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"Un tazebao per la pace" courtesy arc.Iannino2022" |
Lo sguardo orbicolare osserva e
assimila ogni immagine su cui l'occhio si posa.
La mente accumula notizie buone e meno
buone. Quanto accade attorno a noi, irrilevante dove, quale sia il
luogo geografico, gli usi e i costumi della gente vittima dei fatti
di cui ci nutriamo perché viviamo un eterno presente
dematerializzato dai devices che rendono nulla la misura spazio
temporale. È una sorta di jet lag privo di fuso orario e degli
effetti collaterali associati. Unica alterazione, nella psiche
sensibile dei percettori finali, potrebbe essere quella emotiva
provocata dalla testimonianza dei fatti cruenti trasmessi dai media.
Lo scenario mondiale diventa globale e
immediato. Anche se spegniamo momentaneamente i terminali tecnologici
i fatti di cronaca rimangono in memoria. Pronti ad essere analizzati.
Questo stato di cose ci rende cittadini
del mondo, più o meno consapevoli del ruolo individuale che potrebbe
essere determinante e utile a sovvertire le fasi e i destini degli
attori costretti a vivere e subire anomalie sociali che sfiorano il
disumano, bestiale momento storico.
Non serve essere presenti per offrire
solidarietà. L'empatia corre sulle ali del pensiero e si fa
tangibile. È ossigeno che da forza!
L'energia insita nei messaggi solidali
entra in contatto coi sofferenti nutrendoli non di cibo materiale,
comunque necessario, ma della forza che fa superare ingiustizie e
anomalie democratiche imposte dai metodi della tirannia. Metodi che
rendono i bisogni dei singoli armi di ricatto e sottomissione al
potere temporale.