sabato 2 novembre 2013

Siamo tutti nella terra dei fuochi

©archivio Iannino

Siamo tutti a rischio tumore dal momento che la storia degli interramenti di fanghi nucleari e rifiuti tossici inizia negli anni novanta.

È un affare di oltre 700milioni di lire al mese (ancora si trattava in lire) che gestivano i clan dei casalesi associati con mafia, 'ndrangheta e sacra corona unita.

L'associazione delle bande malavitose presuppone una dislocazione nelle aree di loro competenza. Quindi Calabria, Puglia, Sicilia, Campania.

La concentrazione maggiore, secondo le testimonianze del pentito Carmine Schiavone, sono nella terra dei fuochi. Così ribattezzata per il perenne fumo causato dall'autocombustione dei rifiuti tossici interrati.

Nel 1997, l'ex boss dei casalesi, pronosticò la morte per cancro agli abitanti del casertano e nello specifico Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e altri.

Rifiuti radiottivi coltivati o destinati a pascolo per le bufale.

Carmine Schiavone nel '97 rivela alla commissione ecomafie segreti allucinanti, che avrebbero causato allarmismi isterici se resi di dominio pubblico. Forse per questo la politica di allora decise di tenerle nascoste.

L'assurdità maggiore, quella che fa venire la pelle d'oca e rende inconcepibile l'azione della politica e dei giudici che hanno indagato, consiste nel silenzio, colpevole a prescindere, e peggio nell'immobilismo totale.
Dal 1997 nessuna azione concreta è stata fatta per bonificare e mettere in sicurezza i siti denunciati dal pentito.

Oggi, per la prima volta nella storia politica italiana, la presidenza della Camera decide, senza pressione alcuna, almeno sembra, di rendere pubblico un documento della Commissione che in passato aveva classificato segreto.
Bene! Adesso urge individuare con certezza i siti inquinati e metterli in sicurezza. Vietare pascoli. Coltivazioni e balneazioni nelle regioni interessate, deflorate dalla malavita organizzata.


venerdì 1 novembre 2013

Cancellieri: saggia decisione!

Siamo tutti bigottamente dei complottisti ad oltranza?

La scarcerazione di Giulia Maria Ligresti, condannata a 2 anni e 8 mesi per l'inchiesta FONSAI che vede coinvolto il padre Salvatore Ligresti, perché in prigione non mangiava più sta infervorando gli animi e le pagine dei giornali. Alcuni esponenti politici si stracciano le vesti, altri gridano allo scandalo. Me è davvero così prepotentemente illegale l'azione della Cancellieri?

I fatti dicono ben altro!
aore12blog

"Mio dovere evitare gesti autolesivi, ho fatto come in altri casi, pronta a riferirne in Aula". Chiarisce la Ministro, accusata di essere amica dello zio di Giulia M. ligresti. E chiarisce, con una lettera ai capigruppo che: “Non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti dell’Amministrazione Penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti autolesivi. Mi sono comportata, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di detenzione. Intervenire è compito del Ministro della Giustizia. Non farlo sarebbe colpevole e si configurerebbe come una grave omissione. Non c’è stata, quindi, né poteva esserci, alcuna interferenza con le decisioni degli Organi giudiziari”.

Luigi Manconi, senatore del PD, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama, afferma con onestà intellettuale:
“OK CANCELLIERI SU SCARCERAZIONE GIULIA LIGRESTI.
«Di fronte a una detenuta che rifiuta di nutrirsi è buona prassi e indice di una elevata sensibilità istituzionale e umana attivarsi per capirne le ragioni e verificare che non stia maturando una incompatibilità con lo stato di detenzione». «Questo ha fatto, opportunamente, il Ministro Cancellieri - sottolinea - quando le è stata segnalata la gravità delle condizioni di salute di Giulia Ligresti. E questo hanno fatto, opportunamente, i funzionari dell'Amministrazione penitenziaria e i sanitari. La decisione di scarcerare Giulia Ligresti non è stata certo presa dal Ministro o dai suoi uffici, ma, da un giudice che ha ritenuto di poter attenuare le misure cautelari a suo carico». «Analogo comportamento è stato adottato in passato a favore di detenuti privi di nomi e cognomi importanti».”

Unione Europea, pensione a due stelle

In molti abbiamo scritto che ci troviamo difronte alla grande guerra economica sferrata in silenziodalla Germania.

Oggi lo conferma anche il Corriere della Sera che  nella sezione “esteri” titola così:
courtesy ©arch.Iannino


“L'AMERICA ORA ACCUSA DI EGOISMO BERLINO”.

È la prima volta che, stando all'articolo citato, il Tesoro USA punta il dito accusatorio contro la politica economica della Germania ritenendola troppo egoista e perciò danneggia gli Stati partner dell'Europa meridionale e soffoca l'economia globale.

L'America, però, dimentica volutamente che la bolla economica è esplosa nel sistema drogato dalle banche americane che ha contagiato immediatamente il resto del mondo. 
E Mentre la Cina, con la politica delle formichine, è riuscita a penetrare nel sistema globale dei mercati, nei Paesi, come il nostro, gestiti dalle lobby affaristiche, lentamente e inesorabilmente l'economia e i diritti acquisiti sono andati in malora per una percentuale quantificabile oltre il 90%.

In mezzo a tutto questo esplodere silente di bombe finanziarie chi ne paga lo scotto siamo noi, gente ignorante, che ancora lasciamo fare a chi ci ha portati sull'orlo dell'abisso e ci ha spinti dentro.

giovedì 31 ottobre 2013

Università: al punto giusto

1970. MANIFESTAZIONE REGIONALE

come eravamo: I Braccianti in Calabria, di Ledda e Veltri

Dicembre 1983; da appena un mese è uscito il libro di Quirino Ledda e Filippo Veltri:
©aore12blog

I braccianti in Calabria” è la testimonianza storica difficilmente fruibile sui media massificati ma circoscritti dagli interessi del capitalismo, dei latifondisti e dalle forze politiche avverse che, in quegli anni, detenevano il potere politico.

La raccolta, con prefazione del prof. Saverio Di Bella, copre uno spazio temporale che va dal 1970 al 1980 raccontati attraverso 140 scatti degli autori, immagini in bianco e nero di vita quotidiana e di lotta per i diritti sociali.

Quirino, all'epoca, ricopriva l'incarico di consigliere regionale del PCI in Calabria, con alle spalle un passato di segretario della federbraccianti cgil calabrese.

Filippo Veltri era un giovane giornalista, redattore dell'Unità. Ha scritto anche per il Giornale di Calabria e il quindicinale “questa Calabria”.

Entrambi appassionati di fotografia regalano scatti pieni di pathos di un mondo ormai, per i più, morto. Consigliatissimo, comunque, alle nuove generazioni ed a quanti hanno resettato la memoria e rimosso sofferenze e sogni dei calabresi contaminati da sano sciovinismo e un pizzico di enfatica demagogica certezza ugualitaria.

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