lunedì 27 aprile 2020

Isolamento. Fase 2 avanti con circospezione

Pandemia covid19. Fase 2.

Inesorabili come la morte arrivano i primi mugugni.

Arrivano da tutte le direzioni i se e i ma al dpcm che regolamenta la fase 2. il governo Conte, per arginare le falle e convivere coi problemi connessi al virus, ha dovuto trovare dei “compromessi” necessari e obbligati.

Qualcuno scrive sul suo contatto di facebook che dopo 45 giorni vuole tornare a uscire, lavorare e guadagnare (sic!). Qualcun altro invoca la libertà di culto.

A entrambi sento di dire che è meglio per tutti essere cauti! In quanto il primo pare non abbia mai lavorato davvero neanche un minuto fin ora in vita sua, se per lavoro intendiamo una forma di attività produttiva utile a sé e agli altri. E a chi invoca la libertà di culto, senza citare le innumerevoli funzioni religiose irradiate in tv e sul web, comunque contemplata dalla Costituzione e, per i cristiani, coi patti lateranensi, è opportuno ricordare che le persone convintamente devote pregano ovunque e in qualsiasi momento rivolgono pensieri positivi al proprio Dio chiedendogli sostegno e ringraziandolo, in sintonia con la propria cultura, per i doni ricevuti.

Ma veniamo alla cruda laicità del dpcm che deve guardare in ogni direzione e tutelare possibilmente tutti.

Via l'Iva sulle mascherine. Il prezzo è a 50 centesimi.

Interventi alle imprese.
Per chi ha avuto già il bonus da 600 euro si sta sperimentando la possibilità di un rinnovo automatico. “Nel prossimo decreto ci saranno più aiuti alle imprese, l'obiettivo non è avere più sussidiati ma più occupati”. Dice Conte.
  • Annullare il confino forzato a chi è fuori sede.
    Consentire il rientro nel proprio domicilio o residenza.
  • Riaprire ville e parchi pubblici nel rispetto delle distanze e delle prescrizioni di sicurezza.

    Dal 4 maggio via libera alla ristorazione con asporto.
  • Si entrerà uno alla volta e il cibo si deve consumare a casa.
  • La riapertura delle aziende interessate è consentita sul presupposto del rispetto dei protocolli di sicurezza. Ci sarà un protocollo di sicurezza anche per le aziende di trasporto, afferma il premier, annunciando per il 18 maggio la riapertura del commercio al dettaglio. Sempre il 18 maggio torneranno alla semi-normalità anche le mostre, l'accesso ai musei e persino gli allenamenti delle squadre.
Insomma, per il 4 maggio è previsto un allentamento delle misure restrittive . Le regioni dovranno informare lo Stato centrale sull'andamento della curva epidemiologica e sull'adeguatezza delle strutture.
Nel dpcm della fase 2 si dà il via libera a chi vuole rientrare nel proprio domicilio. Il premier precisa che rimarranno in vigore le autocertificazioni. Comunque sia - spiega - le nuove misure non rappresentano un "libera tutti".

Sulle messe e le cerimonie funebri c'è "stata, queste le parole di Conte, una fitta interlocuzioni con il comitato tecnico-scientifico che non ha nascosto la propria rigidità" ed ha sottolineato, spiegando la proroga delle restrizioni per le messe e l'apertura ad un massimo di quindici persone tra i congiunti, delle cerimonie funebri, possibilmente all'aperto e mantenendo il distanziamento sociale.

domenica 26 aprile 2020

Offerte della settimana

Coronavirus e psicosi.


Perché gli esperti chiamati a gestire l'emergenza covid19 insistono con l'app “immuni”?

Ieri, durante la trasmissione di Lilli Gruber, gli ospiti invitati a chiarire gli aspetti sulle necessità sociali dell'app non sono stati convincenti. I motivi sono diversi. Privacy a parte, che comunque non è da sottovalutare se consideriamo l'alta perniciosa invadenza di un meccanismo che spia le abitudini di vicini di casa, conoscenti occasionali e non.

Persino il buon Dio, che ci ha creati, ha lascito la libertà di scegliere a ognuno di noi cosa farne della nostra vita. Il cosiddetto “libero arbitrio” rende consapevoli delle libertà d'azione e di pensiero! ma pare che non tutti capiscano e apprezzano il dono.

Non intendo fare un trattato sulla necessità scientifica suggerita dagli “esperti” chiamati al capezzale di una società che annaspa l'aria guardando ai profitti mancati e che si perdono a causa dell'isolamento forzato.

Troppe trasmissioni, troppe parole. Troppe eccessive cazzate attorno all'emergenza coronavirus!

È necessario assumere atteggiamenti più idonei. Decorosi e rispettosi della gente. Parlare meno e impegnarsi di più sul fronte della ricerca scientifica. E togliere definitivamente dal vocabolario l'idea di ipotetiche schedature elettroniche.

Pensiamo, invece, a migliorare la qualità della vita per chiunque viva in Italia, Europa, Mondo! Il terzo mondo; l'Africa e le popolazioni che vivono tra i rifiuti.Persone rese schiave dalla protervia di pochi. e dalla dittatura dell'economia pilotata.

È vero! Siamo continuamente tracciati e monitorati, inconsapevoli vittime del commercio e del profitto.
Ma lo Stato, la scienza, la tecnologia dovrebbero rispettare le liberà individuali. Tutelare, come sancito nella Carta Costituzionale, i cittadini e non ridurli per decreto a cavie.

Altrimenti diventa lecito, conseguenzialmente all'analisi, dedurre che l'emergenza sia una scusa per imporre filoni di pensiero che rasentano le dittature.

degenerazioni


Combattere le guerre fisiche e quelle ancor più drammaticamente sottili del pensiero umano è un punto fermo a difesa della democrazia raggiunta.

Innamorarsi delle proprie idee può essere pericoloso!

Una società spinta dall'incapacità di agire concretamente e scientificamente, pressata dallo stress e dalle lobbie che vede cadere nel vuoto gli sforzi delle imprese nella loro interezza produttiva; l'economia mondiale! trascinate entrambe ai minimi storici, e affida ipotetiche necessità di recupero a una applicazione tracciante non può essere ritenuta all'altezza culturale necessari per gestire il presente (è tutto da vedere se un qualsiasi strumento di codifica sociale incentrato sui pedinamenti collettivi sia davvero la soluzione giusta alla bisogna).

sabato 25 aprile 2020

Coronavirus, come sarà la fase due?


LA PESTE.
Il primo grande flagello che lascia tracce indelebili nella storia, nella letteratura, nel dna e negli atteggiamenti di molti si chiama peste.

La peste bubbonica decimò corpi e indebolì le menti già precarie. La paura fece confinare gli appestati in apposite aree e impose, in barba al garante della privacy che ancora dovevano inventarlo, un segnale sonoro: il campanello! E guai a toglierlo di dosso.

Il campanello degli appestati doveva essere udito non da uno o due metri ma molti di più. Doveva avvertire l'avvicinarsi del morbo e attorno a lui si creava il vuoto.

La scienza era ai primordi.

L'immunità di gregge era d'obbligo ed anche l'unico modo per uscire dal terrore. Non c'erano i tuttologi e, grazie a Dio, gli internauti neppure. Al massimo si navigava a vista. Si millantavano visionari untori. E le accuse si fermavano sulle porte dei potenti. A farne le spese erano i derelitti senza tutele. Ma oggi no! No?

Il pericolo reale odierno sono, non i contagi di ritorno ma, i comandanti delle flotte imperiali. Gli ammiragli che suggeriscono con certezza determinate soluzioni:
immunità di gregge; iniezioni disinfettanti, esposizione ai raggi uv e la ripresa urgente delle attività produttive.

L'isolamento rimane in piedi! Come nel 1630, campanellini a parte, l'isolamento si è dimostrato uno strumento sicuro per arginare i contagi.

Un atteggiamento necessario, quindi. Non c'erano fasi inerenti la libera circolazione. O si guariva i no. E non c'erano tamponi o altro che riuscisse a diagnosticare anzitempo il virus.

I nostri scienziati, se pur con differenti analisi, e gli esperti chiamati nei gabinetti dei ministri interessati al contenimento del contagio pandemico hanno suggerito un piano d'azione che deve essere svolto in fasi.
La fase uno, quella di maggior contagio, sembra essere agli sgoccioli.
L'astinenza è quasi finita. Liberi tutti?

Non proprio. Pare che qualche esperto scienziato abbia suggerito di fare attenzione all'età anagrafica dei cittadini ancora in vita.

La fase due è attenta agli ultra 60enni. Chi ha più di 65 anni deve continuare la quarantena!

E l'evoluzione scientifica? I test? I tamponi? La rilevazione della temperatura?

Beh è più economico tenere a casa i vecchi piuttosto che prestare loro le giuste e adeguate attenzioni sancite dal protocollo medico.

Tracciamenti e contapassi app necessarie?

Covid19: Tracciamento sì tracciamento no!

Per noi gente comune quanto sta accadendo è un evento inaspettato. Supposizioni fantasiose, complottiste, o reali, a parte, ci siamo trovati nel bel mezzo di un'enorme, mastodontica incognita.
L'emergenza ha imposto di rivoluzionare le abitudini personali e sociali. E per arginare la diffusione del virus, tra le altre abitudini, abbiamo accettato l'isolamento.
La quarantena che è toccata a noi è differente, per tempi e modi, da quella imposta sulle navi come descritta dagli scrittori classici, narratori di memorabili avventure nel mar dei sargassi.



Per lo più viviamo, escludendo l'enorme numero di diseredati in/visibili agli occhi opulenti del progresso che a seconda del bisogno sono ridotti a cavie umane, viviamo senza troppi affanni.



E allora, annoiati dalla routine, ci procuriamo inutili problemi. Facciamo le pulci alla storia e ai fatti contemporanei dei governi e della politica in generale.
25 aprile si festeggia la liberazione così come concepita da noi ottenuta grazie al preziosissimo intervento delle forze di liberazione anglo-americana oppure no?
Europa Sì o no? Eurobond o mes. Tra liti interne, ostentazioni e dinieghi i lavori a Bruxelles continuano.
Il Consiglio europeo ha approvato le misure decise dall'Eurogruppo che prevedono l'uso del Mes senza condizionalità; il finanziamento della cassa integrazione nei Paesi membri (Sure) e il rafforzamento della Bei per aiutare le imprese. Ma soprattutto i ventisette capi di governo hanno dato mandato alla Commissione di mettere a punto un fondo per la ripresa, incentrato sul bilancio comunitario 2021-2027, che consenta il ricorso, consistente, all'emissione di titoli comuni europei, senza che però si possano configurare come eurobond. Che non è male!

Come anticipato, i pruriti ce li creiamo. Non contenti dei problemi reali ci imbarcameniamo tra sentieri ambigui e con qualche incognita da non sottovalutare.
Mi riferisco all'applicazione che dovrebbe tenerci distanti quanto basta per evitare contagiati e propagazione del virus. Cioè, tra qualche giorno chi vuole può scaricare un'app sul telefonino che servirà per tracciare i contaggiati e mappare la propagazione del virus.
Bussiness a parte per i grandi marchi del fenomeno web e high tech, google e apple; rispetto della privacy a parte, c'è un mondo sommerso fatto di persone bisognose che non hanno un euro per comprare un panino figuriamoci se possono permettersi un telefono di ultima generazione.
Tanto per capire:
“Exposure Notification” è una piattaforma creata e pensata solo per assistere le autorità sanitarie. Le librerie verranno rese disponibili solo alle aziende che stanno lavorando con un’incarico delle autorità sanitarie o di un Governo.
Il rilascio per gli utenti è previsto a metà maggio, quindi le app non saranno pronte prima. Google supporterà tutti gli smartphone a partire da Android 6, e l’aggiornamento avverrà tramite Play Services, mentre Apple supporterà tutti gli iPhone degli ultimi 4 anni, quindi a partire dall’iPhone 7. Servirà un update di iOS.
E l'app italiana si appoggerà a questa soluzione?
Europa e autorità nazionali dovranno guardare bene la tecnologia e decidere se e come usarla. Sono ancora molte le tappe prima del rilascio dell’app. Prima fra tutte capire come e da chi saranno gestite le informazioni sui positivi al Covid e per quanto tempo. Come convincere le persone a scaricare e usare l’applicazione? Perché sia efficace serve che almeno il 60% degli italiani sia d’accordo e, quindi, avere scaricato l’app.

Liberazione dalle paure e dalle idiosincrasie o dipendere da un'app contapassi che misura la temperatura e gli ipotetici untori? 

venerdì 24 aprile 2020

Siamo tutti nello stato borderline

Parole.

Vuote e inutili parole. Dannose e fuorvianti le parole scritte o sussurrate, persino urlate nei canali mediatici sui quali discutono e discutiamo. Anche i sentimenti sono scaduti a puro esercizio di retorica.

Ci si indigna per le esternazioni di uno sclerotico volutamente reazionario che non sa fare funzionare l'intelletto nel verso giusto però non perdoniamo a familiari e amici, conoscenti e vicini di casa le futili incomprensioni che possono nascere durante il cammino comune. E, cosa ancora più assurda e indecorosa: lasciarsi abbindolare dai mercenari della parola. Oratori e scrittori abili. Conoscitori delle trame e dei segreti delle fragilità umane. Venditori di fumo che sanno come toccare le corde degli idioti; dei frustrati.


Gentaglia che intesse rapporti d'affari con chiunque. Indistintamente! Purché ne tragga profitto.

Non me la prendo con chi, sofferente per la miseria economica o intellettuale, si trova in stato di bisogno attanagliato dalla povertà vecchia e nuova scaturita fresca dalle abitudini ultime e dalle imposizioni adottate, gioco forza, dall'emergenza coronavirus.

Me la prendo con chi ha facoltà di intendere e poter fare qualcosa per arginare la deriva culturale a cui sembriamo essere destinati e non muove un dito. Non un cenno. Neanche un'alzata di sopracciglia! E lascia che soggetti immondi manovrino trasmissioni televisive dai grandi ascolti in funzione dello share.

La funzione socializzante educativa manca.


Abbiamo sotterrato sotto spesse croste di egoismo l'empatia, ove mai ce ne fosse stata in alcuni. Abbiamo corazzato le menti. Le abbiamo rese forti. Voliamo materialmente in poche ore da una parte all'altra del globo e ancor più con le immagini e le parole.
Per ottenere ciò abbiamo eliminato le zavorre. Abbiamo reciso i legami affettivi... e queste sono le conseguenze:
presidenti di nazioni importanti che si arrogano diritti impensabili per le democrazie evolute e “suggeriscono” oscenità agli scienziati...

ciarlatani che consegnano ai servi sciocchi del potere e alla propria vanagloria di megalomani i destini degli ultimi

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