L'astensionismo è alto in Italia e
dagli elettori che si sono recati alle urne esce una volontà di
moderato ottimismo. Vogliono credere nelle promesse di Renzi e del
nuovo volto che ha dato al PD. Anche se sarebbe riduttivo dire che le
80 euro in busta paga dell'impiegato medio che non supera i 26mila
euro annui abbiano influito nella scelta non ci si può esimere dal
pensarlo.
Forse avrà influito l'ottimismo e il
nuovo linguaggio del fare a tarpare le ali ai gufi. Oppure è stata
la tracotanza di Grillo a terrorizzare l'elettore medio e non fare
prendere quei voti al m5s necessari per attuare la rivoluzione a
Bruxelles e la caduta di Napolitano in Italia? E quanto avrà
influito la paura di una sconfitta tra i dipendenti del pd tra
cooperative e indotto (stessa cosa vale per FI)?
Il Pd prende il 40% dei votanti e M5S,
pur risultando il secondo partito, non supera la rosea previsione
sperata da Grillo. Il distacco è enorme! 20 punti a favore di Renzi.
E terzo, non l'enfatico Alfano ma il partito di Berlusconi mentre
restano al palo gli altri.
Il NcD supera appena la soglia del 4%.
anche Tsipras è lì lì per non farcela. Mentre Salvini con le sue
idee contro l'euro si ritaglia un bel risultato: il 6%
Tiene la Lega Nord con il 6,2%, mentre i montiani di Scelta europea scivolano allo 0,7%.
Ma è la sfida di testa che dà la dimensione del successo Pd. I Democratici, a risultati quasi definitivi, prendono il 40,89%, mentre il partito di Beppe Grillo si deve accontentare del 21,11%.
Il selfie è servito. L'italiano medio ha moderatamente paura.