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mercoledì 19 febbraio 2014

Umori a Sanremo 2014, fuori e dentro il festival

SANREMO 2014.

Come d'obbligo, nel periodo della canzone italiana, non si può non parlare di Sanremo e di quanto gli gira attorno.

Pif è stato, come al solito, molto simpatico e con la sua aria disincantata ha fatto del passe un tormentone esilarante.

“Ce l'ho e posso andare ovunque. Vedi c'ho il pass e posso stare con un piede fuori e uno dentro”.

Il suo Sanremo è stato, tra il serio e il faceto, chiarificatore. Ha finalmente fatto capire che sanremo si scrive tuttoattaccato che non è il santo patrono della città dei fiori e che è la contrazione linguistica di san Romolo, patrono di Sanremo.
Per il resto calma piatta. La Littizzetto, noiosa come le sue prevedibili battute. E Fazio... sarebbe tempo che si mettesse da parte e fare largo a qualcuno di talento: le sue scenette con la Casta, neanche per le recite della scuola materna le avrebbero proposte...

Sì! il prefesival è stato migliore del festival. (e Pif non mi ha dato niente in cambio per scrivere queste sensazioni se non la sua leggera pungente sagacia).

Ah dimenticavo la jella, purtroppo, l'effetto collaterale del festival induce astenia. Si perché senza dubbio Fazio avrà pensato al malocchio degli invidiosi quando all'inizio non si è aperto il sipario.
Ed eccolo pronto, come un pesce fuor d'acqua, a spiegare quanto avrebbero dovuto narrare le immagini che non si sono viste sullo schermo delle quinte per colpa del sipario che non s'alzava.

E poi, che dire di quei due lavoratori disperati che sono andati a rovinargli l'inizio del festival?
Per lui e quelli come lui lo show continua al di là di ogni catastrofe...

beh, sì; tutto è perfettibile ma, vuoi, per le congetture tutte italiane, nulla sembra portarci verso la “bellezza” declamata dallo scolaretto Fabio.

E sempre facendo ricorso ad uno sforzo mnemonico non indifferente vedo riaffiorare il Grillo urlante che sul red carpet gesticola e mima che vuole un gelato. Qualcuno prodigalmente glielo dà e giù a prendersela con la RAI quale male maggiore per l'Italia.

È vero. Molte cose le fa con superficialità. Perlomeno questo sembra a noi dall'esterno. Ma lui, il Grillo, ce l'ha con i partiti che la lottizzano e fanno dell'azienda pubblica orticello per curare i propri interessi e sistemare le clientele.

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