sabato 21 dicembre 2013

Webcam, finestra aperta sulla nostra privacy

Sicurezza e privacy sul web, c'è chi ci spia dalla webcam del nostro pc. 

Lamentarsi per la mancanza di privacy è diventato un ossimoro, per non dire, una barzelletta raccontata a chi non vuole sapere delle possibilità e delle restrizioni di chi naviga in rete e tratta il web come una grande piazza o una passerella dove esporsi.

Visti i numeri, siamo tutti esibizionisti. Altrimenti che staremmo a fare sui social network a postare foto, scrivere cazzate con qualche spunto ludico di empatia mirata?

Ma, forse non tutti sanno che finora, a contrastare le intrusioni massicce nei nostri computer da parte degli spioni informatici hanno pensato i LED. Quelle lucine luminose che si accendono quando qualcuno s'intrufola nel nostro pc per curiosare.

I led dovrebbero lampeggiare non appena l'apparecchio si accende ma in agosto la loro efficacia è stata messa in discussione dalla testimonianza di Cassidy Wolf, la Miss Teen Usa, vittima di un ricattatore che, controllando il suo pc, è riuscito a scattarle delle foto mentre era nuda nella sua stanza.
"Non ero consapevole che qualcuno mi stesse spiando", ha dichiarato Cassidy al The Today Show. "Non ne avevo idea, la luce della webcam non si è mai accesa".

Ora una ricerca dimostra pubblicamente che tutto ciò è possibile !

Per la prima volta due ricercatori della Johns Hopkins University, Stephen Checkoway e Matthew Brocker, hanno dimostrato che si può controllare da remoto la telecamera di un MacBook e accenderla senza attivare la luce che segnala che è in corso una registrazione.

Come? riprogrammando un chip contenuto nel dispositivo, il micro-controller, e sfruttando un software chiamato Remote Administration Tool (RAT) che permette a chiunque di gestire un computer attraverso la Rete.

Come ovviare agli “sguardi indiscreti”?

Basta mettere un bel cerotto sulla webcam del proprio pc. Rimedio empirico ma, per adesso, efficace.

venerdì 20 dicembre 2013

Senato, perché eliminare i controllori

Alla fine ci stanno riuscendo. Chi si è messo in testa di rompere il Sistema Italia e la Carta Costituzionale è a buon punto.
"sovrascritture", gentile concessione M.Iannino

Le lobby, (chiamiamole con un termine italiano e diamo ai faccendieri, che foraggiano da sempre i partiti politici e i politici con le famigerate “mazzette”, volti e nomi) i comitati d'affari si sono sempre nascosti dietro un perbenismo legalizzato ma non sempre eticamente corretto.

I fatti recenti dicono chiaramente chi è che paga le spese delle scelte sbagliate di una classe politica indegna. E sull'onda del malcontento generalizzato montano proteste serie, valide che, però, prestano il fianco a frange di populismi indegni della nostra Costituzione.
Alcuni si nascondono dietro il tricolore. Buttano merda su tutto e tutti. Sfiduciano le camere ma non pongono correttivi condivisibili.

È vero. Ineccepibile. Siamo ad un giro di boa. Questo è il momento di cambiare rotta ma attenzione:

non lasciamoci prendere dal panico! È proprio questa la strategia di chi ha governato fin ora la cattiva politica!

Adesso si vuole cambiare tutto. Eliminare il Senato. Le province. Una certa magistratura. I diritti dei lavoratori e la Sovranità del Popolo; sull'onda emotiva provocata dalla recessione ce la prendiamo anche con l'Europa. E non teniamo in conto le manovre dei lupi travestiti da agnelli che ancora giocano sulle nostre vite.

Non spetta a me dare correttivi. Sono sotto gli occhi e nella testa di quanti hanno un minimo di sale in zucca!

Ricordiamo, però, vista la sfiducia e l'assenza totale di una rotta sicura, che il Senato della Repubblica non è un semplice doppione come spesso si sente dire dai politici semplicisti.

Il senato della Repubblica ha funzione di controllo sulle norme discusse e scritte dalla Camera dei Deputati. Vale a dire: rilegge e se ravvisa incongruenze rimanda il testo indietro e suggerisce le correzioni affinché possa essere trasformata in Legge dello Stato.

Se il Senato sarà eliminato chi farà da controllore? Chi ostacolerà i furbi foraggiati dalle lobby o dalle correnti dei gruppetti del bar di sotto? Un conto è ridimensionarne il numero e un altro è la cancellazione del sistema bicamerale perfetto.

martedì 17 dicembre 2013

Costi della politica, la lingua batte...

Il Presidente Giorgio Napolitano ha esternato le sue preoccupazioni derivanti dalla crisi economica, dalla stagnazione politica delle Istituzioni e dai
rassegna titoli stampa sui costi della politica
conseguenziali risvolti.

La tenuta sociale è al limite. La classe politica e sindacale hanno le loro colpe che dividono equamente con la classe dirigente tutta.

La colpa principale nei confronti del Paese consiste nell'oscurantismo culturale. Disinformazione. Partigianerie. Terrorismi psicologici. In una parola: la cattiva politica ha causato la morte dell'etica della ragione.
C'è ancora, nonostante i disastri creati dalle ideologie pilotate da menti contorte, chi si nasconde dietro a bandiere insane. Simboli di tracotanza e morte.

Che le spese di certi comparti pubblici siano al limite è un dato di fatto inoppugnabile. C'è voluta la grande crisi, però, per fare prendere coscienza dell'esosità richiesta dal carrozzone politico italiano.

Nel carrozzone della politica si trova di tutto: dalle Camere ai comuni; dalle fondazioni alle aziende a partecipazione pubblica. Partiti politici e Sindacati compresi.

Solo adesso, ma si sa, la lingua batte dove il dente duole, solo ora, Angeletti fa fare ai suoi una ricerca completa e dettagliata sui costi della politica.
Peccato che nel gioco del si salvi chi può manchi proprio la partecipazione delle lunghe estenuanti “battaglie” condotte con le doppie maschere delle sigle sindacali.

Per carità, non tutti. Ma chi era contrario a certe linee guida dettate dalle segreterie e dalle correnti sindacali era esautorato con garbo, silenziosamente, magari con una bella promozione.

lunedì 16 dicembre 2013

quel simpaticone di Matteo

Matteo Renzi, alcade di FloRenz e comandante del PD, detta le sue strategie.                                                                  

Possibile che uno che è diventato leader di un partito anche, anzi, principalmente, coi voti delle suore e del clero faccia simili ricatti?

«Te lo dico io, Beppe Grillo, firma qua. Hai 160 parlamentari decisivi per fare le cose su cui 8 milioni di italiani ti hanno votato. Via il Senato, tagli alle regioni, nuova legge elettorale: tu appoggi il nostro programma e noi restituiamo subito i rimborsi elettorali. Il Paese aspetta le riforme. Se ci stai, si fa. Se non ci stai, sei un chiacchierone. L'espressione buffone vale per te».

Questa è la condizione politica per restituire i rimborsi?

Ma continuare su queste linee gli si dà troppa importanza e credibilità. Quindi basta! Anche tu, caro Matteo sei come gli altri se non peggio!
Tu dici di conoscere i problemi reali dei cittadini e vuoi ricucire il rapporto con la politica ma facendo così peggiori l'impareggiabile criterio di fare quella Politica che tutti noi auspichiamo.

Le necessità per alcune fasce sono diventate vere emergenze e nelle emergenze le deroghe non possono essere prorogate. Ogni giorno che passa è un insulto alla gente che soffre.
Ti riempi la bocca con l'esito delle primarie ma dimentichi che tantissimi italiani, di proposito, non hanno votato. Il malcontento monta. Continua così e darai spazio all'altro Matteo che chiama a raccolta i suoi forconi, quelli verdi, mentre blatera parole insensate contro l'Europa ma di sicuro effetto.

Ma non c'è bisogno delle mie analisi, visto che tu dici di essere per e con la gente, perciò non ti ricordo le aziende e gli imprenditori costretti a chiudere licenziare (uccidersi) eccetera eccetera eccetera.

Sai che ti dico? Non sono pessimista. Figurati, ho dato fiducia a tutti, persino a Monti e al suo governo tecnico. Ora basta. Se vuoi fiducia guadagnatela: meno parole, nessuno show ma fatti concreti. Perché chi soffre dei mali odierni non ha tempo e voglia di aspettare.
Lavate tra voi le beghe e portate ai cittadini i cambiamenti urlati dai palchi del politichese.

Non serve una lingua affilata come una spada e neanche sembrare non inclini alle lusinghe del potere.
Di figure alla Cyrano de Bergerac hanno già scritto e rappresentato magistralmente tante, troppe volte.

sabato 14 dicembre 2013

Caro Presidente Boldrini si guardi attorno


 Emergenza è Welfare Lavoro Pensioni Cultura!



Affermare davanti ai mass-media che l'emergenza assoluta in Itali è la legge elettorale vuol dire che non si è voluto capire nulla!

Sì, la legge elettorale è un errore da correggere ma gettarla in pasto ai giornali e farla passare per una notizia emblema del cambiamento ce ne vuole. E se continua ad essere questo il modello di pensiero seguito da chi arriva alla guida del Paese, allora, c'è ben poco da essere fiduciosi.
Qualcun altro prima di Lei ha pianto mentre tagliava pensioni e dignità ai lavoratori e agli studenti. Hanno giocato sulla fiducia e sulla pelle dei cittadini. Ma queste cose le conosce. Allora, le chiedo come mai, anche lei che ha toccato da vicino le miserie materiali dei diseredati fa simili enunciazioni?

Le leggi, se non cambiano le menti, sono fatte per essere aggirate. E la storia, anche recente, ne è testimone.

Sarebbe davvero un avvenimento epocale, una rivoluzione culturale se da subito tagliaste le teste bacate che ancora giocano cinicamente sulle vite dei cittadini.

Sarebbe un miracolo se voi delegati al governo foste in grado di eliminare l'emergenza che i politici stessi hanno creato negli anni pregressi.

Sarebbe una letizia non sentire più i proclami farsa che escono dalle porte ed entrano dalle finestre camuffate da emendamenti nei capitoli estranei all'oggetto del contendere.

No, gentile e stimata Presidente Boldrini. Non sono d'accordo. Non sono queste le emergenze!

Emergenza è chiudere le giornate a stento dopo aver lavorato per trentanni e versato i contribuiti di legge ma non avere il diritto alla pensione perché i suoi predecessori, stimata Laura, hanno fatto una variante assurda che vieta ai sessantenni l'erogazione del dovuto anche se disoccupati, fuori dal mercato del lavoro in quanto vecchi.


Questa è la vera emergenza. Il resto è aria fritta!

ps. da simpatizzante di sel le avevo dato del “tu politico”, cara Laura, ma per non essere frainteso ho optato per il classico e distaccato “lei”.

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