venerdì 22 marzo 2013

Sgarbi, la cultura urlata in tv


Servizio Pubblico.

Puntata scoppiettante quella di ieri sera. Tra gli ospiti il signor “so tutto io e sono il più bravo e acculturato d'Italia”, Vittorio Sgarbi, che tra un epiteto e tante svolazzanti capre ignoranti ha fatto mostra della sua cultura parlando delle nuove conoscenze acquisite dislocate tra il centro e il nord Italia con qualche puntatina in Sicilia. E della Calabria, nella quale, tra i tanti impegni è anche presidente del comitato scientifico per i festeggiamenti del pittore MattiaPreti, come mai nemmeno un accenno?
Sgarbi è imprevedibile. Forse ha programmato qualche intervento più in là, nel corso della puntata di Santoro. Invece no. Non parla della Calabria neanche quando cita i luoghi deturpati dalle pale eoliche, delle rotatorie o dai ponti. Eppure, in Calabria, abbiamo a che fare con uno dei ponti più assurdi della storia. Come altro definirlo se non assurdo quanto ruota attorno al progetto ponte, considerando l'enorme dispendio di denaro pubblico sperperato:
Il ponte sullo stretto che avrebbe dovuto unificare la Calabria con la Sicilia tra Reggio Calabria e Messina.

No, per Sgarbi la Calabria non esiste! Se ne faccia una ragione il prof. Mario Caligiuri, assessore regionale alla cultura.

La cultura è importante! E questo nessuno lo mette in dubbio. Anzi, da calabrese rivendico il ruolo che la Calabria deve occupare nel sistema Italia. Un ruolo importante, di primo piano vista la storia. Ma la cultura è sensibilità cognitiva, per intenderci, è considerazione dell'atto creativo in ogni sua accezione.
Fare espressivo da contestualizzare, non nel momento storico testimone tra committente e artigiano-artista, né tanto meno dalla riuscita formale dell'atto espressivo scaturito da una commissione ma, nell'attimo temporale in cui il lavoro è citato. Ovviamente, i Maestri che hanno fatto la storia dell'arte e che troviamo nei musei rimangono pietre miliari, testimoni del loro tempo tramandato ma manipolato (come dice qualcuno: la storia la scrive chi vince).
E i titoli, le lauree, beh, quelle mettiamole da parte, perché, citando Sgarbi e chiedendo scusa a un animale che fa di necessità virtù, di capre, titolate, il mondo è pieno.

giovedì 21 marzo 2013

Governo, senso dello Stato e Socialità per ristabilire fiducia tra i cittadini

aore12
ingresso Camera dei Deputati
Davvero è così vincente urlare per ottenere qualcosa in 
politica? E quanto diseduca l'ostracismo personale ostentato nelle piazze dai capipopolo?

Personalmente ritengo positivo smettere di andare dietro alle urla liberatorie e soffermarci pacatamente su quanto sta succedendo in queste ore, da noi, in Italia. Solo così si riacquista il senso dello Stato e della socialità scolpita a chiare lettere nella Carta Costituzionale Repubblicana.

Stamane abbiamo visto un Grillo tranquillo, sobriamente vestito come da copione istituzionale, andare dal Presidente Napolitano e all'uscita posare insieme ai capigruppo del M5S di camera e senato davanti al Quirinale.
Come di consueto ha snobbato la stampa italiana e ha scritto le sue intenzioni in merito al piano di governo che ha presentato al Presidente.

Il Movimento 5 Stelle è primo per numero di voti per questo chiediamo ufficialmente un incarico di governo". Se la proposta non verrà accolta il M5S chiede la presidenza delle commissioni di garanzia: Copasir e Vigilanza Rai”.
Questa in sintesi la richiesta di Beppe Grillo.

Berlusconi invece propone un governo dal sapore conosciuto: PD e PDL con Lega al seguito (e nel frattempo, ancora con Monti che porta avanti la sua agenda incurante delle sofferenze causate dalle “scelte tecniche”).

E per dare forza alla sua idea Berlusconi chiama a raccolta il popolo pdiellino. Obbliga a tutti gli iscritti una gita politica per il prossimo 23 marzo con raduno in
piazza del Popolo a Roma.

Fonti di palazzo Grazioli elencano cifre importanti:
tremila pullman e quattro treni speciali con 150 mila persone per riempire piazza del Popolo.
La mobilitazione sarà trasmessa in diretta streaming e Twitter.

Bersani, zitto zitto continua per la sua strada. Convinto che servano proposte serie per concretizzare svolte sane che diano fiducia ai cittadini e alle imprese.

E Monti? Monti continua, anche lui per la sua strada. Tratta a Bruxelles con gli Stati Membri dell'Unione Europea. Ma ora, sanata l'immagine e la credibilità del made in Italy, è urgentissimo interrompere la macelleria sociale causata dai debiti indotti dalla finanza creativa.

(καιρός)

mercoledì 20 marzo 2013

quando l'arte accompagna i sogni per mano

Da tempo mi ero ripromesso di appendere, piuttosto che tenere conservati e occultati alla vista, alcune tele degli anni giovanili.
Stamane l'ho fatto.

pino pingitore, acrilico 50x40, 1973
Quanta tenerezza nel ripercorrere gli anni della passione. Erano anni in cui si pensava di poter rivoluzionare la società denunciandone i mali e proponendo i correttivi attraverso la forza della creazione artistica.

L'arte avrebbe dovuto, nel nostro immaginario, fungere da elemento catartico.
Romanticherie, direbbe qualcuno. E in parte lo sono. Ma proprio quando sembra che tutto sia finito e che non c'è posto e spazio per i sognatori, ecco che, proprio in quel preciso momento, accade l'imprevisto! Il mondo grida a gran voce di avere bisogno di sogni.


mario iannino, olio 40x50, 1979
Ed è datata 1973 la tela dipinta con colori acrilici da Pino Pingitore, del quale ho già scritto in occasione dei suoi ultimi lavori esposti a Catanzaro e Lamezia.

È una tela che misura 50 centimetri per 40 con chiari riferimenti allo stile della optical art e che risente della figurazione evocativa cara alla beat generation attenta alle esigenze dell'essere umano e all'ambiente paesistico.

Di diverso approccio tematico e stilistico il mio lavoro, del 1979, recuperato per l'occasione. Una tela dalle dimensioni 40x50 cm dipinta con colori a olio. Nella quale prendono corpo metafore mai superate e che anzi si ripropongono urgentemente fino a diventare ostacoli, a volte, insormontabili per alcuni.

Temi che, tra la fine degli anni settanta e buona parte degli anni ottanta, elaborai prendendo in prestito la figura del clown, personaggio circense poetico per antonomasia che pur se oberato da problemi personali scende in pista e fa ridere la platea.

martedì 19 marzo 2013

Lavoro, lo strano concetto del sindacalista globale

Bonanni, leader cisl
Ho letto 'na roba sul sole 24ore che solo uno che non ha sofferto i risvolti tragici del cambiamento unilaterale in materia di lavoro e sovvertimento delle regole poteva scrivere.

Elogi a parte nei riguardi di Marco Biagi, ucciso dalle BR per le sue teorie sulle riforme del sistema contrattuale, della precarietà e flessibilità ormai note a chiunque vista la schiera di contratti a tempo determinato, false partite iva e calcio in culo finale ai dipendenti privati di tutele giuridiche. Il rappresentante dei lavoratori, Raffaele Bonanni, ha dimenticato, appunto, il falso referendum della Fiat e tutto il lavoro che gli imprenditori hanno espatriato nei territori franchi dove la mano d'opera e il lavoro d'impresa costa meno che in Italia.

Certamente non posso essere io a dover indicare le strategie per uscire dalla crisi e togliere dallo stato di frustrazione che buona parte di persone, lavoratori dipendenti e non, sono costrette a vivere. Forse, sarebbe sufficiente ricordare cosa si diceva un tempo: il lavoro deve servire all'uomo per vivere e non vivere per il lavoro.

Quindi, cosa chiedono un padre o una madre e in particolare i giovani ai dirigenti nazionali che stanno gestendo nel nome del Popolo Italiano le problematiche appena accennate?

Chiedono il rispetto delle regole scritte a chiare lettere nei primi dieci articoli della Costituzione della Repubblica Italiana Fondata sul Lavoro!

Nient'altro! e basta con i sindacalisti atipici che non sudano e lavorano affianco dei lavoratori, qualli sì davvero Atipici perché resi nè carne nè pesce dalle visioni di certa politica.

lunedì 18 marzo 2013

ordine e disciplina per impeccabili performance s

Roma, piazza del Quirinale
celebrazione del 150° anniversario unità d'Italia
Ieri, 17 marzo, si è svolta davanti al Quirinale un suggestivo solenne cambio della guardia in occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Corazzieri e carabinieri a cavallo si sono esibiti in uno show veramente entusiasmante.

Cavalli e cavalieri sembravano scolpiti nel marmo, tanto erano precisi nei lenti e misurati movimenti.
Il tamburino, elegante, roteava le braccia per aria prima di lasciarli cadere con decisa grazia sulla pelle tesa dei tamburi agganciati ai lati della sella.

Uno affianco all'altro, i carabinieri a cavallo hanno suonato l'inno d'Italia.
I comandanti degli squadroni hanno scambiato imperiosi ordini e salutato le tre cariche dello Stato ferme davanti al portone principale del Quirinale:
Il Presidente Giorgio Napolitano e i neo eletti presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso.

Una manciata di minuti a disposizione dei militari per officiare una parata resa perfetta da chissà quante ore di esercizi, sudore, cura e biada per i cavalli.

Per certe azioni la disciplina è un obbligo categorico! Se si vuole dare e ottenere il massimo.

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