mercoledì 17 febbraio 2010

a scuola d'arroganza, negare e attaccare sempre


Showman, giornalisti, imprenditori, politici e pseudo-intellettuali.


Deve esserci per forza una scuola, una scuola di pensiero attuativo con tanto di teoria e pratica destabilizzante.
Ne abbiamo contezza ogni minuto della giornata!

È sufficiente accendere la tv, aprire un quotidiano o accedere in internet per essere investiti da una sequela di volgarità e violenze verbali che, in alcuni momenti, rasentano lo scontro fisico.

Il corso di studio è frequentato da diligenti allievi, espressione di tutte le estrazioni sociali e culturali che, una volta indottrinati, invadono i palinsesti e si calano nei panni di scaltri disturbatori scientifici.

I corsi di studio, stando a quanto emerge, mirano a preparare tracotanti teorizzatori della verità monca, personaggi che attaccano l’avversario per non essere attaccati secondo la teoria che chi mena prima vince due volte!

Siamo pieni di spazzatura mediatica! Spazzatura prodotta dai sistemi sociali in sfacelo, dalle cordate di pensiero che teorizza l’opulenza personale a tutti i costi.

Si teorizza e si mettono in pratica piani mirati all'impinguamento dei conti personali di faccendieri e funzionari privi di scrupoli, attraverso metodi ormai noti, e ogni volta che si scoperchia un pentolone del malaffare lo stupore invade tutti.

Il colpevole nega, nega fino all'ultimo anche quando è beccato con le mani e il muso sporco di “marmellata” perché ha unto, oppure è stato contaminato dall'avidità dei faccendieri, beh, a quel punto ritorna bambino e dice: no! Io non c’entro. Non l’ho sottratta io la confettura che serviva alla collettività per superare crisi reali. E di fronte a prove schiaccianti si tenta la carta ideologica: i soldi servivano a mantenere gli apparati del partito… come se ciò rendesse meno grave i fatti.

Una cosa, ancora non sono riusciti a superare: la fase puerile dell’accusare l’altro; ma con un po’ d’impegno riusciranno a porre rimedio anche all'infantilismo mentale che, comunque, non condiziona l’arrogante presenza nei talk show nazionali. Anzi!


martedì 16 febbraio 2010

didattica creativa


Le poetiche visive non si concretizzano per abbellire anonime pareti ma, per un’intima esigenza di dialogo.

©archivio M.Iannino
libertà 

L’azione creativa nasce dal gioco. Un gioco non competitivo e conflittuale ma propositivo in cui la finzione visiva è sospesa in un’area fantastica e rimane lì, entro i confini giocosi dell’invenzione, a suggerire percorsi mentali dinamici e realizzare luoghi gratuiti in cui rifugiarsi, riflettere. Riflettere sulla vera essenza dell’uomo, analizzarne i controsensi; rileggere percorsi assodati, superare freni inibitori e dogmi comandati dalle culture dominanti; valutare il tutto in assenza d’indicazioni prestabilite così da aggiungere nuovi strumenti all’insegna della pura creazione.

La sospensione temporale, l’assenza di regole e la libertà d’azione pongono la mente in stato di quiete e convogliano le energie verso attività ri/creative. La ri/creazione fatta per puro diletto, quindi, lontana da coercizioni o volontà conflittuali indirizzate a primeggiare, è magia; punto d’incontro con le forze vitali universali.

In virtù di ciò la trasmissione giocosa di competenze pittoriche deve avvenire lentamente “senza regole”; senza aspettarsi il “bel dipinto” ma giocando e osando con materia e colori. A tal proposito, è istruttivo osservare i bambini poco scolarizzati: il loro approccio col medium è corposamente fabulatorio, usano pasta cromatica spessa e non si pongono il problema se accostandola sullo strato fresco si contamina o si sporca, loro seguono le storie mutevoli che hanno in testa e mentre stendono il colore dialogano. Ecco, ai bambini si deve lasciare ampia libertà d’azione e non si deve invadere il loro campo fabulatorio dettato dal puro piacere del fare.
Davanti ai bambini dobbiamo sempre tenere bene in mente che l’azione ludica non scaturisce dalla necessità funzionale di cosa sarà o a chi servirà il manufatto ma dall’esigenza creativa intrinseca dell’uomo che unisce sensibilità e estro fabulatorio.
Anche per gli adulti, il gioco pittorico, privo di regole, ha il fine gratuito della soddisfazione intellettuale. La stessa gioiosa soddisfazione dei bambini alle prese con i castelli di sabbia.
E gli Artisti sono eterni bambini, sempre pronti a ricominciare; disincantati e fortificati dagli ostacoli eretti dall’orda barbarica incontrata nel corso degli anni.

(da:appunti di grafia creativa, di Mario Iannino, 2005, editoriale progetto 2000 CS)

garanzia morale e trasparenza nelle azioni della politica


«Chi rubava lo faceva dicendo che i soldi servivano alla politica e ai partiti, per pagare le spese enormi di un apparato mastodontico», chiarisce il presidente della Camera, Gianfranco Fini, pronto ad attingere ai ricordi:

Bettino Craxi, nel suo storico intervento a Montecitorio, il 29 aprile del ’93, «fece una precisa chiamata di correità a tutti gli onorevoli colleghi».

Discorso diverso merita il fenomeno contemporaneo: «Malcostume, corruzione e tangenti ci sono stati e purtroppo ci saranno, ma ora chi ruba non lo fa per il partito, ma solo perché è un ladro, un volgare lestofante».

Così, Gianfranco Fini, alla LUISS, a conclusione della presentazione del suo ultimo libro “Il futuro della Libertà”.
E precisa:
C’è mazzetta e mazzetta, anche se nessuna, sia chiaro, «è autorizzata o legittimata». Non si faccia però confusione, «si evitino paragoni impropri» tra Prima e Seconda Repubblica.
Pare che Gianfranco Fini non sia convinto della tesi per cui «oggi siamo come prima di Tangentopoli». Il Presidente della Camera, terza carica dello Stato in quanto a importanza istituzionale, non sa se ci sia una «nuova questione morale», ma «francamente» non trova «molto convincente chi sostiene che oggi siamo, più o meno, nelle stesse condizioni dell’epoca».

Stupisce come una mente politica eccelsa stigmatizzi in maniera semplicistica il fenomeno corruttivo della classe dirigente italiana. Di fatto si definisce malcostume, atto immorale, l’appropriazione indebita delle ricchezze dello Stato.

Uno stato che deve governare energie materiali e risorse intellettuali non può giustificare operazioni scellerate che di fatto hanno portato una nazione alla fame.

Se proprio c’è da giustificare qualcuno o qualcosa e porre meccanismi ideologici per superare la crisi morale, si deve dare ascolto alle sagge parole degli umili, gli affamati vittime della corruttela che gridano all'immoralità e al mantenimento dei meccanismi che sostengono le avidità dei corruttori. Poco importa se i canali con la più alta percentuale di ambiguità prendono il nome di emergenze, grandi opere, G8Chi governa deve essere al di sopra di ogni sospetto! e deve dimostrare, con atti pratici e non demagogici, l'impegno posto per favorire l'emancipazione del paese.

lunedì 15 febbraio 2010

loiero favorito dagli elettori del pd calabrese


Il presidente uscente, Agazio Loiero, ottiene la fiducia del popolo del PD alle primarie regionali.

Fa freddo. È da ieri sera che piove. L’acqua scende lieve. Le strade lucide, finalmente pulite, riflettono i bagliori dei lampioni. Un altro giorno tramonta. Salgo le scale ripide della vecchia costruzione che ospita il seggio delle primarie del partito democratico nel quartiere a sud di Catanzaro. Dalla porta aperta sull’ampio stanzone riscaldato da una stufa a gas, s’intravedono quattro uomini seduti. Un uomo trascrive sul registro i nomi della coppia che mi precede, stacca la ricevuta dell’euro lasciato dai votanti come sottoscrizione mentre li invita a spostarsi nella stanza affianco per segnare la preferenza sulla scheda dei candidati alla presidenza della regione.

Pochi attimi; imbuco la scheda nello scatolone e ridiscendo le scale ripide in pietra nera.
E che Dio illumini chiunque si metterà alla guida di una regione difficile come la Calabria.

Agazio Loiero ottiene la fiducia del popolo del PD, oltre il 65%


A scuola è definita “continuità didattica” la riconferma del docente di una data disciplina. La continuità didattica è attuata per concludere i piani di studi progettati e sviluppati in armonia con gli anni accademici previsti per conseguire un’adeguata conoscenza della disciplina, materia di studio.

Probabilmente molti elettori hanno pensato la stessa cosa e in nottata, Agazio Loiero ottiene il 65% delle preferenze rispetto a Bova e Censore.
Ora, a prescindere dalle strategie politiche, Loiero è chiamato a tenere alte le aspettative dei calabresi che gli rinnovano la loro fiducia in virtù del lavoro svolto nel quinquennio che sta per chiudersi.

sabato 13 febbraio 2010

quel ponte "di pilu" sullo stretto


Antonio Albanese è geniale! La sua imitazione satirica della cattiva politica, quella arraffona e personalistica veste completamente i panni del personaggio “Cetto La Qualunque” in maniera esaustiva. Personaggio volgare e ignorante, l’onorevole arrogante non pensa al benessere degli altri; pensa a curare il proprio ego, le proprie necessità. E poco importa se per realizzare progetti, per lui importanti, deve calpestare la comune morale o le idee altrui.
Mirabilmente, Albanese, nei panni di Cetto La Qualunque personifica il potere costituito, che assomma forza fisica, economica, politica! Forza autoritaria; sorda; e non ammette se o ma, per cui, gli avversari, ritenuti nemici, sono da abbattere.
Una satira intelligente, pungente e attuale.
La satira ha centrato un tema importante per il territorio calabrese e siciliano, che vede coinvolti liberi cittadini e intellettuali nel dibattito pro e contro: il ponte sullo stretto.
Ci abbiamo riso sopra. Abbiamo riso di cuore sulle verità trattate con piglio da giullare.
Purtroppo, non ci sono i governatori d’un tempo; statisti lungimiranti, intelligenti e umili che sapevano ascoltare il sacro matto.
Oggi abbiamo riso su verità scientifiche, reali e non ipotetiche, per i territori che dovrebbero sopportare l’ennesimo scempio ambientale per decreto.
È ancora vivo nella memoria di calabresi e siciliani il tremendo terremoto che devastò le città di Reggio Calabria e Messina. Siamo consapevoli delle forti correnti marine che agitano le acque dello stretto. Conosciamo la forza del mare e come si è abbattuta sulle coste, risucchiando i superstiti del sisma che si erano riversati per cercare riparo sulle spiagge nel 1905.
L'editoriale del Corriere a firma di Luigi Barzini cosi titolava il 20 settembre 1905: COLPO DI GRAZIA; Questa gente non crede più ai suoi capi, ai suoi signori, ai suoi padroni e si getta, piena di speranza verso gli estranei (...) I drammi del terremoto sono immensi, ma sono le vecchie piaghe della Calabria che li hanno fatti tali e che adesso rendono difficile ripararvi. Non s'immagina che cosa avveniva in questa bella terra di oppressioni, di sfruttamenti, di angherie, di violenze impunite sulla misera pelle degli umili, sulla gran massa del popolo, che ora piange nei campi.
Sempre il Corriere, il 9 settembre così titolava: "Lutto italiano"; mentre il giornale d'Italia romano "Gravissimo terremoto in Calabria e in Sicilia" ... e i giornali di martedì 12 "Maestà... quà i signori del municipio si mangiano tutto..." Ma, le parole più indignate le troviamo sul reportage di Luigi Barzini sul Corriere della Sera: "Ho qualcosa da dirvi".

Nonostante che Calabria, Sicilia, Campania, Basilicata siano le zone più a rischio sismico del pianeta, ancora oggi non si è voluto attuare una difesa seria dei territori e della gente che li popola.

Anche per gli episodi già vissuti, ci auguriamo di non dover piangere un domani le scelte di certa politica. Speriamo che la classe dirigente pro ponte espleti tutte le necessarie esplorazioni ambientali e si convincano a soprassedere e investire in progetti che sposano la vocazione territoriale delle regioni interessate: cultura, turismo, agricoltura; argomenti certi per creare sbocchi occupazionali e dare serenità ai giovani.

emergenze: è la goccia che fa traboccare il vaso


È chiaro a tutti che la vita è una continua lotta.

Si lotta per non essere fottuti dal mercante di turno, si sta attenti alla bilancia, al codice e al prezzo della merce. Si studiano bene i lavori da fare, i costi di mano d’opera e materiali. E per essere certi di non essere fottuti dal filibustiere con la faccia d’angelo s’invitano più imprese e si raccolgono più proposte esecutive corredate da relative fatture e progetti. Ecco, questo è ciò che fa un modesto uomo che campa alla giornata e fa i salti mortali per arrivare a fine mese.
Però, può capitare che, essendo in buona fede e riponendo grande fiducia nel prossimo, oppure perché costretto dall’emergenza, si rivolga all’amico, sicuro di ottenere un trattamento di riguardo in ossequio all’amicizia che li lega da tempo.
Nel rapporto tra privati, ci può stare! A limite, se l’amico tradisce il legame d’amicizia con operazioni piratesche, s’interrompe il rapporto confidenziale, si toglie il saluto al traditore e si porta davanti al giudice, sempreché ci siano pezze giustificative a supporto delle pretese rivendicazioni.

Ecco, nel piccolo ci si comporta così! Quando c’è da spendere soldi. Possibile che, per i grandi temi della politica, geni dell’alta finanza, ingegneri di grandi opere, strateghi e industriali di alto rango, tutti grandissimi altruisti e benefattori non vedano il marcio che li circonda?

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