Calabresità.
Non è una nuova forma di malattia pandemica pericolosa.
di mario iannino
C'era una volta. Così iniziano le favole. Oggi, però, voglio parlare di uno spaccato di vita reale, non romanzata, forse un po', quel tanto che basta per riandare con la mente indietro nel tempo. Un'era non giurassica e neppure molto lontana, quando i valori, prima che sacramenti impartiti dagli officianti e dalle leggi, erano questioni morali cresciuti e alimentati con il latte materno. E le azioni, gravidi d'empatia forgiavano le menti di sentimenti sentiti quotidianamente. Esempi Granitici. Tenacemente vividi. Sentinelle che sapevano come squarciare le ragnatele intessute dal tarlo dubbioso e passare oltre. Camminare insieme, mano nella mano per alimentare la fiaccola e dissipare le ombre scaturite dalle inconsistenti gelosie patologiche che minano l'unione tra due persone e indiriźare i propri passi verso l'altare coerente dell'eterno: finché morte non separi, e anche oltre, rendendo l'unione un evento unico e indissolubile.
Ecco, la storia che segue è testimonianza di una unione singolare ma non unica per le generazioni di quei tempi.
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"Nodi indissolubili. t.m. m.iannino" |
Una storia d’amore desueta per i tempi che viviamo. Appunto! Una favola
d’altri tempi, potremmo dire. Un’esperienza intima non sbandierata e messa a
nudo sui social senza ritegno, enfatizzata per magnificare rapporti di qualche
mese e, bene che vada, di qualche anno.
Per alcuni aspetti e in determinati momenti la vita sembra
essere un prisma che riflette sensazioni e stati d’animo irripetibili.
Dolore, nelle infinite coniugazioni legate alla soglia individuale
della sopportazione conducono alla distruzione. Al nero assoluto contaminato
dalle grigie sfumature prive di lucentezza. Stati d’animo, questi, che sfociano
nel disfattismo autarchico, antitetico alla Beatitudine, determinata dalla
cultura della vita cresciuta, anche tra ambagi ma, con serenità, negli animi il
cui epilogo sfocia in Bellezza!
Propriu a l'iniziu da scinduta de'bbarrakki, praticamenta, a lu barrakkuna, * duva mò fhiciaru a scinduteddha ppè i machini, na vota nc'eranu tri o quattru scaluni e ddàh si mintìa unu kku nu katu e nu panaru ku ficundiani e dintra.
Avia i jiriti cu i caddhi tosti e i spini on nci facianu 'mbresca. Cu na manu ngguantava i fichiniani e nte l'atra avia u curteddhu. I tagghiava de' punti. Fhacia na spaccazza e na parta all'atra e u sphilava sanu sanu. 'Nci u porgìa a li perzuni: te mbuccatillu, è ducia!, provalu comu chissi on d'hai provatu mai. Tè mangia ca si on ti piacia u paghi u stesso. Mangiativi u gelatu ... decialiri, sulu decialiri ...
Gelatiii, arrivaru i gialati decialiri una, veniti, mangiativi u gialatu… mangiati ca cu kissi 'on buddhati
La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...