
Se è vero quanto riportato dai media, Lui, vuole detenere il
“potere” della cultura. Mantenere il suo status di docente insigne.
Status che, sempre secondo lui (come riportato dai mass media), è insidiato dai nuovi mezzi
di comunicazione di massa. In special modo della rete, il web, che, sempre
secondo il parere del semiologo riportato dai giornali on line, “la rete, come strumento di consultazione
inibisce il lavoro degli insegnanti e porta a
un mutamento per quanto riguarda il legame tra docenti e studenti”.
Insomma per il prof con internet si può accedere a molte
informazioni che in parte sostituiscono il lavoro dei docenti.
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sabato 25 maggio 2013
Letta abroga il finanziamento pubblico ai partiti, ma in 3 anni, tra 6 mesi, forse
courtesy M. Iannino. "CULT" pittura 2012 |
I cittadini italiani che pagano le tasse stanno vivendo
momenti drammatici a causa degli aumenti delle aliquote sulle bollette delle
utenze domestiche o, per le ormai poche, aziendali e della mancanza di entrate
da lavoro dipendente e,o, privato.
In tutto questo gran casino pare che la preoccupazione maggiore
del nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta sia l’apparire.
Vuole apparire determinato e quindi si gioca la carta dell’abrogazione,
“abrogazione” questa la dicitura voluta da Lui in materia di norme vigenti sul
finanziamento pubblico ai partiti.
Abrogazione! Espressione decisa, che lascia però uno spazio
d’attuazione di tre anni, una volta che tutti saranno d’accordo e diverrà legge dello
Stato.
Vale a dire che la nuova normativa entrerà in vigore
gradualmente nell'arco di tre anni per dare il tempo ai partiti che
hanno strutture faraoniche in rosso di mettersi in pari, fare proseliti e
cercare sponsor per la macchina burocratica che li sostiene sul territorio
anche attraverso la donazione volontaria dell’uno per mille delle ritenute
irpef.
Si prevede un cambiamento, quindi, anche sul modello della
denuncia dei redditi: tate caselline che associate a quelle delle chiese trasformeranno
in gruviera il modello della “dichiarazione dei debiti” degli italiani già abbastanza
incasinato e incomprensibile di suo.
Che dire? Da cittadini
già frustrati dal potere politico avremmo gradito essere testimoni di manovre
dirette alla persona, agli ultimi che non riescono a campare a causa dei
problemi noti e abbondantemente ribaditi.
È dal rispetto dimostrato concretamente verso i deboli che
inizia la vera democrazia e il vero fare politica.
Come tutti continuano a ribadire: “è un momento difficile”;
sarebbe opportuno e onesto che anche chi assorbe grandi risorse pubbliche iniziasse
a farsi carico del sociale risparmiando e ove necessario rivedendo il concetto
di partito politico e relative strutture.
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eccellente apertura mentale. volo. osservo. medito. rido
mercoledì 22 maggio 2013
Governare un Paese, seduzioni mentali e affini
Tra franchi tiratori e cecchini, i partiti politici, sparano
a zero sui nemici interni e esterni. Adoperano ogni mezzo pur di arrivare al
traguardo prefissato dai capi corrente.
Applicano o ignorano le leggi a seconda degli interessi
contingenti.
Sarà questo il motivo per cui adesso qualcuno rispolvera una
vecchia leggina del ’57 sul conflitto d’interessi e sull'ineleggibilità di Berlusconi
quale proprietario di televisioni e giornali?
Ed è sempre per lo stesso motivo se qualcun altro/a s’inventa uno sbarramento per i
movimenti che s’impegnano in politica ma non sono soggetti politici strutturati
in partiti?
Certo, se tutta questa fantasia, i parlamentari, la mettessero
davvero al servizio dei cittadini per
risolvere i drammi delle disoccupazioni, dei mancati introiti nazionali e
privati e degli scempi culturali scaturiti da insipienza civica o da eccessiva
bramosia di certa lobby, non ci troveremmo con le barricate a difesa di questo
o quel leader e con la continua minaccia che l’attuale governo cada per
vendetta.
courtesy M. Iannino, "Lezioni di seduzione" 2006 |
Non ci sarebbero le bande rivali ad occupare le Camere con
le relative commissioni e sottocommissioni. Non ci sarebbe la spartizione col
bilancino “Cencelli”. Non ci sarebbe chi compra o foraggia pezzi di
rappresentanza parlamentare per tenerseli buoni; insomma sarebbe, non più il paese delle banane ma,
il Bel Paese degli artisti e dai filosofi.
Ma siamo, fondamentalmente, dei
seduttori. Amiamo vincere.
Quindi, tutti a scuola di seduzione!, ognuno nel ramo che
più gli si confà, da maestri o discepoli, a seconda dei momenti.
Intanto FIAT industrial prepara lo sbarco a Wall Street. Trasloca con la nuova fusione che nascerà con l'olandese Cnh, la FI Cbm Holding NV, dove il fisco è più clemente con le imprese.
Intanto FIAT industrial prepara lo sbarco a Wall Street. Trasloca con la nuova fusione che nascerà con l'olandese Cnh, la FI Cbm Holding NV, dove il fisco è più clemente con le imprese.
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