venerdì 9 maggio 2014

Dalla parte dei brutti

Don Memè prete mafioso?



Carmelo Ascone, parroco di Rosarno da trent'anni, dopo l'incursione delle jene è stato bollato come il “prete della 'ndrangheta”. Perlomeno questo è il sentimento che circola tra i curiosi e quanti inzuppano il pane nella brodaglia mediatica.

Ora, prendendo per buono il taglio televisivo delle iene, che non si sono viste in altre occasioni meritorie nella piana di Gioia Tauro e Rosarno come quando la provincia ha donato degli attrezzi agricoli alla scuola di Rosarno ed anche lì don Memè è intervenuto nella funzione della sua missione sacerdotale, è necessario ragionare sulle parole estrapolate dal servizio per comprendere davvero la realtà del reggino, della Calabria e la spettacolarizzazione dei media. Per questo rimando al servizio televisivo e chi vuole intendere intenda.

Su questa pagina buttiamo il seme del dubbio, prescindendo, se vogliamo, laicamente, dalle parole del Vangelo di Gesù che preferiva fermarsi e mangiare nelle case dei peccatori, a noi sembra che le parole che hanno fatto scandalizzare i benpensanti, e alcuni si sono persino indignati fino a pretendere la rimozione e la spretatura del parroco, le parole incriminate, dicevamo, sono quelle di “vicinanza e amicizia” nei confronti degli ultimi; la denuncia nei confronti di uno Stato assente che non produce e dà lavoro e l'accusa alla magistratura schierata ed ha osato toccare l'icona dell'antimafia don Ciotti.

Dico subito che non è compito mio vestire i panni dell'avvocato difensore. Basterebbe che tutti quelli che si sono sentiti offesi leggessero, se Cristiani, il Vangelo e s'interessassero davvero di socialità e politica allo stato puro e guardassero più in là del loro naso.!
Forse, così facendo sarebbero più inclini alla comprensione e non mi si venga a dire che la 'ndrangheta è brutta sporca e cattiva. Lo so! Ma è anche vero che la 'ndrangheta e la fame non si combattono solo a parole nei seminari, con slogan e marce, e neanche con le targhe attaccate sulle porte dei comuni. Tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica è importante ma non determinante.

Per sconfiggere le piaghe sociali serve cultura, tanta cultura! Cultura verso gli ultimi, comprensione e vicinanza a chi soffre. Solidarietà!
L'indignazione è un sentimento riprovevole quanto inutile!

mercoledì 7 maggio 2014

Sotto il cielo, in Calabria

Altro che 'ndrangheta, sono le lobby, i potentati economici e politici con sedi dentro e fuori regione, che mortificano le intelligenze dell'Italia.


"sotto il cielo di calabria"

Riusciremo mai a scrollarci da dosso la morsa mortale degli invasori?
Il sud, e principalmente la Calabria, è ostaggio del nord dall'unificazione d'Italia. Non dico queste cose per una forma di campanilismo. Tutt'altro! E chi conosce bene la storia non fa fatica a convenirne e darmene atto.
Dapprima conquistato e poi depredato delle sue ricchezze culturali, industriali e economiche, il sud, continua ad essere sotto scacco di una perfetta banda di cinici affaristi.

La politica culturale non esiste e quella dello stato sociale è strumentalizzata e brutalizzata dai grandi centri di potere politico che affidano a piccoli individui le ramificazioni terminali. Mancano forse donne e uomini illuminati? No! Non c'è nessuna carenza intellettuale. Purtroppo le menti libere sono tenute scientificamente nell'ombra; oscurate dai mass-media o vilipese metodicamente dalle malelingue corrose dal tarlo dell'ignoranza che domina e alimenta le basse azioni dei delatori.

Nel campo della cultura, e prima ancora in politica, ai padroni del nord e del sud sono utili i servi sciocchi. Sottomessi e ubbidienti!, anche se intelligenti e pensanti. 

Qualcuno pensa che in guerra tutto sia lecito, ogni arma è ammessa pur di arrivare alla vittoria.
Ma per quale motivo si deve essere in guerra tutti i giorni e in qualsiasi campo?

È così difficile immaginare e pretendere una realtà solidale. Una società evoluta degna di questo nome che sappia fare convivere armonicamente le differenze?

Si sente spesso parlare di meritocrazia e di logica valorizzazione dei talenti. Mancano forse i contenitori o le piattaforme sociali eterogenee per i differenti ipotetici talenti?

Secondo gli studi statistici sembrerebbe di no! Per quanto concerne le arti visive persino i centri rurali sono dotati di loculi espositivi con relative fondazioni, musei pubblici e gallerie private mascherate da associazioni culturali che sembrano pendere dalla penna di pseudo intenditori. Che, proprio come si diceva qualche riga dietro, sono monopolio dei vassalli nominati dal potentato di turno.

Anche negli altri settori della cultura vigono le medesime relazioni. Sta a noi avvalerci del libero arbitrio e decidere di cambiare rotta; annullare le amicizie interessate e le mortificanti clientele.

Rompiamo le catene dell'egoismo e confrontiamoci nello spazio libero del web. FACCIAMO RETE!

Questa è un'analisi della realtà culturale, sociale e politica del sud in generale e della Calabria in particolare. Dopo decenni di pseudo gestione democratica, al saldo delle vanterie mediatiche dei sudditi della politica, il sud non ha fatto passi avanti.
Purtroppo questa è l'amara realtà!, chi intende proseguire nel cammino degli emancipatori deve cancellare dalla mente ogni pregiudizio e confrontare lealmente la sommaria analisi appena esposta con le personali nozioni cognitive predisponendosi al superamento delle logiche del branco e favorire confronti dialettici così da migliorare l'esistente. 

lunedì 5 maggio 2014

Tsipras, il kitsch mediatico contamina la sinistra

Se anche la responsabile della comunicazione della lista Tsipras scambia le elezioni europee per una campagna pubblicitari di marketing qualunque allora significa che siamo davvero messi male malissimo!

Non è una questione moralistica la mia ma un'amara constatazione della perdita dei valori della politica che ancora credevo esistesse almeno a sinistra!

E la Baccheddu non può essere definita auto ironica per essersi mostrata in bikini aggiungendo un: "Ciao. E' iniziata la campagna elettorale e io uso qualunque mezzo. Votate L'Altra Europa con Tsipras".
Ma forse Paola è rimasta indietro. Pensa di essere ancora nel ventennio appena passato. In quel lasso di tempo in cui il corpo della donna faceva la differenza tra le lenzuola del limbo mediatico e i problemi reali del Paese.

Che dire... se proprio qualcuno ha voglia di vedere un bel corpo con un lato b degno di una scultura michelangiolesca ha ben altri siti dove sbirciare.

Ma basta monnezza mediatica. Parliamo di cose serie. Parliamo di Politica!

Esponete programmi, se ne avete, per migliorare il concetto di solidarietà dell'Europa e non mostrate chiappe e capelli al vento per recuperare qualche secondo di visibilità. Gli "effetti speciali", questo tipo di effetti speciali non portano ricchezze culturali e non recuperano i cittadini alla Politica.


domenica 4 maggio 2014

Personale sanitario inadeguato o stressato?

Quando il camice bianco tinge di grigia maleducazione la corsia.


Visitare gli infermi è un'azione imperativa, un'azione misericordiosa che i credenti dovrebbero fare sempre.

Ma se “visitare gli infermi” è pratica di un'opera di misericordia, sopportare le urla di qualche medico cafone cos'è?

Per amor del vero, premesso che l'orario più favorevole per le visite serali è tra le 19 e le 20, è opportuno fare dei distinguo tra l'infermiere che, dopo avere motivato l'esigenza scientifica e psicologica dei pazienti, invita educatamente i visitatori a spostarsi fuori dalle stanze e la boria della dottoressa attempata che urla di non sostare neppure nel corridoio e uscire dal reparto.

Chissà forse la dottoressa ha fatto il callo a furia di vedere malati e parenti affollare negli anni i letti dei sofferenti. Se così è allora dovrebbe prendersi una pausa. Rigenerarsi. Riflettere. E comprendere se ha ancora senso indossare un camice bianco. Stare vicino a chi soffre, curare le malattie fisiche dei pazienti e essere più attenta alle sensibilità dei congiunti in pena.

sabato 3 maggio 2014

Piero è rock, Matteo è Pinocchio

Chi è contro Pelù è in malafede.
la svendita del lavoro

Ho letto e riletto e persino guardato la clip incriminata del concertone e non ho trovato niente di fazioso in quanto ha detto Piero Pelù che, anzi, sembra una delle poche voci schierate coraggiosamente a sinistra.

D'altronde cosa ha detto? Ha detto che c'è bisogno di lavoro dignitoso e ben pagato! E chi avrebbe dovuto reagire a muso duro contro queste parole? Avrebbero dovuto reagire quelli che portano le aziende fuori dall'Italia perché pagano meno la mano d'opera e sfruttano gli aiuti della comunità europea a loro vantaggio e non per creare benessere nelle popolazioni sottosviluppate.

Da questa vicenda viene fuori tanta rabbia a sinistra quanto a destra che non è ideologica ma affaristica. Vogliamo dirla tutta? 'sti cazzi di 80 euro sono una presa per il culo anche se infondono un minimo di fiducia temporanea nel ceto medio.
Per uscire dai guai economici ci vogliono iniezioni da cavallo! Scelte coraggiose e se necessario imposizioni laddove gli affari economici governano la politica e la produttività.

La smettessero, Renzi e la sua squadretta di saccentini, di fare proclami e promettere riforme fasulle.
Siamo nel mese di maggio e ancora nessuna delle promesse che Renzi ha fatto è stata mantenuta, dopo lo storico #staiserenoenrico e l'immediato colpo di mano al vertice.

E che dire dell'arrogante supponenza renziana? Ma anche a destra il trasformismo è prassi!
Per concludere, questa classe dirigente non può rappresentarci in Europa!

Ha ragione Philippe Daverio (e quanti sono coscienti dell'ignoranza che veste la gran parte dei politici italiani) quando afferma che prima di mandare chicchessia nei luoghi preposti al governo della vita pubblica è necessario sottoporre i candidati a dei test di cultura generale ed essere certi che non siano stati “allevati” coi dogmi dei partiti e non essere sotto scacco di lobby o interessi privati.


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