sabato 6 ottobre 2012

100% inabile al lavoro nominato sottosegretario alla presidenza

Calabria, terra dei miracoli!


C’è una terra in cui tutto è il contrario di ciò che appare. E se qualcuno crede nei miracoli, bene, può venire qui, nella terra di Bengodi, perché qui la realtà supera i sogni. Basta avere un amico influente! Un amico che preso da compassione coopti un invalido al 100% che la commissione medicolegale sentenzia sia impossibilitato al lavoro attivo e che per stare a casa, sempre gli organismi preposti, gli elargiscano una pensione mensile di 7mila e cinquecento euro, centesimo più cents meno.
Peccato che la pensione non la paghino quelli che gli e l’hanno assegnata. Forse, se la pagassero di tasca loro, appena saputo dell’incarico e del superlavoro cui è sottoposto l’ammalato, per passione, forse, lo avrebbero richiamato a visita di controllo. Ma forse no! Vista la mole di lavoro che la commissione, poverina, deve smaltire per valutare se il sussidio, previsto per l’accompagnatore o la pensione di 300 o 400€ a quanti non possono bere e mangiare da soli, debba essere confermato o depennato.

Super Mario, pensaci tu!

venerdì 5 ottobre 2012

assistenza d'oro per la casta e tozzi di pane per i disabili

alberto sarra
In Calabria succede anche questo! E chissà per quale motivo la notizia passa inosservata.
È una notizia di qualche giorno addietro ma, per la risposta che ha dato l’interessato, merita di essere riproposta e riformulata anche per smontare il catastrofismo caro a certi giornalisti d’assalto.

La notizia, pubblicata sul Corriere della Calabria acquista visibilità nazionale allorché ripresa da Gian Antonio Stella su Corsera.
In sintesi denuncia due anomalie tutte italiane, vale a dire una pensione d’invalidità stratosferica e una fulminea liquidazione del regresso giacché si tratta di persona nota.
Naturalmente, la notizia, è stata oggetto di un lungo approfondimento nella trasmissione di Radio 24 condotta da Alessandro Milan.
Il protagonista della vicenda è il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, Alberto Sarra, “portatore sano di inabilità al lavoro” visto i suoi numerosissimi impegni istituzionali puntualmente onorati con relativa pensione di invalidità da lui “guadagnata” sul campo.

Gian Antonio Stella sul Corsera riprende Antonio Ricchio del Corriere della Calabria e rileva che nel giugno scorso, a causa dei gravi problemi di salute patiti nel 2010 dal Sarra, l’apposita commissione dopo accurata analisi scrive: "considerata la patologia - aneurismi dei grossi vasi arteriosi del collo e del tronco complicati da dissezioni della aorta torico-addominale,  si ritiene l'avvocato Alberto Sarra permanentemente inabile a proficuo lavoro".

Sempre secondo quanto scrive Stella, Sarra “è percettore di una somma mensile di 7.490,33 euro «al lordo delle ritenute di legge, a titolo di vitalizio, con decorrenza dal 7 gennaio 2010». Vale a dire: gli riconosceva gli arretrati per un totale di 30 mesi pari (stando a quei numeri) a circa 225 mila euro”.
E fin qui come non gridare allo scandalo? Ma, Sarra ha sottolineato, però, di avere già chiesto e ottenuto la sospensione dalla corresponsione degli emolumenti relativi all'indennità.
Il sottosegretario alla presidenza sostiene che, pur potendo legittimamente percepire l'indennità ha scelto di rinunciarvi per poter continuare a lavorare.
Insomma, secondo Sarra, si tratta di un vero e proprio ''caso al contrario'', cioè di uno che ''rinuncia a soldi legittimi pur di continuare a lavorare per la collettività''. E questo gli fa onore!
Però, se pensiamo a tutti quei casi di incomprensibile ottusità burocratica nei confronti delle persone immobilizzate nei letti o sulle carrozzelle che si vedono decurtare o annullare il sussidio d’invalidità già misero di suo, a sentire le cifre elargite all’avvocato (settemilaquattrocentonovantavirgolatrentatre), l’aneurisma viene a me. Ma di questo, l’avvocato Sarra o la commissione non ha nessuna colpa. Le pensioni d’oro sono sempre esistite per la classe dirigente come pure un tozzo di pane per la plebaglia.

giovedì 4 ottobre 2012

Affari tuoi è lo specchio dei tempi

i pacchi diseducativi di Max Giusti e del dottore

ALLA FACCIA DEL FAIR PLAY !


Qualcuno storcerà il naso nel leggere quanto sto per scrivere ma, dopo avere ascoltato le asserzioni di Max, il conduttore dei pacchi, a discolpa delle regole del gioco più diseducativo che la televisione pubblica potesse partorire e propinare agli abbonati, ho sentito il bisogno di dire la mia e spezzare una lancia in favore della regola sulla cavalleria e il rispetto per gli avversari sempre presente nei giochi di strada che si facevano fino a qualche decennio addietro.
Ma il gioco della rai si chiama “affari tuoi” e le regole sono tutte improntate alla tutela dei propri affari. Se poi, per vincere 5mila euro, le regole del gioco consentono di passare il testimone a un  concorrente e farlo andare a casa con le pive nel sacco senza neanche avere giocato , beh, è ovvio che lascia sgomenti quanti sono cresciuti per strada coltivando principi di solidarietà e rispetto per l’altro, sia esso amico o avversario.

Quanti sono cresciuti per strada e giocato sotto casa  intuiscono di cosa sto parlando e non credo che avrebbero lasciato il compagno a soffrire per colpa loro o pagare colpe non sue!, ma nel gioco dei pacchi tutto è permesso pur di portare a casa qualche euro; questo è quanto avvenuto. La concorrente sorteggiata, dopo avere condotto una partita disastrosa lascia nella merda una incolpevole concorrente perché costretta, appunto, da una regola recente che dà l'opportunità a chi sta giocando di abbandonare la partita e prendere il posto di un'altra non ancora in gara. Come dire: mors tua vita mea? o più terra terra pigliatelo tu 'sto pacco di m... che ho confezionato io.
Qui non si tratta di regole ma di diseducazione! Il fair play è una bestemmia e l’etica un concetto ormai in disuso, sentimenti messi fuorilegge dall'egoismo degli arrivisti.

Affari tuoi è lo specchio dei tempi bui che siamo costretti a subire checché ne dica Max Giusti, il dottore e compagni. Certo, se il marchio "GM", che determinava la garanzia morale di certi giochi o letture, avesse ancora peso per l'educazione sociale dei ragazzi, la confezione di "affari tuoi" sarebbe sguarnita. Ma questo non è un problema per la RAI e chi fa il programma. A loro preme lo share! l'ascolto! tutto il resto è aria fritta...

lunedì 1 ottobre 2012

Carmine Abate e la rivincita dei nuovi migranti

Se Carmine Abate non avesse vinto il Campiello, oggi, sarebbe gradito ospite del presidente della giunta regionale calabrese?

Risposta scontata: NO!

Questo è il modello adottato dai dirigenti politici che amano navigare nei mari calmi dell’orgoglio campanilistico facile e perciò puntano sui cavalli affermati che si sono fatte le ossa e guadagnata la fama fuori dalla terra d’origine.

Vincitori di niente se fossero rimasti in loco non per demeriti ma per l’assenza di una classe dirigente lungimirante al servizio dei cittadini e della cultura.

In Calabria l’ostracismo nasce con la vita stessa e si mitiga solo affiliandosi a qualcuno o qualcosa. Qui non conta la sensibilità, l’onestà intellettuale, la cultura del bene comune.
Forse per la durezza della vita stessa che porta a lottare fin dai primi giorni di vita sociale. L’arma più usata è la delazione, a seguire, la supponente derisione nei confronti dei rivali. Insomma una guerra continua per la sopravvivenza.

Per questi motivi, a volte, andare via è sinonimo di opportunità.
Lo è stato per il maestro Mimmo Rotella e molti altri contemporanei costretti a portare la loro persona altrove per vari motivi, esplicitati poeticamente ne “Il canto dei nuovi emigranti” di Franco Costabile, anche lui calabrese di Sambiase trapiantato a Roma.

domenica 30 settembre 2012

Ciucci riparla del ponte sullo stretto di Messina

tra Reggio Calabria e Messina
Il Ponte sullo stretto di Messina che dovrebbe collegare la Calabria alla Sicilia torna alla ribalta. Fin dall'estate scorsa Pietro Ciucci, amministratore dell'Anas (società del Tesoro) e della Società Stretto di Messina, fondata negli anni Ottanta con il compito di progettare e realizzare l'opera, è andato all'attacco e ha annunciato un ricorso straordinario al Capo dello Stato, che ha inviato nei giorni scorsi, dove considera illegittimo il definanziamento del progetto operato dal Cipe nel gennaio scorso motivandolo, sostanzialmente, che la società, ancora in piedi, rimasta senza soldi per le decisioni prese dal governo Monti di definanziare l'opera, non può rispettare la convenzione originaria firmata con Stato, che ancora nessuno ha abrogato. In sintesi: l'opera è stata depennata dai finanziamenti ma di fatto è ancora legittimata a fare le cose per la quale era stata istituita.

Aperta la falla, l'iter del Ponte è ricominciato. Il ministero dell'Ambiente ha riattivato, il 16 luglio scorso, la commissione per fornire il Ponte della Via, cioè la valutazione di impatto ambientale. E, senza attendere, come la prassi impone, l'ok della Via, nei giorni scorsi, precisamente il 27 settembre, il ministero per le Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, ha aperto la conferenza dei servizi, cioè l'organismo in grado di dare tutte le autorizzazioni necessarie sul progetto definitivo e far partire l'opera.
Insomma, la macchina del Ponte sullo Stretto rischia dirimettersi in moto nonostante i numerosi studi esistenti pubblicatisulla pericolosità sismica dei luoghi interessati.

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