domenica 19 agosto 2012

uccisi dalla teoria dei profitti

Un'altra vita si è spenta. Dopo otto giorni di agonia, Angelo, 54 anni e nessuna prospettiva davanti, se si esclude qualche sporadica chiamata a progetto, Angelo, l'operaio disoccupato che si è dato fuoco davanti a Monte Citorio è morto.

E se in Italia c'è chi si lascia prendere dal panico e si da fuoco per contestare la negazione della dignità sociale dei cittadini rimasti vittime della speculazione dei mercanti di carne umana, in sud Africa gli operai che rivendicano salari migliori cadono decimati dalla pioggia di fuoco erogata copiosamente dalla polizia asservita al potere economico della società inglese proprietaria delle miniere che agita lo spauracchio dei licenziamenti.

Sal Nisticò e Claude Colasaz, omaggio alla vita


Sal Nisticò occupa uno spazio marginale nella copertina del cd dedicato a Benedetta, una bimba bellissima con gli occhi di cielo spalancati alla vita da poco e ad una donna che ha fatto della sua lunga e intensa vita una fucina dedicata incessantemente agli studi scientifici: Rita Levi Montalcini.

12 love songs eseguite al pianoforte da due musicisti che, per la loro struttura culturale correlata alla vita vissuta quindi allo studio e alla pratica necessari per la buona conduzione, potremmo definire “in crescendo”, emozionano e predispongono al dialogo.
L'alfa e l'omega, il giorno e la notte ma anche l'alba di un nuovo giorno, rappresentata metaforicamente dalla neonata Benedetta che avrà la vita appianata dagli studi, dall'esperienza di quanti l'hanno preceduta e, nello specifico, da una mente eccelsa che ha raggiunto la venerabile età di 103 anni è in sintesi il messaggio visivo e musicale del volume 2 eseguito a quattro mani dal giovanissimo Sal Nisticò e dal maestro Claude Colasaz.

venerdì 17 agosto 2012

contestato dai promoter il bando eventi della Calabria

Si accontenta qualcuno e inevitabilmente si scontenta qualcun altro!
Questo accade quando ci sono in ballo soldi pubblici da spendere per movimentare attività sociali definiti culturali o assimilati. Ed è quanto successo nell'ultimo bando a firma di Mario Caligiuri, assessore alla cultura della regione Calabria, ad opera di tre noti “imprenditori” del campo dello spettacolo.
Di certo non intendo prendere le difese di Caligiuri ma qualche domanda sorge spontanea, come direbbe qualche altro personaggio dello spettacolo,
  1. a) per quale motivo questi tre personaggi se la prendono così tanto? (per i soldi o per la bocciatura che ha messo in crisi d'identità l'amor proprio e la supremazia delle rispettive aziende?)
  2. b) visto che si tratta di fondi regionali mirati allo sviluppo “culturale” della regione che c'è di male se vanno a sostenere qualche giovane “associazione” in crescita?
  3. D'altronde i vecchi promoter non possono certo lamentarsi visti i sodalizi regressi ottenuti che hanno concesso loro di arrivare fin dove sono arrivati. Va beh, qualcuno dirà, la Calabria è quella che è e se si toglie l'opportunità di concorrere a bandi simili... E la sana competizione dove la mettiamo? Non è più gratificante controbattere con professionalità e confrontarsi attraverso programmazioni impeccabili e non asserviti?

giovedì 16 agosto 2012

Ambiente, volano di ricchezza per la Calabria

Cozzare contro la realtà fa male!
Specie se a pagare i conti è una regione abituata a farlo, che si porta dietro un bagaglio pesante di buoni propositi e tantissimi soldi pubblici spesi male nonostante i proclami dei dirigenti locali e nazionali.
Soldi pubblici per le infrastrutture viarie erogati a fiume ma con le strade che sembrano bersagli di guerra; soldi per mantenere efficiente il demanio, quindi foreste, spiagge, acque e aria arrivati in Calabria a cascata nella ex cassa per il Mezzogiorno anche per sollevare la “questione meridionale”, lo scippo storico del nord nei confronti del sud.

Eppure, nessuno di questi “progetti sociali”, stando all'evidenza, è stato attuato. Sia ben chiaro la colpa, se proprio dobbiamo cercare un colpevole, è prima di tutto nostra, dei calabresi! Perché non abbiamo saputo interagire con i tecnici e politici impegnati nelle imprese di “restauro” in regione; anzi abbiamo delegato con indolenza; abbiamo abdicato per un tozzo di pane e dato la possibilità agli scaltri di gozzovigliare.

Risultato?
Anche se non c'era bisogno di Goletta verde o analisi particolarmente mirate visti gli stronzi che galleggiano nel mare della Calabria, l'amara realtà è puntualmente segnata nel rapporto che Legambiente ha diramato in questi giorni:

Centoventi punti inquinati, uno ogni 62 km di costa: sul podio del mare meno pulito salgono, nell'ordine, Calabria, Liguria e Campania mentre le acque più incontaminate sono quelle di Sardegna e Toscana.

Questa la fotografia del laboratorio mobile della Goletta Verde di Legambiente di quest'estate che ha condotto 205 analisi microbiologiche scoprendo ben 100 prelievi fortemente inquinati, con concentrazioni di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio dei limiti di legge.

L'86% dei campioni "positivi" sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti e canali, ma anche nei pressi di scarichi di depuratori mal funzionanti. E anche quest'anno, come nel 2011 nella top del mare meno pulito ecco la Calabria con 19 punti (uno ogni 38 km di costa) su un totale di 24 campioni prelevati.

Al terzo posto la Campania con 14 prelievi fuori norma su 20 (uno ogni 34 km di costa): la regione campana quest'anno cede il secondo posto alla Liguria che guadagna in negativo ben 3 posizioni rispetto allo scorso anno, con 15 punti inquinati su un totale di 18 e una media di un campione inquinato ogni 23 km di litorale. Il Lazio conferma la quarta posizione dello scorso anno con 13 punti inquinati su 15, uno ogni 28 km di costa.

Meglio Sardegna e Toscana, seguite dall'Emilia Romagna: l'isola con un solo punto critico ogni 433 km di costa precede la Toscana, che ne conta uno ogni 200 km, e l'Emilia Romagna, dove i biologi di Goletta Verde hanno registrato solo un valore fuori norma in tutta la costa.

Insomma, la mancata o inadeguata depurazione dei reflui fognari sta diventando un serio e preoccupante problema ambientale e sanitario ma anche economico, vista la condanna dell'Italia da parte della Corte di giustizia europea e relativa multa milionaria arrivata a fine luglio perché 109 agglomerati urbani medio grandi, distribuiti in 8 regioni, non si sono ancora adeguati alla direttiva europea sul trattamento delle acque reflue.

Sicilia e Calabria ospitano il maggior numero di comuni fuori legge: 59 comuni siciliani (pari al 54% del totale dei comuni oggetto nella sentenza) e 18 calabresi (pari al 17% del totale). A seguire Campania (con 10 comuni) e Liguria (9).






lunedì 13 agosto 2012

l'orgia del potere, i privilegi della politica

La guerra tra le parti continua senza esclusioni di colpi.
Tiri mancini, mezze verità, fango e ogni altra notizia che smuove la curiosità dei lettori è servita sui giornali dai lacchè travestiti da moralisti o morigeratori di un sistema talmente famelico destinato ad autoestinguersi per troppa fame.

Questa volta la polemica del solito giornale del centrodestra riguarda i costi della scorta incaricata di garantire la sicurezza di fini durante le sue vacanze a Orbetello.

Secondo il quotidiano, sarebbero state prenotate nove stanze per tutta la stagione estiva (due mesi e mezzo) per il prezzo record di 80mila euro. Fini si difende sostenendo di non avere niente a che fare con la gestione della sua scorta che, sottolinea, ricade unicamente sul Viminale.

Non c'è alcun dubbio, 80.000€ è una bella cifra! (che non sto a sindacare anche perchè non si conoscono i particolari, per esempio, può anche darsi che ad Orbetello sia un prezzo equo rispetto al mercato locale). Comunque, visto che siamo in clima di risparmi e stringimenti di cinghia nella spesa pubblica e, cosa ancor più dolorosa, in famiglia e nel privato, come mai i media non “impongono” riflessioni e “marcano stretti”, tanto per usare un vecchio termine calcistico, “a uomo”, quanti sono in politica per annullare lo scandalo dei rimborsi elettorali?

Secondo l'ultima relazione della Corte dei Conti ben 46 formazioni politiche hanno presentato il consuntivo per accedere al finanziamento oltre i 45 previsti e 51 partiti inadempienti.
Non solo. In sede di controllo dei consuntivi, il collegio della Corte dei Conti, ha rilevato diverse "fattispecie di omessa o insufficiente trasmissione della documentazione relativa alle erogazioni da parte di persone giuridiche, formulando richieste istruttorie di acquisizione di quanto richiesto dalla normativa". Ovvero non si sa da dove i partiti prendano i soldi, che vanno ad aggiungersi ai rimborsi elettorali. In un caso, nonostante il lungo arco temporale trascorso dalla presentazione dei consuntivi, la formazione politica non era in grado di produrre quanto richiesto.

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