Non c'è bisogno di essere in crisi per
capire che 17 milioni di euro sono troppi per predicare il vangelo
alle truppe militari.
Tanto ci costano i cappellani militari
che, secondo una legge del 1961, la numero 512 del primo giugno '61,
norma l'avanzamento e il trattamento economico del personale che
assiste spiritualmente le forze armate italiane.
Vergogna! Come si può quantificare la
parola di Gesù che predicava tutt'altro in base ai gradi militari?
Eppure questo accordo c'è stato con la
benedizione del vaticano che vede andare in pensione, una ricca
pensione, il cappellano militare a 62 anni. E sono necessari appena
15 anni di servizio!, per avere erogato un assegno pensionistico
simile ai militari di alto rango.
Cioè, con parole povere, il cappellano
militare addetto: un prete che entra a dire messa e confessare i
militari in una caserma ha diritto al grado di tenente. Poi, sale di
grado e diventa cappellano militare capo: capitano! Fino a
conquistare i gradi di maggiore alle porte della pensione.
Ma l'assurdo non sono tanto i gradi e
la relativa norma che disciplina il lato economico.
Quello che non và giù è che ci
volevano le jene, con una loro pungente incursione, a svelarne i
meccanismi.
Mai prima delle jene nessun politico
impegnato nella ricerca di correttivi necessari per tamponare la
crisi che stiamo vivendo e neanche qualche alto prelato graduato ha
pensato minimamente di suggerire cristianamente questa assurdità
evangelica.
Tanto per la cronaca, Papa Francesco
recentemente:
|
mons. marcianò e papa francesco |
“ha donato alle Forze Armate Italiane la nuova guida spirituale,
nominando Ordinario Militare per l’Italia il calabrese Santo
Marcianò, Arcivescovo della Arcidiocesi di Rossano-Cariati (CS), che
succede a Mons. Vincenzo Pelvi. Mons. Marcianò, 53 anni, di Reggio
Calabria, dottore in economia e commercio, giornalista pubblicista, è
stato eletto Vescovo da Papa Benedetto XVI a soli 46anni, divenendo
il più giovane vescovo d’Italia ed attualmente è il più giovane
Arcivescovo italiano. Ha conseguito il Baccellierato in Teologia
all’Università Lateranense ed è autore di numerosi libri.
L’Ordinariato Militare, regolato dalla costituzione apostolica
“Spirituali militum curae” di Giovanni Paolo II, è equiparo a
diocesi, con competenza su tutte le “anime” che hanno “status”
militare, sui loro familiari e sul personale civile della Difesa. Ma
è anche un Ufficio di Stato, tanto che la nomina ad Ordinario
Militare da parte del Papa deve essere recepita dai Ministri della
Difesa e dell’Interno e dal Presidente del Consiglio, poiché il
Vescovo eletto viene nominato Generale di Corpo d’Armata e deve
quindi giurare formalmente innanzi al Presidente della Repubblica.”
... forse Papa Francesco non è a conoscenza degli accordi
istituzionali tra Italia e Vaticano, della ricchezza economica cui va
incontro un prelato caricato da simili investiture e quindi difendere
se stesso e la Parola di Dio.
Adesso che è stato messo a conoscenza dell'assurdità in termini
speriamo che non prenda la scorciatoia della beneficenza per
pacificare le coscienze e mantenere simili privilegi non contemplati
dal Vangelo