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sabato 11 luglio 2009
da Kròton a Crotone, il fascino della storia
L'origine di Crotone è connessa alla spedizione achea del 700 a.c. La sua origine è suggerita dal tripode delfico impresso nello stemma cittadino che rimanda al responso dell'oracolo di Delfi, il quale, pare abbia indicato il luogo della nuova colonia agli achei. Kròton fu ricca e potente; celebre per l'imbattibile bravura dei suoi atleti e luogo dei giochi di Olimpia, di cui Milone ne fu vincitore. A Crotone sorse una prestigiosa scuola di medicina e l'ancor più rinomata scuola filosofica di Pitagora di Samo arrivato nel 530 a.c. Fonti antiche testimoniano che nel periodo della massima potenza, la polis fosse circondata da 12 miglia di mura e vantava l'egemonia delle rotte commerciali dell'odierna Calabria. Poi, passata municipium sotto il dominio romano inizia il declino.
Il sistema feudale iniziò nella metà dell'undicesimo secolo con la conquista dei normanni e nel XIII secolo gli angioini racchiusero i nuovi sobborghi dentro una cinta muraria più vasta. Per volere del viceré Pedro de Toledo, verso la metà del XV secolo, si costruì una nuova cinta muraria di forma pentagonale per contenere le invasioni turche con un nucleo fortificato, costituito da un castello con torri, baluardi e fossato; all'interno delle mura, la città è caratterizzata da un sistema urbanistico policentrico raccordato da un intricato sistema di vie strette. Ma non voglio rovinare il piacere della scoperta a quanti intendono visitare una città pregnante di storia; aggiungo solo che dal 1992 è capoluogo di provincia.
Oggi Crotone vive principalmente di turismo grazie alla sua storia ed ai tesori ritrovati nel santuario di Hera Lacinia di Capo Colonna, luogo sacro della Magna Graecia, conservati nel museo cittadino; al suo lungomare attrezzato che invita a prolungare la passeggiata verso la costa viola, Isola Capo Rizzuto, le Castella; per indicare, infine, Botricello, Sellia, Catanzaro Lido... insomma, le innumerevoli bellezze della Calabria
In sintesi, il blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo; analizzarne pacatamente le criticità così da poterle migliorare per sfatare quel deleterio luogo comune che nell'immaginario collettivo lega la Calabria alla ‘ndrangheta e al malaffare.
mercoledì 1 luglio 2009
Catanzaro, distrazioni creative: la prima volta
Distrazioni creative: la prima volta
L'espressione grafica esternata attraverso il fare giocoso della traccia cromatica diventa distrazione; atto, gesto, concretizzazione visiva che si realizza nell'attimo stesso in cui nulla si pretende da quanto tracciato. Il risultato finale è di per sé importante già per il fatto stesso di essere lì, impresso sulla superficie; ne occupa lo spazio e lo personalizza.
Il “passatempo” creativo privo di regole, gratifica l'io del giocatore, lo incita a cercare nuovi mezzi espressivi, accostare materia, colore, segni affini alla fabulazione mentale fino a quando decide di smettere perché ha raggiunto ciò che vuole.
Il fare giocoso inventa percorsi dialettici mobili; impronte amorfe; pensieri che si trasformano e interagiscono; linee e colori che assumono forme cromatiche ancestrali.
La “distrazione creativa” astrae dalla quotidianità, sublima o esaspera il sentire, comunque, induce alla quiete interiore: i sensi tendono a isolare, tenere fuori dalla sfera sensibile gli elementi di disturbo per personalizzare lo spazio d'azione.
L'esperienza segnica, vissuta come gioco, rafforza l'autostima in quanto, non dovendo subire esami o giudizi, il “prestigiatore segnico”, combina alchimie al di sopra di ogni aspettativa.
Il laboratorio creativo deve essere vissuto, quindi, come luogo di gioco; isola fantastica in cui godere di ogni piccolo gesto; confrontare e confrontarsi per vincere tutti, insieme!
Mario Iannino
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venerdì 22 maggio 2009
Catanzaro,interventi di riqualificazione su edifici d'interesse storico
C’era una volta… un castello dai merli di vetro
Fino a qualche decennio addietro, il complesso monumentale del San Giovanni, in Catanzaro, soffriva d’incuria. Probabilmente, secondo alcuni, non necessitava di servizi di prima qualità poiché adibito a carcere.
Poi, il terremoto fece crollare una parte e ne pregiudicò altre. Fin qui nulla da obiettare; anche perché, si sa, le finanze per il mantenimento dei beni culturali sono esigue; ma continuiamo a conoscere il sito:
Originariamente, l'area dell'ex castello di Carlo v, vanto della fedeltà dei catanzaresi al re, comprendeva anche la chiesa di San Giovanni da cui prende il nome tutta l’area monumentale.
Dopo anni di abbandono, finalmente l'amministrazione comunale rifà il look grazie ai piani urban. Diventa museo; centro per convegni culturali e sedi di uffici comunali. Fin qui tutto bene; ma... a che servono quelle strutture di cristallo intelaiate sovrapposte? Cos'è una corona di cristallo? Forse un’installazione in omaggio al tempo passato; se è così allora è meglio toglierla in fretta, al più presto: stravolge la struttura normanna… l’impatto visivo è devastante.
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In sintesi, il blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo; analizzarne pacatamente le criticità così da poterle migliorare per sfatare quel deleterio luogo comune che nell'immaginario collettivo lega la Calabria alla ‘ndrangheta e al malaffare.
mercoledì 6 maggio 2009
oltre la realtà: fotografia e pittura
Altre vedute
L’immagine stereotipata immortala e conferisce ai luoghi icone sublimate.
Spesso, la “cartolina” delude se paragonata all’originale; i paesaggi osservati da persone con bagagli culturali differenziati assumono valenze soggettive. Gli interessi degli uni non necessariamente collimano con quelli degli altri.
Viene da sé che la pluralità analitica aggiunge o toglie qualcosa alle immagini stereotipate. La stessa cosa avviene nell’ambito delle arti visive.
Il professore Giulio Carlo Argan, sosteneva l’inutilità del dispendio di energie da parte dei pittori iperrealisti. Con modi bruschi asseriva che l’uomo aveva inventato la macchina fotografica e, quindi, competere con essa è da cretini.
L’artista deve proporre, con gli strumenti che ritiene idonei, il proprio sentire. Il gesto, l’azione può essere racchiusa in un click; una pennellata; uno strappo; un occultamento o un’accumulazione… dipende dai percorsi linguistici.
Spesso, la “cartolina” delude se paragonata all’originale; i paesaggi osservati da persone con bagagli culturali differenziati assumono valenze soggettive. Gli interessi degli uni non necessariamente collimano con quelli degli altri.
Viene da sé che la pluralità analitica aggiunge o toglie qualcosa alle immagini stereotipate. La stessa cosa avviene nell’ambito delle arti visive.
Il professore Giulio Carlo Argan, sosteneva l’inutilità del dispendio di energie da parte dei pittori iperrealisti. Con modi bruschi asseriva che l’uomo aveva inventato la macchina fotografica e, quindi, competere con essa è da cretini.
L’artista deve proporre, con gli strumenti che ritiene idonei, il proprio sentire. Il gesto, l’azione può essere racchiusa in un click; una pennellata; uno strappo; un occultamento o un’accumulazione… dipende dai percorsi linguistici.
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