martedì 16 aprile 2013

Gabanelli Presidente, tutta colpa dei media?

aore12
la classifica delle quirinarie del M5S
Secondo il M5S gli iscritti del movimento che hanno votato via web alle quirinarie pare abbiano optato per la Gabanelli. E questo la dice lunga sull'attenzione che i grillini pongono a temi sociali così importanti, seri e delicati per la vita dell'Italia qual è la Presidenza della Repubblica.

Ottima e scrupolosa giornalista, Milena Gabanelli, diventata nota al grande pubblico grazie al programma d'inchiesta televisiva che ha l'ardire di sciorinare al sole i panni sporchi di quanti, dirigenti o politici, dovrebbero governare il Paese e invece gestiscono il potere e i soldi pubblici secondo criteri discutibilissimi.

Ovviamente, la giornalista, da persona colta , si dice “commossa e onorata” e quando sarà interpellata dirà la sua in merito alla candidatura al Colle. D'altronde, che attinenza ci può essere tra una brava professionista affiancata da una troupe di altrettanti validi giornalisti con le qualità richieste per coprire l'incarico più alto della Repubblica?

domenica 14 aprile 2013

Vendola, custode della pace e garante del lavoro al Colle

È sufficiente una leggera pressione per entrare in mondi e culture differenti. Per fare questo non bisogna
aore12
Nichi allo specchio
conoscere i misteri della prestidigitazione, essere maghi o capitani nella stanza dei bottoni.

Basta possedere una scatolina magica conosciuta come tv, televisione o pc, personal computer, tablet o android, quindi, uno stipendio per poter pagare un canone e avere accesso alle notizie che i mass media diramano.

E per quanto concerne la qualità delle notizie?
Beh, per quanto concerne la qualità devi affidarti alle tue conoscenze, alla tua sensibilità, alla tua cultura e a come intendi il rapporto con gli altri.

Oggi, dopo aver assistito a un discreto giornalismo e apprezzato il pensiero politico schietto di Nichi Vendola, ospite in “mezz'ora” di Lucia Annunziata, e al suo parlare forbito, nonostante l'insistenza della conduttrice sulla metafora di Enea che fugge da Troia portandosi il padre Anchise sulle spalle, adottata dal leader di SEL per spiegare il cambiamento politico-sociale, la distruzione degli steccati ideologici e la volontà culturale che deve sorreggere il nuovo corso della politica e i dirigenti dei gruppi parlamentari nell'andare incontro alle nuove esigenze che tutti noi abbiamo, ma intesa dall'Annunziata come un'alleanza viscerale tra Vendola/Enea che lascia sel per ritornare in casa PD e traghettare e il segretario, Bersani/Anchise, verso nuove sponde così da formare un governo nuovo ma non di larghe intese, non certo con Berlusconi e il PDL che hanno saputo dividere parlando alla pancia del popolo e fregandolo.

Per Vendola, quindi, niente larghe intese con chi ha portato l'Italia alla rovina e nessun accordo per designare la massima carica della Repubblica! E dopo aver ricordato le urgenze e i conflitti, così risponde a Lucia Annunziata che lo incalza per farsi dire un nome per il Colle:

“Serve un custode della pace che ridia dignità al tema del lavoro Specie in questo momento dove torna il rischio di "una guerra nucleare", serve una figura in grado di far tornare in campo la vocazione pacifista del nostro Paese sancita dall'articolo 11 della Costituzione. Altra caratteristica del nuovo inquilino del Colle deve essere quella di ridare dignità al tema del lavoro togliendolo dalla condizione di vassallaggio nel quale è precipitato in questi anni.”

sabato 13 aprile 2013

Aspettando il Grande Fratello, prove tecniche

Catanzaro, addio alla privacy (per quel che serve!)  


Senza farla molto lunga, i problemi veri di una città qualsiasi sono conosciuti perché comuni a tutti e, nonostante la quotidianità con la quale ci scontriamo con essi, sono definiti, chissà perché, emergenze.
Emergenza spazzatura. Emergenza acqua, fogna, mobilità. Emergenza microcriminalità. Emergenza ambientale, inquinamento. Emergenza povertà... quando, con un po' di lungimiranza, potrebbero essere debellati definitivamente, se solo ci fosse la volontà e la cultura civica di amministratori e cittadini.

Secondo il sindaco Abramo (in barba alla privacy) l'emergenza sicurezza in città si dovrebbe combattere con 700 o 900 telecamere poste a scrutare la città, da nord a sud, e chi circola in Catanzaro da Sant'Elia a Lido, per amore e salvaguardia della quiete pubblica utilizzando fondi comunitari.

catanzaro,  città voyeurista 
Fondi comunitari, ben apprezzati dal sindaco Abramo che per non essere persi, in una delle precedenti amministrazioni Abramo, sono stati impegnati nella famigerata quanto inutile e pericolosa “pista ciclabile di viale Isonzo”.

E adesso, a parte le questioni che stanno dietro a tutta la faccenda denominata “Safe City” dal comune di Catanzaro, che significa l'innalzamento a 24 milioni da spendere e non più i 100.000euro inizialmente finanziati nell'ambito di un pon sicurezza, per spiare. prima degli altri, i quartieri di Santa Maria e Aranceto ritenuti ad alto rischio d'illegalità, ed in merito non gli si può dare torto viste le retate antidroga eseguite negli ultimi tempi, 

Tralasciando anche la revoca del bando pubblico e la richiesta, appunto, dei 24milioni alla regione Calabria per affidare direttamente ad un privato, senza gara pubblica, la videosorveglianza della città, l'intera vicenda lascia basiti.

Può un'amministrazione comunale trattare un problema sociale così delicato e rilevante, qual è, appunto quello della sicurezza, solo con strategie di sorveglianza degne di voyeuristici grandi fratelli, o forse c'è in programma dell'altro, qualitativamente più sano dal punto di vista educativo e sociale, tenuto ancora segreto?

Tecnicamente, il progetto prevede la realizzazione di un centro di comando e controllo equipaggiato con 15 workstation, videowall, server; call center con 4 postazioni per la ricezione delle chiamate; rete privata e dedicata con 25 hub di comunicazione; 700 telecamere, 200 addizionali fittizie; 35 sistemi di riconoscimento delle targhe automobilistiche a due carreggiate e 10 a una carreggiata; 10 vetture della polizia con sistemi di sorveglianza mobile; 46 piattaforme per il comando computerizzato mobile.


venerdì 12 aprile 2013

lo Stato nemico del welfare ha nomi noti

courtesy Mario Iannino©
courtesy archivio M. Iannino "né destra né sinistra" per Istituzioni libere da personalismi e inciuci mascherati


Un'altra giornata inizia. E mentre in Italia c'è chi ancora persegue di tenere fede al piano di rientro della spesa pubblica tutta gravata sui cittadini indifesi, dopo un mese e mezzo dalle elezioni, i tecnocrati tutelati continuano indisturbati ad imporre manovre assurde che, anche se, non causano morti per fame e suicidi immediati, gettano panico e disperazione nei ceti deboli.

Non c'è bisogno di fare esempi o citare programmi televisivi d'approfondimento per convincere alcuno della drammaticità che stiamo subendo.

Né è necessario ricordare le infami riforme contro i lavoratori che hanno partorito esodati, dipendenti impensionabili gettati fuori dal mercato del lavoro a sessant'anni o giù di lì e giovani scoraggiati sorretti dalla residua carità umana. Tutte leggi firmate governo Monti e conosciute col nome della ministro Fornero.


Quanto ancora le paure coveranno sotto cenere nelle case dei cittadini che, impossibilitati a pagare tasse e balzelli inverosimili, vivono l'ansia di essere derubati dallo stato attraverso i tentacoli di equitalia e agenzie similari?

Ecco, per queste impellenti esigenze, appunto, perché urgenti per le famiglie di nuovi poveri, avrei voluto un Movimento propositivo. Un M5S che, bandendo le fasi burlesche, proponesse punti di programma condivisibile, non ai parlamentari impresentabili ma, ai cittadini; al Presidente della Repubblica. E questa volta, sì, con una diretta streaming.

Ci sarebbe stata di sicuro una rivoluzione culturale che avrebbe fatto arrossire anche chi ha coperto di calli una faccia plasmata con la me...lma.  

mercoledì 10 aprile 2013

Grillo suggerisce ai suoi di occupare le Camere e loro lo fanno

Prima repubblica, seconda, terza, quarta e così via dicendo tra aggiustamenti, compromessi più o meno storici, trattative private e pubbliche, accordi leciti al 50% e chi più ne ha ne metta.

Così sono trascorsi i primi sessant'anni, sessantasette per la precisione, della Repubblica Italia.

In questi sessantasette anni abbiamo assistito a tutto quanto la mente dei politici potesse costruire, o per lo meno questo abbiamo pensato fino a quando non è spuntato il Grillo Parlante.

Un essere, per carità, bravo e dalle intenzioni più che nobili! Specialmente quando dice di voler fare pulizia del malcostume che si è impossessato della politica che assedia le istituzioni.
Grillo, il condottiero

Un condottiero castigamatti che urla contro la vecchia brutta visione della politica autoritaria e arraffona piegata ai voleri di una ristretta combriccola dai nomi più disparati (e di queste specie la storia ne è piena come piene sono le tasche degli italiani che ragionano liberamente e in piena libertà sanno discernere il bene dal male e comprendono, guarda un po', quando le azioni di alcuni sono, se pur in buona fede, pericolose conseguenze di idee manichee che minano la libertà altrui).

E sempre all'insegna di una libertà conclamata, che secondo l'eroe in questione, è quella che viaggia in rete, ma non ancora appannaggio della totalità dei viventi (penso ai costi, ai vecchi e agli analfabeti, ai derelitti che non hanno soldi per il necessario e a quanti per svariati motivi non hanno o vogliono la connessione internet) che si consuma la dittatura truccata da altissima democrazia del pensiero delirante del nuovo despota:

“abbiamo detto che li mandiamo tutti a casa. La demolizione è iniziata!”

Così tuona Grillo dal suo blog, dopo l'occupazione fisica dei grillini di Camera e Senato.

Mi dispiace dirtelo, Grillo, ma non è così che si cambiano le cose e non è questo che ci si aspettava da te e dall'ormai “tuo” personalissimo, privato, movimento.

Firmato:
un libero pensatore! Che non ha tessere di partito ma che guarda ai fatti.

ps. se ho frainteso e non ho saputo apprezzare la tua strategia politica: la colpa è solo tua... ovviamente.

lunedì 8 aprile 2013

il PD marcia su Roma contro la povertà

Ecco un esempio lampante di demagogia che sa di presa per il culo:

pier luigi bersani, segretario pd
Il partito Democratico è vicino a tutti i cittadini che in questo momento stanno vivendo momenti difficili. Per questo i circoli territoriali del Pd di Scampia, San Salvario, Corviale, Torbellamonaca, San Basilio e Laurentino hanno promosso per sabato 13 aprile a Roma una manifestazione 'Contro la povertà, per un governo di cambiamento.' La manifestazione si svolgerà in un quartiere della periferia romana e sarà conclusa dal Segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani".”

Proprio mentre l'ennesimo sondaggio pubblica le percentuali altissime di disoccupati e di aziende che chiudono nell'ordine di un migliaio al giorno e ci si accorge persino dell'esistenza degli sfiduciati che neanche tentano più di cercare lavoro, cosa ti s'inventa il PD? Una bella manifestazione liberatoria dei poveri con o senza lavoro da fare sabato prossimo in una periferia romana.

A Pier Luì' non è questo che vogliamo!
Da un partito che dice di guardare al sociale ci si aspetta qualcosa di meglio che una scarpinata a Roma. 
Non è facendo casino su un problema così grave, conosciuto e "studiato", che è diventato l'origine di ogni malessere e suicidi per quanti hanno vergogna a manifestarlo, che si risolve la piaga della povertà.

Pensate a lavorare davvero come poter dare dignità alle persone emarginate da questo sistema economico. Solo così si potranno evitare i suicidi degli ultimi tempi e non proponendo inutili e dispendiose stronzate come la marcia su Roma contro la povertà.

la Vita è spettacolo ma non quello di Grillo

courtesy M. Iannino, "sottovuoto" 2013

Rivedi il copione Beppe!


Lo so. Se non c'è almeno un vaffanculo o una proposta che evidenzia la rabbia e l'impotenza della maggioranza, la maggioranza non segue. E questo vale sui social network, nei mass media oltre che in politica.

Per non parlare dei tagli degli stipendi ai manager. O le invettive contro i politici.

Insomma basta essere contro qualcuno o qualcosa per mietere consensi dalla massa.

Appunto la massa! Ma la massa dov'era fino ad ora? Ha qualche colpa, oppure è così smemorata da non ricordare i numerosi “me ne fotto” sussurrati o gridati nell'era delle vacche grasse?

Per essere onesti e sinceri, Grillo anche nei tempi passati faceva questo tipo di satira. I suoi spettacoli erano conditi di fatti e misfatti della politica spicciola. Quella politica che governava il quotidiano e che consentiva di vivere a chiunque. Ma eravamo in un teatro o in una piazza e la risata era liberatoria. E comunque c'era ancora il lavoro e i soldi degli stipendi nelle tasche.

Non c'erano ancora le riforme della Fornero, (la modifica alla legge 18 che ha dato carta bianca ai licenziamenti) e i dipendenti, specialmente quelli che lavoravano nelle fabbriche, erano tutelati dallo statuto dei lavoratori. Insomma le tutele giuridiche della massa non erano ancora state stracciate e umiliate dai tecnocrati e le persone, i Cittadini, avevano ancora barlumi residuali di cittadinanza repubblicana.

È ovvio che in un clima simile chi grida e sbraita contro il sistema e manda affanculo tutti diventa di sicuro un capopopolo.

Certamente non dicono: “hai sbagliato a votare me”.

Non ci sono dubbi, Grillo è stato tenace! Ha continuato negli anni a fare spettacoli denunciando cose note in Italia e anche altrove. Ha portato in scena lo stesso copione della politica arraffona.

Ed ora? Ora che è riuscito a trasformare gli spettacoli in rappresentanza politica che fa? Continua a fare inconcludenti spettacoli. Scappa e si nasconde perché sa che i giornalisti gli corrono dietro e per lui questa cosa è fonte di enorme visibilità.

È una pubblicità gratuita!, che, anche se non aiuta chi ha dato fiducia al teatrante e ai suoi soldatini di piombo schierati contro le Istituzioni e sordi alle esigenze di chi davvero soffre la fame, a lui personalmente gli torna utile. Fino a quando? Dipende dalla rabbia di chi ancora gli dà ascolto.

domenica 7 aprile 2013

Serietà e lungimiranza per salvare l'Italia

Grillo Bersani Berlusconi basta proclami e strategie sfasciste o aleatorie!


Se non ci fosse tanta miseria e non ci fossero i morti si potrebbe anche azzardare l'improbabile, grottesca ipotesi di un Grillo dadaista. Un grillo catastrofista ma creativo che tenta di far rinascere dalla distruzione dei sistemi consolidati dal mal costume una società migliore.

Se l'operazione intellettuale dadaista rimane circoscritta nella piccola cerchia elitaria di chi la ama e quindi la fa sua, ci gioca e la condivide propositivamente, può diventare, nel tempo, alimento culturale rivoluzionario. Cibo fenomenologico esponenziale col quale gli spiriti liberi amano confrontarsi perché di fatto aiuta, attraverso la rivisitazione di schemi mentali atrofizzati da eccessiva inerzia, ad attivare la crescita sociale armoniosa dei “cittadini”, di contro, per quanto fin ora elaborato dal vertice del M5S, quella di Grillo si è dimostrata nichilista.

L'azione di Grillo &C. sembra essere condita dalla bianca polvere delle crociate contro il male oscuro che invece di purificare e illuminare le ombre dell'oscurità malefica offusca i cervelli di quanti si sentono esclusi dal sistema politico e sociale scolpito con caratteri fermi nella Carta Costituzionale laddove recita di diritti e doveri dei cittadini e dello Stato in merito a lavoro, istruzione, cultura, arte e scienze.


D'altro canto. (Questo pensiero è rivolto ai seguaci lobotomizzati delle varie ideologie.) È inutile ricordare la tanto decantata democrazia liquida del web quando poi ci si nasconde dal resto della popolazione nei momenti di maggior bisogno sociale salvo divulgare in streaming, coi media o nei talk show solo le cose che piacciono e fanno tanto folklore.

Tutti i cittadini che vivono nel bel Paese ridotto allo sbando dalla vecchia cattiva gestione politica e dei nuovi look folkloristici si aspettano soluzioni e non fughe strategiche dai problemi.
In sintesi:
Se fino a ieri il movimento di Grillo aveva dato buone speranze di cambiamento, oggi le speranze si sono trasformate in certezza: gli sberleffi pubblici di Beppe Grillo e dei suoi indottrinati seguaci vogliono portare l'Italia all'ingovernabilità.
E poco importa se nel frattempo i nuovi poveri aumenteranno o ci sarà l'imbruttimento sociale piuttosto che la soluzione dei noti e insormontabili problemi.

Alla luce di fatti riassunti in poche battute questa la fotografia allucinante dello stato sociale in cui versa la nazione.

Riusciranno le persone di buona volontà a raddrizzare la rotta? Il compito è arduo ma confidiamo nella sensibile lungimiranza degli uomini di cultura. 

venerdì 5 aprile 2013

Chi sperpera e chi si uccide per dignità, succede in Italia

Nonostante possediamo una Carta Costituzionale altamente democratica che tutela i cittadini e sancisce il diritto inviolabile al lavoro, alla vita sociale, di fatto, siamo ancora lontanissimi da una qualsiasi forma di società civile degna di questo nome!

L'ennesima notizia di morte, coglie impreparati e fa montare, insieme, sconcerto, rabbia e ribellione contro uno Stato che non vuole tutelare e non sa proteggere i suoi cittadini.

“Una coppia di coniugi, si è impiccata per gravi problemi economici: lui 62 anni era un esodato, lei, 68 anni, aveva una modestissima pensione di 500 euro e non ce la facevano più ad andare avanti."

È inammissibile che la gente debba ricorre alla morte per risolvere definitivamente il problema della sopravvivenza.

La notizia è, se proprio ce ne fosse ancora bisogno, la conferma della disfatta dello Stato. Uno Stato assediato da manigoldi attenti più allo spread e al sistema economico dettato dalle banche piuttosto che alle persone.

Quest'ultima sciagurata azione deve far riflettere tutti gli inquilini delle istituzioni. Grillini in primis! Checché ne dicano! È vero, loro non c'erano prima. Ma questo non fa differenza. Adesso ci sono! E non possono continuare a fare resistenza passiva. Perchè mentre loro dicono no a ogni proposta e mettono veti, il governo in carica continua nella sua dissennata visione tecnocrate.

È mostruoso scoperchiare certe schifezze diventate consuetudine nelle Istituzioni, non scandalizza e fa incazzare per mancanza di morale o altre belle convinzioni aleatorie ma semplicemente perché calpesta quanto c'è scritto nella Costituzione della Repubblica Italia.

E siccome viviamo in Italia, non c'è nessuna differenza tra chi spende i soldi della politica in festini e chi si nasconde in un qualsiasi ristorante per fare il punto della situazione, e  tra una forchettata di paccheri ai funghi porcini e un bicchier di vino, ricompatta le fila del proprio esercito “rivoluzionario”.

Caro Beppe la pluralità è sale per la democrazia

Due considerazioni per Grillo.

aore12
suggestiva foto propagandistica del m5s

Stamattina la mia attenzione è stata attratta dall'articolo del Corriere della Sera che tra una battuta e l'altra degli stessi eletti a marchio cinque stelle dovrebbero radunarsi e imbarcarsi sui pullman verso una destinazione ignota alla stampa e agli stessi grillini.

Allora, siccome qualcuno vicino al m5s ha detto di diffidare dei giornalisti italiani perché sono schierati (come dargli torto!), ho sbirciato nel blog di Beppe Grillo, visto che lì si trova la voce ufficiale del guru a 5 stelle.

E sul sito di Grillo oltre a essere violentati dalla pubblicità che tracima da ogni angolo, tra copertine di libri, pannelli solari, energia alternativa e post contro gli ogm, tutti argomenti importanti che necessiterebbero approfondite anailisi in una pluralità di intenti dove vige la sacralità del pensiero democratico, m'imbatto nel decalogo del grillo parlante: “Perché hai votato per il M5S?” ma dell'adunata romana in piazza nessuna traccia. Top Secret, luogo e ora in cui si svolgerà il faccia a faccia con il leader del M5S Beppe Grillo.

Per carità, tutti punti ineccepibili per chi accetta passivamente dogmi o ha la vocazione del soldatino servile. E giù un elenco di cose delle quali ci siamo lamentati tutti:

Perché hai votato il MoVimento 5 Stelle?
Per fare un governo con i vecchi partiti?
Per votare in Parlamento i meno peggio?
Per discutere con il pdmenoelle di programma quando quello del M5S è il suo esatto contrario?
Per spartire poltrone e posti di comando a partire dalle presidenze di Camera e Senato?
Per autorizzare l'esproprio del Parlamento che, dopo un mese, non ha ancora nominato le commissioni?
Per fare la Tav, la Gronda e gli inceneritori di Bersani?
Per legittimare una classe dirigente che ha fatto fallire il Paese?
Per seppellire MPS sotto il tappeto pdimenoellnno, il più grosso scandalo finanziario della Repubblica?
Per delegare qualcuno a tuo posto e stare alla finestra e vedere l'effetto che fa?
Per mantenere i finanziamenti elettorali ai partiti?
Per erogare i contributi diretti e indiretti ai giornali di propaganda che infettano il Paese?
Per mantenere il segreto su chi ha usufruito dello Scudo Fiscale?
Per non fare nessuna legge anti corruzione?
Per non fare nessuna legge contro il conflitto di interessi?
Per partecipare a riunioni extra parlamentari di 10 saggi che sono parte del problema?
Per non mandarli tutti a casa?
Per mantenere una televisione pubblica indecente e mantenuta dalle tasse degli italiani, controllata dai partiti e in perdita di 250 milioni di euro?
Per permettere l'ingresso nel Tribunale della Repubblica di Milano dei parlamentari del Pdl a difesa di Berlusconi, un atto inaudito non sanzionato dalle Istituzioni?
Per vedere ogni giorno le solite facce degli esponenti dei partiti che hanno rovinato il Paese?
Se hai votato per il M5S anche soltanto per uno di questi punti, allora hai sbagliato voto. Mi dispiace.
La prossima volta vota per un partito.

Dopo aver letto queste domande con relativo invito finale, mi sovviene spontanea una frase di Seneca: “ è l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi” perché, è ovvio che se crei cultura ogni cosa contraria perisce. .. se è proprio vero che “nessuno deve rimanere indietro” devi lavorare per migliorare le coscienze senza demonizzare le brutture ma contrapporre a d esse la visione del bello possibile da raggiungere.

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