domenica 20 settembre 2009

emarginati e integrazione sociale


È orribile! Come può un padre accoltellare la figlia, tagliarle la testa sol perché ama un uomo che non abbraccia la stessa religione? Eppure, questo tizio integerrimo è dovuto venire in Italia per dare un futuro alla sua famiglia e trovare lavoro. Mi sforzo di capire; scandaglio le origini culturali, etniche, ma al di là di determinate ottiche interne ai credo religiosi nessuna dottrina incita all’omicidio. Solo il rancore razzista induce a tanto e non c’è nessuna scusante che possa avvalorare la repressione di una o più vite. Anzi, persino nel regno animale, superata la fase dello svezzamento, la prole è allontanata, esortata ad andare incontro al mondo e procacciarsi da vivere.
La classe dirigente mondiale dovrebbe aggiustare il tiro; evitare i conflitti; destinare fondi alla scuola alla famiglia e alla ricerca così da far evolvere davvero le nuove generazioni attraverso integrazioni reali suffragate dallo studio e dalla solidarietà dei differenti credo religiosi e politici.
Non basta accatastare rom, immigrati, fuggiaschi in case popolari o baracche e recintarli. I ghetti sono la realizzazione dell’idea più becera che l’uomo potesse avere. Lo Stato Democratico salvaguarda la dignità della persona; lascia interagire, organizza e attua strumenti per avviare al lavoro. Insomma crea i presupposti per confrontare le intelligenze operanti sul territorio.

sabato 19 settembre 2009

forza evocativa, passione politica e amore in musica


Chissà a quanti è capitato di rivivere momenti significativi della propria esistenza ascoltando una canzone e quanti, in situazioni estemporanee, hanno esclamato: sembra di essere nel testo di una canzone di Vasco, De Gregori, De Andrè o Paoli…
La forza evocativa delle parole risveglia temi sopiti e la musica crea la giusta atmosfera.
Catanzaro, 17 settembre 2009, ore 12 e 45. sul marciapiede, tra i motorini davanti al liceo Galluppi, quattro liceali discutono animatamente. Le guance imberbi, rosee per l’enfasi oratoria, denotano un’età tra i 14/15 anni. Parlano di politica. Nella mia testa di spettatore occasionale qualcosa si è risvegliata; ho anch’io 15 anni e discuto con i compagni di scuola come contribuire per cambiare in meglio la società mentre la canzone di Gino Paoli scorre nelle orecchie: eravamo quattro amici che volevano cambiare il mondo…
La vita è una ruota! Auguro ai ragazzi del 2009 di riuscire dove noi del 68 e giù di lì abbiamo fallito.

venerdì 18 settembre 2009

in calabria ticket sui medicinali


All’entrata di Catanzaro, sul muro in pietra, alcuni fogli bianchi con delle lettere in nero tracciate grossolanamente e incollate in fretta, stamane capeggiava il dissenso di un ignoto contro la decisione della giunta regionale inerente l’inserimento del ticket sulle medicine:
LOIERO HA MESSO IL TICKET SULLE MEDICINE.
Allo stato attuale delle cose, credo sia opportuno qualche analisi sul regresso così da poter dipingere un quadro completo della situazione economica in cui versa l’Italia intera. Su come sono stati gestiti i servizi e, principalmente, sul malcostume dei cittadini nell’utilizzare il diritto alla salute erogato dall’inam. Nel mio piccolo, ricordo che negli anni 60/70, il medico di famiglia prescriveva persino “l’amaro medicinale giuliani” le pomate, gli sciroppi e altri prodotti ritenuti, ora, da banco e quindi a pagamento. Nell’epoca d’oro, l’amaro medicinale era in quasi tutte le case, anche se non si capiva cosa si dovesse digerire: eravamo tutti poveri ma belli snelli; non c’era il lavoro sedentario e non tutti possedevano la macchina. Poi, la crisi industriale indusse i governi a porre dei paletti contro il malcostume di cittadini e amministratori. Oggi, in piena recessione, la coscienza collettiva dovrebbe dimostrare emancipazione e serietà. Controllare, se necessario, l’operato degli amministratori e condividere i sacrifici per risollevare la società e uscire dall’austerità che la globalizzazione ha accentuato.

mercoledì 16 settembre 2009

giovane disoccupato


Ho 35 anni. Disoccupato. Anzi no! Per essere precisi, occupazioni ne ho tante, molte, direi, solo che hanno un piccolissimo difetto: non mi fruttano un centesimo! E per rendere l’idea ecco gli impegni inderogabili di una giornata da disoccupato cronico:
Ore 6 sveglia; toilet, caffè e lettura annunci di lavoro sul web.
Ore 8, come al solito neanche un’offerta. Eppure sono laureato; ho un bell’aspetto, sono simpatico. Sono single per scelta ponderata: non ho nessuna voglia (a dire il vero, il verbo giusto è “possibilità”) di formare una famiglia: cosa potrei dare a chi si unisce a me? Come potrei fantasticare di avere la progenie. Mi dispiace per mio padre che avrebbe voluto l’erede. Mi rattrista mia madre quando dice che vorrebbe sentirsi chiamare nonna! Ma non posso farci nulla…
Ore 8 e trenta, in fila all’ufficio postale per ritirare la pensione di papà; mamma ancora è una precaria della scuola pubblica anche se laureata e vincitrice di concorso in riserva perché gli esclusi furono ammessi dal TAR e quest’anno non sa se sarà chiamata dal suo dirigente scolastico perché non ci hanno capito un cazzo della legge Gelmini.
Ore 11, dall’ufficio postale (certamente non tutti i giorni, magari potessi andarci a riscuotere pensioni o vaglia!) al supermercato per confrontare le offerte e comunicarle a mamma.
12 e 45 aggiustare la tavola e mettere l’acqua sul gas.
Ore 14 Tg regionale e a seguire il nazionale tanto per rincarare la dose di masochistica fiducia nell'imminente futuro che la società riserva a noi giovani vecchi.
Tralascio il resto. Non voglio annoiare nessuno con la lista dei miei impegni non retribuiti a parte che amo la buona lettura e non posso farne a meno.
Però, l’altro giorno un amico mi lasciò letteralmente senza parole: e se quelli che sono tacciati di faccendieri privi di scrupoli che dirottano i fondi pubblici fossero dei benefattori? Disse d’un fiato.
Come benefattori?! Risposi. Bèh, fai conto che investono i soldi non nei progetti che hanno presentato ma in altre attività che magari procurano lavoro a tantissimi giovani. Chessò tipo i call center oppure i centri commerciali… tu a questi li condanneresti? Machiavelli diceva che il fine giustifica i mezzi.
Veramente io non ho incontrato nessuno che mi abbia offerto un posto di lavoro qualsiasi né tantomeno ho mai condiviso il pensiero di Machiavelli. Però … ma è solo fantaumanità la tua. Vuoi giustificare le azioni degli uomini e sperare a tutti i costi che ci sia del buono anche nei disonesti…
L’unica cosa certa è che io campo grazie ai miei genitori e quando non ci saranno più? Chi si preoccuperà di me… basterà il compenso del lavoro atipico, i pochi euro guadagnati dal pierragio o dalla distribuzione dei coupon pubblicitari?

martedì 15 settembre 2009

Realtà, luoghi, passeggiate in Calabria


a tutela della dignità dei cittadini e dell'ambiente



Avrei voluto scrivere del bel tempo in Calabria, 29°C mentre sto postando, e condurre per mano il lettore a conoscere le bellezze naturali, i siti archeologici, la struttura normanna della cattedrale di Santa Maria delle Roccelle e suggerire le installazioni di Oppenheim.

 Ma di colpo l’entusiasmo s’ammoscia. Non me la sento; è impossibile proporre la visita di luoghi ricchi di storia e civiltà dopo aver sentito dei veleni sparsi in mare e interrati dai manovali della ‘ndrangheta.
Secondo il collaboratore di giustizia il tirreno, lo jonio e anche parte del territorio calabrese è a rischio contaminazione!
Il Presidente della regione Calabria, Agazio Loiero, preoccupato per la vicenda, pone in primo piano il diritto alla salute dei calabresi:
«Abbiamo sollecitato il governo nazionale ad intervenire, senza rinvii, con provvedimenti urgenti per finanziare un piano per la bonifica di tutti i siti radioattivi» si legge in una nota emanata in serata dalla regione. E, l'assessore Greco ha voluto tranquillizzare la cittadinanza sui pericoli di contaminazione. «Non ci sono problemi per la balneazione – ha affermato- il carico si trova a molti chilometri dalla costa e a diverse centinaia di profondità». …e la pesca, le colture?
Quanti danni ha causato il giro sporco di affari ai calabresi onesti?
E ancora: quanto è veramente tutelato il cittadino qualunque, quello che non ha potere contrattuale economico e politico costretto a pagare il canone rai e tutti i balzelli fino all'ultomo centesimo?
Stando alle notizie divulgate in questi giorni anche dalla stampa in merito agli scandali ambientali, civili, finanziari e politici la risposta è zero%!

Persino da utente televisivo è costretto alla visione di certi programmi; sembra (o lo è?) una congiura contro il libero arbitrio: non ha neanche l’illusione di potere annullare momentaneamente il chiasso mediatico cambiando canale. Le beghe di quartiere dei portavoce privi d’ideali tracimano dallo schermo in qualsiasi palinsesto (quanto prima li vedremo anche negli spot pubblicitari tra un detersivo, una merendina, un pannolino e l’adesivo per le dentiere che ballano). Uno smentisce l’altro. Poi seguono querele, interrogazioni parlamentari che avvalorano la metafora dei nostri saggi: i ciucci si ‘mbriganu e i varrili si sdoganu che tradotto, suona così: gli asini litigano e gl’incolpevoli barili che hanno sulla soma si rompono. È chiaro che stando alla metafora noi cittadini siamo i barili…
Ma andiamo oltre; la cosa che più preoccupa è che in tutti gli affari sporchi realizzati in Italia, stando alle dichiarazioni dei pentiti, alcuni personaggi della classe politica sono dentro a vario titolo.

lunedì 14 settembre 2009

e l'estate continua in Calabria



È stato un attimo!
Le nuvole hanno partorito una miriade di goccioloni allegri e spediti.
Cristalli liquidi, caduti dal cielo, spazzano via polvere e smog.
Ogni cosa diventa lucida: case, alberi, macchine, strade. Il ritmo costante dal chiacchiericcio allegro e spedito della valanga d’acqua non impensierisce la signora del quarto piano; lei apre l’infisso, spruzza del detergente sui vetri, richiude, attende un attimo, apre e passa un panno sulla lastra bagnata dalla pioggia mentre altre casalinghe si apprestano a raccogliere i panni stesi.
Nelle strade, trasformate in piccoli corsi torrentizi, atolli di residui organici ostruiscono le grate di deflusso. Le ruote delle macchine fendono i rigagnoli ai margini di viale Isonzo.
Un attimo! È tornato il sole, la camicia si attacca alla pelle: urge una doccia! E l’estate continua in Calabria.

Catanzaro, 14/09/2009 ore 15.21.50

domenica 13 settembre 2009

anni 60, 70 pausa caffè a catanzaro: u morzeddhu



Catanzaro, anni 60-70 e un po’ 80: ore 10.00/10,30
“A zia Angiulina”, “a Fregola” e altri osti scoperchiano i pentoloni. Nuvole di fumo avviluppano i volti. Gli avventori abituali “da' puticha” prendono posto. I camerieri, ma anche gli avventori stessi in quanto confidenziali amici, portano in tavola il mezzolitro di rosso, tovaglioli di carta spessa, peperoncino piccante e, per chi la chiede, gassosa. Nel frattempo zia Angelina gira il mestolo nelle frattaglie, sente la densità e riempie le pitte, che una volta farcite immerge nel sugo per insaporire abbondantemente le estremità.
L’odore intenso di sugo di pomodoro e di frattaglie di vacca condite con grasso animale si spande nei vicoletti del centro storico, gli artigiani e gli operai, ma anche gli impiegati non disdegnano e sospendono il lavoro per la corposa “pausa caffè”.
Oggi lo stile di vita è cambiato: pochi frequentano le bettole al mattino tra le 10/10 e 30, anche perché poche sono le cucine a conduzione familiare che tengono vive le tradizionali abitudini alimentari dei catanzaresi.

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