Se avessi assistito ad un derby avrei
potuto scrivere: Grillo batte Renzi di misura. E se poi fossi
anche stato
un tifoso avrei anche potuto dire: non c'è storia!
Grillo lo ha messo nell'angolino, in castigo.
Ma non ho assistito ad un derby e
neanche ad uno show. Uno dei tanti che ci hanno abituato i politici e
i giornalisti. Ma veniamo ai fatti:
lo streaming tra la
rappresentanza del movimento 5 stelle e l'incaricato per
formare il governo ci ha fatto assistere alla disfatta dialettica e
politica dell'arrampicatore Matteo. E questa volta nessuno ha
detto #staitranquillo.
Questa volta Grillo gli ha detto
chiaro in faccia che non si fida. Non ha nessuna fiducia in chi è
vecchio dentro. In chi usa metodi della vecchia politica. In chi usa
le parole come un sonnifero per addormentare i cittadini e cullare i
sogni con false promesse.
L'incontro, per volere di
Grillo, è durato pochissimi minuti.
Beppe Grillo ha, contrariamente
a quanto ci ha abituati, ha dato molto tempo ai giornalisti. Ha
spiegato con dovizia di particolari, anzi ribadito, la volontà
politica dei 5 stelle. E cioè di mandare a casa un sistema
decotto e corrotto.
Il tempo se l'è preso tutto, tant'è
che un commesso si è dovuto avvicinare a lui per dirgli che il tempo
era scaduto.
Questa volta Grillo ha fatto bene a
soffermarsi e spiegare chiaramente il perchè dei loro dissensi. E
tra queste motivazioni, come si fa a non essere d'accordo, ha
ricordato i cavilli e le furbizie che si adottano al varo di una
legge che, magari, ha come tema un problema caro ai cittadini ma che
è intasato e infestato con la cocciniglia dei “brogli politici”.
Ha ricordato il taglio degli stipendi
dei politici e il deposito creato col taglio delle diarie dei
cinquestelle messo a disposizione delle piccole e medie imprese.
E ancora, il finanziamento pubblico ai partiti e le ingegnerie
linguistiche per aggirare le leggi e le volontà dei cittadini.
Insomma è difficile, dopo queste
delucidazioni pubbliche, dargli torto. Anzi, credo che abbia
acquisito crediti. Non perché ha parlato da populista alla pancia di
chi sta male. Ma perché ha detto la verità.