sabato 20 febbraio 2010

social network, navigatori, scrittori... e altro


Social network. Lo dice la parola stessa: è uno spazio virtuale in cui si allacciano relazioni sociali; si discute, s’interagisce e si scambiano opinioni in rete. Quindi, alla base c’è la volontà, di chi s’iscrive alla piattaforma sociale, di scambiare messaggi con gli altri iscritti.

Sui SN si trova di tutto dalla notizia interessante dal punto di vista culturale, musicale, artistico, tecnologico ecc., alla battuta effimera, disarmante e liberatoria che fa smettere la maschera di grigiore, stampo medio borghese, a quei signori costretti a vestire, per esigenze di servizio, nella vita reale.

È una realtà complessa lo spazio del social net, composta di entità impalpabili ma veri che vivono una vita strutturata secondo canoni culturali singolari e ognuno dà quello che ritiene opportuno dare al momento della discussione.
Si passa dal serio al faceto repentinamente con assoluta libertà forse perché protetti dall’anonimato o perché lontani fisicamente dalle altre persone in rete.
Senz’altro, molti si sentirebbero inibiti a fare le stesse battute in circostanze diverse date le distanze geografiche e fisiche esistenti dal vivo.

Per caso ho letto un post, su un log, non che mi avesse suscitato chissà quale interesse culturale, ma con ‘sto chiaro di luna ideologico, basato sull’assenza totale del rispetto delle regole, nel leggere una voce analoga alla mia, ho sentito la necessità di dare immediato consenso. Ho cliccato sul bottoncino e… dopo qualche giorno non trovo il feed.

Va bèh che la prudenza non è mai troppa… ma sai bene che la piattaforma o la stanza del social net è un luogo sicuro che offre l’opportunità di fare nuove conoscenze; interagire con l’altro e eventualmente ripristinare la privacy coi relativi strumenti.
Allora, mi chiedo: perché hai messo sul tuo blog il bottoncino del SN in cui entrambi chiattiamo e poi, senza neanche due righe di ringraziamento per l’interesse dimostrato e relative scuse, hai disatteso l’iscrizione? Timidezza? … s/elettività?

Acqua, no alla privatizzazione!


“Non avrei mai pensato che la politica potesse diventare a tal punto il paladino dei potentati economico-finanziari”.
Così Padre Alex Zanotelli commenta le recenti modifiche alla legge 133/2008 che rafforzano la privatizzazione dell’acqua. E con altrettanta forza invita tutti a inviare mail a beni_comuni@libero.it e scrivere: aderisco, affinché venga abrogata l’ennesima iniquità di un governo che sta solo dalla parte delle lobby.

Ecco di seguito una lettera che vale la pena di divulgare.
“MALEDETTI VOI….!”
Non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell’acqua, che quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi :” Maledetti voi ricchi….!”
Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell’acqua .
Noi continueremo a gridare che l’acqua è vita, l’acqua è sacra, l’acqua è diritto fondamentale umano.
E’ la più clamorosa sconfitta della politica. E’ la stravittoria dei potentati economico-finanziari, delle lobby internazionali. E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.
A farne le spese è ‘sorella acqua’, oggi il bene più prezioso dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese( bollette del 30-40% in più, come minimo),ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Chi dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, potrà pagarsi l’acqua? “
Noi siamo per la vita, per l’acqua che è vita, fonte di vita. E siamo sicuri che la loro è solo una vittoria di Pirro. Per questo chiediamo a tutti di trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita , per la democrazia. Siamo sicuri che questo voto parlamentare sarà un “boomerang” per chi l’ha votato.
Il nostro è un appello prima di tutto ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà .Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente comune, dai Comuni.
Per questo chiediamo:
AI CITTADINI di
-protestare contro il decreto Ronchi, inviando e -mail ai propri parlamentari;
-creare gruppi in difesa dell’acqua localmente come a livello regionale;
-costituirsi in cooperative per la gestione della propria acqua.
AI COMUNI di
-indire consigli comunali monotematici in difesa dell’acqua;
-dichiarare l’acqua bene comune,’ privo di rilevanza economica’;
-fare la scelta dell’AZIENDA PUBBLICA SPECIALE.
LA NUOVA LEGGE NON IMPEDISCE CHE I COMUNI SCELGANO LA VIA DEL TOTALMENTE PUBBLICO, DELL’AZIENDA SPECIALE, DELLE COSIDETTE MUNICIPALIZZATE .
AGLI ATO
-ai 64 ATO( Ambiti territoriali ottimali), oggi affidati a Spa a totale capitale pubblico, di trasformarsi in Aziende Speciali, gestite con la partecipazione dei cittadini.
ALLE REGIONI di
-impugnare la costituzionalità della nuova legge come ha fatto la Regione Puglia;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica dell’acqua.
AI SINDACATI di
-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua;
-mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.
AI VESCOVI ITALIANI di
-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano sulla scia della recente enciclica di Benedetto XVI, dove si parla dell’”accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni o discriminazioni”(27);
-protestare come CEI (Conferenza Episcopale Italiana) contro il decreto Ronchi .
ALLE COMUNITA’ CRISTIANE di
-informare i propri fedeli sulla questione acqua;
- organizzarsi in difesa dell’acqua.
AI Partiti di
- esprimere a chiare lettere la propria posizione sulla gestione dell’acqua;
-farsi promotori di una discussione parlamentare sulla Legge di iniziativa popolare contro la privatizzazione dell’acqua, firmata da oltre 400.000 cittadini.
L’acqua è l’oro blu del XXI secolo. Insieme all’aria , l’acqua è il bene più prezioso dell’umanità. Vogliamo gridare oggi più che mai quello che abbiamo urlato in tante piazze e teatri di questo paese : “L’aria e l’acqua sono in assoluto i beni fondamentali ed indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti naturali intoccabili- sono parole dell’arcivescovo emerito di Messina, G. Marra. L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne illecito profitto,e pertanto si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubbliche , che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione al costo più basso possibile.”
Alex Zanotelli

venerdì 19 febbraio 2010

Bertolaso, protezione civile e altro

Affaire bertolaso & co: è necessario un atto di ribellione democratica!



La vicenda “ Bertolaso, protezione civile& Co”, pur confidando nella buona fede di alcuni, non può essere minimizzata per rispetto, dei lavoratori precari, delle famiglie e di quanti, vittime delle disparità sociali, vivono nel bel paese sorretto dallo stato di democrazia avanzata, enfatizzata all’uopo da taluni solo nei proclami ufficiali.
Piuttosto, in virtù dei concetti altamente evoluti, sanciti nella Carta Costituzionale, inerenti a democrazia e libertà, lontani dalle bieche forme di governo totalitario, non si può e non si deve pensare di poter continuare a gestire l’economia, la vita sociale e il territorio del Paese con leggi autoritarie, accentramenti di potere politico, economico e mediatico.
Per debellare il malcostume non servono leggi speciali! Né tantomeno eroi nazionali o geni. Servono uomini intellettualmente puri.
Serve uno scatto d’orgoglio da parte di quanti, finora, hanno ammiccato al potere.
Serve debellare il servilismo del potere temporale.
Serve emancipare l’uomo; non soggiogare le masse acefale.
Insomma:
È necessario un atto di ribellione democratica! una disobbedienza civile atta a rompere la catena di servilismo dei territori depressi in cui le necessità quotidiane inducono la massa diseredata a chinare la testa.

affidare il proprio destino ad altri

Super eroi e umane meschinità.


Non servono supereroi ma uomini col senso del dovere. Uomini umili. Servitori dello Stato.

Uomini che lavorano e fanno squadra per il bene comune della Nazione e per il mondo intero.
Uomini con l’alto senso del dovere morale che sappiano anteporre i fini collettivi a quelli personali e che, se messi a capo delle strutture pubbliche sappiano essere guida sicura, oculata!

Uomini che non si arrogano diritti. Uomini!

Alla luce dei nuovi fatti sulla vicenda “grandi eventi, G8, emergenze reali e fittizie” la sfiducia degli italiani è abissale nei confronti di chi avrebbe dovuto vigilare e non è stato capace di farlo.

Quest’andazzo ha lasciato proliferare gl’interessi privati all’ombra dello scudo decisionale del “capo”.

Non serve chiedersi il perché! Sta di fatto che molti sciacalli emergono dalla polvere del malaffare. Polvere diradata dalle intercettazioni degli investigatori.
Intercettazioni che pare si vogliano “regolamentare politicamente”, e poiché si ha contezza reale degli “aggiustamenti” fatti recentemente ad alcuni istituti giuridici e sociali, si suppone che sarà difficile in seguito usare ancora le intercettazioni ambientali come strumento d’indagini e deterrente per il malaffare.

giovedì 18 febbraio 2010

verso il futuro, tra pubblicità e consumismo


Pubblicità: termometro dell’ego contemporaneo

La pubblicità testimonia, in maniera impietosa, la realtà contemporanea.

L’egoismo umano porta a disfarsi dei fardelli inutili, frenanti per la realizzazione del benessere personale. Ogni ostacolo, economico, fisico o mentale deve essere rimosso. Non c’è spazio per i sentimentalismi. Familiari inclusi!

E se fino a qualche decennio addietro, gli anziani, erano ritenuti un valore aggiunto oltre che risorsa e saggezza per la famiglia, oggi, i genitori vecchi per casa, sono ritenuti soggetti invadenti, specie se ammalati.
Affidiamo, quindi, le persone che ci hanno seguito amorevolmente per tutta la vita, affrontando in silenzio sacrifici e ostacoli di varia natura pur di appianare la strada a noi. Noi che per ricompensarli abbiamo istituito l’esercito delle badanti straniere. Così abbiamo tacitato la coscienza e risposto all’amore di chi ci ha dato la vita!

Non siamo in grado di superare nessuna difficoltà. Siamo diventati codardi e la paura di soffrire ci rende cinici. Anche il matrimonio non ha la durata d’un tempo; eppure, oggi le nuove coppie dovrebbero essere rodate, vista la libertà dei costumi. Molte coppie convivono prima di arrivare a fare il fatidico passo che li conduce all’altare. Allora come si spiega la separazione imminente?

L’altro giorno mi è giunta voce che una ragazza al ritorno del viaggio di nozze è tornata dalla mamma in lacrime: si sentiva violentata, incompresa, non pronta a formare famiglia… così ha riferito alla mamma.

i valori della famiglia negli spot pubblicitari


Non credo di fare pubblicità se per introdurre un concetto prendo in considerazione alcuni spot coca cola.
avanzi. ©archivio M.Iannino
avanzi
pubblicitari di una ben nota bevanda: la

Nei detti spot, esaurienti dal punto di vista commerciale, si vuole tracciare in tre episodi brevissimi la nascita, l’evoluzione e l’aggressione del mercato nazionale prima, e mondiale poi, della bevanda.

La storia sublimata inizia col mostrare il farmacista che scopre la formula e la immette sul mercato americano fino a raggiungere i consumatori nel resto del mondo che penetra nelle case e siede a tavola insieme a interi gruppi familiari, nonni compresi. E fin qui nulla di anomalo.

L’anomalia si evidenzia nell'ultimo blocco pubblicitario che non vede a tavola un nucleo analogo a quello degli anni precedenti gli anni 60. Ma andiamo per gradi: il primo spot magnifica la nascita della formula segreta e la gioiosa accoglienza nei saloon americani; il secondo lo sconfinamento oltreoceano della bevanda, che allieta la famiglia italiana composta da nonni, padre madre e figli.

Il terzo spot è l’impietosa apologia dei modelli correnti: i nonni sono gli unici assenti dalla tavola! mentre, ahi noi, la coca continua a esserci.

... e pensare che non conosciamo alcuni elementi della formula alchemica che riesce persino a svitare i bulloni arrugginiti ma non tiene insieme le famiglie (purtroppo questo non dipende dalla sua formula ma dalla mentalità che ci siamo costruiti!)

mercoledì 17 febbraio 2010

bassi profili nella politica regionale calabrese


Fin quando il gioco delle parti determina e regola le mosse della politica sarà difficile raggiungere altezze intellettuali invidiabili.

Gli schieramenti politici che si contendono la guida del Paese non dialogano per migliorare la società cui sono chiamati a emancipare ma litigano. Protesi nella ricerca di scandali, che possano inchiodare i nemici e metterli alla berlina, sembra sottovalutino i veri problemi del Paese.

Possibile che davanti a emergenze ambientali vere come quelle di Maierato, Catanzaro e altre zone colpite dagli smottamenti causati dalle recenti piogge, la mancanza di lavoro e gli atavici saccheggi culturali ancora in atto, le analisi dei politici, vertano sulle cose che bollono nella pentola degli avversari?
Oggi, per esempio, mi sono imbattuto in alcuni manifesti che credevo, d’acchito, si riferissero alle sagre carnascialesche, ma osservando meglio ho notato in basso il logo del PdL e, sotto le maschere, un titolo beffardo: “Le primarie di pulcinella” in Calabria.

C’è da chiedersi: quanto sono attendibili questi signori che sprecano energie economiche e intellettive in simili operazioni?

Da cittadino gradirei conoscere i programmi degli schieramenti e magari le vite dei politici candidati alla guida della regione piuttosto che assistere a puerili litigi; conoscenze legittime, non per curiosare nelle vite delle persone ma per operare una scelta vicina alle esigenze mie e dei calabresi. Chiedo troppo?

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