martedì 19 febbraio 2013

Roma, spesa pubblica tra batman e conclave

Da quando esiste internet c'è una possibilità in più per dire e pubblicare le proprie opinioni.
aore12
Roma, manifesti elettorali con l'aggiunta di mortadella
e didascalia: "mangiatevi pure questa"
Non è raro incappare e leggere post che parlano di attualità, politica, cultura, amore, sesso, seriamente. C'è chi lo fa per passione e chi per guadagnarci qualcosa. C'è il fine intellettuale che continua a espandere i suoi concetti e fa proseliti nei social net fregiandosi di più contatti. C'è chi divulga intenzionalmente notizie false allo scopo di non far capire niente a chi è fuori da un determinato gruppo o sistema sociale.

Insomma, come in tutte le cose della vita c'è il bene, il male e quello di mezzo: il burlone che contesta creativamente il malaffare.
Ed è opera di un burlone la fetta tonda di mortadella apparsa sui manifesti politici di Roma questa mattina con su scritto “mangiatevi pure questa”.
Certo, dopo lo scandalo che ha fatto dimettere tutti i politici della regione Lazio per aver fatto man bassa dei soldi destinati (per legge regionale) ai partiti presenti e non, c'era da aspettarsela un'azione goliardica tipicamente romana che riassumesse il magna magna fatto con leggerezza sulle spalle dei contribuenti.
Ma Roma non ha finito di spendere i contributi nazionali.
Questa volta, però, non sono da imputare alla cattiva politica dei voraci batman ma al coraggio di un uomo che mai nessuno avrebbe pensato che si sarebbe dimesso dal suo incarico Divino. Eppure, Lui, ha capito che per risollevare il soglio di Pietro dal declino, è necessario un terremoto istituzionale, un'azione che scuota dalle fondamenta l'impero temporale, far entrare nuova luce nei cagli di un sistema imbruttito dal potere. E cosa c'è di meglio se non l'abdicazione!, un'azione nobile, degna di un grande imperatore che vuole ed esige il bene del popolo che rappresenta: Papa Benedetto XVI.

Poesia a parte, il conclave per eleggere il nuovo Papa costa agli italiani in termini di sicurezza sociale, all'incirca otto milioni di euro. Questo il prezzo che, in base ai patti lateranensi firmati dalle autorità italiane e vaticane nel 1929 e poi rivisti nel 1984 dal governo di Bettino Craxi, abbiamo pagato per l'ultimo conclave che elesse Ratzinger alla guida dei cristiani.
È tutto scritto, anzi, specificato nell'articolo 21 dei Patti Lateranensi, terzo comma: “Cura, inoltre, l'Italia che nel suo territorio all'intorno della Città del Vaticano non vengano commessi atti, che comunque possano turbare le adunanze del Conclave”. Quindi, è chiaro che tutta l'organizzazione della sicurezza e i relativi costi è demandata alla Stato Italiano.
È così dal 1929 ad oggi.
Ma, non guasta, semmai, fare i conti in tasca all'amministrazione comunale romana. La giunta Alemanno all'indomani delle dimissioni di Benedetto XVI ha chiesto al Governo di stanziare 4,5 milioni di Euro per organizzare la sicurezza nella città eterna, richiesta in linea con i costi del precedente Conclave.

a pochi giorni dal voto, don Gallo e la politica attuale

Oggi, sulla bacheca di un amica ho potuto leggere le motivazioni, affidate ad un editoriale sul Secolo XIX da don Andrea Gallo, il prete che tutto il web vorrebbe come nuovo Papa, che avrebbe dovuto essere sul palco insieme a Grillo e invece non c'è stato.
Il pensiero di questo prete sui generis è, come al solito, chiaro e lucidamente sovversivo per quanti intendono la missione del vangelo solo incline alle direttive del clero schierato coi poteri forti.
don Andrea Gallo

Avrebbe dovuto essere presente in piazza, sul palco con Grillo ma non c'è stato. E motiva così la sua assenza:

"Con sommo dispiacere non ho partecipato all'incontro con Beppe Grillo e
il Movimento 5 stelle in Piazza De Ferrari.
Non volevo minimamente danneggiare il Movimento, creare strumentalizzazioni, provocare divisioni ad una settimana dal voto.”

E continua, anticipando con un breve excursus storico per chiarire meglio la disaffezione nei confronti della classe politica che si è creata dal dopoguerra ad oggi in noi.

“A 17 anni ho visto crescere nell'Aprile '45 la Democrazia. Democrazia è "partecipazione".
Chi, meglio del nuovo 5 stelle sta realizzando un percorso condiviso, che da tre anni è partito dal "basso" per dire basta ad una "casta" di politici immersi in una palude?
Si è aggiunta la nuova lista: "Scelta civica per Monti". Siamo al completo.
Il 30% degli elettori di "5 stelle" sono giovani dai 18 ai 23 anni.
Son sempre stato molto attento ai "segni" dei giovani.
E' nota la mia posizione di sostenitore di valori: bene comune, solidarietà, giustizia sociale, senza discriminazione, laicità.
Ho sperato nella coalizione del Centro-Sinistra con molte delusioni. Ho votato fiducioso nelle Primarie.

lunedì 18 febbraio 2013

Grillo ha fatto pluff

aore12
il bluff di grillo
Anche quella di farsi desiderare è una tattica che paga abbondantemente chi vuole vendere bene la propria mercanzia. Questo non vale, solo in amore!, i guru della comunicazione come Casaleggio lo sanno benissimo e lo applicano anche nel mondo dello spettacolo che fa politica.
In effetti quale miglior scoop del bluff fatto da Grillo a SKY, ma più che a sky e ai giornalisti, agli elettori che avrebbero gradito sentire un suo pensiero serio, mondato dalle battute efficaci che si prestano agli addomesticatori di popolo perché esaspera e dice quello che la massa vuole sentirsi dire.
Sì, Grillo ha fatto il botto! Sta gridando come il Bossi prima maniera. Accarezza e liscia le ferite fatte, ma anche e forse di più che dalla cattiva politica, dai tantissimi cittadini furbi. Quei signori in giacca e cravatta che si sono prestati, inchinati e servito i poteri forti. Che hanno pietito incarichi, fatto la cresta ai conti, distratto soldi pubblici e pagato i loro padroni. Ma anche quei popolani furbastri che piangono miserie ma camminano sfoggiando rolex e capi firmati, senza dimenticare i più subdoli, gli avari, che si presentano in pubblico con le pezze al culo e il gruzzolo sotto il materasso.

Sì, qualcuno avrebbe gradito vedere Grillo in tv non a fare uno show, per quello c'è tempo, ma per sentirlo parlare di cose serie. Come, visti i tanti lupi famelici che assediano i centri di potere e dell'alta finanza che condiziona ogni respiro nel mondo, intende traghettare l'Italia oltre la burrasca economica che ha creato gli esodati i disoccupati e i nuovi poveri sulle sponde di una politica sana che lavora per una nuova società improntata sul risveglio civico delle coscienze.

Sanremo 2013 e il nulla


Luciana provoca! come si può stare ad ascoltare in silenzio una frase insulsa quanto irrispettosa nei confronti dei teleutenti che avrebbero, semmai, voluto assistere a qualcosa di più qualificante? "ci siamo divertiti" ecco, lei esordisce così alla fine del Sanremo targato Fazio.
Insulta l'intelligenza di chi guarda  e si aspetta, non il lampo di genio, ma almeno di assistere ad uno spettacolo degno di essere prodotto per la rai e a spese degli abbonati.
Ma, cara Lucianina, forse Fabio si è dimenticato di dirti e dirsi che non siete stati pagati per divertirvi ma per prestare la vostra "professionalità" in favore della canzone italiana, dei cantanti e dello spettacolo.

venerdì 15 febbraio 2013

black out delle ragioni e silenzio pre elettorale per ritrovare il senso della vita

aore12
silenzio stampa
La campagna elettorale continua. Le forze si contrastano. I politici si riciclano dimenticando le scelte passate. Monti insiste sulle riforme. E ci potrebbe anche stare qualche riforma. Ma dovrebbe essere una riforma per e non contro i cittadini. Abbiamo davanti agli occhi la Grecia e le conseguenze della cattiva politica. Abbiamo sperato che dopo tangentopoli cambiasse la mentalità dei dirigenti nazionali e dei comuni commercianti. Ma non è stato così. È come se la pianta cattiva del sentimento comune avesse radici ben piantate nel tessuto sociale. E, come le infestanti, resiste persino al fuoco.
Nessun beneficio si è visto dopo le azioni del pool di mani pulite. Le tangenti delle aziende più rappresentative del made in Italy sono definite convintamente “provvigioni” come se fossero incentivi uguali a quelli dati ai lavoratori dei call center o ai venditori di prodotti per la casa che tentano di buscare la pagnotta girando intere giornate da una parte all'altra delle città per pochi centesimi.

Da quanto circola nelle news, è evidente che esistano varie forme di pensiero. C'è quello delle lobby internazionali, quello della finanza creativa che imbastisce progetti ingegneristici e fa lievitare le bolle fino a scoppiare le società e i risparmiatori. E ci sono le piccole paure del popolino amplificate dai servi sciocchi del potere mediatico che pur di far salire lo share enfatizzano attraverso flah mob gli aspetti sociali più scabrosi, cambiano le terminologie lessicali per suscitare maggiori emozioni. L'uxoricidio si trasforma in femminicidio per sollevare indignazioni maggiori nell'opinione pubblica, facendo così di tutte le erbe un fascio. Si alzano barriere tra i sessi, uomini e donne, gay, cristiani, musulmani e via dicendo. Si programmano intrattenimenti televisivi sui fatti morbosi. In sintesi, si diseducano le masse, specialmente le più deboli, le incolte. Si amplificano le paure contro l'altro.
Insomma siamo in guerra! E questo non va bene. Urge un blackout immediato dei cattivi maestri. Oscuriamoli! Non diamo loro ascolto.

giovedì 14 febbraio 2013

Sanremo 2013 seconda serata peggio della prima

meglio Carosello!
OPINIONI SUL FESTIVAL DELLA MUSICA ITALIANA 2013.
Avviso ai naviganti: se vi piace Sanremo di Fazio & C. non leggete questo post! se continuate a leggerlo è a vostro rischio!

Al buio anche una lucciola può sentirsi un faro luminoso. Guardarsi allo specchio e gongolare per il fulgore vivido che pensa o vuol fare credere di emanare.
È ciò che succede in RAI. Creano il buio attorno o la massimo programmano spettacoli poco seguiti, come tribune politiche, documentari, vecchi film, soap e lasciano invariato “chi l'ha visto” nei palinsesti.
È così che un flop come il festival di Sanremo di quest'anno si auto esalta e mostra numeri entusiasmanti di ascolti.
Eppure, altri bravi conduttori sono stati irremovibili quando si sono accorti che il prodotto non andava bene e con serena umiltà hanno passato il testimone ad altri. Ora è chiaro che dopo aver fatto le scelte “discografiche” il direttore artistico del festival nonché conduttore non può dimettersi. Ma sarebbe apprezzabile se riconoscesse che il palco sanremese non è lo stesso di “chetempochefa”, che ha ritmi diversi e che servono maestri di cerimonia validi. Che abbiano delicatezza e cultura, principalmente, umana e poi, musicale. E non trattare ogni cosa che si muove sul palco con rozzezza accompagnata da frasi a doppio senso.
Ma di una cosa devo ringraziare i vertici RAI poiché non ho altri abbonamenti, dopo avere resistito e fatto zapping, ho dovuto desistere. Ho spento la tv. Ho preso un libro e buona notte ai suonatori!

Comunque, ciò non toglie che, da persona civile, dopo ogni opinione che si rispetta e forte del fatto di avere pagato l'abbonamento entro i termini di legge, mi corre l'obbligo di ringraziare quanti si sono adoperati per realizzare questo insulso carrozzone.
Grazie Fabio, Grazie Lucianina (sei simpatica, ti voglio pure bene ma qui ti vedo fuori posto, quasi come una caccola che penzola, che va su e giù e non si decide mai di cadere). Un grazie particolare agli autori che stanno a guardare dietro le quinte.

mercoledì 13 febbraio 2013

UE, Bce sfianca, Germania e imprenditori ringraziano

aore12
fate l'amore con il sapere
Perché rendere anche in Italia il mercato del lavoro più flessibile e con minori tutele contrattuali?
Semplice!
Per attrarre investitori esteri e incentivare quelli nostrani, tipo la fiat e altri gruppi e famiglie che fin ora hanno goduto degli aiuti statali.

Basta osservare e riflettere su quanto sta accadendo in Grecia. Sì, è vero che là, gli indebitamenti sono imputabili per la maggior parte alla disonestà della classe dirigente che ha governato ma, ora che si è tutti nell'Europa Unita, perché continuare a subire i guasti degli imbroglioni?

Secondo quanto quanto riportato da Articolo tre, la Grecia è definitivamente crollata per i debiti contratti con la Bce.

Gli imprenditori agricoli si sono rifiutati di distruggere tonnellate di arance e limoni, come richiesto dall'Unione Europea per mantenere i prezzi ai livelli concordati.

Hanno caricato la frutta sui camion, sono andati nelle piazze e l’hanno regalata alla gente.

Una multinazionale tedesca si è impadronita per pochi spiccioli di decine di caseifici indebitati che producono il miglior yogurt del mondo. Gli ex proprietari hanno raccolto il prodotto settimanale, circa 40 mila vasetti e, invece di imbarcarli verso il mercato europeo della grande distribuzione, lo hanno regalato ai cittadini greci davanti a scuole ed ospedali.

In Grecia vige lo stato di polizia.
Chi è arrestato, in carcere, non gode di nessun diritto legale ed è massacrato di botte.
La tesi della colonizzazione imperante della Germania, della sua sporca guerra che vede alleati i premier che guardano allo spread al pil e alla tenuta dei mercati, miete vittime tra i poveri e le classi deboli di tutta Europa, sta tutta in queste poche righe:

Sempre secondo articolotre, il più importante economista tedesco (consigliere personale di Frau Angela Merkel) sorretto da altri 50 economisti, avvalendosi addirittura dell’appoggio di un rappresentante doc del sistema bancario europeo, vice-presidente della quarta banca più importante del mondo, pare abbia presentato un rapporto urgente al Consiglio d’Europa, alla presidenza della BCE , all’ufficio centrale della commissione bilancio e tesoro dell’Unione Europea, sostenendo che “la Grecia deve uscire, subito, temporaneamente dall’euro, svalutando la loro moneta del 20/ 30%, pena la definitiva distruzione dell’economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata come “tragedia umanitaria” e quindi cominciare anche a ventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”.

Per vedere se la notizia è fondata basta aspettare un po'. Ma poi, per rimediare sarebbe problematico. Quindi che fare per evitare che in Italia succeda la stessa cosa?
Osservare criticamente le strategie elettorali delle “agende”. Vedere le potenziali formazioni del nuovo governo in Italia e valutare secondo coscienza a chi dare fiducia.

martedì 12 febbraio 2013

Sanremo prima, trionfa la pubblicità

crozza imita silvio bu
Opinione spassionata su Sanremo di chi ha già pagato il canone Rai. (come azionista di minoranza penso di poter esprimere il mio personale parere sulla trasmissione in onda sul primo canale della rai radio televisione italiana).

300.000 € per dire scurrilità e fare il gesto dell'ombrello mi sembrano troppi. Se fossi amica di Fazio e avessi la possibilità di fare squadra con lui, giuro che per la metà, per 150mila euro, visto che si è simpatici sparando cazzate e parole forti, potrei anche esibirmi in sonori rutti. Potrei anche tenere il tempo a scorreggini profumati. Tra una canzone e l'altra, pardon, tra una pubblicità e l'altra. Perché fino a mò sono stati più i passaggi pubblicitari che le canzoni a far da padroni sul palco di Sanremo.

Lucianina ha la grazia di una allegra campagnola. È sconcertante! Sembra di essere davanti a Zeling.

Comunque, una nota positiva c'è! Sono i cantanti e le canzoni. anche se sommersi da spot pubblicitari. Se Fabio e Lucianina si concentrassero di più sul festival canoro e la smettessero con i siparietti da cabaret.

Crozza delude con l'imitazione di Silvio Berlusconi. La platea lo contesta. Fabio entra in suo aiuto, è un autogol! Peccato. Maurizio Crozza è un bravo cabarettista, fa della buona satira ma non ha saputo prevenire la claque in attesa tra il pubblico.
per la par condico, Crozza imita anche Bersani ed è più simpatico và. con Ingroia raggiunge il massimo.

Papa Benedetto XVI abdica!

IL SACRIFICIO DI PAPA BENEDETTO XVI


Avvince ma non convince, la vicenda che occupa gli spazi della comunicazione di massa. Le televisioni e i giornali non fanno altro che parlare delle dimissioni del Papa. Persino Vespa è tornato in prima serata con porta a porta, rubando lo spazio ad una simpatica soap popolare dalla trama consolidata tra il bene e il male, l'amore per l'arte, in questo caso la musica, e i biechi interessi dei mafiosi che gestiscono il potere nella cittadina dove sorge il conservatorio che è teatro di umane vicende. Chissà se Vespa ha fatto un plastico della futura residenza del Papa dimissionario, un monastero di clausura all'interno dei giardini del Vaticano. Un luogo super sicuro e lontano da occhi e orecchi indiscreti che ospita suore di clausura, separate, però, da una robusta inferriata.

È una notizia clamorosa e occupa gli spazi della comunicazione in televisione, internet, sui giornali e per le strade . Il Pastore di anime che si dice non adeguato ai tempi per via dell'età e degli acciacchi dovuti alla vecchiaia e quindi si mette in pensione. Eppure Ratzinger è un fine teologo e sa bene che per predicare e far mettere in pratica il vangelo non c'è bisogno di un fisico bestiale.
Qualcosa non torna! La storia non convince.

E se, invece, fosse l'amara, estrema, decisione di Papa Benedetto XVI? Una decisione che lo induce ad andare via?

Va via lui perché sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere autoreferenziale per poter essere riformato?, una Curia avvolta nei misteri sulla quale pesano fatti conosciuti, scandali, pedofilia e fughe di notizie diramate dalle correnti di pensiero e dai tradimenti interni, si ha la sensazione che Benedetto XVI abbia cercato di emancipare il papato e la Chiesa cattolica da una sorta di vecchiume ideologico fondato sul potere e invece è rimasto vittima.

È difficile non percepire la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione condizionata anche dalla stanchezza. Definirlo un gesto istintivo o accettarne la motivazione “per raggiunti limiti di età” significherebbe fare torto a una figura destinata e entrare nella storia più per le sue dimissioni che per come ha tentato di riformare il cattolicesimo, purtroppo, senza riuscirci.

lunedì 11 febbraio 2013

bufale e pubblicità attorno alle grandi firme dell'arte


E' il 1866 quando Gustave Courbet realizza un espressivo quanto realistico primo piano della parte clou del corpo femminile, (opera conosciuta col titolo “L'origine del mondo”)  giacché tre anni prima  scandalizza la Francia dipingendo dei curati mezzi ubriachi, perciò distrutta, questa volta, per evitare problemi di censura per la modella e a lui stesso, omette il volto e la firma.

Si dice che “l'origine del mondo” sia stato dipinto probabilmente su commissione del diplomatico ottomano e grand viveur Khalil-Bey ad ornamento della sua sala da bagno. 
Nel 1868, Khalil-Bey rientra a Istanbul e il dipinto attribuito a Courbet sembra rimasto per lungo tempo custodito nella galleria di Alexandre Bernheim sotto chiave e nascosto dietro un altro quadro del maestro del realismo francese.
Nel 1913 il barone ebreo ungherese François de Hatvany lo porta a Budapest, ma le disavventure non finiscono perché è trafugato dall’Armata rossa e Hatvany lo ricompra da un funzionario corrotto per poi rivenderlo, nel 1954, a Jacques Lacan, ultimo proprietario privato. Dal 1995 «L’origine del mondo» è esposto al museo d’Orsay

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