mercoledì 14 ottobre 2009

scrivere, fare, creare: pensieri in rete



Due pensieri nella rete (tanto c’è spazio a sufficienza per tutti.)


1) Pensiero: scrivere è un’esigenza.

Si scrive per scaricare tensioni; condividere esperienze; confessare, cazzeggiare, imprimere idee, trasmettere (saggi?) consigli.
L’atto in sé pone chi lo pratica nella condizione mentale di non essere solo. Quindi, davanti al computer oggi e alla macchina da scrivere qualche anno addietro, per sentirsi in compagnia di un amico sincero; un amico talmente sublimato da non poter essere reale. Sì, perché nella realtà non c’è nessuno paziente a tal punto da lasciarsi frantumare i coglioni continuamente, assorbire lagnose lamentele, frustrazioni (che altro andresti a confidare a un amico se non i pesi che ti opprimono il cervello e massacrano lo stomaco?) insomma, il fare annulla la solitudine e allevia le ulcere!
Ma non finisce qui! Per uscire dall’isolamento esistenziale si escogita di tutto: giochi per la mente, attività fisiche, hobby e ora, come già detto, la tecnologia web regala a chiunque la possibilità di sentirsi scrittore, giornalista, opinionista, saggista… L’aggeggino magico acchiappa. Assorbe energie, tensioni: è il confessionale per eccellenza, altro che sedute dallo psicanalista! La rete, è una voragine famelica: ingoia e digerisce velocissimamente ma tiene ogni cosa in memoria ed è per questo che prende piede: chiunque può lasciare la propria traccia ai posteri anche senza aver fatto nulla di geniale per lo sviluppo della collettività. Come la lumachella di Trilussa: “La lumachella de la vanagloria, ch’era strisciata sopra un obbelisco, guardò la bava e disse: già capisco che lascerò un’impronta ne la storia.

2) Pensiero: fare creativo come prosecuzione dell’esistenza.

L’uomo non inventa nulla semmai osserva e personalizza quanto esiste già in natura. Lo spirito di conservazione prima e quello ludico, poi, lo spingono a rendere i prodotti dell’universo conformi al proprio modo di essere. Cosicché, superato lo stadio meramente conservativo della specie, l’uomo, spende il tempo a giocare: con le parole, la materia, la finzione visiva!
Chi non ha mai giocato, nei momenti di ozio, a seguire i contorni della propria mano con una penna e lasciare la traccia su un foglio? Anche i popoli primitivi pare abbiano iniziato così: descrivendo le forme proiettate dalla luce del fuoco sulle pareti delle caverne con tizzoni o pietre; seguendo le orme delle sagome lasciate dai corpi sul terreno o semplicemente stilizzando con segni elementari quanto avevano in animo di raffigurare o trasmettere. Dunque, nasce dal nulla il linguaggio della figurazione, a torto definito dono per pochi eletti.
È vero, è un’alchimia!, una magia elementare che continua a stupire per la semplicità immediata con cui dialoga e trasmette messaggi universali. Ma, non per questo difficile da apprendere. Decifrare e interagire. Per far ciò, è necessario sfatare il grande falso mediatico divulgato da sempre dagli addetti ai lavori, interessati, per molteplici motivi, a mantenere vivo l’alone poetico e geniale di chi opera nel campo dell’arte.
Dipingere è come scrivere: basta conoscere la sintassi.

miss italia 2009 alla maison gattinoni



9 ottobre, Villa Erba, Cernobbio. Maria Perrusi, la nuova Miss Italia 2009, debutta nella moda con la maison Gattinoni. La giovane miss, avvolta in un abito in candida seta dell'ultima collezione Gattinoni firmata da Guillermo Mariotto, ispirata alla «Luce», percorre la passerella tra le modelle professioniste.
Il giornalista, conterraneo della neo miss, fa qualche domanda allo stilista Guillermo Mariotto:
Mariotto cosa pensa della neo miss Italia?
È ancora una bambina, deve crescere, studiare…
Forse, non contento della risposta elusiva, il cronista lo incalza, cerca di carpire qualche nota d’incoraggiamento, un elogio almeno alla bellezza ma Guillermo glissa e infine, messo alle corde dalla domanda:
Mariotto qual è l’augurio che fa alla nuova miss Italia?
Sentenzia:
Bèh che dire a una ragazza che si chiama Maria:… lunga vita e molti figli.
In poche battute si è concentrata la tesi, che, enunciata pubblicamente da un esponente del bel mondo fatto di luci e paillettes, sgretola i sogni di tantissimi ragazzi e ragazze che sperano nel colpo di fortuna piuttosto che nello studio propedeutico per entrare nel territorio fantastico dello spettacolo.

È chiaro! Se si valuta l’intervista dal punto di vista campanilistico, i calabresi e quanti guardano alla tv come trampolino di lancio, rimangono turbati dal modo spicciolo con cui è stato bocciato il mero aspetto esteriore, ma ragionando a mente fredda si conviene che per ricoprire dignitosamente qualsiasi ruolo è necessario possedere un bagaglio culturale adeguato. E chi ne è privo deve studiare! Apprendere ininterrottamente dai libri e dall’altrui esperienza. Solo così si evolve!
Ad maiora Maria!

martedì 13 ottobre 2009

bronzi di Riace: clonazione si o no?



Agosto del 1972, un appassionato sub s’immerge nelle acque del mar jonio a 300 metri dalla costa di Riace. La sua immersione diventa storia.
Stefano Mariottini, questo il nome del sub, nell’esplorare i fondali nota qualcosa di strano spuntare dalla sabbia; si avvicina e intuisce di essere di fronte a qualcosa d’interessate: una mano ferrosa ricoperta di licheni. Prontamente, segnala la scoperta alla Sovrintendenza che fa intervenire una squadra di subacquei professionisti e con l’ausilio di sofisticate attrezzature riportano alla luce una prima statua. Gli archeologi intuendo l’importanza del sito fanno continuare le ricerche nella zona interessata fino a trovarne una seconda, denominate statua A e B, entrambe catalogabili tra il IV e V secolo a.c.
Ripulite e restaurate nell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sono esposte al pubblico per la prima volta nel 1980 e infine trasportate nel museo archeologico di Reggio Calabria.
E qui iniziano studi e diatribe.
Di sicuro sono attribuite alla fucina statuaria greca per la tecnica usata e per le misure che conducono il pensiero al concetto di bello assoluto enunciato da Policleto il Vecchio nel canone per laperfetta costruzione corporea.
Al di là di quanto detto da studiosi e politici, è chiaro che: ritrovamento e luogo sono dati variabili occasionali. Non è occasionale, invece, il dato tangibile strettamente connesso alle statue e cioè: i manufatti sono patrimonio culturale mondiale! A prescindere dal luogo di ritrovamento e conservazione.
Detto ciò, c’è da capire, in merito alle più recenti notizie riguardanti la clonazione dei bronzi di Riace, quali sono gli accordi politici tra i vari soggetti che fino ad ora hanno gestito l’operazione.
È ovvio che, come già detto, essendo patrimonio culturale dell'umanità, è consequenziale la divulgazione delle opere, relative scuole di pensiero e statuarie. D'altronde tutti i capolavori dell’arte sono oggetto d’innumerevoli copie; ma per i guerrieri rinvenuti a Riace si tratta di cloni fedelissimi, difficili da distinguere dagli originali, sempreché non si scriva “clone” e si lasci di proposito qualche lieve imperfezione! Perciò, chiedo: a che pro? E perché devono essere trasportati altrove, non sarebbe un’ottima occasione per istituire laboratori pubblici nelle stanze del museo di Reggio Calabria e far assistere all'evento appassionati e studenti? Quantomeno nella prima fase; è ovvio che l’operazione finale debba essere eseguita in una fonderia con i calchi fatti sugli originali.

(mario iannino)

lunedì 12 ottobre 2009

rispetto: cos'è?


Cosa s’intende per rispetto? Questa è una bella domanda! alla quale ognuno risponde in base all’educazione acquisita in famiglia e nella comunità in cui vive.
Nella generalità dei casi, la formazione culturale italiana impone di rivolgersi agli sconosciuti con garbo e, se di età rispettabile, non salutare con un “ciao” ma con un adeguato “buongiorno, buonasera”; aspettare che sia il più anziano a tendere la mano in segno di saluto ecc. Invece, oggi, sovente si sentono sbiascicare saluti adatti tra commilitoni a familiari, conoscenti ed estranei.

Eppure fino a qualche anno fa, con l’esattezza negli anni sessanta/settanta, era possibile assistere al dialogo rispettoso anche tra due piccoli uomini: bambini che litigavano per un giocattolo comunque calati nei ruoli di zio e nipote in virtù delle loro nascite ravvicinate. Ragazzini con uguali stimoli e intenti, ma con progenie differenti, crescevano insieme sotto lo stesso tetto, e fin qui nulla di strano date le giovani età dei genitori, considerando che in quegli anni l’età media di quanti convolavano a nozze si aggirava intorno ai 22/25 anni chi toccava i trenta era fuori quota, s’intuisce quindi la possibilità di gravidanze quasi contemporanee tra differenti nuclei familiari consanguinei; tornando al nocciolo della questione, la singolarità dell’effetto educativo consisteva nella specifica direttiva sociale d’imporre al “bimbo nipote” di trattare il” bimbo zio” figlio della nonna come una persona già grande.
“Devono imparare da piccoli a rispettare gli zii, i genitori, i nonni e i grandi!”. Questa era la risposta a quanti chiedevano perché si educassero i bambini a trattare un coetaneo, se pur fratello della mamma o del papà, col dovuto rispetto.

I tempi sono cambiati: sentire chiamare un coetaneo zio e rivolgergli del “voi” non solo in famiglia ma anche per strada, oggi farebbe ridere!
Nell’era del “grande bordello” qualcuno ha già obiettato: non sono questi i termini che denotano un reale rispetto. Il rispetto si deve conquistare sul campo. Devi lottare. Essere tra i primi; devi far parte di quelli che contano e determinano le sorti della comunità! E cos’è che ti rende considerato? I soldi! Tanti più soldi hai tanto più sei rispettato… L’età, l’esperienza, la cultura, l’educazione sono fardelli da buttare a mare. Sarà vero?

domenica 11 ottobre 2009

democrazia e uguaglianza

Libera analisi di una democrazia
Sono lontani i tempi in cui tutte le rappresentanze delle correnti di pensiero presenti nel territorio nazionale si schieravano tra gli scranni istituzionali del parlamento italiano e proponevano liberamente idee supportate dalla cultura ideologica d’appartenenza. Da qualche anno alcuni soggetti hanno deciso di abolire le diversità culturali raggruppando in soli due schieramenti le molteplici filosofie di vita. Al cittadino comune, quello che ha come pensiero costante il problema di come sbarcare il lunario, sembrerà banale e deleterio dal punto di vista culturale, ma, non gliene frega nulla! Non sta a vedere se è bianco o rosso il vessillo di chi governa; il genitore, ma anche il singolo, vuole vedere tutelati i diritti fondamentali della famiglia, della salute, della scuola! In una parola vuole vedere riconosciuta la dignità della persona! E non vedersi tirare in ballo, strumentalmente, al momento opportuno, per rafforzare azioni di governo, e non, che lasciano dubbi per la mancanza di chiarezza e visione reale dei problemi comuni.
Non c’è il minimo dubbio che si stia attraversando un momento difficile per la mancanza di lavoro, serenità individuale e sociale. In questo clima, alcuni imbonitori non trovano di meglio che sviare le tensioni reali, prodotti dalla disoccupazione e dai nuovi assetti sociali, urlando e litigando con la controparte politica per futili motivi. Sarebbe invece auspicabile che ragionassero coralmente su cose concrete e magari riprendere vecchie questioni irrisolte:
Nel 1980, il Presidente della Camera Nilde Jotti propose di ridurre del 50% il numero dei parlamentari, (attualmente, se non sbaglio, le camere sono costituite da 630 deputati e 315 senatori più quelli a vita). Se si pensa che il Senato americano è composto da 100 rappresentanti, il nostro è certamente il più affollato. Senza contare le onorevoli assenze, lo zelo dei pianisti, le risse e la mancanza di rispetto verso le Istituzioni dello Stato e il popolo tutto; con tutto il rispetto da parte mia per le due Camere; l’Italia e gli Italiani non stanno facendo una bella figura.

Senza aggiungere altro, rammentiamo tre semplici punti:
  1. È in vigore la CARTA COSTITUZIONALE della Repubblica Italiana!
  2. L’immunità parlamentare è stata abolita dai parlamentari coraggiosi.
  3. Se non modificata da uomini lungimiranti, la Costituzione, deve essere rispettata nella sua interezza!
E, infine, rileggiamo insieme due articoli della Costituzione Italiana:
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

sabato 10 ottobre 2009

disagi sociali: solitudine, indifferenza, depressione


Premesso che non è mia intenzione trovare colpevoli o scusanti per motivare gli atti estremi di quanti decidono di togliersi la vita, sono del parere che una se pur limitata analisi debba essere fatta. Quantomeno chiedersi come mai? Cos’è che ha indotto una persona a mettere in pratica un pensiero così drammatico! Ha pensato allo sgomento e al vuoto che lascia non solo nella vita di quanti, lo conoscono ma anche di quelli che ne vengono a conoscenza. Si è fatto carico delle voragini emotive che provoca l’insano gesto? Sicuramente no!, dato l’epilogo della sua esistenza. Un’esistenza lunga, media o breve che sia non ha importanza, poiché, l’atto estremo, lascia un segno indelebile nella società.
E la famiglia? Possibile che non si sia mai accorta di nulla? Madre padre fratelli cugini zie nonni… Moglie figli mariti cognati amici!
È dall’inizio di questa estate che queste domande mi frullano nella testa. Da quando ho sentito un tonfo seguito da urla disperate dall’altra parte della casa: giù nel cortile, il corpo inanimato di un uomo, leggermente scomposto, sbarbato fresco, sembrava dormire supino a dorso nudo. Quell’uomo lo vedevo tutti i giorni fumare nel balcone; silenzioso guardava fuori; a volte stendeva i panni o espletava qualche servizio domestico. Ebbene, senza dubbio alla sua famiglia mancherà!, ma voglio dire che la sua figura manca anche a me anche se non lo conoscevo per niente; quando mi affaccio, vedo il balcone vuoto e lui giù coperto con un lenzuolo.
Mi chiedo: è l’effetto della società distratta, famelica, caotica, pregna d’indifferenza, quindi, scarsa di attenzioni verso il singolo a innescare il fenomeno dell’incalzante depressione?

venerdì 9 ottobre 2009

auguri dalla calabria a Barack Obama



Dalla Calabria un augurio accorato al Premio Nobel per la Pace Barack Obama, Presidente USA

Preferisco un Premio Nobel per la Pace“Preventivo” alle guerre “preventive” …
E come me, stando a quanto riportato dai portavoce dei governi mondiali, ribaditi di seguito, la quasi totalità degli uomini spera che il mandato di Obama sia l’inizio di un nuovo modo d’intendere la convivenza tra i popoli. Che sia di stimolo, quindi, a fare sempre meglio e spendersi senza sosta per la pace e la convivenza civile! Auguri e buon lavoro!

“Il comitato per il Nobel ha attribuito il riconoscimento a Obama "per i suoi sforzi straordinari per rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli". Un premio preventivo e di incoraggiamento secondo molti, perché l'amministrazione Obama non è ancora riuscita a ottenere i suoi scopi. Sorpresa per tutti, soddisfazione per alcuni: la notizia si è propagata nel globo anche nei paesi islamici oggi nel riposo del venerdì.
Sono in molti a ritenere che il premio "è arrivato troppo presto": Obama "per ora ha fatto solo promesse" secondo il sito on line di Elaph. Non manca però chi saluta il "coraggioso e saggio leader mondiale, Obama".
Il Nobel per la Pace per il 2009 deve incitare il presidente degli Stati Uniti a mettere fine all'ingiustizia nel mondo. Questo, il primo commento dall'Iran. E dall'Afghanistan, un portavoce dei talebani ha condannato l'attribuzione del Premio Nobel per la pace al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che deve decidere tra poco il dispiegamento o meno di rinforzi militari per combattere i fondamentalisti islamici.
"Ci congratuliamo con Obama per aver vinto il premio Nobel", ha dichiarato Siamak Hirai, portavoce della presidenza afgana, a nome del presidente Hamid Karzai. "Il suo lavoro frenetico e il suo progetto per nuove relazioni internazionali, la sua volontà e i suoi sforzi per creare un'atmosfera di amicizia e buone relazioni, oltre che per la pace nel mondo, ne facevano la persona adatta per ricevere il premio Nobel per la pace".
Negli Stati Uniti, la prima reazione del New York Times all'annuncio dell'assegnazione del Nobel per la Pace parla di una "stunning surprise", una "sorpresa impressionante". A sua volta il Washington Post riporta la notizia e non cela un dubbio. "L'annuncio, a meno di nove mesi dall'insediamento di Obama, ha suscitato immediatamente a Oslo questioni tra i giornalisti che si sono chiesti se il comitato dei Nobel non abbia agito prematuramente premiando un leader che ha un'agenda ambiziosa ma non ha fatto ancora molti passi concreti per realizzarla".
A Roma, il Consiglio dei ministri ha tributato un applauso a Barack Obama. Lo ha riferito il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Un Presidente destinatario di tale premio, ha aggiunto il Cavaliere, "è tenuto a un comportamento ecumenico nei confronti di tutti". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Obama un messaggio in cui elogia "la sua visione innovativa e lungimirante dei problemi della pace e della cooperazione internazionale".
Dalla Francia, Nicolas Sarkozy ha rivolto le sue "più calorose congratulazioni" a Barack Obama, insignito oggi del Premio Nobel per la Pace; un premio che per Sarkozy "consacra il ritorno dell'America nel cuore di tutti i popoli".
Dalla Germania, la cancelliera Angela Merkel osserva che il premio costituisce "uno stimolo per il presidente e per tutti noi" a fare ancora di più per la pace. Obama "In poco tempo è riuscito a instaurare un nuovo tono e permettere una apertura al dialogo".”

mercoledì 7 ottobre 2009

chi tutela lo spettatore dalle offese dei personaggi forti in tv?


Quando gli utenti subiscono offese da personaggi noti in tv:
Chi tutela il fruitore del servizio mediatico?

È una domanda che sorge spontanea ogni qualvolta si è costretti ad assistere alle esternazioni demenziali di determinati soggetti che, grazie alla loro attività, spadroneggiano nei palinsesti pubblici e privati. C’è da chiedersi se prima di aprire bocca e dare fiato alle corde vocali abbiano fatto le prove generali di connettività cerebrale, attivato le giuste facoltà cognitive e magari, per maggiore sicurezza, contare fino a cento prima di liberare stronzate. Indubbiamente, è molto difficile per lo stolto contenere il fiume logorroico quando l’ormone dell’adrenalina è in piena attività, però, una volta appurata la pericolosità sociale, testimoniata dai suoi interventi estemporanei registrati dai mass media, dovrebbe essere curato incessantemente e mai lasciato solo. È d’obbligo un tutore! Un tutore saggio che anticipi le gaffes ai personaggi dello spettacolo quando offendono regioni intere, con frasi tipo “perché Dio ha creato la Calabria”, dette col preciso intento di arruffianarsi la platea che lo ospita e magari sponsorizzare un’opera faraonica inutile poiché mancano le infrastrutture primarie nelle regioni interessate.
È d’obbligo un tutore saggio per chi vuole “ammazzare tutti i figli dei zingari… Istituire la carta della razza pura … avere docenti d’origine controllata … portare il popolo in piazza per difendere interessi privati nelle pubbliche amministrazioni…” Sì ci vorrebbe un esercito di saggi che facesse ragionare seriamente quanti deputati alla guida delle masse, cantanti e non, che a vario titolo determinano le sorti delle nazioni.
Ciao compagno Antonello; ossequi onorevoli… auguro a tutti voi una crescita culturale dinamica nel rispetto delle umane pluralità.

sketch teatrale, satira? no realtà!


Non è uno sketch di Aldo Giovanni e Giacomo e neanche satira.

Gl’incontentabili sono ovunque

Ore 10,00; sala d’attesa. (anonima)
Il chiacchiericcio accoglie i nuovi arrivati.
Due signori anziani discutono animatamente:
signore anziano n°1: … perché che ha fatto ‘sto sindaco!? Abbiamo fatto questo abbiamo fatto quell’altro! Ma per favore meglio ma se ne và. Vabbè che mò lo cacciano ha finito gli anni mò si torna a votare…
signore anziano n°2: …eva meglio ‘na volta vi vicoldate? Quando evavamo piccoli e ci mettevano quella divisa e poi c’evano i contvollovi dappertutto: sui tveni nelle stazioni…
signore n°1: và và và mò in una stazione che ti assalgono, ti rubbano e se sei una femmina ti violentano eppoi il sindaco che hanno messo lì che fa? Ha fatto la scala mobile ha fatto quel tappeto rulante sopra il cavalcavia e stà fermo… ancora non funziona!
n° 1 e 2 all’unisono: sindamangiav ru sov rdi ca eu u sacciu.
N°1: sì sì u sacciu puru eu ca fhacìa i viaggi a Roma: ncindaportamma rrobba all’onorevole…avia na villa chi pagau centumilioni e chiddi tempi!
N°2: su tutti na massa e mangia mangia. Quandu su assettati a la coddara mangianu tutti.
Ma insomma cosa vi piace? Perché non vi proponete voi alle prossime elezioni? interviene un terzo-
N°1: Io? Se vado io tratttattatà! Un mitra e li faccio fuori tutti… altro che raccomandazioni o mazzette.
N°2: è vevo si stava meglio pvima con le vonde… c’eva più onestà.
Terzo signore: ora ci sono le ronde, basta formarle! Andate!
N°1 e 2: dove? quando? che ci vado subito. Si mi avmo di bastone e ti faccio vedeve io…
a nonno ti traballa la dentiera pensa a fissarla bene che se no ti fai male altro che bastone o ronda. Va bèh che l’autolesionismo non è reato… però poi pesi sulla sanità pubblica!

martedì 6 ottobre 2009

per evitare infami erezioni

Ascoltare. Osservare. Meditare.
Per evitare infami erezioni.

Oggi come non mai è in atto la pratica dell’accusa. Si accusa tutti e tutto pur di trovare un capro espiatorio ai drammi ambientali, sociali e personali; quasi come a esorcizzare le catastrofi incombenti nei territori sfruttati negligentemente dalle persone avide, oppure trovare il colpevole dell’instabilità sociale ed economica che attanaglia la maggior parte dei paesi. E su chi si punta il dito se non sulle persone più in vista? Perché? Perché nei momenti di panico, è umano che si cerchi di porre punti fermi per arginare l’ignoto e le relative paure. Inizia così la caccia all'untore, che riempirà, suo malgrado, spazi cartacei e virtuali. Il malcapitato o i malcapitati, una volta segnati dall'opinione pubblica ed eventualmente dalla giustizia, difficilmente usciranno indenni. Solo il più forte si salverà. Così com’è avvenuto nel racconto del Manzoni nella storia della colonna infame: si accusa chi si vede aggirare di notte, il diverso, l’extracomunitario, il vicino di casa antipatico, l’imprenditore fortunato e finanche il capo dello stato non è esente dalle critiche.
Nulla da eccepire! Ma, per onestà intellettuale, è doveroso ricordare che chi vive e lavora nei luoghi della “colonna infame” non è mai esente da responsabilità. Tutto ciò che avviene, è merito o colpa di ogni singola persona. Come insegna la storia

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