lunedì 21 aprile 2025
Semplicemente Francesco
Anch’io avrei potuto essere tra gli ultimi. Dice in più di una occasione Francesco. Lo ha ribadito sempre. Lo ha fatto a Lampedusa davanti al dramma dei migranti imbarcati con la forza dai mercanti del nord Africa e approdati sulla costa siciliana. E lo ha ripetuto nei centri di detenzione quando si recava a visitate i carcerati. Sempre. Sempre, davanti al degrado umano segnato dal destino papa Francesco si è immedesimato e sofferto degli stessi scottanti problemi.
Papa Francesco è morto ma vive in noi
È tornato alla casa del Padre. Così dicono i credenti. Di fatto è morto! Papa Francesco ha finito il suo tempo terreno. Non è più tra noi. Con noi. Faro e voce libera in un mondo malato.
Indomito. Mai stanco di parlare alle coscienze, ha denunciato le ingiustizie e per il suo modo d’approcciarsi alla materia umana è stato leader indiscusso, super partes nelle lotte sociali. Anzi no! È stato un partigiano combattente dalla parte dei deboli.
Francesco non c’è più. Rimangono le sue parole: fate chiasso! La chiesa deve essere aperta al rumore: aprite le porte.
Ciao Francesco, sei stato un grande rivoluzionario
Visione d'insieme, dal micro al macrocosmo
Certo, se consideriamo quanto accade nel resto del mondo e prendiamo coscienza della realtà cruda e amara che l’attanaglia, con i morti per fame e i bambini che non vi sopravvivono alla malnutrizione a causa della povertà, fenomeni indotti che diventano ancora più drammatiche quando colpiti da cataclismi naturali e drammi causati dalla stupida testolina bacata di certuni, arriviamo immancabilmente alla conclusione dell’insostenibilità manichea del nostro ego.
domenica 20 aprile 2025
Contro ogni retorica di pace
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"Pace. Arc. Iannino" |
È Pasqua. Giorno di resurrezione. Retorica di pace che non c’è. Pace per i bambini bombardati, sfruttati, affamati negli angoli sperduti della terra. Bambini che non girano spot. Bambini che non sono testimonial dell’opulenta società del benessere, del consumismo sfrenato che non lascia mai sazi ma perennemente insoddisfatti.
La vita si fa arte
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"Pulecenella. Inch. Rosso su caroncino. Arc. Iannino." |
Le origini sono importanti.
Ricordo, un mio professore che, con orgoglio, rivendicava la bellezza poetica della sua lingua d’origine: il napoletano. Era talmente innamorato della musicalità dei suoni dialettali da farlo esprimere incessantemente in napoletano.
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