giovedì 14 aprile 2011

abusi di potere

L’arroganza di certi personaggi sta inquinando irrimediabilmente la società e sta facendo allontanare i cittadini dallo Stato.


©archivio M.Iannino
courtesy ©by mario iannino, abusi di potere
Litigiosità a parte, che sa di farsa tra compari, quello che fa arrabbiare di più è l’arroganza, l’uso personale dei poteri conferiti dallo Stato Repubblicano a gente indegna che pensa di gestire una ditta privata piuttosto che una Nazione Democratica. Uno Stato con problematiche differenti che vanno dalla disoccupazione alla povertà, immigrazione, welfare, scuola, diritto allo studio e perdita di potenzialità intellettuali come, d’altronde, documentato dai mass media.

È sintomatica l’indolenza dei ministri che, posti davanti alle incertezze della Nazione e al ripiego assurdo di donne e uomini laureati e con anni di tirocinio gratuito nelle specialistiche, costretti a impiegarsi in attività degnissime ma che mortificano e annullano gli studi, vanificano i relativi aggravi economici sostenuti dalle famiglie, non battono ciglio, eludono le risposte ma si dimostrano indignati, permissivi, liberali, democratici e buonisti per le loro porcherie mentali prodotte e divulgate nelle sedi istituzionali. Per ultimo il cosiddetto "processo breve" approvato alla camera con 314 sì, una maggioranza, se pur risicata ma scaltra che assedia le istituzioni, approva in parlamento leggi che necessiterebbero della maggioranza democratica parlamentare e non la somma algebrica di teste raccattate lungo il cammino.
Non è una questione di destra, sinistra o centro. È una questione di onestà intellettuale. Una questione di rispetto per il Parlamento. Una questione di rispetto per le istituzioni e quindi per i cittadini. Ma questa è una visione romantica della cosa pubblica. Loro, i politici, sono dei veri strateghi… e forse…

È per gestire meglio i loro affari che stanno facendo di tutto per far disinnamorare i cittadini e allontanarli da ciò che è politica?

Altrimenti, come potrebbe un assessore regionale calabrese personalizzare le istituzioni e inveire contro qualche dipendente regionale sprovveduto che osa rifiutare agli amici/clienti, da lui mandati a chiedere notizie ancora non rese pubbliche? Non è una barzelletta. Stando alle notizie riportate dai giornali locali, pare che dopo il rifiuto del funzionario, gli imprenditori in questione siano ritornati dal loro supporter, uno che da ragazzo militava nella destra arrabbiata e che tale è rimasto, visto le prodezze, un certo Tallini, che, ritenutosi offeso, si è presentato nell’ufficio dell’impertinente impiegato e lo ha aggredito. Da qui una sequela di denunce e controdenunce.
Ora, la domanda da porsi è semplice: può un assessore, specie in campagna elettorale, comportarsi così? Può intervenire sui funzionari per far sapere notizie in anticipo di qualche giorno ai cittadini?
notizie che, tra l'altro, appariranno presto sul sito della regione.
Sono queste le regole democratiche?
Siamo al paradosso!

lunedì 11 aprile 2011

una poltrona a qualsiasi costo, ecco come certi personaggi raccolgono voti



Quanti siete? Fammi un elenco con nomi e cognomi, residenza elettorale e data di nascita dei tuoi dipendenti. E mi raccomando…

Non è l’anteprima di un romanzo di ‘ndrangheta ma è l’incontro tra un piccolo imprenditore e un noto volgare mascalzone della politica locale che usa il suo potere per portare voti ad un candidato sindaco. Un candidato stimato dai concittadini che non ha bisogno di mezzucci o ricatti per essere eletto a rappresentare degnamente i cittadini di Catanzaro. Anzi, è dato per certo che la fascia di sindaco sarà sua.

Però, visto che solitamente chi porta più voti ha a disposizione incarichi importanti da assegnare, lui, il mascalzone, approfitta della sua condizione dominante attuale per garantire a un tirapiedi il posto tra i futuri assessori comunali, così lui, il farabutto, mantiene il potere e rinforza la cordata dei leccaculo forti coi deboli e mappine coi potenti.

“che devo fare? Devo lavorare. Ho famiglia e anche i miei collaboratori hanno famiglia. Ma io gli ho detto che posso garantire solo di me stesso, gli altri non so…”

Certi ominicchi non sono degni di sedere negli uffici pubblici e peggio rappresentare la gente perbene e legiferare, però, purtroppo il bisogno, la fame, rende deboli! Quindi, rassegniamoci a vederli ancora lì finché morte non li stronchi tutti o che qualche magistrato ponga fine agli abusi di potere della gente di merda vestita a festa.

domenica 10 aprile 2011

l'albero della macedonia, insieme per cambiare



Ho visto qualcosa d’inaspettato in televisione. Ho visto gente di etnia diversa vivere insieme nella stessa cascina accudire i figli degli altri come propri. Ho visto musulmani, cristiani e indù pregare insieme. Ho visto sullo stesso legìo bibbia, torà e corano. Ho visto tutti i colori dell’uomo sotto lo stesso tetto. Ho visto la ragione prevalere sull’antiragione. Ho visto l’amore!

Non è un sogno e neanche la comune sessantottina dei figli dei fiori. È una realtà controcorrente rispetto a quanto si sente e si vede.
Ministri che dicono chiaramente “fora dai ball” in riferimento ai migranti che per sfuggire alla fame affrontano la morte nel mediterraneo.
Oggi, finalmente ho visto qualcosa di pregevole in televisione. E mentre le immagini di uomini, donne e bambini in fuga dai loro paesi, ammassati per strada segregati nei centri d’identificazione o peggio morti in mare, scorrono nei servizi televisivi, “Racconti di vita” ha messo in onda qualcosa di diverso in merito all’accoglienza e al dialogo tra i popoli:

In una cascina alle porte di Monticelli Pavese, in provincia di Pavia, esiste una comunità familiare interreligiosa composta da quattro famiglie con storie, cultura, esperienze e religioni diverse; vivono una accanto all’altra e sperimentano l’interrazialità attraverso l’affido di ragazzi e bambini italiani e stranieri.

“L’albero della macedonia”, è una metafora che suggerisce la possibilità di vedere sull’albero, e quindi in natura, i differenti frutti che compongono, per mano dell’uomo, la macedonia, boccone goloso di fine pasto dai sapori e colori ben azzeccati, ma, che in questo caso, rimanda attraverso l’esperienza di quattro famiglie, due italiane e due immigrate, a una realtà resa possibile dalla convivenza di etnie diverse.

rampantismo e affari: feticci che tolgono l'innocenza



Presto o tardi l’innocenza va via, trascinata dai cattivi esempi delle persone che formano il nostro piccolo gran mondo sociale, l’ingenuità, o meglio la semplicità pura che spinge al dialogo e a mantenere caldi i rapporti interpersonali, cede il passo alla strategia furbesca degli “smaliziati” rampanti.

La vita è dura!, si sente dire spesso dai saputelli. Si deve lottare; aggredire il nemico; negare sempre fino a quando la “tua” parola non diventa verità! Vincere! A qualsiasi costo! Ma quale malcostume, malaffare, mafia, ‘ndrangheta… sono semplicemente
A F F A R I!
Questa la condizione contemporanea della realtà. Una condizione costruita dai più forti e che riscrive la cronaca effimera fino a trasformarla in storia sublime, eroica, congeniale ai voleri dei potentati mascherati.
Insomma, la razionalità subdola di certi personaggi invoglia il resto degli uomini al pragmatismo effimero. E l'ostentazione volgare del potere trasforma la vita dei seguaci, non di tutti altrimenti che potere sarebbe?, in un’enorme incommensurabile farsa materialista.

La realtà fittizia, artatamente costruita e imposta alla massa, trascina i caratteri deboli, li lusinga e li induce a seguire i dettami delle personalità manifestatamene forti, resi ancora più importanti dagli eventi organizzati.
“Ecco anche tu puoi essere come me e loro”… ammicca il rampante chi dice di essersi “fatto da sé” nelle convention.
Personaggi onnipresenti ovunque, pronti alla chiamata gossippara organizzata dagli amici per gli amici. Gente che se le togli la spaparanzata pacchiana non le rimane niente.
Eppure, questa è gente che si dichiara "cristiana", seguace della dottrina di Cristo! com'è vero che noi cristiani ci facciamo una dottrina cattolica personalizzata.. vendiamo e compriamo corpi, purché si viva negli agi. e nel casino generale l'esercito di Cristo sta a guardare.

venerdì 8 aprile 2011

aiuto! qualcuno salvi l'Italia



Una semplice parola racchiude il dramma attuale di giovani e meno giovani; intere famiglie, comunità e nazioni cresciute nell’illusorio mondo delle apparenze urlate dai mass media confondono la fiction virtuale presente nei mezzi di comunicazione di massa con la vita quotidiana. È la visione falsificata della realtà che invade le case e le menti e che invita a sognare ad occhi aperti quanti oziano davanti alla scatola magica che rende ogni cosa familiare, vera!
Televisione, computer, strumenti eccezionali se usati con intelligenza! Propaggini virtuali che acculturano, se guidate da mentalità evolute. Testimoni del tempo ma anche appendici subdole che possono distogliere e sperperare energie, fare proseliti e causare dipendenze.

Concetti risaputi, in linea generale, quanto accennato riassume la condizione umana di chi è costretto a casa e per rompere la monotonia naviga, anzi si lascia trascinare dalle onde elettromagnetiche; il discorso vale anche per quelli che accedono alle propaggini tecnologiche per lavoro e, come spesso accade al ragazzino che vuole sentirsi grande e accende la prima sigaretta, rimangono vittime del vizio.
Non è un rimprovero. D'altronde è dolce lasciarsi cullare dalle cazzate dei talk show o sorridere per gli improperi dei dementi liberati in diretta. Ma qualcuno dei dirigenti nazionali si è mai posto il problema dei danni che tale lassismo provoca?
Sì, decisamente è più semplice spegnere il cervello, non pensare ai problemi giornalieri o peggio ancora ai sogni infranti ai progetti falliti per l’insipienza dei dirigenti politici scaltri che hanno venduto fumo. Che sia per questo che i dirigenti lasciano fare? Lasciano fare per evitare che la gente s’incazzi nel costatare di essere stata derubata dei progetti di vita o, peggio, dei sogni?

Molta gente va dietro ai pagliacci, mi scuso con agli artisti circensi che fanno i clowns i funamboli, i giocolieri per guadagnare onestamente la pagnotta ma, in questo caso, il termine sta ad indicare quella gente priva di dignità che per comprare suoi pari non mostra immediatamente il vil denaro ma tenta l’approccio col carisma della “simpatia”. Gente che predica l’amore, la libertà e la democrazia ma che dietro alle belle parole nasconde facce da predatori. Affaristi indegni di guidare popoli o nazioni; magari ottimi cabarettisti, ma nulla di più!, anche se da buoni venditori di fumo hanno saputo sfruttare i momenti propizi e intraprendere carriere non consone alla loro personalità; dimostrandosi, nei fatti, figure deleterie per la crescita collettiva di quanti avrebbero dovuto guidare verso l’emancipazione.

le barzellette di Silvio Berlusconi


E dopo la mela, la birra! il nostro premier è un fiume in piena. dà consigli di marketing e fa spettacolo per oltre un’ora nel cortile interno di palazzo Chigi ai premiati del progetto “campus mentis” promosso da Giorgia Meloni.
Silvio Berlusconi stringe mani e scherza con ragazze e ragazzi. ricorda la sua “discesa in campo” e la volontà di cambiare la politica. “Mi facevo tante illusioni; dicevo di voler prendere la responsabilità del governo, tutti mi prendevano poco sul serio. Ma due mesi dopo mi sono trovato presidente del Consiglio''. ''Sentivo incredulità e anche scherno intorno a me quando fissavo dei traguardi, ma li ho sempre raggiunti...”
è vero! Silvio Berlusconi ha sempre raggiunto i traguardi che si è prefissato! allora come mai non è riuscito a mantenere le promesse fatte al Paese? forse non erano traguardi che gli stavano a cuore? però non dimentica di vantare i premi conquistati come presidente del Milan e gli affari sviluppati da imprenditore nella prima repubblica. ma la sua vera natura si manifesta con la barzelletta sulla birra, sovvenutagli dopo avere premiato una ragazza impiegata in un’azienda produttrice di birra: ''Avrei tante storielle anche sulla birra, ora ve ne dico una. C'è un italiano che insegna a un tedesco come si conquista una bella signora. Gli dice: “fai questo e quest'altro, poi prendi una coppa di champagne, la versi, questo non si può dire, diciamo sul davanti, e la suggi da sotto. Il tedesco risponde: Pellissimo, possibile fare anche con pirra?” “Beh, credo non sia così romantico farlo con la birra”.
Peccato! a parte che non vedo cosa ci sia di romantico nel versare champagne sul “davanti di una donna”, ma questo sarà un limite dei comuni mortali che non possono inondare di bollicine le innumerevoli conquiste, però, se si fosse fermato ai suggerimenti, forse avrebbe, per la prima volta da premier, compiuto il suo compito di guida nazionale; giacché, in un momento di lucidità suggerisce agli under 30 di “contare sempre su sé stessi e di entrare in una grande organizzazione esistente” e aggiunge: anche se io ho fatto l'imprenditore, cercando i mezzi in giro.
Bisogna poi circondarsi di amici, non solo di collaboratori. Io -spiega- sono sempre andato in ufficio pensando di andare in un club di amici''. E ancora: ''Ci vuole un atteggiamento speciale verso familiari, parenti e amici per cui siate sempre voi in grado di dare qualcosa a loro''.
Poi ricorda il padre: ''Ho avuto la fortuna di avere un grande padre, che aveva grandissimi problemi, in un periodo difficile per l'economia del Paese, ma li lasciava fuori dalla porta ed era come se entrasse il sole in casa''.

mercoledì 6 aprile 2011

emergenza migranti, lavoro, nucleare ma l'ombelico del mondo è Berlusconi



In che misura il gossip inquina e depista le attenzioni della collettività?
Quanto le attenzioni mediatiche rivolte al Premier ammantano gl’interessi politici e fomentano le morbosità facendo cadere sotto la soglia d’attenzione problemi reali e seri come le guerre in atto, i migranti, le lottizzazioni, il nucleare, le emergenze, la spazzatura, la disoccupazione, la cultura?

L’elenco sarebbe lungo, ma fermiamoci e cerchiamo di capire se la pochezza di pensiero ha invaso anche noi; se siamo rimasti contaminati dalle “euforie” di Silvio Berlusconi, sulle quali i giornalisti si stanno sbizzarrendo oltre misura, o ancora abbiamo un briciolo di cervello pensante; se riusciamo a discernere l’importanza del bene e del male e fare in modo di rimettere in carreggiata la parte buona delle cose.

È vero!, stiamo vivendo periodi difficili ed è altrettanto vero che la classe politica attuale non è in grado di gestire le difficoltà oggettive della gente ad iniziare dal welfare e dalle esigenze scoppiate in Africa, dalle necessità dei giovani europei e africani, entrambi, in maniera diversa, legittimamente, in fuga dai luoghi d’origine alla ricerca di un lavoro e della libertà.

Nella fuga per la libertà, un barcone di profughi è affondato e circa 200 persone sono date per disperse al largo di Lampedusa.

A Fukushima le contaminazioni sono oltre la soglia di 7,5 milioni di volte consentite dal limite legale e il cesio137 è di 1,1 mln di volte superiore alla norma consentita, l’acqua del mare è radioattiva, 10.000 i dispersi, 3 contaminati, 80.000 residenti costretti all’evacuazione e nei prossimi giorni più di 1.400 scuole dovranno essere testate.

In uno scenario simile, cosa giustifica la presenza di centinaia di troupe giornalistiche schierate davanti al tribunale già dalle prime ore della mattina davanti al Palazzo di Giustizia di Milano con le fly parcheggiate dalla parte opposta del tribunale a formare una lunga catena di parabole? Giornalisti e televisioni per la prima volta all’udienza interlocutoria perfino dal Giappone e dall'Australia. Presenti anche tantissimi cronisti spagnoli e troupe anche dai Paesi Baschi, probabilmente delusi perché rinviata al 31 maggio.

Intanto, all’Aquila, due anni dopo il terremoto, la scenografia non è cambiata. L’emergenza rimane sulle spalle dei cittadini inermi.
E per emergenza s’intendono tutti i problemi esposti sopra ma anche quelli sottaciuti per pudore o rassegnazione.

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