domenica 5 giugno 2016

Solidarietà ai migranti

Anche oggi il mediterraneo è stato teatro di morte.
Carrette e gommoni non hanno retto al peso dei disperati che li affollavano. 
Carne umana caricata a forza, spinta con spranghe di ferro e legno dai diavoli della morte, è divenuta macabro mangime per pesci. 

"relitti"


A testimoniare l'ultimo, in ordine di tempo, degli efferati delitti contro l'umanità rimangono i relitti e le poche cose possedute in vita dai migranti e dei sopravvissuti. Bambini e ragazzi, diventati orfani e adulti d'un colpo, perché i genitori sono periti tra le onde o imprigionati nelle stive, o, e questo dà la cifra di come si vive nei Paesi oppressi e affamati dell'Africa e spiega le motivazioni della diaspora forzata, inviati soli a percorrere il viaggio della speranza da chi non poteva permettersi di pagare la traversata e ha deciso di dare una possibilità ai figli.

Giubbetti salvagente. Tavole. Vestiti. Scarpe. Corpi senza vita. E molti disperati che non lasciano la presa dei relitti che ancora galleggiano in attesa dei soccorsi.

giovedì 26 maggio 2016

Preferisco il contatto umano

M'infastidisco quando rispondo al telefono e dall'altra parte una voce metallica mi chiede informazioni o vuole risposte.
Da un giorno e mezzo sono nell'impossibilità di fare telefonate ma le posso ricevere. Chiamo l'ufficio guasti della compagnia telefonica e con chi devo interloquire? Con una segreteria telefonica! “digiti uno se vuole conoscere il suo stato... 2 se deve comunicare un disservizio: 3...”.
per forza di cose devo seguire le indicazioni. Digito e attendo. Dopo una manciata di rottura di coglioni il problema è accolto. Non resta che aspettare!

"le centraliniste"

domenica 22 maggio 2016

Renzi e la personalizzazione della politica in 1/2 ora

lucia annunziata
Lucia Annunziata nella sua “inmezzora” di oggi non è stata aggressiva. Verbalmente decisa e tenace come al solito. È stata Maria Elena Boschi a tenere il ritmo. Un ritmo sostenuto e forse preventivamente concordato con il suo capo Matteo Renzi.

Nel ricordare che gli attuali governanti sono tutti stati nominati e consacrati dal Presidente emerito Giorgio Napolitano, quindi in teoria e in pratica non rappresentano il popolo italiano, e che Parlamento e Senato sono l'espressione di una vecchia negativa mentalità politica che, per farla breve, mischiati insieme non ne esce fuori uno buono (Verdini che lascia Berlusconi e va con Renzi, forza italia che prima stende porcellum e varianti su tutti i fronti e poi si ritira, lega nord che gioca sulle disgrazie altrui, i cinquestelle che ancora non sono voluti crescere ma che sono gli unici che si sono tagliati gli stipendi mentre gli altri stanno incollati alla sedia fino a fine mandato per assicurasi la pensione, e che pensione!), insomma, in questo quadro di desolazione più nera Renzi personalizza, come ha sempre fatto finoa d oggi, l'esito del referendum sulle riforme Costituzionali volute da lui e da re Giorgetto.
Renzi e la Boschi sono certi di vincere. Logico. Giocano facile. Puntano sulle paure dei nominati, ché se il governo scioglie le camere anzitempo vanno a casa con un pugno di mosche e addio vitaliazio se non arrivano ad ottobre del 2018.

sabato 21 maggio 2016

Unicz il premio Franco Politano è al 4° anno

Catanzaro, università magna graecia
premiazione migliore tesi "premio F.Politano"
È il quarto anno consecutivo che si svolge il “premio Politano” all'Università Magna Graecia di Catanzaro.

Livello uno aula “A”: il preside, prof. Luigi Ventura, della facoltà di giurisprudenza introduce l'evento voluto dalla famiglia di Franco Politano, prematuramente deceduto dopo una lunga malattia in questi termini: "è un episodio fuori dall'ordinario, privo di interesse personale o altro, quello che sta avvenendo oggi e per la quarta volta nella nostra facoltà. La famiglia Politano, nelle persone della signora Rosalba, i figli Maria Giovanna e Antonio, entrambi avvocati, elargiscono una borsa di studio al nostro miglior studente per il lavoro di ricerca svolto per la stesura della tesi di laurea.

Franco Politano è stato il simbolo delle politiche di un partito che non c'è più. Un partito che ascoltava i lavoratori, le classi povere e, con Berlinguer prima, Natta, Occhetto e Bersani guardava alla media borghesia e ai moderati dell'Italia onesta.
Catanzaro, sede Regione Calabria: Franco Politano, vice presidente reg,Calabria,
Guido Rhodio, presidente reg. Calabria e Giulio Andreotti, presidente del Consiglio

La sua carriera politica, se la vogliamo definire così, ebbe inizio nella fabbrica della Pirelli a Torino. Giovane, appena uscito da un istituto retto dai gesuiti, Franco partì da Conflenti alla volta della città operaia per antonomasia. Lì conobbe Occhetto che lo mandò giù in Calabria. Ma la sua biografia è ben nota. Inutile dilungarci. Oggi, a distanza di sette anni dalla sua morte, i figli e la moglie lo ricordano così, istituendo un premio alla migliore laurea in giurisprudenza, lavoro di ricerca menzionato e proposto dai docenti della facoltà catanzarese.

Catanzaro, visita istituzionale di Giulio Andreotti,
da sinistra: Franco Politano e Guido Rhodio
Perché proprio un premio alla migliore tesi svolta da un laureato/a in legge? Perché Franco Politano era un uomo dello Stato, una persona onesta, un parlamentare che si è dimesso per ordine di Berlinguer dal suo incarico di deputato del pci per scendere in Calabria e risanare le sorti del partito e della gente di Calabria! Un uomo al servizio della gente che lavorò ardentemente per il Paese e ogni sua decisione era suffragata dalla segreteria nazionale del suo partito. Anche per acconsentire alla nascita della prima giunta di sinistra in Calabria nel 1985 con Principe e successivamente con Rosario Olivo. E poi, nel 1990, il "compromesso storico" che vide Guido Rhodio presidente e lui vicepresidente della regione Calabria, s'interfacciò con l'allora segretario del partito comunista Enrico Berlinguer per chiedere il benestare politico.

giovedì 12 maggio 2016

Calabria: Uffici regionali fuori mano

Forse oggi gli affari saranno più grami del solito per il paninaro parcheggiato tra le macchine dei dipendenti regionali. Il meteo dice Acqua e vento. e fare a piedi quei cinquecento metri che separano il camion dall'edificio è un po' problematico.

Calabria, germaneto, cz, nel parcheggio della cittadella regionale


È un immenso parcheggio, lo spiazzo che anticipa il mostro edificato nel deserto di germaneto: “la casa dei calabresi” ovvero, in burocratese, la cittadella regionale che ospita oltre 1800 dipendenti, trasbordati con imperio dal nuovo governatore ad inizio mandato, non ha ancora un punto di ristoro all'interno.

A dire il vero, anche il precedente governatorato si era speso affinché l'impresa di trasloco riuscisse nei tempi prefissati. Tutti, governatori e politici di varia estrazione, di oggi e di ieri si sono impegnati amorevolmente nell'impresa, però, che pensare dell'inamovibile sede del consiglio regionale ancorata a Reggio Calabria?

È vero qualcosa si è risparmiato. L'accorpamento degli uffici in un unico complesso fa risparmiare tanti soldi.
Ma alla salute dei dipendenti qualcuno ci ha pensato seriamente? Bar, tavole calde, o mense per i dipendenti, come dir si voglia, non è anche compito e pensiero del governatore ?
Già il governatore! Da lui ho sentito solo parole e critiche dure nei confronti dei dipendenti regionali, e in parte forse pure c'azzecca! Ma da questo a metterli a pane e acqua ce ne vuole.

Penso che il buon governo politico di una regione si esibisce anche in queste elementari gestioni dell'ordinario e nel rispetto dei diritti delle lavoratrici e lavoratori, nonché dei cittadini che si recano presso gli uffici della regione Calabria.

domenica 8 maggio 2016

Dedicato alle mamme

Oggi si ricorda la figura materna. Festeggiamenti consumistici a parte, regali e propositi sentiti alla propria mamma o a quella Celeste:

Mi piace pensare di poter vivere in una realtà multietnica composta da cromie infinite in cui ogni colore possa essere l'essenza rappresentativa dell'identità singola fattasi plurale di persone, idee, pensieri e, perché no, di interi popoli non più afflitti dai bisogni primari. Anziani, donne, bambini, uomini emancipati dalla sudditanza dei signori della guerra e dall'egoismo dell'alta finanza che pone i profitti economici e di mercato al primo posto nella scala dei valori:
chimere realizzabili!
Per non osservare mai più inermi alla vittoria dei falsi profeti che opprimono e tengono sotto il giogo dell'ignoranza collettiva i deboli.

Mai più ali spezzate dall'indifferenza collettiva, dalla paura e dall'odio, dagli affari. Dall'invidia!

Pace. Prosperità e fiducia nella creatività degli esseri nelle molteplici forme della natura e dell'ingegno umano. Serenità alle mamme procreatrici d'amore.

2°step "con le ali spezzate" ©mario iannino

sabato 30 aprile 2016

Il lavoro c'è mancano i soldi per pagare i lavoratori

Italia, Calabria, quartieri e disoccupati dimenticati


Nel profondo sud dei sud la natura è magnanima. Domani è la festa dei lavoratori (che festa! e quali lavoratori?). Abbiamo abdicato al potere dei soldi. La disoccupazione è un dato comune in tutte le case. E quella giovanile è sopra il 65%, senza contare gli sfiduciati che non cercano più e gli over 50 messi in panchina dalle leggi truffaldine, in Calabria la fame di lavoro è forte. Il degrado ambientale è inarrestabile come lo sconforto nei cuori della gente.
Eppure domani si festeggerà! indosseremo gli stivaloni per non graffiarci le gambe tra gli arbusti che infestano i marciapiedi dei quartieri della periferia degradata. Aspetteremo il pullman avvolti nel pollinoso profumo per qualche ora e poi... in piazza a urlare viva il primo maggio, lavoro, lavoro per tutti!
Intanto Renzi è sceso a Reggio Calabria. è entrato dalla porta di servizio nel museo per evitare d'incontrare i disoccupati che l'aspettavano per chiedergli qualche operazione seria in merito al lavoro. Anche Oliverio c'era! Purtroppo, è convinzione comune che oltre alle spaparanzate pubbliche e alle inaugurazioni non c'è altro di serio per quanto concerne il lavoro e le necessità che ci angosciano.

...e pensare che per mantenere puliti i quartieri e salvaguardare nello stesso tempo la salute e il decoro pubblico in una società civile la cosa più semplice sarebbe occupare delle persone per la manutenzione degli spazi pubblici, se così facessero i nostri amministratori, da Renzi al sindaco Abramo, il lavoro non mancherebbe di certo.


servono altri indizi?

mercoledì 27 aprile 2016

Gas, bolletta triplicata da voci assurde

Caro Matteo Renzi e carissimo Carlo Padoan,


È arrivata la bolletta del gas. Un salasso inaudito!

Mi piacerebbe vedere Matteo Renzi e i suoi ministri nelle condizioni economiche di una famiglia tipo italiana. Una famiglia che deve fare quadrare i conti e campare con 1500,00€ al mese. E che non ha entrate extra. Nessuno dei componenti familiari con titoli di “onorevole” e relative diarie, gratifiche o sconti alla buvette della camera. (lasciatemi almeno esternare questo sfogo che non è fine ed elegante, lo so, ma spesso, ci si chiede: questi che ci governano sono a conoscenza della realtà?)

Sarebbe salutare se chi ha privilegi potesse vedere il volto dei cittadini comuni quando ricevono le utenze domestiche e sono costretti a pagarle.
L'assurdo non sono le bollette in sé ma le voci che le corredano: assurdità, denominate accise, spesa per il trasporto e la gestione del contatore (60,00€, sessanta euro!) spesa per gli oneri di sistema e, ciliegina sulla torta: l'iva! che le fanno triplicare oltre ogni dato ammissibile.

Per chi campa alla giornata, constatare che su un consumo reale della materia prima, cioè il gas, di 63,85 € alla fine, sommando tutte le altre fantasie della finanza creativa incluse in bolletta, si arriva a pagare 175,16 euro è inammissibile!

Cioè, una semplice fornitura di gas per uso domestico in regime di TUTELA, è triplicata da una sommatoria di cazzate.

martedì 26 aprile 2016

Ricezione, le cose buone della Calabria


Calabria: uno sguardo verso il mare jonio
 dalla presila catanzarese

Peccato non potere godere del panorama e degli odori della terra di questo lembo di Calabria che si affaccia sul mare jonio.
Piove e il vento è forte. Il maltempo ci impone un'entrata veloce nel casale
Dentro, nella struttura agrituristica, il caminetto è acceso. Nel piccolo salone due tavoli sono occupati da giovani coppie e dai loro figli. E, poco discosti dalle pareti, una sequela di tavolinetti, affiancati l'un l'altro, compongono una tavolata a forma di L.
Prendiamo posto. Inizia la girandola degli antipasti rigorosamente calabresi e prodotti in loco: frittelle di verdure, polpette di carne e di patate, capocollo, salsiccia affumicata, olive, pecorino, fagioli con verdura, fave condite con l'olio extravergine della casa e tante altre buonissime cibarie che degustate divinamente stroncano inevitabilmente l'appetito.
Impossibile, per me, continuare il pranzo e assaporare le altre portate: pasta al forno ripiena; risotto con speck e asparagi; pollo ripieno, tagliata con rucola e filetti di formaggio...


Questo è solo un assaggio, dell'agriturismo e delle sue peculiarità parleremo inseguito in un post ad hoc.

Per il momento diciamo che è a pochi minuti da Catanzaro e a due passi dalla ss 106, sulle colline che portano nella presila catanzarese e che, da quanto ho potuto constatare in questa prima visita, vale la pena scoprire, apprezzare e divulgare.

sabato 23 aprile 2016

L'Italia i giovani e il potere

Ho fiducia.

Ho fiducia nelle giovani menti quando dicono di volere cambiare il mondo.
giovani e potere
(installazione, gentile concessione arch. iannino)
Anche la mia generazione si è data da fare per cambiarem in meglio la società. Puurtorppo lungo il
viaggio molte argomentazioni sono cambiate, manipolate strumentalmente a volte in buona fede per dare risposte immediate al malessere sociale.

Negli anni della contestazione studentesca, stagione unica e intramontabile, (gli studenti di qualsiasi era sono e saranno sempre alla ricerca continua di startegie politiche per arginare i sopprusi sociali imputabili ai padri e aprire il varco temporale che conduce gli sfruttati nell'eden tranquillo dettato dal benessere terreno) i figli del '68 si scherarono contro i padri.

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