lunedì 19 giugno 2017

Illusioni

Sotto il cielo: 

Là DOVE SORGE IL SOLE.


catanzaro, parco della biodiversità, the horizon, di a.gormley


Quasi tutti i giorni attorno all’ora di pranzo una macchina si ferma all’ombra del maestoso eucalipto. Con la portiera lato guidatore spalancata e i finestrini aperti, s’intuisce che il conducente stia lì per godere dei benefici climatici del venticello che s’infila tra i pertugi.
Dal colorito olivastro della pelle suppongo che il conducente della alfa station wagon grigia abbia origini nord africane. L’abitacolo della macchina è costipato da imballaggi e sulla sommità s’intravedono confezioni di lenzuola e tappeti.
Il venditore ambulante è in pausa. È mezzogiorno. Ha consumato un panino con del tonno. La scatoletta è per terra. Ed ora, col tablet in mano, rivolto verso sud, lancia la sua melodia. Forse ringrazia la provvidenza per avergli fatto guadagnare anche oggi quel tanto che basta e portare a casa la cena.
O forse no? Potrebbe essere on line con la sua morosa lontana o con la sua comunità.
Una comunità che, forse, ancora bada al sodo, come mi fece intendere l’estate scorsa un venditore ambulante. Mi disse: “l’orario non cambia è sempre lo stesso sia che tu lo legga sul rolex sia che tu guardi il sole o la meridiana”.
Il sole tramonta a ovest. Anzi no! non è esatto dire che il sole si alza a est e tramonta a ovest. È la terra che gira. E nel suo girare lascia intravedere le nascite dei nuovi giorni a est. Colora di porpora l’orizzonte fino a raggiungere lo zenit. Il sole cala a picco sulle teste. E poi tramonta. La terra ha fatto un mezzo giro e lascia che il sole ripeta l’illusione del giorno e della notte. Lascia illudere la bestia più stupida ed egocentrica che abbia mai, anche se per poco, baciato.

sabato 17 giugno 2017

Discordia in nome dell'arte

Capita, a volte, mentre si fa una passeggiata, di essere coinvolti in discussioni che riguardano la quotidianità e l'imponderabile.
Difficile non lasciarsi coinvolgere e spezzare una lancia a favore “dell'incomprensibile intenzione creativa” del pensiero contemporaneo divenuta oggetto del contendere, prescindendo, comunque, dalla reale valenza culturale e artistica del lavoro stesso. I concetti cambiano se il lavoro è guardato da occhi esperti, da persone che conoscono la storia dell'arte e i percorsi di pensiero dei diversi ismi rispetto a chi è completamente digiuno dei pensieri creativi coi quali si misurano gli artisti.


Ecco un esempio di ordinaria quotidianità:

Due tir. Due tir sono arrivati. Carichi di questi sacchi. Mah sacciu eu? Mo' stannu ccà fhinu a ottobra.
È arte! -dico io-
Sìsì arta. Quala arta. I spendiru armenu ncunu centinaru e migghiara e euri. Almeno! Aggiunge un secondo uomo.

L'arte costa! E non puoi stare a confrontare il prodotto artistico ad un qualsiasi altro lavoro.
Questi non sono semplici sacchi che formano una trincea o un labirinto. Questa è un'operazione intellettuale. Dimentica i sacchi e i loro contenuti. Sospendi anche i tuoi problemi impellenti, cancella la mente. Pensa a qualcosa di diverso. Non pensare neanche alle intenzioni di chi ha progettato l'opera e quanto costa ma prova a pensare che cosa ti suggerisce l'installazione.

E cchi ma' de suggerira. Eu viju sulu sacchi ammenzu a chjiazza. E dhà nu tombinu ruttu ca ncunu po' nciampara e cadira. -risponde l'operaio addetto alle pulizie del parco cittadino-

Il tombino in cemento si trova affianco all'installazione di Pistoletto, dove nel frattempo alcune ragazzine fanno la corsa tra gli spruzzi degli irrigatori contandosi gli schizzi d'acqua che non sono riuscite ad evitare tra grida e risatine isteriche per essersi bagnate i capelli o il cellulare mentre fanno selfie.

Si và bbò ma ammenzu tanti artisti e ccà propriu a chissu jiru ma trovanu.
Ei, attenzione, questo fa parte della scuderia ORLER!
Cui, chiddhu ca fa chiddi cosi ala televisiona? Sì, quello che vende quadri e dipinti in tv.
Mah. Sarà, ma io non l'avevo mai sentito prima d'ora. Come si chiama Maggiato? No Meggiato. Ginafranco Meggiato. Sta scritto lì.


...così è se vi pare... per dirla alla Pirandello

Aspettando il ballottaggio del 25 giugno

Nei giorni dopo lo spoglio elettorale c'è chi si lecca le ferite e chi fa analisi. All'analisi post elettorale non ci credo più. E neanche agli errori mascherati.
Si può parlare di errori solo quando c'è buona fede dovuta all'inesperienza o di ingenuità politica quando non si conosce l'ambiente ma nel caso Catanzaro è davvero difficile liquidare così il tema. Tutti, chi più chi meno, sono a conoscenza delle tattiche politiche e della gente schierata. Chiunque presuppone di sapere e conoscere l'animo altrui affidandosi ai si dice delle malelingue.

Coi dovuti distinguo, c'è chi porta avanti con coerenza il suo piano politico e chi accetta dubbie alleanze pur di portare a casa un buon risultato. C'è, poi, e questi sono i tempi, chi balla da solo perché il resto è merda o qualcosa di similare.

Fino al 25 giugno continueremo a sentire le manfrine delle parti sfidanti e le invettive che si rimpallano da una sponda all'altra col tentativo di recuperare qualche indeciso.

Chi balla da solo, giustamente, secondo la logica del bene comune super partes, si defila e lascia liberi i sostenitori.
Chi, invece, si trova nella difficile posizione di dovere ballottare tenta il tutto per tutto dando persino la colpa al terzo escluso per non avere accettato l'invito a coalizzarsi e quindi lo incolpa dell'eventuale vittoria del sindaco uscente.

Che brutto modo di fare politica!

In tutta la vicenda, a mio modo di vedere, Sergio Abramo ha dimostrato coerenza, ha lavorato discretamente bene e quindi se fosse lui a dovere guidare per altri cinque anni la città non sarebbe male.

Fiorita è il nuovo. Ha saputo catturare e accattivarsi i dissenzienti e gli sfiduciati. Adesso c'è da vedere come si comporterà tra i banchi dell'opposizione.

Nelle democrazie reali l'opposizione ha un compito alto! Mortificato fino ad oggi da quegli esponenti di sinistra che si sono lasciati ipnotizzare dal potere e dalle logiche economiche che hanno assoggettato il welfare al mercato cittadino ed anche europeo.

Che dire: buon lavoro...

venerdì 16 giugno 2017

Oblò.

Testo e immagine: Manuela Iannino©


Dall’oblò variopinto tutto sembra
Più tranquillo, più calmo, ma vivo.
Prende vita e soffia piano il vento
In una carezza amorevole e morbida,
avvolge le paure e le culla.
Fa pensare che andrà tutto bene.
Il mare e le sue onde blu,il cielo libero
E i fiori intersecati e annodati stretti,
le vele spiegate e tese,
e te, che mi guardi con lo sguardo stesso di sempre,
gli stessi occhi ancora una volta entusiasti.
E ancora tu sei la mia àncora,
anche quando sono stanca e voglio staccare da tutto.
Con te sono sempre a casa.

giovedì 15 giugno 2017

Mangiare sano

 Prodotti a Km 0.

 è il sogno di chiunque

 

 


Chi non si è mai lasciata tentare dalla produzione dei cosiddetti prodotti a km 0?
Nell'immaginario collettivo gli ortaggi coltivati e comprati direttamente dai contadini appena colti dai campi hanno sapori e odori ineguagliabili. toccasana per i salutisti.

E che dire del pane impastato con farine di grano autoctono macinato a pietra e lasciato lievitare col lievito madre? Non hanno rivali!

È successo anche a me. Per puro caso, ho visitato uno di quei rinomati orti cittadini. Ben tenuto. Curato al pari se non meglio di un giardino botanico. Vi lavoravano due giovani, credo fosse una coppia. Lei, mora coi capelli ricci, corporatura decisamente mediterranea, spiega l'origine e la lavorazione del pane. Un pane nero ancora caldo. Me ne offre un assaggio.
È ancora caldo. Ci tiene a sottolineare.

Lui, quasi dai colori nordici, biondo e occhi chiari, spinge una carriola con alcune cesti colme di cetrioli, pomodori e faggioline verdi.

Perché no? Mi son detta. Proviamo ad aiutare questi giovani pensando anche alla salute dettata dalla genuinità dei cibi.

Morale: un pane da un chilo 5€; un chilo di faggioline verdi 3€; cetrioli 1€ e 50centesimi; pomodori idem. Totale 10€ di spesa.

Peccato che mentre rimonto in macchina gli occhi vanno a vagabondare e trovano un sacco di nitrato, il concime granulare chimico che fa crescere bene e gonfia qualsiasi prodotto piantato in terra.

Che faccio? Chiedo se loro lo usano? Mah. Per questa volta è andata così. “na vota sual si fhutta a vecchia”, diciamo al sud. “una volta sola si frega la vecchia”. Infatti, lungo il rientro, sulla via di casa il solito venditore ambulante esponeva sulla sua carretta gli stessi prodotti, escluso il pane. Le faggioline costavano 2,50€. tanto per dirne una. Ora mi chiedo: come fa a venderli a questo prezzo. Non dovrebbe essere al contrario? Visto che lui stacca lo scontrino? Mah. Mi sa tanto che
calza bene quel vecchio detto popolare: “contadino, scarpe grosse e cervello fino”

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