giovedì 6 gennaio 2022

Amori in agonia, confessioni salvifiche

 

Vai a puttane! Se ti va di finire. disse stizzita e si divincolò con decisione dall'abbraccio.


"Amanti. pittura: olio su tela. anno 1978. coll. privata."

Lui rimase di sasso.

La donna perentoriamente bloccò le avances dell'uomo. Le labbra di lui si bloccarono in una smorfia incredula. E nello stesso istante le mani smisero di accarezzarle la schiena snella.

Stavano insieme da un bel po', forse qualche decennio, ma per lui era ancora come la prima volta. Il fuoco della passione continuava ad ardere in lui ma non più in lei.

Altro che doccia fredda. Era stata una secchiata d'acqua gelata! Caduta all'improvviso sulle amorevoli attenzioni di un uomo ancora innamorato della propria donna.

Inutile ogni reazione. Pure le parole si erano annichilite davanti ad un rifiuto così categorico.

Superato il primo momento di smarrimento l'uomo farfugliò:

Puttane? Puttane? Perché mai! Meglio una sega. Sì preferisco una sega piuttosto che sprecare energie emotive tra la carne prezzolata di una puttana qualsiasi! Non è l'atto in sé che mi stimola. Sei tu! È il tuo modo di essere! lo sai bene: non è tanto il corpo che stimola l'eros ... ma vedo che ormai siamo su lunghezze differenti. Il mio pensiero il mio modo di essere e di sentirti è totalmente diverso dal tuo. Ti sei persa ... cerca di ripristinare quell'equilibrio mentale che ti rendeva unica ai miei occhi.

No decisamente non cerco una valvola di scarico per la mia libido. Voglio una donna che sia compagna di vita. Una femmina. Una mamma amorevole per i miei figli. Voglio te com'eri prima di questo assurdo tempo incerto caratterizzato dalla tensione trasmessa e ingigantita dalla pandemia che riesce a trasformare un banalissimo malanno in qualcosa di micidiale.

Voglio te amica mia. Te che sei stata compagna di vita e confidente. Te che sei stata sempre presente fino a qualche attimo fa... Perlomeno questo pensavo prima che esordissi con quel “vai a puttane!”.

Sono qui. Ti aspetto;  non so fino a quando. Tu non lasciare che la pazienza si trasformi in apatia e la comprensione in rassegnazione o sconfitta. Coraggio! Reagisci.

lunedì 3 gennaio 2022

Cartolina dal passato

 

Passate bene le feste? Questa è la domanda ricorrente che echeggia in questi giorni tra i passanti.

Nonostante che i luoghi d'incontro siano quasi deserti a causa della pericolosità del virus che ha caratterizzato gli ultimi due anni, la fobia del contagio, rafforzata della variante omicron, induce a una sorta di austerità obbligata.

Molti lavoratori hanno risentito per le chiusure forzate e l'economia sommersa più di tutto.

La bolla consumistica in cui ci siamo rifugiati si è sgonfiata e in qualche caso ha fatto ripensare a quando si stava peggio. A quando le scarse finanze e la presenza massiva dei media non condizionava ancora gli stili di vita delle famiglie.

In alcune generazioni è ancora viva la memoria dello spirito del S. Natale vissuto nelle comunità. Tra congiunti stretti, famiglie allargate composte da consanguinei, amici e vicinato.

Non c'erano molti prodotti di largo consumi e neppure troppi elettrodomestici nelle case : le macchine lavatrici di panni e stoviglie erano un lusso inimmaginabile e la televisione era inarrivabile per certe realtà familiari (forse queste assenze sono state la nostra forza).

Le donne avevano un ruolo importante! Governavano la casa in tutto e per tutto, loro era il compito di curare gli aspetti basilari della famiglia dalla pulizia quotidiana alla gestione delle scarne finanze. E , cosa importantissima: l'educazione dei figli.

Il calore degli affetti, nei giorni delle feste, si sentiva tutto e avvolgeva nel vestito nuovo, anche se dismesso e passato di mano dai fratelli più cresciuti, ognuno.

I sogni erano in sintonia con gli insegnamenti. 



C'era un'attenzione particolare nei confronti dei bisognosi e dei deboli. La comare o il compare non erano lasciati a trascorrere la vigilia in solitudine. “Dove mangiano tre mangiano quattro” dicevano le mamme nell'apparecchiare la tavola. E noi piccoli eravamo felici nel trovare regali utili: qualche paio di calze, guanti o cappellini e caramelline grandi quanto un bottone.

Assistere alla funzione religiosa era un rituale sentito durante il quale affidavamo all'Onnipotente sogni e desideri immediati e futuri.

Il problema dell'inquinamento ambientale era inimmaginabile per noi che ritenevamo una ricchezza anche un foglio di carta d'imballaggio. E le cartoline augurali erano traccia empatica; non oggetti ma affettuose appendici delle persone che le inviavano perciò le conservavamo nel cassetto degli affetti insieme ai sogni.

venerdì 31 dicembre 2021

In fila per il pane

 

Il dicastero del terrore ha messo in atto le sue strategie. Ha disseminato il virus del terrore. E funziona! A due anni dalla comparsa del covid niente sembra essere cambiato.

Dal punto di vista della gestione politica sembra che qualcuno si stia divertendo parecchio. E siccome non tutti i videoti sanno discernere e contestualizzare la realtà i politici che vediamo in tv liberano cazzate a cuor leggero nel senso che sembra che loro, i politici, siano sganciati dalla realtà. Intanto i comuni mortali, quelli che siamo costretti a fare i conti quotidianamente con la realtà, siamo obbligati a sottostare alle decisioni illogiche di una classe dirigente che non ha la patente e non è in grado di guidare neanche un triciclo.


Sbandieratori di slogan che:

Hanno seminato e inculcato il terrore anche nei cervelli che sembravano indenni. Persino tra gente scolarizzata che si fregia di titoli e che si presuppone, perciò, essere coscienti all'altezza di sapere scegliere e valutare tra uno spot politico pubblicitario e la verità scientifica.

I vaccini hanno aiutato a non entrare in terapia intensiva e a non morire soffocati!

Il distanziamento sociale ci può anche stare e anche la mascherina. Ma fare la fila anche per il pane come nel ventennio …

La fila più assurda è comunque quella imposta per accedere alle cure mediche.

In ospedale. Dal medico di base … in questi luoghi che dovrebbero curare è, per legge, vietato entrare! La fila si fa all'esterno! E dopo essere stati al vento, pioggia o sole, l'addetto al controllo misura la temperatura, esige il certificato verde e solo dopo questi controlli, sempre ché non si è raggiunto il numero di capienza nelle sale, si entra.

Le restrizioni sono necessarie, sì. Perché prevenire è meglio che morire. Ma quando serve davvero!

Sennò a che serve la terza dose?

lunedì 27 dicembre 2021

Nel teatro della vita siamo primi attori

 Tra la vita e la morte scelgo il fiore dell'attesa

Questo fine anno non tutti festeggiano.

Poche luci e luminarie dai balconi a sottolineare lo spirito delle festività raggruppate in questo codazzo di tempo dell'anno 2021.

Gli echi delle sofferenze dei popoli che sono costretti a imbarcarsi anche contro la propria volontà giungono sulle nostre tavole imbandite per lo più senza nemmeno sfiorarci.

Ognuno è chiuso nel proprio dolore. Un dolore intenso, a volte, per la perdita di un congiunto deceduto per covid o altra patologia che ancora sfugge alle regole scientifiche conosciute. Non ci sono farmaci o terapie idonee per contrastare certe patologie tumorali. E qui si tocca con mano tremante la fragilità umana e l'impossibilità oggettiva di chi affida ogni possibilità di difesa immunitaria alla scienza quasi fosse un dogma.

I ricercatori, gli scienziati coi loro studi hanno donato moltissimo all'umanità in termini di contrasto ai virus e alle pandemie. Le cronache lo testimoniano! Ma ancora sono lontani dallo scoprire l'elisir dell'eterna giovinezza.

Dobbiamo prenderne atto! Il dolore fa parte della vita.

Possiamo rifugiarci nelle teorie filosofiche o religiose per cercare conforto al nostro dolore ma quando l'evento luttuoso tocca da vicino ogni parola è vana. 

La sofferenza è di chi porta il fardello e solo il tempo può lenirla.

Ti ho conosciuta durante un ciclo teatrale. Ho apprezzato l'intensità del tuo essere, la tensione emotiva che sapientemente trasfondevi nei vari ruoli dei personaggi a cui davi vita. Passione e empatia era palpabile in voi tutti che facevate e fate tutt'ora parte della compagnia.

In una di quelle rappresentazioni teatrali ebbi l'opportunità di conoscere una personcina simpatica proprio davanti al portone del San Giovanni. Riempiva la pipa di tabacco mentre raccontava un aneddoto che gli era accaduto mentre prestava il suo servizio in farmacia. Abbiamo riso. Minimizzò il suo malessere del quale era cosciente. Entrò in sala col sorriso che gli illuminava il volto, si sedette in prima fila affianco alla moglie e attese.

Non si aprì il sipario. La voce narrante contestualizzò l'evento e la narrazione fantastica ebbe inizio. Atti unici sfrondati dalle usuali scenografie trasportarono i nostri sensi. 

Sul teatro della vita siamo tutti attori comprimari che calchiamo personalissime scene di atti unici

sabato 25 dicembre 2021

Auguri! anche questa volta ne usciamo vivi (colesterolo a parte)

 


Però, quant'è bello il Natale! I buoni propositi si sprecano. In questo periodo ci sentiamo tutti migliori. Auguriamo il meglio anche alle persone che torneranno ad esserci indifferenti già a S. Stefano.

Whats app non smette di notificare messaggi:

... ce l'ho. Ce l'ho. Mi manca …

La raccolta di immagini diventa interessante. Sembra di tornare alle medie. A quando scambiavamo le figurine dei calciatori.

Ricicliamo messaggi e immagini quasi con tedio. La noia ci assale ma dobbiamo comunque scambiarci gli auguri pur sapendo che tra qualche giorno dovremo fare i conti con l'amara realtà: pagare le bollette e le tasse del nuovo anno. Però, brindiamo. Brindiamo e ci scambiamo auguri con la speranza che qualcosa cambi e porti sollievo ai nostri affanni terreni.

Scambiare auguri non costa niente. Persino la chat è compresa nel prezzo.

Tantissimi auguri e che l'inizio del nuovo anno sia scoppiettante, inarrestabile come la vita fin quando il cuore pulsa.

Buona vita a tutti, a quelli che credono che il Messia è tra noi, agli increduli, a quelli così così, agli atei e anche a quelli che non si accontentano mai. E, aspettative personali a parte, ricordiamo sempre che un bel sorriso è come un buon bicchiere di rosso: fa buon sangue e scaccia le negatività!

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