venerdì 27 ottobre 2017

Arte, cultura e valore aggiunto

L'arte spiegata ai bambini con poche semplici parole.


Quello che chiamiamo arte è un banale incidente di percorso nell'evoluzione della storia umana.
Come tute le attività anche il disegno nasce casualmente e diviene strumento comunicativo.
La socialità del branco ma anche dell'idividualista l'intenzione di comunicare è un'esigenza che spesso diventa sinonimo di sopravvivenza. Possiamo paragonare il disegno alla scoperta della ruota. Alla rotondità dei tronchi che lasciati liberi sulla somma dei declivi rotolano giù fino a traggiungere la base del terrapiano. E a come questa scoperta alleviò le fatiche degli uomini primitivi.

L'uomo, fin dalla preistoria, perfeziona le geometrie che riscontra in natura e se ne avvale.
Come con la circoferenza del tronco, l'orma di un'impronta nel fango o della mano sporca appoggiata alla parete di una caverna suggeriscono le potenzialità insite che, migliorate nei tratti, se pur nell'elementare e incerta grafia, aiutano a trasmettere messaggi e notizie tra simili.

Col passare del tempo, grazie anche ai momenti d'ozio nei quali l'uomo medita sazio, l'osservazione attenta e la presa di coscienza inducono ad osare. Il segno trasforma l'impronta in verbo: “questa è la mia mano; io sono stato qui”.
In seguito lasciano altri messaggi. Messaggi più articolati.
I cacciatori disegnano azioni di caccia suffrangandole di prede, quantità e possibilità di cacciagione. Lasciano anche segnali di pericolo disegnando predatori e trappole disseminate lungo i percorsi.

Nei millenni, la conoscenza e i saperi acquisiti, la vanagloria, quindi la voglia di far conoscere agli altri la magnificenza del proprio rango, spinge i potenti e ricchi signori a fare “raccontare dai dipintori” le gesta degli avi attraverso le immagini dipinte sui muri del palazzo del casato.

Anche gli alti prelati, disattendendo il Verbo che imponeva di non fare falsi simboli e scivolare verso l'idolatria, cioè evitare di rappresentare fisicamente il Divino, si avvalsero dei sofismi pittorici. La cappella sistina è un magnifico esempio.
La pittura di bottega fu soppiantata dalla realtà con cui la luce colpisce e illumina o mette in ombra gli oggetti, la natura e le persone.
L'osservazione scientifica del creato compie il miracolo visionario. Gli impressionisti sono lo spartiacqua tra vecchio e nuovo modo di fare pittura.
Il gioco della creatività, però, non si limita ai colori, alla forma e al gesto. Saltando a piè pari una sequela di correnti cher hanno scritto la storia dell'arte, e disponendo di sofisticati mezzi di comunicazione di massa, i creativi vi attingono divenendo nell'attuale sistema dei giocosi osservatori.
Giocano. Osano. Si misurano con la materia, il gesto, i mass-media.
E siccome gli eventi si fanno pelle, i fatti e gli accadimenti sociali sedimentano tra pensieri e sogni, e i creativi, da eterni bambini, giocano con visioni che oscillano tra l'onirico e il reale.

Gli artisti, attenti e sensibili a quanto accade nel mondo, non sono sociologi o filosofi. Sono degli accumulatori che, avvalendosi dei linguaggi dell'arte scaricano all'esterno, mediante la materia e i simboli passati e presenti, si fanno messaggeri inconsapevoli(?) degli umori contemporanei.

Riassumendo:
lo strumento linguistico è trasformato lentamente nel tempo e diventa oggetto di culto caricato da un plus valore economico aggiunto, cioè diventa catalizzatore, banalizzando il concetto, salvadanaio per pochi e non più linguaggio comune che aiuta a crescere.
Quindi, da "segnaletica" a pregiato "mestiere" ed infine, ad oggi, il pensiero creativo proiettato all'esterno è, nel migliore dei casi, mezzo di provocazione culturale, Il gioco creativo è dialettica che assomma tecnica e mestiere con ampie aperture ai fenomeni culturali linguistici e all'imprevisto.

lunedì 23 ottobre 2017

Ho incontrato un Angelo

Teresa Mannino incontra Andrea Camilleri.


Il colloquio tra il papà di Salvo Montalbano e la showgirl nonostante si conoscano da poco è saturo di familiare calda intimità.

La voce roca dello scrittore mi riporta alla mente una figura pacata e positiva, anche lei, grande fumatrice, ma senza pappagorgia, anziana, più grande di me di una ventina di anni arricchiti da una enorme esperienza culturale.
Tosse e raucedine impongono i fumatori accaniti a prendersi attimi rumorosi di pausa. Anche Angiolina era costretta a farlo. Doveva interrompere il dialogo, sospendere le parole a causa del fumo.
Angiolina Oliveti
Scrittrice anche lei ma meno nota del maestro Camilleri, non ha insegnato all'accademia d'arte drammatica, non ha fatto alcuna regia e non ha avuto allievi nel campo del cinema e dello spettacolo.
Ha insegnato, però, le tecniche agrarie per migliorare le colture. Ha steso e realizzato progetti in tal senso espletando egregiamente la funzione di dirigente regionale nell'ambito del settore 'agricoltura'. Agronoma. Divulgatrice agricola.
Angiolina Oliveti s'interessò dei problemi dello sviluppo agricolo in Calabria ed è stata presidente regionale dei gruppi di azione locale, noti anche con l'acronimo “gal”.

Raggiunta l'età della pensione, Angiolina, coltiva la sua passione: la scrittura.
I suoi scritti si avvalgono della conoscenza scientifica. Divulga fatterelli locali e surroga le storie di vita rurale e contadina con similitudini associando le qualità degli elementi coltivati in natura nell'orto a uomini e donne. Descrive personalità e costumi lasciando ai lettori la libertà di vedere dentro le storie personaggi noti o semplici compaesani.

Angiolina era portatrice naturale di sana saggezza. Un Angelo pacato e amorevole. Le piaceva parlare. Raccontare aneddoti. Come Camilleri, era una guida esperta nel dare la giusta dimensione alle parole. Anche durante le pause. I silenzi che anticipavano le parole erano carichi di saggezza e suggerimenti da rilevare.

Teresa Mannino si commuove nell'attimo in cui Camilleri invita “all'intimità del silenzio” così da essere un tutt'uno con l'ambiente circostante.

L'enorme differenza d'età sembra annullata dalla familiarità dell'approccio tra i due. E il dialogo diventa lezione di vita. Medesima atmosfera che si creava quando ci si incontrava.

Ciao Angelina.

venerdì 20 ottobre 2017

Povertà.

(Appunti quotidiani di un giorno qualunque).

 

Illuminami! Chiedo alla forza che governa la vita e la morte terrena. Ilumina tutti.

La follia domina le menti e ordina azioni inumane.
Si uccide in nome di una religione.
Si governa il potere in nome di una politica che mortifica l'intelligenza.
Si edificano cattedrali religiose per esaudire bramosie terrene.
Tutte Volontà prettamente umane volute da ipotetiche entità celesti. E da ambigui domini sorridenti.

Politiche umanitarie, attente e soggiogate dall'economia, muovono le nostre azioni.
La potenza del denaro condiziona le civiltà. Ieri come oggi.

La fame rende schiavi.

L'uomo anziano, in attesa, nel parcheggio del supermercato, si avvicina titubante, timoroso, chiede qualche spicciolo.
Pelle e ossa. Si scusa. Ma ha fame! E senza soldi è difficile eludere i cassieri.
Minuto. Capelli bianchi e barba rasata da qualche giorno. Ringrazia. Mette le monete in tasca e si dirige all'interno. Contando mentalmente quanto fa un etto di mortadella e un panino.

Il falco cala improvviso. S'avventa sulla preda. Il ratto corre. Cerca la salvezza tra le macchine e i cespugli. Inutilmente.

giovedì 19 ottobre 2017

Misticismo ordinato

150km per una sola domanda e tre minuti di colloquio.

Se penso alla vita di San Francesco e a come ha abbandonato le ricchezze terrene per ritirarsi in una grotta... certo, fa specie accettare la cementificazione che edifica umane volontà ascetiche cresciute nel tempo e associate ai carismi dell'ignoto e dell'ultraterreno.

La collina sabbiosa è modificata dal progetto dell'uomo. Anche la strada è più agevole rispetto a vent'anni addietro. E nello spiazzo sterrato le transenne disegnano il percorso da seguire per raggiungere il sagrato oltre le casette in legno che fanno da ristoro e commercio di gadget religiosi. Sulla destra un container saldamente ancorato a terra accetta lasciti e donazioni per la costruenda opera religiosa.

Le fontane dell'acqua miracolosa sono state spostate più giù. Sono 4 o 5. tutte secche. “l'elettricista sta lavorando”. Spiega un volontario del servizio d'ordine.

Lo scoglio dell'apparizione è imprigionato da una robusta inferriata ed è inglobato nel cemento che suddivide fabbricati vari.

Alle 14,00 inizia la lettura dell'elenco sotto i portici che incorniciano la piazza dal lato sinistro mentre a destra una struttura ricoperta con pannelli isolanti proteggono dal sole la nuova grande chiesa.

È un grande cantiere aperto quello che si para davanti agli occhi dei visitatori. Transenne e ponteggi e strade da completare.

Dall'altoparlante una voce invita i pellegrini ad accomodarsi. Il servizio d'ordine è imponente. I volontari sono dappertutto. Sembra di essere in una caserma. Non è permesso spostare neanche una sedia dietro la colonna per proteggersi dal sole.

Madonna dello scoglio, santuario
Simile ad una hostess dell'alitalia, la volontaria, sotto il porticato, davanti alla porta dell'incontro col mistico e dopo aver letto l'elenco dei nomi, invita a prendere visione del plastico e al contenitore delle offerte posto davanti.
Soldi che servono per la missione del sant'uomo voluta dalla Madonna! l'opera da realizzare in quel luogo deve essere edificata al più presto.
Per questo i convenuti sono invitati a fare offerte consistenti e deporli nella cassetta. O, in seconda analisi, consegnarli direttamente a lui durante il colloquio che non deve protrarsi per più di tre minuti e, tassativamente, porre una sola domanda, un solo quesito che angoscia quanti hanno ottenuto l'appuntamento. Ovviamente dopo avere lasciato borse e telefoni sulla sedia.

"Avete bevuto l'acqua?" mi dice a fine incontro il mistico. Sì! rispondo. "Bevetela adesso mentre dite una preghiera", aggiunge sorridendo fratel Cosimo.

martedì 17 ottobre 2017

Donne e uomini tra abusi di potere e stragi

Non ne farei una questione di genere maschile o femminile ma una questione di cultura e pulizia mentale che governa la libido e il fare umano in ogni aspetto.

Le notizie corrono. Si accavallano ma rimangono nei pensieri solo le più scottanti. Ovviamente, secondo i costumi e la cultura corrente le situazioni morbose acchiappano maggiormente e catalizzano le attenzioni della quasi totalità degli utenti anche inconsapevolmente.

E mentre si riaccendono i riflettori sugli “abusi sessuali” del produttore americano, che pare abbia fatto incette e goduto delle grazie delle più belle e attraenti giovani attrici che gli sono capitate a tiro e che pare, sempre secondo quanto si narra in questi giorni sui media, abbiano ceduto alle voglie dell'orco, una donna impegnata sul fronte morale è stata fatta fuori alla maniera dei boss di 'ndrangheta e malaffare: uccisa! Saltata in aria con la propria macchina dopo pochi metri.
L'esplosione ha fatto volare l'auto e l'ha scaraventata fuori strada in una campagna dell'isola di Malta.

Daphne Caruana Galizia, questo il nome della giornalista e blogger assassinata, da qualche tempo conduceva un'inchiesta investigativa che ha imbarazzato il governo maltese. Ha puntato il dito sul governo Muscat e sui legami col regime azero.

daphnecaruana galizia

L'ultimo post scritto sul suo blog conclude così: “ci sono criminali ovunque si guardi, la situazione è disperata”.
Poi, alle tre, il boato. Gli agenti di polizia hanno riferito che il cadavere è irriconoscibile.

Abbiamo diverse finestre d'osservazione:
Da un lato, donne che esasperano la loro femminilità e forse la mettono in conto pur di fare carriera, dall'altro, Donne che pensano. Pensano a come mettere in campo la conoscenza per migliorare l'esistente e la vita alle nuove generazioni. Donne che denunciano, consapevoli di esporsi alla diabolica cattiveria umana. Donne come Ilaria Alpi, uccisa per le sue inchieste in medio oriente insieme all'operatore Miran Hrovatin.
Sono passati 23 anni dall'omicidio di Ilaria e Miran e le indagini sono ad un punto morto, ancora non ci sono colpevoli! Ma è forse trovando i colpevoli che si migliora la società?
Mi spiego meglio. Anzi pongo un quesito:
se ci fossimo preoccupati più del pensiero filosofico, cioè sull'essere e nello stare insieme nel momento storico attuale, piuttosto che sulle lusinghe estetiche del corpo e sulla voluttà che questo dona; sulle insidie del potere maschile e femminile esercitato nelle forme più varie da entrambi i sessi, (perché, è indiscutibile, una bella donna esercita poteri irrefrenabili quando vuole e domina l'uomo in qualsiasi momento) sarebbe comunque successo tutto ciò?

Mi piace concludere e ricordare tutte le donne e gli uomini che hanno lavorato e continuano a farlo in silenzio. In sintesi, le persone sane che hanno dato conforto alla società coi loro studi e l'impegno adeguato per una corretta causa nelle istituzioni e nelle famiglie. Donne e uomini che si sono realizzati nell'anonimato.
Gente che non vedremo mai in tv o sui giornali ma non per questo meno importanti e incisivi per la formazione dei cervelli.

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