mercoledì 10 agosto 2011

Vasco Rossi, ci fa o lo è?

Vasco Rossi e i giornalisti.

Finita l’era delle “olgiatine” il gossip inizia una nuova era dedicata a Vasco Rossi. Dapprima il grande Vasco si dimette da rockstar, poi è ricoverato per disintossicarsi, anzi no per un dolore alle costole e in questo momento, notizia certissima documentata su face book da lui stesso, sta attraversando un doloroso momento di depressione. Io non l’ho vista, ma pare che una foto lo immortali con un antidepressivo tra le mani al posto delle sigarette e sembra giocarellarci. Dal canto suo, Vasco, risponde alla polemica giornalaia dicendo che lui è sempre stato depresso e che i suoi testi nascono nei momenti depressivi.

Però, quanto è simpatica la vita! Vasco Rossi della sua depressione ne fa una ricchezza; i giornalisti ci piluccano dentro e guadagnano colorandola di furberie… e i tantissimi fans? Ma anche i non necessariamente devoti, i precari, i nuovi e i vecchi poveri, quelli che sono depressi dalla depressione economica cosa ci guadagnano? Che si preoccupa della loro depressione? che sia rumore mediatico o pubblicità occulta poco importa alla gente che sopravvive con problemi analoghi o più grandi ma senza il conforto di fans o amici.

contro le meduse

Contro le meduse.

I rimedi empirici ma efficaci della nonna: la cipolla!

Cosa fare quando si è punti dalle meduse per alleviare il bruciore ed evitare che rimanga il segno dei tentacoli sulla pelle? Quali i rimedi da adottare in casi di necessità?
Qualcuno suggerisce di urinarci sopra, qualcun altro di detergere la parte con ammoniaca… e se non ci sono le condizioni per recuperare almeno uno dei due prodotti? Senza contare al disagio provocato dalla prima funzione se fatta in pubblico (ci pensate, fino a quando il tocco della medusa è sul piede, bèh, si può ricorrere al fai da te dopo una serie di accorgimenti per tutelare la privacy ma se si verifica sulla schiena?), battute a parte, non sempre è possibile attuare certe pratiche e non sempre è possibile avere a disposizione gli elementi suggeriti. Allora, che fare?
Partendo dalla considerazione che la maggior parte di noi vacanzieri, salvo i più pignoli, non ci portiamo dietro la farmacia, un rimedio semplice ed efficace consiste nell’applicazione di una mezza cipolla sulla parte ustionata dalla medusa. Pochi attimi e la magia è compiuta! Non ci credete? Provare per credere! Mia nonna lo faceva sempre. E chi non ha una nonna che si porta dietro la cipolla? …può provare a chiederla. 

lunedì 8 agosto 2011

itinerari turistici, costa jonica


scogliera di stalettì e "cappelliera"
L’uomo e l’ambiente

Malgrado si sappia chiaramente che la morte è sempre in agguato (è inutile che vi grattiate la testa, gli zebedei o tocchiate ferro.
È nell'ordine delle cose!
Guai se non fosse così!).

La quasi totalità delle persone studia di notte come poter fregare di giorno gli altri. E per riuscire appieno si studiano strategie, comportamenti, parole, si stilano tesi e si tessono accordi.

I primi in classifica sono i politici seguiti dagli avvocati, dai giornalisti faziosi e giù discorrendo fino ad arrivare nel sottobosco della kultura folkloristica paesanotta che lucra sull’ignoranza delle masse.

È inutile spiegare perché i politici occupano il primo posto, basta guardare i privilegi e le impunità che mettono nero su bianco e tramutano in leggi dello Stato; oppure, chiedere perché restano fuori dalla manovra economica che coinvolge quasi tutti i cittadini, tranne loro, appunto! Ma, bando alle ciance, altrimenti tacceranno anche me di populismo, torniamo al punto!
"ecomostro"

Le azioni dell’uomo, buone o cattive, modificano il territorio prescindendo dalle attese sociali.
Nel casino totale qualcuno, però, riesce a contestualizzare l’azione con il territorio e persino ad abbellirlo.
E, a mio avviso,
La “cappelliera di Stalettì”, congetture ambientalistiche a parte in merito alla sua edificazione sugli scogli a bordo della vecchia ss106 jonica, è uno di quegli interventi del genio umano paragonabile alle opere d’ingegno che si trasformano nel tempo in attrattive turistiche come lo è la torre Eiffel a Parigi, il ponte di Brooklin, la torre di Pisa e via dicendo.
Altra cosa è l’intervento ignorante e maldestro dettato più che altro dall'avidità di accaparrarsi un pezzetto di paradiso tra gli scogli della costa in genere e nello specifico, calabrese.

domenica 7 agosto 2011

Santa Maria della Roccella, fonti storiche


In merito alle tante dissertazioni sui resti di Santa Maria della Roccella, le tesi, per assumere credibilità devono essere suffragate da notizie certe.

Sulla base dei pochi documenti rintracciati, è comunque possibile sviluppare una ricostruzione esplicativa.

Il più antico documento che menziona l’impianto sacro risale al 1094; si tratta di un privilegio del 22 giugno col quale il conte Ruggero concede alcuni beni fondiari all'abate del monastero Hieronimo “Beatae Mariae de Rokella apud Palaepolim”.  E, l’esistenza di resti archeologici nelle vicinanze del tempio rendono verosimili i luoghi citati con l’area romana di Scolacium.
©archivio M.Iannino
In un documento successivo, datato 1096, Ruggero nomina vescovo Giovanni di Niceforo, che cita tra i beni destinati alla diocesi una “abatia Sanctae Mariae de Roccella" e avvalora quello precedente.
Solo nell’atto notarile del 17 febbraio 1469 si apprende che l’edificio è privo di copertura.
Precedentemente, la copertura dell’edificio, in riferimento a quelle costantinopolitane del X secolo, era costituita sui cori da volte a botte terminanti nei semicatini absidali; da volte a crociera senza nervature sul presbitero e sul transetto, mentre sulla navata, un tetto ligneo a vista.

In un’incisione di Chatelet che correda il Voyage pittoresque di Saint-Non vi è la testimonianza visiva dell’insieme della chiesa prima del crollo a seguito del terremoto del 1783.
Nel 1867 l’edificio passa allo Stato; nel 1869 ai privati e oggi è dichiarato monumento storico nel Parco Nazionale Archeologico dello Stato.

Un restauro brutale, a cura di Abatino e Galli, consolidò con muratura gli incassi angolari dei piloni inglobando le colonne marmoree, in corrispondenza dell’arco di accesso all'ultima campata del coro, visibili in una fotografia pubblicata da Bottari. Inoltre, sempre gli architetti in questione crearono in facciata un’apertura ellittica che non esisteva prima del restauro; i tecnici intervennero anche sul basamento absidale, il portale settentrionale e ripresero in più punti la muratura delle cortine.



Parco archeologico Scolacium, sulle orme dei padri

visione divulgazione e analisi dei saperi

La basilica bizantina dedicata a Santa Maria della Roccella ha mai avuto un tetto?
Considerando la natura architettonica dell’impianto monumentale della basilica di Santa Maria della Roccella edificata presumibilmente nel X, XI secolo nell’area del parco archeologico di Roccelletta di Borgia, il devastante terremoto del 1783, le ruberie e i prelievi operati nel tempo per realizzare nuove costruzioni dagli abitanti locali, con molte probabilità, contrariamente a quanto scritto in alcune guide turistiche o detto da eminenti professori e tra questi Prosperetti che ha sollevato dei dubbi in seno alla presentazione di "intersezioni 6" che quest'anno ospita Mauro Staccioli, a mio modesto parere, la basilica è stata teatro e luogo di culto prima del disfacimento.
L’abside da sola è la risultante di una tecnica costruttiva evoluta che assomma all’architettura bizantina lo studio della propagazione dei suoni. Infatti, l’acustica della basilica è eccezionale grazie alla struttura in mattoni rossi che, chiudendo a cupola, trasforma l’abside in una gigantesca e sofisticata cassa armonica.
aore12blogAltro elemento da contestualizzare nel tentativo di una pur minima analisi in virtù dell’esistente riguarda il tetto della basilica, che secondo alcuni pare non sia mai stato completato a dispetto di quanto si evidenzia dalla lettura delle particolari attenzioni usate nelle rifiniture dei cornicioni, delle pareti e dei resti a testimonianza di una manifattura povera ma ingegnosa.
Il tetto, seguendo la morfologia strutturale potrebbe essere stato costruito con capriate di legno e coperto con tegole di terracotta reperibili in loco, piuttosto che con cupolette simili a quelle della Cattolica di Stilo, edificata anch’essa nello stesso periodo storico ma con misure modestissime rispetto alla basilica di Roccelletta di Borgia.

sabato 6 agosto 2011

Nettuno emerge dalle acque dello jonio

Tesori naturalistici della Calabria

scoglio di Nettuno emergente
Il profilo possente del dio Nettuno statuario emerge dalle acque cristalline del mar Jonio. A pietrificarne la presenza non è la mano mortale di un uomo, bensì le forze della natura.
vento e acque nel corso dei secoli hanno lavorato in sintonia per consegnare alla Calabria un dono di inestimabile bellezza. Un dono che nulla e nessuno può spostare, accaparrarsi o distruggere tranne la stoltezza dell'uomo.

© riproduzione vietata

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