giovedì 5 ottobre 2017

Malasanità

Davanti ad un evento come la morte non ci sono se o ma. Quando giunge l'ora fatale si è inermi. Impauriti, forse. Malati e parenti, disarmati già al pronto scoccorso dai codici che inducono tutti all'attesa prima del verdetto.

Ma quando la macchina perfetta s'inceppa qualcosa non va nell'organismo. Inutile correre in ospedale e affidare le proprie ansie alla scienza specialmente quando questa è commissariata e condizionata dal piano di risanamento economico.
La malasanità accoglie con fredda diffidenza malati e congiunti. Non sempre chi sta oltre il vetro comprernde o intuisce l'origine del malessere che fa piegare in due il paziente. La decodificazione dei sintomi è banalizzata dai sanitari del pronto soccorso forse perché temperati da grandi traumi quali incidenti stradali, infarti, ictus. Ma questo no! Non ha vistose ferite.
L'anamnesi non lascia dubbi.
Lamenta solo un maldipancia. Codice verde! E lunghe ore di attesa si prospettano per i malcapitati.
Niente esami complessi. Costano troppo!
Qualche pasticca e il paziente ritorna a casa.
Trascorre la notte nel proprio letto. Dorme. Lentamente l'energia vitale cessa d'irrorare la carne e le ossa. I tessuti sono avvelenati dalla parte in necrosi dell'intestino. Blocco intestinale! Si saprà dopo.
Intanto, a causa del troppo lavoro emergenziale e dell'elevato costo sanitario che ha bloccato sulla sedia del prontosoccorso in codice verde un “banale caso di maldipancia” una vita si è spenta.

Fatalità? No! Malasanità.

giovedì 28 settembre 2017

Enel, consumi e costi finali assurdi in bolletta

A me le torte piacciono quasi tutte.
Ma questa proprio non la sopporto! È indigesta. E credo che non risulti insopportabilmente indigesta solo a me. Sta sullo stomaco alla quasi totalità degli italiani che, come me costretti dalla civiltà sono intenti a fare i conti con le bollette accorciate dalle aziende che conteggiano in settimane e non più mensilmente tasse e prodotti erogati.

Telefoni, luce, gas sono diventati nemici degli utenti e a poco valgono le denunce dei consumatori.
Le aziende riescono a mettere le mani in tasca degli abbonati con estrema facilità. Tariffe e voci in bolletta sono la sintesi concreta della “finanza creativa” made in Italy messa sotto gli occhi degli utenti.
Non è una beffa ma trasparenza, secondo alcuni.

Trasparenza? Certamente! I loro comunicati grafici sono trasparenti. Evidenziano che rispetto ad un reale consumo della materia prima trattata, cioè, nel caso della corrente elettrica, quella che in casa fa partire la lavatrice, accendere la tv e anche le lampadine, la cifra finale da corrispondere alla società che gestisce il servizio è un autentico salasso per le famiglie.

Inutile approfittare delle offerte sulle lampadine a risparmio energetico. Ininfluente accendere la lavastoviglie di notte. Irrilevante lavare i piatti a mano. E persino l'ora legale non fa risparmiare il gregge.

E tra non molto, quando il mercato non sarà più vincolato dalle tutele sociali imposte dalle leggi del governo, quei governi che ancora pensavano al ruolo sociale delle imprese pubbliche cresciute con gli aiuti di Stato in conformità e come recita la Carta della Repubblica Italiana fondata sul lavoro?

A conti fatti le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno amplificato la fame di guadagni delle aziende e delle lobby che marciano e macinano profitti sulla fame degli altri.

Renzi. Gentiloni. Boschi. Alfano. Etc etc etc ne sono a conoscenza?

lunedì 25 settembre 2017

Pensa a vedere luce, che anche la tua ombra al buio sparisce.

La vita offre , regala, fa sognare, fa ridere, fa piangere, e a volte i sogni li spezza.
Quando la vita se la prende con me per quel che non so fare o non faccio bene, inevitabilmente divento triste.
Poi mi ricordo di un angelo col sorriso sempre stampato in faccia, che dalla vita aveva avuto molte soddisfazioni, ma a cui la vita è stata stroncata molto presto.
Gli volevano tutti bene, e come si faceva a non volergliene.
Per me è un esempio, perché voglio essere allegra per ciò che di bello ed entusiasmante la vita mi dà, non certo per quello che non mi dà.
Non credo molto al destino, ma ai motivi.  Magari esiste un motivo se devo seminare bene prima di poter raccogliere.
E voglio in ogni caso prestare attenzione a ciò che la vita mi offre, godermi le persone che mi sono vicine e mi apprezzano, e non farci caso alle cose tristi.
La vita è una cosa seria, ma per godersela al meglio non   la si deve appesantire, tantomeno di tristezza.
C’è tempo per soffrire, c’è tempo per morire;  ma non adesso.
Non senza motivi reali, non per cattiverie random delle persone.
Voglio solo coltivare passioni, migliorarmi e guardare avanti in meglio; per il peggio, se non è possibile migliorarlo è più proficuo ignorarlo.
Voglio prendere esempio da te, godermi tutto ciò che è positivo e non pensare, o comunque pensare positivamente e cogliere tutte le sfumature lucenti della vita.



PH Manuela Iannino ©

martedì 19 settembre 2017

i geni della ricchezza

Davvero che l'origine di ogni male è il denaro?


Oppure dobbiamo rivalutare il concetto della misura economica che regola i mercati e dà valore alle merci e guardare al di là delle apparenze e del sentire comune?

Secondo me sì! Non è il denaro sporco ma chi lo usa per condizionare le menti e l'economia, chi costruisce torri in cui nascondersi e innalza muri per circoscrivere e governare le povertà prodotte dalla cupidigia umana.

I soldi decontestualizzati dal potere economico intrinseco che gli si dà non sono commestibili ma mette in condizioni di comprare quanto serve e anche di più del normale fabbisogno giornaliero. Ma, ripeto, non sono il male per antonomasia. Diventano sterco del diavolo nel momento in cui si usano per provocare danni e miserie, foraggiare politici e gruppi di potere asserviti e finanziare ricerche nefaste e guerre.

In natura non esiste la moneta di scambio.
Se osservassimo la natura, gli animali, loro vivono e non hanno borse e portamonete, neppure bancomat o carte di credito.

Gli spot pubblicitari sono costruiti per condizionare le teste.
Chi fa la corsa per possedere l'ultimissima trovata hi tech, chi la macchina e quantaltro possa evidenziare uno status sopra le righe rispetto alla massa che vivacchia alla giornata.

Ogni azione deve produrre ricchezza. E, in base a questa teoria che non ho inventato io ma la società appariscente dell'avere, persino i reietti possono assurgere a super man per qualche ora.

I diversamente abili, adesso si dice così, ma in definitiva sono persone che si misurano con l'esistenza e vivono la vita dignitosamente pur condannate su una sedia a rotelle o con altri e ben più gravi handicap neurologici, sono tollerati nonostante quel che si dice. Di fatto non c'è un pensiero alto, una cultura del rispetto nei confronti di chi potrebbe avere bisogno dell'appoggio morale e materiale dei normodotati. E gli avvenimenti di questi giorni lo confermano.

Salvo, poi, inchinarsi al genio letterario, poetico. All'artista che sa proporre canzoni pop. Al pittore che esterna il suo mondo con disegni e colori audaci fuori dalla norma, sbeffeggiato e deriso, però, prima che la critica e i media si accorgessero della sua genialità.  

giovedì 14 settembre 2017

Provviste. Come una volta

Oggi, 14 settembre 2017, il cielo è color zaffiro. Intenso. A tratti tenue. Non una nuvola offusca la vista. Il golfo è sotto di me. Da quì, sull'albero, il mare sembra che lo tocchi..

Il vecchio ulivo, dai contorni decisi, è carico di frutti maturi e succosi. È d'obbligo raccoglierli! Non per spremerli e ricavarne del buon olio extravergine, (con un solo albero sarebbe ridicolo!) ma per fare delle provviste da consumare in famiglia. Aggiustarle e aromatizzarle (le olive) per esaltare le più carnose nella salamoia e schiacciare le altre. D'altronde sono olive biologiche, non trattate chimicamente ed è normale che alcune siano poco accattivanti. Noi le preferiamo così! Al naturale.

È una forma di rispetto per la natura e
per noi stessi.

Le olive sottosale saranno buone da mangiare tra qualche mese mentre quelle schiacciate, denocciolate e insaporite con aglio peperoncino e finocchio selvatico, dopo 3-4, 5 giorni al massimo.
Le olive, comunque si preparino, sono ottime da degustare, sempre. Quelle schiacciate basta tenerle nell'acqua e rinnovarla ogni giorno affinché l'amaro vada via dopodiché, l'una tira l'altra, proprio come le ciliegge, se non più!, diventano prelibati stuzzichini da portare in tavola come antipasto o contorno.



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