sabato 6 agosto 2022

Indulgenza plenaria per quanti si recheranno a Paravati fino al 6 agosto 2023

 

"altare centrale della casa di culto "Cuore Immacolato di Maria rifugio delle Anime". Fondazione voluta da Natuzza Evolo, in Paravati. Mileto." 

Oggi si è avverato un sogno, o forse dobbiamo dire, si è avverata una profezia. 
Mons. Attilio Nostro, vescovo di Mileto,
 officia la funzione religiosa
.
Doppia festa a Paravati: riconoscimento di un percorso mistico e concessione dell'indulgenza plenaria.

Secondo le testimonianze e secondo quanti hanno avuto modo di frequentare e conoscere Natuzza Evolo in Paravati oggi è un gran giorno! È il giorno della dedicazione della chiesa voluta dalla Mamma Celeste. Tutto nasce dall'umiltà di una donna del sud, per giunta analfabeta ma che comprendeva e parlava tutte le lingue di quanti si presentavano a lei. Era l'Angelo a suggerire... diceva mamma Natuzza.

Natuzza aveva un canale preferenziale con la Madonna, la Mamma di Gesù e dei Credenti. Le appariva spesso e intratteneva dialoghi nella povera casetta di Paravati. Natuzza si vergognava. Riteneva indegna l'accoglienza che lei poteva offrire alla madre di tutti. E un giorno che le esternò il dispiacere, Maria le rispose di non preoccuparsi ché verrà il giorno in cui i fedeli e lei stessa avrebbero potuto accoglierla in una dimora consona. Iniziò così a parlarne con chi le stava vicino, gli amici e i padri che curavano le relazioni e l'aspetto mistico della santa donna. Istituirono la fondazione “Maria rifugio delle anime” a tale scopo così da offrire riparo e conforto a quanti si fossero recati nel territorio miletese in cerca di conforto. Arrivarono molte donazioni. E con esse anche le pastoie burocratiche insieme a qualche “visione divergente”.

Oggi, 6 agosto 2022, monsignor Attilio Nostro vescovo di Mileto ha officiato la dedicazione della chiesa “Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime” in Paravati così come era stato predetto. Ricordando che non è nelle costruzioni in cemento che risiede il Signore ma è in ognuno di noi.

Lo ha ricordato anche il rettore della Chiesa di Paravati nominato dal vescovo, Don Michele, raccontando un aneddoto: Natuzza, mi ha detto, quindi è sua la responsabilità, intercalò con un po' di commozione nel ricordarla, che un giorno ha chiesto a Gesù: ma quando non sei in giro per il mondo ad alleviare i cuori dove sei? E il Signore rispose: sono nei cuori di tutti voi.”.

Concetto ribadito dai presbiteri officianti.

Nel corso della celebrazione, il vescovo Attilio Nostro, ha comunicato la lieta sorpresa con cui Papa Francesco concede fino al 6 agosto 2023 l’indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno il nuovo tempio voluto da Maria e costruito da Natuzza insieme ai fedeli.

mercoledì 3 agosto 2022

Oltre la materia

 


L'attesa è stata più lunga rispetto alle previsioni. E dopo avere ricontrollato per l'ennesima volta la mail di conferma e avere chiesto in quale ordine fossi nella lista degli appuntamenti:

"Ci vuole almeno un'ora. Può accomodarsi in sala d'attesa. La chiameremo noi."

Mi sedetti.

E nella sala d'attesa, tra le persone in maschera anti-covid immersi nei propri pensieri, diventa quasi obbligatorio adottare la tecnica di Sherlock Holmes:

 Osservare è un'azione che aiuta a estraniarsi, far trascorrere il tempo e non pensare ai problemi che in quel preciso istante angosciano anche te:

Qualcuno aggiorna casa. Qualcun altro chiede consigli attraverso gli ormai naturali strumenti di comunicazione: i telefoni cellulari. E pensare che fino a qualche anno addietro le pareti ospitavano telefoni pubblici a gettone e la gente in attesa stava in rispettoso silenzio condizionata dal dolore del momento.

Non c'è molto da svagarsi in un ospedale salvo che osservare e studiare la gente, appunto. Valutarne le preoccupazioni e cercare di indovinare chi è il paziente e chi l'accompagnatore. Ma davanti a una barella con un ragazzo malconcio e una signora che lo abbraccia esortandolo ad avere coraggio c'è ben poco da supporre.

In fondo, tra le mura esterne oltre il groviglio di tubi e cavedi, un grande, gigantesco cerchio in ferro piantato tra il verde si staglia nello spazio e riporta la mante a pensieri più elevati.

Per gli esoterici il cerchio è il simbolo del “Tutto”. L'inizio e la fine.

E racchiude tempo e spazio, vita e morte. Sì la materia ha una scadenza! Inutile angosciarsi... ma davanti a una mamma che scoppia a piangere in silenzio non appena il figlio varca la porta del laboratorio ogni teoria cade. Si auto estingue. L'emotività tutta terrena e materialistica vince e allora cj si affida alla preghiera.

Oltre la finestra, tra il verde del parco della biodiversità, le opere sembrano suggerire altro.

Mauro Staccioli è morto nel 2018 mentre la sua opera rimane per quanti pensano, nei momenti di quiete, che l'arte sia un'azione umana immortale, e per quei pochi che credono convintamente che l'opera, il lavoro dell'artista, è messaggio d'amore che apre universi altrimenti inspiegabili all'umana concezione terrena di vite che nascono e muoiono banalmente.

Il cerchio della vita simboleggia altitudini che non provocano vertigini se raggiunte per gradi. Altezze conquistate semplicemente per il piacere intellettuale della conoscenza. Azioni, perciò, mondate dall'ego, purificate in sintonia dei piani astrali circondati di luce.

sabato 30 luglio 2022

Povertà

Negli occhi dei bambini.

Chiariamo: non è mia intenzione fare facili moralismi e men che meno retorica.

Ma sapere che nel mondo in molti vivono i disagi della povertà e senza andare lontano dalla nostra porta di casa li tocchiamo con mano, è qualcosa che lascia straniti.

"povertà" by Mario Iannino 2022


Anche a due passi da noi che abbiamo la fortuna di essere nati e di vivere in un Paese, tutto sommato, ricco, che vive di luci riflesse pensa, tra alti e bassi, con qualche pastoia burocratica di troppo, ai problemi sociali dei più deboli attraverso l'istituto del welfare vi sono “poveri!

Poveri col cellulare, il profilo sulle piattaforme social e con la vaga speranza di sfondare tra gli influencer, l'illusione del sabato sera, la smarttv e tutto quello che propone internet,le offerte e gli acquisti a rate.


La bolla è bella e confezionata.


La tanto discriminata e deplorata azione di queste ultime ore attuata da alcuni esponenti politici evidenzia la volontà di volere gestire un governo incline alla sottomissione dei poteri forti e mortificare quanti versano in povertà.

Gli indigenti, diversi ma simili in quanto a bisogni in ogni parte del mondo, in Italia, chi non ha reddito o lavoro è tutelato dal nostro sistema democratico. È scritto nella Costituzione della Repubblica! E dà dignità ai cittadini sollevandoli dall'accattonaggio mediante gli istituti dei sistemi sociali quali la disoccupazione, il servizio sanitario nazionale, e il tanto chiacchierato “reddito di cittadinanza”.

Il reddito di cittadinanza e il nascente progetto del salario minimo già adottato da tempo in altri Paesi europei pare diano fastidio alle menti contorte dei politici collegati alle logiche dei poteri economici che, al posto del cuore, hanno impiantato pallottolieri elettronici.

Destinare soldi a persone e cose che non generano altra ricchezza nell'immediato è un'assurdità! Sembra dicano, ma non lo dicono perché capiscono bene che le reazioni delle masse. La massa deve essere gestita! Guidata. Anzi pilotata e plasmata. Messa in condizioni di sudditanza psicologica e materiale così da potere continuare il gioco al massacro. Uno scontro lontano dai luoghi dorati. Innescare, insomma una guerra tra poveri è un gioco da bambini... chè scientificamente porta ricchezze alla minoranza dei già schifosamente ricchi e magari, dietro i fatti di sangue, rivedere o annullare lo stato sociale che fa da paracadute alle classi meno fortunate.

Il reddito di sudditanza fino ad ora è stato camuffato con le sigle cococo, lavoratori socialmente utili, interinali, e con gli stage gratuiti a cui i meno tutelati hanno dovuto sottostare dignitosamente allo stato di precarietà intessuto dai vari meccanismi consumistici che domina le società industriali.

Un sistema studiato per creare dipendenze!

le stesse che vivono gli emarginati in tutte le parti del mondo


domenica 24 luglio 2022

Oltre il cancello

 

Lettera ai figli privi di memoria ma anche ai compagni e alle compagne di vita.

Nel giorno in cui Papa Francesco fa un viaggio penitenziale in nord America per chiedere perdono ai nativi per gli abusi perpetrati dagli invasori e anche dai religiosi che hanno imposto i loro credo mortificando le culture autoctone ricorre anche la giornata, sempre istituita da Francesco, per ricordare il bene dei nonni e degli anziani.

Persone deboli, i nonni, gli anziani, gli emarginati in generale che subiscono l'arroganza dei tempi tout court. Penso a quanti sono lasciati ai margini da una società indaffarata e condizionata dalle situazioni immediate e agli impegni lavorativi.

In nome del lavoro e delle rispettive aspettative di vita spesso si è difronte a delle scelte estreme o comunque a delle scelte che al momento sembrano essere le più confacenti.

Si tagliano legami ritenute zavorre.

Gli anziani e i non autosufficienti sono parcheggiati in pensionati, strutture socio-sanitarie e case famiglia che di familiare non hanno nulla!, strutture voraci che costano un occhio della testa dove i ricoverati vivono lontano dagli affetti gli ultimi giorni della loro vita.

Ed ecco che ancora una volta si alza l'unica voce commiserevole: Francesco parla di “anziani a chilometro 0!”. che, in parole povere significa: nonni e anziani tenuti in casa. Nella stessa casa che hanno vissuto! Cresciuto figli, amato, sognato e pianificato il futuro della famiglia e dato i principi fondamentali a figli e nipoti in assenza dei genitori.

Ma i giovani oggi sembrano essere distratti dagli affetti. Anzi, li vivono come delle restrizioni. Anche i pensieri della quotidianità come accompagnare i figli a scuola e persino al mare o in montagna diventano impegni che limitano il proprio stile di vita votato alla spensieratezza.

La famiglia tipo del 2022 preferisce, se non ha eccessive spese gestionali, mangiare fuori, non cucinare, non usare gli elettrodomestici non per evitare o limitarne i consumi ma per poter dedicare il tempo libero per la cura della propria persona: oziare!, spettegolare al telefono, chattare, sbirciare nei profili social, esprimere dissenso o solidarietà a qualche post con un emoticon ma mai impegnarsi seriamente con una analisi costruttiva.

È consuetudine sentire qualche giovane mamma mentre parla al cellulare, al cellulare non si sussurra: si grida!, con qualche conoscente, reale o virtuale conosciuta solo sui social, ma questo è irrilevante. In un luogo qualunque. In coda alla cassa del supermercato. Per strada. In pizzeria. Dal medico. In ambulatorio.

I panni sporchi non si lavano più in famiglia ma sono sciorinati al sole e al vento.

In questo clima gli anziani specialmente non autosufficienti sono ritenuti una palla al piede. Zavorre da parcheggiare altrove, lontani dalla propria vita.

La giornata dedicata ai nonni è stata trasformata in una ennesima occasione commerciale dalla società mercantile e dalla pochezza di pensiero di quanti guardano e badano all'economia, al conto in banca e alle leggi della finanza.

Qualcuno ha detto che tenere i nonni a casa, a km 0, è un affare. La loro presenza per le giovani famiglie e per la società sono l'equivalente di una finanziaria.

Ecco, tutto ruota attorno all'economia e non agli affetti.

Si antepone, insomma, il fattore utilitarista alla corretta qualità della vita degli anziani o, peggio, si associano teorie qualunquiste cucite addosso al momento, caso per caso. Per intenderci: non voglio soffrire insieme a te. non intendo perdere tempo per curare il tuo corpo, le tue ferite, la tua vecchiaia...

I figli hanno dimenticato. E saranno dimenticati a loro volta. D'altronde non hanno scelto loro di nascere, ci potrebbe anche stare quando si troveranno dall'altra parte del cancello.. E i compagni o le compagne di vita? con cui si è sofferto e gioito e che dimenticando (peggio se cristiani sposati in chiesa) il patto di solidarietà e mutuo soccorso reciproco giurato nel giorno più bello, decidono di recidere l'ultimo anelito di speranza scaricando l'infermo in una qualche struttura "d'eccellenza". Lasciare oltre il cancello lo scarto di una esistenza---

sabato 23 luglio 2022

Gioacchino Lamanna, uomo buono e pittore d'altri tempi

 

Ore 8 circa, il telefono squilla. Rispondo.

E dal tono della voce del mio interlocutore intuisco che non sono buone nuove.



Era una persona buona!

Questo si sente dire nei confronti di qualcuno che ci lascia. E questa volta è l'espressione più azzeccata!

Gioacchino Lamanna è stato un ottimo pittore, un uomo che ha condotto una vita modesta, sempre pronto e disponibile al dialogo, aperto alle idee e al fare degli altri che in Catanzaro e anche altrove si cimentavano con l'arte della pittura. Non era manicheo né disdegnava le forme espressive di quanti incrociava per strada e nei luoghi preposti alle esposizioni. Era curioso. Chiedeva sempre sullo stato dei lavori e sulle ricerche in pittura. Contrariamente di quanto accade negli animi dei minuscoli che si sentono grandi artisti e depositari di chissà quali e quante verità.

La prima volta lo incontrai nei giardini di S, Leonardo. Aveva portato lì la sua classe per fare dipingere gli studenti dal vero. Mi avvicinai a lui e interloquimmo affabilmente come se ci conoscessimo da sempre. Non dava l'impressione del saccente. Proponeva e accettava suggerimenti, si complimentava con gli studenti. E dava spazio ai curiosi che si accalcavano davanti e attorno agli studenti che erano alle prese dei “compiti” dal vero.

Era un giovane professore che si poneva al di qua della cattedra.

Non dava sfogo della sua bravura. E riusciva a trovare, anche in chi non eccelleva nel disegno o nella pennellata, altri modi per gratificarne l'impegno.

Era un compagno e attento amico di strada, sempre misurato e fondamentalmente incline per natura a non mortificare chi gli stava attorno.

Un uomo buono! Gioacchino. Uno che lascia un grande vuoto in quanti abbiamo avuto la possibilità di conoscerlo umanamente e artisticamente.

Una curiosità: la tela raffigurante Mattia Preti che capeggiava davanti il portone del “circolo unione” su corso Mazzini nelle occasioni di mostre e eventi pittorici, è frutto di una scommessa, ovviamente vinta da Lui.

Impegno. Onestà. Lavoro costante. Fattori che hanno ampliato la sua Conoscenza! E alimentato la sua modestia.

Ciao Gioacchino. 


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