Perché dovrei dare fiducia a qualcuno o qualcosa che non ne ha in me?
È un interrogativo che si sente
spesso! Come dare torto a chi lo pone fintantoché i meccanismi
sociali rimangono invariati?
Barack Obama è stato rieletto
presidente della prima potenza mondiale: l'America! Mentre in Italia
continua il gioco delle tre carte tra i parlamentari intenti a
rivedere la legge elettorale, (gli sbarramenti dal sapore coercitivo
per le minoranze democratiche espresse dagli elettori ne danno la
conferma) e anche nel Governo attento esclusivamente a contenere il
debito pubblico ma che non affianca alle manovre finanziarie una
politica di garanzia solidale coi ceti deboli.
All'inizio, dell'insediamento montiano,
il rigore ci poteva stare, anzi è stato un punto obbligato
nell'agenda strategica dei professori, ma non si può vivere solo
guardando allo spread, altrimenti dà la sensazione che sia priva di
anima. E l'uomo è anima, oltre che corpo.
Obama, dicevamo, ha incassato la sua
seconda e ultima presidenza. Guiderà le sorti degli americani e
anche degli europei, italiani in primo luogo, date le tracce storiche
presenti nei due Paesi. Le borse lo hanno accolto con un rialzo
significativo. L'alta finanza gli ha dato fiducia. Ma Lui ha detto:
“il meglio deve ancora venire”. Vogliamo sperare fortemente che
questo “meglio che deve venire” sia un progetto concreto nei
riguardi dell'uomo, dei suoi bisogni materiali e intellettuali. Un
“meglio” per chi non ha lavoro o l'ha perso; per gli sfruttati e
gli ignoranti “violentati dalla cultura” del bene.