lunedì 5 agosto 2013

Umori e Politica su Facebook

il post di Ignazio su fb

Politica e socialnetwork: la parola agli stupidi rancorosi che scaricano la rabbia accumulata innalzando o demolendo feticci e eroi costruiti nelle loro menti.


C'è uno strano modo di intendere la libertà d'espressione, la democrazia e la giustizia sociale.

Leggo su facebook che Ignazio Marino non ha dato, perché, forse, nessuno del pdl ne ha fatto richiesta, l'autorizzazione a montare il palco sul quale ieri Berlusconi ha parlato ai suoi e di conseguenza ha anche fatto un esposto agli organi preposti per valutare eventuali danni alla piazza.

E fin qui, non fa una piega. È giusto che qualsiasi sindaco di una qualsiasi città tuteli le regole e preservi il bene comune.

Diventa, invece, una grattachecca, un pettine stretto per pidocchi la notizia postata su uno dei maggiori social net.

Molti se la prendono con Berlusconi, come se fosse compito suo fare richiesta al comune e non il comitato organizzatore cittadino pdl.
Diverso, è il concetto per chi dirige una grande azienda. Il “capitano d'azienda” è il responsabile legale, nel bene e nel male, di quanto accade nel gruppo da lui diretto!

Ma la politica è una brutta bestia. Ci si appiglia a ogni stupidaggine pur di delegittimare l'avversario. 

domenica 28 luglio 2013

Egitto, Turchia, Italia, Europa, pianeta Terra!

Blocco dello scrittore?

No!
E neanche perché in ferie. Se non abbiamo scritto in questi giorni è per un senso di insofferenza mista a noia e svogliatezza davanti ai fatti che quotidianamente accadono invariati nonostante i proclami solennemente strombazzati dalle sedi di partiti, movimenti e associazioni varie, amplificati all'unisono con qualche punta polemica dai media nazionali ed esteri.

Davanti allo sfacelo totale della ragione. Davanti intere nazioni soggiogate dalla forza arrogante del potere economico. Davanti a inciviltà e ignoranza imposta sui deboli servono ancora le parole o poche righe postate sui blog?

Vale davvero la pena di continuare a scrivere, evidenziare le contraddittorietà allo scopo di per mettere in guardia contro i falsi profeti ideologhi di “futuri” rosei o eserciti che invadono con le armi le piazze del dissenso o i campi della “sapientia”?
...
Tranquilli! Non è questo il mio compito. Se lo fosse peccherei d'orgoglio. Sarebbe come dire di avere la verità o le risposte giuste in tasca per ogni problema esistenziale, dal più piccolo al più grande. Insomma sarei un altro, l'ennesimo, grillo parlante.

Per ascoltare davvero la voce della coscienza, discernere e crescere, quella, per intenderci, che ha fatto diventare bambino il burattino Pinocchio, di tanto in tanto è opportuno stare ad aspettare. Osservare. Analizzare in silenzio i fatti che accadono davanti a noi.
E, nella quiete interiore, lavorare affinché fioriscano le giovani menti e spandano il polline sano sui vecchi decrepiti preconcetti che fin ora hanno intossicato gli animi, veleni utili solo per tenere in piedi regimi totalitari mascherati di democrazia, scaltre compagnie che sanno farsi scudo di dogmi religiosi politici e, peggio, intellettuali, perché, è risaputo, spesso l'ignoranza è il giardino preferito dei despoti dove deporre il letame utile per coltivare il peggiore dei mali: l'egoismo.

lunedì 8 luglio 2013

strana maggioranza, lobotomizzati al Governo?

In condizioni mentali normali i due emisferi cerebrali interagiscono tra loro e quando la parte sinistra del cervello non riesce a trovare soluzioni logiche ai problemi, inaspettatamente, si accende la lampadina. Ecco il lampo di genio partorito dall'emisfero creativo allocato nella parte destra del cranio.

Ma pare che, appunto, una buona parte dei rappresentati del popolo siano stati menomati dalla natura o lobotomizzati dall'egoismo.

Secondo Brunetta il male dell'Italia sta in due punti:
l'IMU e la riforma della Costituzione con in testa i capitoli riguardanti la giustizia.

E in parte è vero!, specie per quanti sono stati già castigati dal mercato del lavoro trovare i soldi per pagare tasse esose su un bene rifugio qual'è la casa più che un castigo è una beffa.

Ma questo non è il caso del Brunetta,anche se lui dice di aver dovuto farsi un prestito dalle banche per poterle pagare. … o forse sta proprio qui il problema! Cioè, chiedo, se il signor Brunetta non avesse proprietà da nababbi si riscalderebbe così tanto?

Il vero nodo da sciogliere per il Governo non sono i metri quadrati procapite, l'aggiornamento catastale e tutte le altre invenzioni tecniche ma la reale possibilità di chi possiede immobili ma non ha soldi liquidi a disposizione neanche per comprare il pane.

domenica 7 luglio 2013

estate 2013, c'è poco da ridere

NELL'ATTESA...

courtesy Mario Iannino©

A parte le figure di Laura Boldrini e Piero Grasso che pare abbiano rispetto per gli ultimi, niente è cambiato tra gli scranni istituzionali. Stesse scaramucce e stessa volgarità politica al disservizio dei cittadini. Solo la Chiesa ha saputo e voluto predicare il Vangelo di Cristo con parole d'umiltà e l'amore di Papa Francesco che sono diventate la nuova linfa per cristiani e laici che credono nella solidarietà e nell'accoglienza

domenica 23 giugno 2013

Josefa e l'avvocato

Altro che stasi kgb cia e tutte le agenzie d'investigazione associate. I cercatori di “dimenticanze italiane” hanno un fiuto infallibile nel rovistare tra gli affari privati di chiunque si mette in politica.

josefa e l'avvocato in conferenza a palazzo chigi
Dopo Berlusconi è, (e come non poteva esserlo proprio per il ruolo che le hanno affidato: ministro per le pari opportunità :-0) il turno della pluridecorata olimpionica Josefa Idem che tra una pagaiata e l'altra si è dimenticata di ottemperare a qualche legge dello Stato.

Però, lei, si dice onesta. Un po' tardivamente, ma non possiamo mettere in dubbio i suoi buoni propositi.
D'altronde dice che pagherà tutto, compreso le multe maturate dal mancato pagamento.

Certo, se i detective della politica, quelli che sguazzano nelle vite altrui, mettessero sotto i loro scanner la vita di tutti noi italiani, di sicuro farebbero meglio del fisco.

E la Josefa lo sa! Josefa è una tosta! Si è presentata davanti ai giornalisti che ha convocato a Palazzo Chigi in compagnia del suo avvocato. E dopo aver ribadito che è una cittadina onesta e che ha regalato all'Italia una marea di ori bronzi e attestati olimpionici ha lasciato la parola alla difesa del suo avvocato di fiducia ed è andata via. (però, a voler essere onesti, nel suo piccolo, per rimanere in tema di pari opportunità, ha ripercorso una strada già nota e sperimentata in parlamento e tra i primi, secondi e terzi ministri...).

Ma, se davvero ci si dovesse dimettere per così poco, chi governerebbe l'Italia? E cosa ancora più importante: come vivrebbero i comici senza la miglior fonte d'ispirazione?

venerdì 21 giugno 2013

JOSEFA? IDEM, COME GLI ALTRI!

Josefa? Idem, come gli altri evasori.
aore12

Non amo il giustizialismo a oltranza. Ma non vedo come mai alla nostra Josefa, campionessa di canoa che dice di non “sapere dell'ici non pagata perché passa tre settimane al mese in canoa ad allenarsi e che per lei la palestra in casa è come una biblioteca per un bibliofilo o un professionista qualsiasi che ha in casa il suo attrezzo di lavoro”, Letta confermi la fiducia e quindi come se niente fosse accaduto va avanti nel suo mandato di Ministro della Repubblica mentre, in altri Paesi i Ministri si dimettono per ben poco.

Che dovrebbero dire le migliaia di cittadini che passano non tre settimane ad allenarsi in canoa per ottenere onorificenze ma stanno 360 giorni l'anno a vedere come sbarcare il lunario impastando calce o a raccogliere pomodori sempre che non ci siano gli extracomunitari svegli dalle 4 del mattino in giro a cercar lavoro.

All'Italia non serve un ministro ignorante, ma un'ottima atleta che dà lustro alla Nazione e paga le tasse, sì!
Ergo...

martedì 18 giugno 2013

dalla parte di Adele Gambaro

adele gambaro (ex 5 stelle?)
Per contrastare gli effetti devastanti partoriti dalle decisioni dispotiche servono azioni uguali e contrari supportati da forza intellettuale e determinazione.

Non servono buoni propositi o consigli lungimiranti ma atti contrastanti. E non si scaldino i vari Erdogan nostrani che non ammettono i confronti democratici.

I diktat dei despota non sono ammessi tra i banchi parlamentari dove vige pluralità e dialettica.

Grillo ha toppato ancora! Il suo show contro la Gambaro si è dimostrato un boomerang. Ancora una volta non ha saputo cogliere l'attimo e piuttosto che aprire una discussione in cui uno vale uno (come ama dire lui) ha voluto lo scontro tra gli eletti cinque stelle e ora passa la palla tra gli iscritti del web.

Questa non è democrazia dal basso. È un'azione bieca, se si pensa al carisma del padre padrone pentastellato.

Anch'io ho avuto fiducia in lui. Ma ora l'infatuazione è passata.
Non si può essere infatuati e rimanere attratti dagli show di un dittatore che usa la democrazia di internet e lo streaming a giorni alterni!

domenica 16 giugno 2013

Turchia, Grecia e un po' Italia, morte delle civiltà

A che servono le parole e le immagini se a queste non seguono azioni mirate alla soluzione dei problemi?

Migranti morti.
Tenaci Difensori dei diritti umani aggrediti dalle forze dell'ordine. 
Ecologisti.
Popoli affamati da governanti indegni.

Questi sono i temi trattati e divulgati dai media.

La storia si ripete. Implacabili, i flussi e i riflussi sociali, si ripropongono inalterati nel tempo come se mai i drammi causati dalla stoltezza umana fossero avvenuti.

Davanti allo schermo assistiamo impotenti alle guerriglie urbane. Al lancio di lacrimogeni. E dopo il primo attimo di sgomento per i colpi di proiettili di gomma sparati dalle forze dell'ordine turche sui manifestanti e del violento getto d'acqua frammista con sostanze urticanti per “ripulire” Gezi Park” e piazza Taksim dai contestatori, siamo sopraffatti dalle lacrime dei licenziati che cantano nell'ultimo concerto in tv l'inno nazionale Greco.

Sì, perchè succede anche questo nella civilissima Grecia! Lo Stato taglia ulteriormente le spese vive e licenzia i dipendenti della tv pubblica.
Le lacrime dei musicisti della National Symphony Orchestra
 sulle note dell’Inno nazionale greco  


Si eliminano le idee in Turchia a colpi di proiettili di gomma e liquidi urticanti!

E in Italia? In Italia c'è ancora chi, col carisma da capopopolo conquistato in internet, elimina i contestatori con la gogna mediatica via web.

Gli oppressori vincono!

E gli oppressi, che fanno?, vanno dietro alle scimmie urlatrici...

mercoledì 12 giugno 2013

i fiori di Angela Procopio in mostra alla TeodorArteGallery



Piacere del lavoro e gioco creativo nelle accattivanti decorazioni di Angela Procopio.


La figurazione tout court ha il sopravvento.
Angela Procopio è stata a “bottega”. Ha appreso le tecniche della decorazione e le ha fatte sue.

In chiave iperrealista, il soggetto, narra esplicitamente un sentire arcano fatto di sensazioni. Immagini e figurazioni improbabili proiettano visioni di luoghi incantati. Luoghi altri dove il soggetto floreale diventa attrattore di sguardi.

Il fiore, idealmente reciso dalla pittrice, decontestualizzato dal suo habitat naturale, magistralmente amplificato e inserito in fondali scuri presta la sua essenza temporale effimera a infinite letture; evoca, per certi aspetti, mondi paralleli popolati da giganteschi fiori.

La natura umana è sovrastata. L'assioma con “il sogno” del “Doganiere” Henri Rousseau e del suo mondo naif è immediato.

Ma, i grandi pannelli di tela decorati da Angela Procopio hanno ben poco di naif. Angela è attenta nella costruzione. Dosa e calibra segni e colori secondo i dettami aurei come si faceva un tempo.

Le decorazioni descrittive supportate da una consapevole manualità arcaica sprigionano profumo di rispettosa sacralità per il lavoro che da astrazione concettuale diventa concretizzazione e eleva l'essere a entità sensibile.

L'atto del dipingere potrebbe, per certi aspetti, essere per Angela e per quanti amano l'artigianalità in pittura, specie se corroborata da abbondanza di dettagli e da composizioni complesse, un ritorno al passato. Un salto a ritroso nel tempo quando la bottega era luogo d'apprendimento e elargizione di saperi spesso volutamente distanti dalla cultura istituzionale. Un tempo simile a quello dei preraffaelliti, allorché si ribellarono alle evoluzioni formali post-raffaellesche e bandirono dalla loro pittura le “modernità” accademiche convinti del valore sacrale del lavoro pittorico descrittivo e realista praticato prima di Raffaello. Ma questo accadeva nell'800.

Oggi, nell'era effimera per eccellenza dove ogni gesto o respiro è immediatamente diramato e visualizzato nei media, fagocitato dalla democrazia liquida del web, tesaurizzato dalle lobby attenti alla scoperta della novità, del pugno allo stomaco, della dissacrazione a ogni costo, insomma, dell'uomo o donna che con il suo fare destabilizza e soppianta concetti e scibile conosciuti, salvo poi ravvedersi dell'abbaglio gestito e assistito dalla catena mediatica, ecco una giovane donna nata in Catanzaro Lido nel 1973:
Angela Procopio, novella e contemporanea Alice nel mondo delle meraviglie che dopo aver assaporato l'amaro calice della migrazione, ritorna in Calabria e qui acquisisce nuove energie.
La sua tavolozza evolve, trasmuta l'opacità dei colori cupi che l'avevano condizionata inconsciamente durante la sua permanenza a Zurigo nei colori caldi e solari della Calabria.

Lei non vuole stupire a tutti i costi. La sua bravura è tutta lì, ben evidente nelle decorazioni evocative di un apprendistato artigianale sublime che sfocia, appunto, nelle atmosfere descrittive figurali amplificate dal pennello animato dalla fantasia, esposte nella TeodorArteGallery in Catanzaro Lido dal prossimo 15 giugno.

martedì 11 giugno 2013

18 a tavola, famiglia da record a Catanzaro

Se non fai qualcosa fuori dal normale nessuno si interessa a te!
Ecco, quindi, la rincorsa al primato, alla novità, allo smantellamento dei luoghi comuni. Perché solo così i media si interessano a qualcuno o qualcosa e la divulgano sotto forma di novità o record.

Si definiscono record tutte quelle attività che danno numeri esagerati o attività che fuoriescono dalla routine quotidiana.
È un record mangiare kili di peperoncino piccante a stomaco vuoto.
È un record fare la traversata della Manica nuotando con un braccio.

È un record arrivare al matrimonio illibati.
È un record quasi assoluto per una coppia di italiani avere 16 figli.

16 figli più padre e madre = 18 persone a tavola. E, con uno stipendio da bidello che, assegni familiari compreso, si aggira attorno a 2mila e duecento euro al mese, sfido chiunque a non andare in fibrillazione.
Eppure i nostri eroi non si scompongono affatto. Loro confidano nella divina provvidenza. È la divina provvidenza che fa trovare loro la forza di andare avanti e fare figli (da buoni cristiani osservanti non usano precauzioni naturali e anticoncezionali).
Ma torniamo ai numeri: 3, 4 litri di latte e 3, 4 kg di pane al giorno con gli occhi attenti alle offerte nei supermercati.
Va be' vivono in una casa popolare e pagano 100€ al mese, poi hanno l'esenzione ai ticket della sanità e fanno le cure termali gratis ma riescono anche a fare le ferie in qualche casa in affitto al mare. Poi usano i mezzi pubblici per andare a scuola e hanno un pulmino anziché la macchina.

Insomma niente di trascendentale per chi ha vissuto il dopoguerra e tirato su famiglie con nonni al seguito!
Allora, perché stupirsi se oggi una coppia decide di volere una famiglia numerosa?
Eppure oggi la nascita del 16° figlio porta agli onori delle cronache una famiglia di Catanzaro che, senza questi presupposti, non avrebbe incuriosito nessuno.

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