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giovedì 6 ottobre 2022

Palermiti tra storia e leggenda

 

La Calabria è una terra a vocazione agricola; Palermiti è, nel suo piccolo, un esempio.

Tolto il settore turistico che ancora stenta a decollare nonostante le immense bellezze paesistiche, il resto dell'economia calabrese si regge sulla produzione agricola autoctona composta da maestosi castagneti, ulivi, agrumi, noccioli, bergamotto e, non da meno, da nicchie di produzioni ricercate dai cultori israeliti che monitorano attentamente i frutti per la festa di “Sukkoth”: il cedro!

Bergamotto e cedro sono colture limitate situate in zone geografiche ben definite: nella fascia jonica della provincia di Reggio il primo e sulla riviera dei cedri nella fascia tirrenica il secondo con la massima concentrazione nel territorio di Santa Maria del Cedro.

Anche il kiwi si è ambientato bene nella piana di Gioia Tauro. Coi suoi circa 2.500 ettari di coltura garantisce reddito e occupazione.

L'agricoltura, quindi, è, a ben vedere, la locomotiva trainante dell'economia calabrese. Tra agricoltura stagionale e frutti boschivi, agrumeti,, noccioli, castagni e prodotti del sottobosco quali funghi e bacche passando dal lavoro incessante delle api che “creano ricchezza” salutistica da offrire sulle bancarelle del mercato ai consumatori, si può ben dire che la Calabria offre e trae ricchezza dalla natura.

Il lavoro dell'uomo, però, a volte è insidiato dalla natura stessa.

Basta poco, un minuscolo insignificante insetto, un patogeno, per pregiudicare la produzione, la produttività e il benessere della collettività.

In Calabria, come in altre parti del mondo, si sono verificati eventi catastrofici, calamità paragonabili all'invasione delle cavallette che polverizzano i raccolti in un batter d'ali.


Da qualche anno i castagni di mezzo mondo non hanno prodotto frutti per colpa di un insetto killer: il cinipede galligeno detto anche vespa cinese. 

Anche il comprensorio di Palermiti è stato colpito.

Per salvare i castagneti e i derivati delle castagne dall’aggressivo cinipide galligeno (o vespa cinese), si è dovuta combattere una guerra biologica e il Giappone trova e fornisce la soluzione biologica: il torymus sinensis: un insetto antagonista dei killer che si ciba delle larve deposte dal cinipide del castagno.

 Azione fatta propria e messa in campo diligentemente dall'amministrazione comunale palermitese, grazie alla quale, i maestosi castagni hanno ripreso a fruttificare.

Ho potuto così apprezzare le qualità organolettiche delle castagne made in Palermiti nella loro corposa struttura che sazia al solo guardarle, degustarle ancora calde, in cucina, con la padella sul fornello e la stanza avvolta nell'inconfondibile odore tostato del pericarpo sorridente.

Anche quest'anno può riprendere l'antica consuetudine di “liberare” i castagni a tutti nel giorno dei morti in Palermiti. 

Usanza carica di pietas popolare che tende una mano ai bisognosi. E Dio solo sa quanto questa azione era attesa con trepidazione dai poveri che s'ingegnavano a trasformare le castagne per superare i tempi di grama trasformandole in farina, fare il pane e cuocerle, conservarle nella sabbia o sotto la cenere, bollirle o fare ottime caldarroste per accompagnare un buon bicchiere di rosso.

Palermiti, è un paese dell'entroterra catanzarese situato a circa 500 s.l.m. Secondo le notizie storiche più accreditate l'insediamento è datato intorno al 1500 ad opera di alcuni profughi in fuga da Palermo che decisero di fermarsi tra gli ulivi e i castagni attratti dalla rigogliosità del luogo, da qui il nome.

Altre fonti, invece, attribuiscono il toponimo ai pagliai, le prime abitazioni costruite nelle campagne e tra i boschi. Qui i fuggiaschi trovarono rifugio e si sottrassero alle leggi e all'inquisizione dei feudatari nascosti tra i pagliai ben camuffati tra i castagni non censiti da alcuna autorità.

L'origine semantica del nome di un luogo qualsiasi possiede storia e leggenda e la leggenda è ancor più accentuata dalla fervida fantasia popolare quando narra di briganti gentiluomini in lotta contro la tracotanza vessatoria dei signorotti locali.

Palermiti, in realtà è un antico sobborgo del più blasonato paese vicino: Squillace. Senza dubbio è da inserire nella storia del golfo di Squillace, quindi nell'hinterland dell'antica Skilletion.

venerdì 14 giugno 2019

Calabria tra storia e poesia

LA COLLINA DELLE GINESTRE.


Il vecchio casino di caccia sta lì da forse più di cent’anni su un dirupo roccioso coperto da fichi d’india e domina quieto la costa jonica.
È il luogo incantato che ho sempre sognato ed ora sono lì come qualche estate fa quando capitai per caso. Ricordo, girovagavo senza meta e di colpo l’orizzonte si aprì davanti a me. Inaspettato come un pugno allo stomaco ricevuto senza motivo. Dimenticai di colpo la fatica e la sete. Non pensai ai mille interrogativi che mi infiammavano il cervello. Guardai semplicemente. Sgranai gli occhi e bevvi quel paradiso della natura. … E mi vestii di poesia!


L’odore dei fiori di ginestra, lo ricordo come se fosse adesso, era intenso. Ma quello era niente rispetto al cocktail di aromi che susseguirono prima che vedessi il salto del cielo.  Ad un certo momento, poco prima che l’immensità si aprisse davanti ai miei occhi e mi vestisse di luce, avvertì una leggera brezza iodata. L’odore del mare a cinque seicento metri d’altezza sorprende! Corrobora e stupisce. Si stupisce avvertire la presenza del mare in piena campagna. E quegli odori inusuali che si combinavano piacevolmente non finivano di stupirmi. Anche l’odore della resina arrivava a stuzzicare le mie narici.
Dove mi trovo?
Oggi sento la necessità di evadere dalla quotidianità. Faccio un salto nella mia favola! là dove mi sembra di essere nello stesso tempo in mezzo al mare e al centro della terra ferma. Da lassù lo sguardo domina il mare, i polmoni si riempiono di iodio condito dal profumo delle ginestre e dalla fragranza dei pini marini.
E poi scendere con lo sguardo lungo il pendio fino a raggiungere gli scogli di Cassiodoro. Tra i resti delle vasche progettate dal monaco squillacese e
 Tuffarsi nelle acque fresche cristalline mosse da una leggera corrente che esalta le innumerevoli cangianti sfumature dove un tempo i monaci si dedicavano alla preghiera, alla meditazione e allo studio. È qui che è sorta la prima università mediterranea: l’università Vivariense fondata dal senatore Flavio Augusto Cassiodoro quando lasciò la politica per dedicarsi alla meditazione e gettare ponti dialoganti tra le diverse religioni e culture del mediterraneo.

domenica 20 agosto 2017

Sera d'estate

Sulla ampia terrazza c'è un via vai continuo di gente. Donne e uomini di tutte le età s/vestiti d'estate con panni leggeri e trasparenti sorridono alla notte ammiccante.
Amanti. Amici. Comitive pronte come ai nastri di partenza di una lunga e gratificante maratona vanno incontro alla notte. Rifocillati e adrenalici per trascorrere la notte allegramente e, perché no!, senza pensare al domani, lasciano volare i propri sogni nel buio della notte, sul mare, oltre gli ombrelloni ben allineati sulla spiaggia di sabbia fine color nocciola del golfo di Squillace.

Un pizzico di trasgressione si nasconde e fa capolino nei pensieri di giovani e meno giovani.

I camerieri con fare professionale accolgono gli avventori del sabato sera. I maestri di sala controllano sui tablet: la prenotazione è d'obbligo!

Tavoli per due, tra, quattro persone e tavoli predisposti per grandi comitive occupano lo spazio della terrazza sul mare illuminata lampioncini. Sul passamano, che funge da barriera tra la spiaggia e il ristorante, piccole lingue di fuoco rosa danzano nel buio emanando un gradevole odore di citronella.


Paolo, giovane e attento gestore del locale, parla con due camerieri. Lo scontro è stato inevitabile. Alcuni anelli di calamari fritti cadono a terra. “Attenzione!” Esorta Paolo ai clienti che passano vicino scusandosi per l'accaduto.
Anche il cameriere si scusa e va per muoversi verso i tavoli per continuare il suo servizio.
Paolo lo blocca. Gli sfila di mano il piatto con la frittura: “Che fai? Porta questo in cucina e fatti fare la giusta porzione!, -intima ad una ragazza che fa parte dell'imponente stuolo di camerieri impegnati a prestare la loro opera lì- ”.

Nessuno sembra essersi accorto dell'incidente. La musica accompagna le parole e i sorrisi dei commensali. Un uomo versa del vino fresco alla sua compagna. Parlano e sorridono mentre portano i bicchieri alle labbra.

No! mi dispiace. Non è possibile. Senza prenotazione non so dove farvi sedere. Dice il maitre attorniato da un gruppo di ragazze e ragazzi.
La mora, ben in tiro, dice ai suoi amici: “raga' nessun problema! Facciamo un salto alla pizza al taglio. Prendiamo qualcosa e poi andiamo a ballare”.

Non si perdono d'animo i giovani.


martedì 6 settembre 2016

Le Zagare: cortesia e professionalità

Lungo la vecchia strada per Squillace, a qualche centinaio di metri dal bivio degli svincoli aperti recentemente dall'anas che, finalmente, bypassano cruciali nodi di frenetica viabilità interna, superata qualche curva, sul lato sinistro della strada appare l'insegna del ristorante/pizzeria le Zagare.

Nella vallata che tende verso il mare scorre il torrente Alessi e sul declivio, tra qualche frammento dell'antico agrumeto, il ristorante Le Zagare.

Da tempo immemore noi calabresi siamo coscienti che la raccomandazione migliore quella che fa più effetto di ogni altra e che sta sopra le parti deriva dalla qualità del lavoro svolto.  Ed è su queste basi che nasce la volontà di scrivere della professionalità riscontrata nel ristorante Le Zagare.

I piatti tradizionali mantengono alta la definizione lessicale del termine. E la pizzeria, che prediligo, è da me sempre apprezzata.
Se dovessi consigliarne qualcuna?

La pizza bardascina, dalla sottile sfoglia ben dorata, con su mozzarella, pomodoro, formaggi e coperta da squisite fette sottili di capicollo locale.

domenica 14 agosto 2016

Estate sul Golfo


Oggi ho cercato il sole! Contrariamente agli altri giorni in cui il sole rendeva incandescente la sabbia e tutto ciò che baciava, oggi, il vento che arriva dal mare rende l'aria fredda.
Esco dall'ombra. Riparo gli occhi con le rai-ban e mi espongo ai raggi benefici di Febo. Per la prima volta, quest estate, faccio come le lucertole.
Il mare non mi attrae. È mosso e il suo andirivieni agita i fondali. La sabbia fine infastidisce le consuete trasparenze. L'acqua sembra torbida e sporca ma non lo è.
Siamo abituati bene noi calabresi. Amiamo bagnarci in acque limpide.

Tag: estate in calabria, Squillace

sabato 6 agosto 2016

Squillace, incontro tra gotico e contemporaneo


È stata una vera scoperta! La chiesetta gotica dai portali in tufo e dai muri in pietra viva saldata a secco secondo gli antichi canoni edilizi. Squillace si nutre di storia!  L'antico Castello dei Borgia, il convento, la cattedrale, il centro studi su Cassiodoro ristrutturati o in fase di ristrutturazione, fondi permettendo, in sintonia storica e protetti per mantenere il giusto decoro li conoscevo ma la chiesa di Santa Maria della pietà, no. È grazie a Mario Naccarato, amico artista catanzarese, se mi incammino alla volta di Squillace e scopro questa autentica perla gotica.
La strada è tortuosa ma agevole. Raggiungo il centro storico in pochi minuti.
Bella piazzetta antistante lo striscione indica la mostra d'arte contemporanea dal significativo titolo: Integrazioni.
Sono completamente rapito dal tema trattato e dalla location in cui le opere sono state allocate:
l'integrazione poetica è avvenuta. Al di là delle aspettative.
Integrazioni stilistiche, poetiche, storiche, religiose e culturali si assommano. Interagiscono sui muri butterati dal tempo e dalla incuria, sanati dalla creatività di Mario Naccarato.
Da non perdere!
In cultura, calabria, arte, società, artisti in calabria
(Mario Iannino)

lunedì 28 aprile 2014

Guido Rhodio, un esempio per le nuove generazioni

TESTIMONE DEL TEMPO.
"olio su tela" omaggio a Guido Rhodio

Un altro capitolo di storia si chiude. Guido Rhodio lascia la guida della città di Squillace alle giovani generazioni raccomandando loro di mantenere alto e vivo il ricordo dei padri che hanno fatto la storia della Calabria, dell'Italia e, quindi, della città di Squillace. Approfitta della fine della legislatura scillacese per accomiatarsi dalla politica attiva.

Guido Rhodio è stato e continua ad essere testimone del tempo. Docente di scuola, pubblicista e politico, fondatore dell'Istituto di studi su Cassiodoro e sul Medio Evo in Calabria, militante e presidente dell'Azione Cattolica, è stato, oltre che sindaco di Squillace dal 1970 al 1975, successivamente vicepresidente della Provincia di Catanzaro.
Nel 1985 è eletto, sempre nelle liste della dc; consigliere regionale prima e assessore regionale nonché Presidente della regione Calabria.

Sua la prima giunta regionale di centrosinistra, composta da dc, pds, psi e pri.
Nel corso del suo appassionante impegno civile, dopo un fruttuoso mandato a Bruxelles come capo delegazione delle regioni ( è tra i fondatori del comitato delle regioni a Bruxelles ), dopo avere esperito egregiamente esperienze europee, nazionali e regionali, ritorna ad occuparsi dell'attività amministrativa del paese natio.

Al Presidente Rhodio vanno i nostri cordiali e affettuosi auguri, certi che il suo saggio insegnamento ha, nel frattempo, attecchito nelle menti dei giovani e creato nuove e valide classi dirigenti

mercoledì 17 agosto 2011

minicrociera sullo jonio da Squillace a Pietragrande

Una giornata al mare sulla costa dei Saraceni. Da Squillace a Pietragrande.
aore12blog

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Il gommone è a riva. Davide, l’esperta guida che accompagna gli escursionisti e impartisce loro lezioni di vela sci nautico windserf e kitesurfing, indica i posti da occupare e le posizioni da assumere per salire o scendere. Ultimato il carico di villeggianti, lentamente il motore si avvia e porta il gommone fuori dal canale nautico segnalato dal cordone di galleggianti davanti alla spiaggia del porto rhoca beach villaggio club e centro congressi in Squillace.

Il mare è una tavola immobile e trasparente. I fondali non hanno segreti e man mano che ci avviciniamo alla scogliera, i cambiamenti cromatici ne rilevano la bellezza della costa apprezzabile solo via mare. Simile a un’enorme lente d’ingrandimento, l’acqua cristallina enfatizza i fondali animati dal tremolio leggero del moto ondoso prima di essere rotto dall’invadente anfibio gommato. Ma qui, la bellezza incanta i luoghi e le anime e trasforma tutto in poesia. Anche l’increspatura che si dirama a coda di rondine dietro le barche assume connotati poetici che riportano alla mente sensazioni oniriche. Sogni mai conclusi del tutto. Sogni che continuano nella realtà per quanti lo vogliono e sanno vedere oltre la corazza della corporeità.


 Il fondo sabbioso cede e accoglie nuovi spazi: scogli sommersi che a volte degradano improvvisi sviluppando fantasie e giochi nelle menti creative. Alcuni vedono fantasmi, denti di draghi, profili pietrificati dal capriccio di qualche divinità sulle cui pareti dimorano ricci e mitili che per proteggersi dai predatori umani si appiattiscono maggiormente alla superficie rocciosa. Qualcuno fa pesca subacquea, un ragazzino tende la canna da pesca appena comprata.

domenica 31 luglio 2011

Squillace, festa della Madonna del Ponte

La Madonna del ponte attende gli emigrati, i sofferenti, i devoti vicini e lontani e tutti benedice. Domenica 7 agosto è la festa della Madonna del ponte. È la festa dei poveri! Non ci sarà musica. Non ci saranno pifferi o bancarelle ma solo preghiere. Così il rettore del santuario ha annunciato ai fedeli il triduo per i festeggiamenti della ricorrenza religiosa che si svogle tutti gli anni nella chiesetta situata alle pendici di Squillace dedicata alla Madonna del Ponte.

Il Santuario è situato a bordo della stradina che s'inerpica e sfocia nel paese dei maestri vasai esperti nella lavorazione di terracotte artistiche dopo una serie di curve e tornanti da brivido. Squillace contende a Stalettì,  paese che ha tutte le carte in regola per essere considerato l'originale insediamento squillacese dove Aurelio Cassiodoro, politico e letterato vissuto tra il 490 e il 583, fondò l'istituo di studi e ricerche “Vivariense”, prima università europea e costruì il primo sistema di acquicoltura marino tra gli scogli di Copanello, appunto la patria del nobiluomo che fece da intermediario tra l'impero romano e bizantino in Calabria. Di contro, l'insediamento dell'attuale comune di Squillace diede per certo i natali a Guglielmo Pepe, patriota risorgimentale.
Stalettì e Squillace hanno in comune la devozione per la Madonna e una miriade di emigranti che fanno ritorno ogni anno per i festeggiamenti mariani.
Un tempo, quando la sopravvivenza delle famiglie dipendeva dalla terra madre i preti benedivano gli armenti i pascoli e le braccia che vi lavoravano, con l'avvento della meccanica la benedizione è impartita alle macchine. E domenica 7 agosto, dopo la processione della statua della Madonna nel piazzale del Santuario, la liturgia Mariana, la Santa Messa delle 18,00, ci sarà la benedizione delle automobili.

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