venerdì 1 novembre 2013

Cancellieri: saggia decisione!

Siamo tutti bigottamente dei complottisti ad oltranza?

La scarcerazione di Giulia Maria Ligresti, condannata a 2 anni e 8 mesi per l'inchiesta FONSAI che vede coinvolto il padre Salvatore Ligresti, perché in prigione non mangiava più sta infervorando gli animi e le pagine dei giornali. Alcuni esponenti politici si stracciano le vesti, altri gridano allo scandalo. Me è davvero così prepotentemente illegale l'azione della Cancellieri?

I fatti dicono ben altro!
aore12blog

"Mio dovere evitare gesti autolesivi, ho fatto come in altri casi, pronta a riferirne in Aula". Chiarisce la Ministro, accusata di essere amica dello zio di Giulia M. ligresti. E chiarisce, con una lettera ai capigruppo che: “Non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti dell’Amministrazione Penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti autolesivi. Mi sono comportata, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di detenzione. Intervenire è compito del Ministro della Giustizia. Non farlo sarebbe colpevole e si configurerebbe come una grave omissione. Non c’è stata, quindi, né poteva esserci, alcuna interferenza con le decisioni degli Organi giudiziari”.

Luigi Manconi, senatore del PD, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama, afferma con onestà intellettuale:
“OK CANCELLIERI SU SCARCERAZIONE GIULIA LIGRESTI.
«Di fronte a una detenuta che rifiuta di nutrirsi è buona prassi e indice di una elevata sensibilità istituzionale e umana attivarsi per capirne le ragioni e verificare che non stia maturando una incompatibilità con lo stato di detenzione». «Questo ha fatto, opportunamente, il Ministro Cancellieri - sottolinea - quando le è stata segnalata la gravità delle condizioni di salute di Giulia Ligresti. E questo hanno fatto, opportunamente, i funzionari dell'Amministrazione penitenziaria e i sanitari. La decisione di scarcerare Giulia Ligresti non è stata certo presa dal Ministro o dai suoi uffici, ma, da un giudice che ha ritenuto di poter attenuare le misure cautelari a suo carico». «Analogo comportamento è stato adottato in passato a favore di detenuti privi di nomi e cognomi importanti».”

Unione Europea, pensione a due stelle

In molti abbiamo scritto che ci troviamo difronte alla grande guerra economica sferrata in silenziodalla Germania.

Oggi lo conferma anche il Corriere della Sera che  nella sezione “esteri” titola così:
courtesy ©arch.Iannino


“L'AMERICA ORA ACCUSA DI EGOISMO BERLINO”.

È la prima volta che, stando all'articolo citato, il Tesoro USA punta il dito accusatorio contro la politica economica della Germania ritenendola troppo egoista e perciò danneggia gli Stati partner dell'Europa meridionale e soffoca l'economia globale.

L'America, però, dimentica volutamente che la bolla economica è esplosa nel sistema drogato dalle banche americane che ha contagiato immediatamente il resto del mondo. 
E Mentre la Cina, con la politica delle formichine, è riuscita a penetrare nel sistema globale dei mercati, nei Paesi, come il nostro, gestiti dalle lobby affaristiche, lentamente e inesorabilmente l'economia e i diritti acquisiti sono andati in malora per una percentuale quantificabile oltre il 90%.

In mezzo a tutto questo esplodere silente di bombe finanziarie chi ne paga lo scotto siamo noi, gente ignorante, che ancora lasciamo fare a chi ci ha portati sull'orlo dell'abisso e ci ha spinti dentro.

giovedì 31 ottobre 2013

Università: al punto giusto

1970. MANIFESTAZIONE REGIONALE

come eravamo: I Braccianti in Calabria, di Ledda e Veltri

Dicembre 1983; da appena un mese è uscito il libro di Quirino Ledda e Filippo Veltri:
©aore12blog

I braccianti in Calabria” è la testimonianza storica difficilmente fruibile sui media massificati ma circoscritti dagli interessi del capitalismo, dei latifondisti e dalle forze politiche avverse che, in quegli anni, detenevano il potere politico.

La raccolta, con prefazione del prof. Saverio Di Bella, copre uno spazio temporale che va dal 1970 al 1980 raccontati attraverso 140 scatti degli autori, immagini in bianco e nero di vita quotidiana e di lotta per i diritti sociali.

Quirino, all'epoca, ricopriva l'incarico di consigliere regionale del PCI in Calabria, con alle spalle un passato di segretario della federbraccianti cgil calabrese.

Filippo Veltri era un giovane giornalista, redattore dell'Unità. Ha scritto anche per il Giornale di Calabria e il quindicinale “questa Calabria”.

Entrambi appassionati di fotografia regalano scatti pieni di pathos di un mondo ormai, per i più, morto. Consigliatissimo, comunque, alle nuove generazioni ed a quanti hanno resettato la memoria e rimosso sofferenze e sogni dei calabresi contaminati da sano sciovinismo e un pizzico di enfatica demagogica certezza ugualitaria.

mercoledì 30 ottobre 2013

Recessione e microcriminalità vanno di pari passo

courtesy M.Iannino©
courtesy M.Iannino©
Catastrofisti, positivisti e speranzosi si fronteggiano in tv, in radio e sui giornali.
Ieri ho sentito, presumo un imprenditore, lamentarsi con il conduttore radiofonico per le notizie catastrofiste diramate dai mass media sulle aziende che chiudono e sul lavoro che manca ma non evidenziavano le migliaia di nuove aziende che nascono da un momento all'altro.

Anche il Governo è ottimista.

Per Letta a fine anno ci dovrebbero essere i primi segnali di crescita reale.

Intanto, stamane, ho raccolto, mio malgrado e con estremo disaggio la rabbia di un uomo di mezza età. Indossava la divisa di lavoro.

“Mi è arrivato il preavviso. A fine mese non ci sarà lavoro... Andrò a rubare! Non l'ho mai fatto e non so neanche come si fa ma imparo. Devo pagare le bollette. Dobbiamo mangiare a casa. Ho moglie e figli... Loro, i capizzuni, problemi non ne hanno. A loro i soldi arrivano”

caro Letta, vedi di fare presto e che sia vera la notizia della ripresa perché qua rischiamo una sommossa popolare. Uno sbranarsi a vicenda. Una guerra tra poveri (sono ricominciati i furti “vandalici” alle macchine. Scompaiono le ruote, i tergicristalli, la benzina).

martedì 29 ottobre 2013

12mila € dei contribuenti per intrattenimenti televisivi a Fazio e Vespa

In Italia c'è chi si abbuffa e chi muore di fame!


sfortunatamente non è un film
Sono incazzato nero. Non posso pensare che nel momento in cui la maggior parte degli italiani siamo chiamati, anzi ci è imposto con le leggi che hanno fatto Monti e compagni, a stringere la cinghia e assistere impotenti alla cancellazione delle conquiste sociali e, peggio ancora, culturali degli ultimi decenni, possa esistere una zona franca composta da uomini e donne che sguazzano nel lusso grazie agli stipendi o agli ingaggi nei posti pubblici come la RAI o nelle altre aziende in cui il peso della politica determina le scelte aziendali e le nomine.

Inutile che Fazio, Vespa e tutte le menti eccelse che, guarda caso fanno un lavoro non lavoro, non sudano nelle poche fabbriche rimaste e neanche in giro a vendere prodotti vari, dichiarino che il loro lavoro porta utili inimmaginabili alla RAI. Può darsi che sia vero. Non lo metto in dubbio. Ma essere remunerati con tremila euro escludendo le clausole varie che fanno lievitare il conteggio finale è davvero mortificante. È un insulto alla povertà. Uno sfregio alla dignità degli esseri umani! Dei lavoratori esodati, pensionati e dei rinviati a date da destinarsi dai "gradini" della Fornero e dai ministri che hanno messo mano alla riforma pensionistica.

Vespa e Fazio. Pagati dalla tv di Stato con 12milioni €

Dopo le polemiche su Fabio Fazio e Maurizio Crozza è il turno di Bruno Vespa.

©courtesy arch.Iannino
"lavoratori, -cit- con affetto"

È scritto su Repubblica: “il nemico degli sprechi Rai, il parlamentare che duella con Fazio per il suo compenso (in diretta tv) e che contesta l'approdo milionario di Crozza al servizio pubblico, Renato Brunetta del Pdl, non dimentica di mettere il naso in un altro contratto da record”; infatti, “in queste ore, la tv di Stato sta completando i bonifici in favore di Bruno Vespa per il suo contratto triennale come conduttore, consulente esperto, ideatore, autore di testi: cifre assurde per chi ha lavorato una vita e ha versato i contributi ma non può avere la pensione per colpa delle leggi degli ultimi governi.


Tra settembre 2010 e agosto 2013, il conduttore di Porta a Porta, si porta a casa sui 4 milioni e mezzo.

Ma non finisce qui! Sempre secondo quanto scritto su Repubblica “Il contratto prevede un primo extra per le puntate di Porta a Porta - tutte già in palinsesto - oltre la centesima. In tre stagioni tv, queste puntate ulteriori (pagate ognuna 12 mila euro) procurano a Vespa un surplus di 901 mila euro”. In più ci sono i compensi per gli "speciali" per un totale di 6 milioni 320 mila euro lordi nei tre anni.”

E Brunetta dice: “Vespa guadagna 6 milioni. Vespa è come Fazio, è inaccettabile. I milioni di Fazio sono come quelli di Vespa”. “Prima di tutto trasparenza poi giudichino gli italiani se quei milioni all'anno sono giustificati o no in tempi di crisi. Questo l'ho denunciato già anni fa prendendomi le ire di Vespa”.
Come dissentire, questa volta, da Brunetta?

lunedì 28 ottobre 2013

i mestoli della politica

Se dovessi seguire il mio istinto dovrei allungare la lista delle persone indegne della mia attenzione (che
tradotto in volgare si potrebbe dire: mi stanno sul ca@@0). Ma, per una volta, almeno una, mi sforzo di seguire quanto diceva mio nonno che, in quanto a saggezza, era davvero un grande!

Lui mi diceva sempre: ricorda che i guai della pentola li conosce solo il cucchiaio che li mescola.

Partendo da questo assunto devo dare una possibilità a quanti, dotati di faccia tosta, appaiono in televisione indignati contro la magistratura e contro quanto in altri Paesi è ritenuta prassi consolidata nei rapporti tra leader politici e cittadini; saggi, però, nel voler fare un ritocchino alla Carta Costituzionale della Repubblica italiana.

Se fossi mestolo delle pignatte politiche che in maniera indecorosa per noi si presentano a fare proseliti pubblicamente, probabilmente, riuscirei a vedere chiaro nelle loro teste. Comprenderei i retroscena tattici imbastiti in tresca ma non potrei giustificarli.

Non parlo di Berlusconi, no! Mi riferisco a chi gli sta vicino. A chi cavalca i suoi problemi per garantirsi il posticino affianco al sole.

domenica 27 ottobre 2013

il sabato sera di mia mamma

Aspettando che rincasassi. 

Quella fata di mia Mamma!, si è superata col suo ciambellone alla ricotta.


Io, di solito, sabato sera vado fuori con gli amici. Lei, per non far vedere che mi aspetta, prepara torte che consumiamo a colazione insieme ad una buona tazza di caffè.

Questa volta ha navigato e preso spunti per una variante al suo ciambellone alla ricotta.

“Avevo una ricotta in frigo da qualche giorno”. Si è scusata. “e per consumarla ho fatto 'sta torta. Meglio che le merendine del supermercato. Almeno sai che mangi!”

“Tutti ingredienti genuini: uova, latte, zucchero, farina. E poi, la sera la corrente costa di meno.”

Ha ragione lei. È davvero ottimo!

ps: la foto è di questa mattina. adesso non c'è neanche una briciola ;-)

Ops avevo dimenticato di dirvi come la fa:
Ingredienti:
2 uova che divide per fare una cremina con i tuorli e lo zucchero. Poi sbatte le chiare fino a montarle a neve.

Lentamente aggiunge la ricotta nei tuorli, la farina e l'albume montato a neve. Una busta di vanillina. Imburra una teglia. Versa dentro e inforna.

Semplice no?

la cucina di mamma: Pasta al Forno

Pasta al forno ripiena.

Si fa presto a dire: mi andrebbe un bel piatto di PASTA AL FORNO ALLA CALABRESE come la faceva mia mamma!

©archivio M.Iannino

Andava giù che era un piacere! In pochi secondi ti leccavi pure il piatto... no, non è un'esagerazione! La scarpetta era d'obbligo! Sarebbe stato come commettere un peccato lasciare che si perdesse tutto quel ben di Dio dopo che Mamma si era impegnata in cucina tra i fornelli e le pentole, attenta nel dosare i pezzi di carne per il sugo.

Mia mamma nel sugo metteva qualche pezzo di costatella di maiale, due o tre pezzi di salsiccia leggermente piccante, un po' di pancetta a pezzettoni, del gamboncello. Ma detta così non dà il giusto peso alla sua maestria.

Dapprima soffriggeva qualche spicchio d'aglio insieme alla carne. La lasciava rosolare. Poi aggiungeva un paio di bottiglie di salsa di pomodoro fatta in casa, sempre manifattura made mamy.

Poi, preparava le polpettine con la carne macinata, la mollica di pane raffermo bagnato e strizzato. Prezzemolo, formaggio pecorino grattugiato, prezzemolo. Rigorosamente fritti in olio di oliva.

Infine, scottava la pasta grossa, solitamente penne rigate, che toglieva al dente. La sgocciolava e, in una teglia da forno, faceva un letto sopra il sugo rosso ancora fumante. Tagliuzzava le uova sode, qualche pugno di provola a cubetti, le polpettine, del salame e spolverava con abbondante pecorino. Copriva con dell'altra pasta e versava il sugo. Dopodiché infornava per qualche minuto.

Era una cerimonia di alta passione culinaria casareccia tramandata da madre a figlia che impegnava tutta la mattina della domenica.

Oggi è domenica e l'ho mangiata! Grazie mamma.

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